| Come al solito vedo che c'è tanta confusione ed ignoranza. Parlo io ora, che sono Architetto e che tra l'altro ho amici Ingegneri ed ho collaborato con società di Architettura ed Ingegneria. La progettazione architettonica è quel processo che sta alla base della progettazione di un qualsiasi manufatto edile. L'architetto non progetta solo ed esclusivamente la "bellezza" di un edificio, considerato che il concetto di bellezza è relativo e soggettivo, ma progetta considerando una serie di fattori che determinano il "successo" o meno dell'opera costruita. Le opere celebrate sulla stampa internazionale, non sono solo belle (la bellezza può essere considerata come un risultato di elementi positivi ed armonici tra loro) ma presentano una serie di pregi. Per essere più pratica, l'architetto progetta la funzionalità dell'edificio, la sua congruità con le norme e le leggi esistenti, in materia urbanistica, applica la sua sensibilità al fine di comprendere se l'opera ha un impatto o meno sul paesaggio (e mi riferisco anche a quello urbano e storico) e studia come fare in modo che questo si inserisca al suo interno (molti dei "disegnini" effettuati, sono per poter comprendere meglio elementi storici di architettura che non sono spesso abbellimento come crede qualcuno, ma sono sostanza). L'architetto considera la vita che si svolgerà in un ambiente e tutti i fattori che la influenzeranno, cercando di risolverne i problemi che insorgono, e di migliorare la vivibilità dell'ambiente. L'architetto decide che materiali usare, che tipologia di isolamento, che interventi prevedere per la sostenibilità ambientale dell'edificio. Solo alla fine decide che rivestimenti adoperare e che accorgimenti dare, ma tra l'altro questo non è il campo specifico di azione degli architetti, ma lo sarebbe di una figura che all'estero è considerato il decoratore e potrebbe assimilarsi ad un nostro arredatore. Ad ogni modo i punti che considera un architetto quando progetta sono molteplici e variabili da opera ad opera, da parte a parte.. ed in definitiva sarebbe inutile e dispendioso in termini di tempo enumerare qui.
In sostanza l'architetto cerca di dare una risposta ad una miriade di problemi che sorgono nel momento in cui si decide di "progettare" un manufatto edile, fino alla fine. E' solo quando si sono fissati tutti i punti e stabilito definitivamente come sarà la struttura, che interviene l'ingegnere, con i cosiddetti calcoli strutturali. In merito a questo posso dire, io che ho studiato a Napoli e secondo il vecchio ordinamento, che i corsi di statica, scienza, tecnica, fisica tecnica, ecc. si svolgevano nella facoltà di ingegneria, con i professori della facoltà di ingegneria, con i programmi degli studenti di ingegneria. Persino gli esami si facevano ad ingegneria. Devo però convenire che non tutte le facoltà di architettura approfondiscono gli aspetti relativi alla parte del calcolo strutturale, poichè la figura dell'architetto deve coprire già una varietà di aspetti, con grande difficoltà. L'architetto è una figura che con il tempo non deve mai smettere di studiare, e che dopo la laurea farebbe bene a specializzarsi in un settore, tanti sono gli ambiti che gli competono e che solo dopo la laurea ci si rende conto di non potere e volere coprire. Faccio un esempio: vi sono studi specializzati in edilizia scolastica ed altri in edilizia ospedaliera. Progettare, infatti, una scuola richiede delle competenze estremamente specifiche. Lo stesso ed ancor più per l'edilizia ospedaliera, dove devono essere considerati una miriade di aspetti logistici e sanitari. Questi aspetti da curare, non rientrano nei calcoli strutturali, ma sono ben altro!
Da un punto di vista legislativo, i calcoli sulle strutture più semplici possono effettuarli anche gli architetti. Ad ogni modo non è necessario, perchè è una parte che in genere gli architetti demandano agli ingegneri, perchè non hanno il tempo e nemmeno la volontà di applicarsi su questi aspetti particolari. Se un architetto avesse voluto fare il calcolatore, avrebbe scelto di essere ingegnere.
In genere un team di progettazione completo vede a monte architetti ed urbanisti (ed a seconda delle necessità anche paesaggisti e conservatori) che risolvono tutti i problemi di un'opera edilizia, la prevedono e la definiscono. Quando l'opera è definita in tutti i suoi aspetti, l'opera pianamente definita passa sotto l'egida degli strutturisti che fanno un accurato calcolo delle opere strutturali, che concorrono a definire gli aspetti strutturali. L'opera ripassa al team dei progettisti architettonici per eventuali anomalie che possono insorgere (p. e. è stato previsto un passaggio di 1mt per permettere il passaggio di sedie a rotelle agevolmente, se poi uno strutturista è costretto a prevedere un pilastro più ampio di quello ipotizzato di massima in principio, il passaggio si assottiglia ed allora il team di architetti deve pensare ad un modo per recuperare quello spazio perso, senza intaccare la struttura appena messa definitivamente a punto; il progetto poi ripassa nelle mani degli strutturisti che controllano se le modifiche apportate abbia generato un cambiamento nel modello matematico di calcolo applicato). E' un interagire continuo che parte dopo che il progetto è stato messo a punto nei suoi tanti aspetti considerati nella fase di progettazione architettonica. Dopo che il progetto architettonico e strutturale sono stati messi a punto, allora intervengono gli impiantisti (in genere ingegneri elettrici, idraulici, ecc.) a mettere a punto il sistema degli impianti su quel preciso progetto architettonico e strutturale. In sintesi: c'è il progetto architettonico. messo a punto questo c'è il progetto strutturale, ovvero il calcolo delle strutture, messo a punto questo c'è il progetto degli impianti, ovvero la previsione ed il dimensionamento degli impianti.
D'altronde la legislazione, considera la fase finale di un progetto (chiamato progetto esecutivo o cantierabile) costituito proprio da elaborati architettonici, elaborati strutturali ed elaborati impiantistici, oltre ad altri elementi queli capitolati di appalto (dove viene relazionata la tipologia dei materiali e processi da impiegare, sulla cui semplice parte strutturale possono intervenire gli ingegneri), un computo.
A proposito di questo, un aspetto che deve curare la progettazione architettonica è quello relativo ai costi, che devono essere costantemente monitorati dall'inizio del processo di progettazione architettonica e controllati.
Nel settore, l'architetto è anche il coordinatore di tutto il progetto, ovvero la persona o il team che si relaziona con gli altri team specialistici.
In definitiva, è vero il contrario: l'architettura è il processo a monte che considera tutti gli aspetti di un'opera e si specializza su alcuni aspetti relativi alla logistica, ai materiali, ai sistemi. Gli ingegneri sono quelli che invece si focalizzano solo su alcuni aspetti, quali la progettazione strutturale ed impiantistica. E' l'ampiezza della prospettiva da cui si guarda a cambiare e l'0ampiezza del raggio di azione a rendere la professione di architetto più creativa (ovviamente non solo).
Alcune ultime due parole: prima di tutto la confusione è chiara semplicemente in Italia. ovunque si vada nel mondo, non si sognerebbero nemmeno di non avere chiara la differenza tra architetti ed ignegneri. La seconda è relativa alla difficoltà degli studi di architettura, che non è affatto più semplice rispetto a quelli di ingegneria. E' ovvio che chi considera difficile la matematica e la fisica, decida che sia difficile ingegneria, per me non è mai stato così, maq è stato invece difficile dover cambiare la metodologia di studio a seconda che dovessi preparare un esame di storia, uno di progettazione o uno di stampo scientifico (che erano per me un sospiro di sollievo...).
Un'ultima cosa: sui beni storici architettonici in Italia sono abilitati ad operare solo gli architetti, anche se poi alcuni ingegneri raggirano questo sistema e si impongono sul mercato come consolidatori... e posso assicurare di aver visto progettare interventi che non avrebbero dovuto esistere, come per esempio snaturare delle volte e riempirle con calcestruzzo armato.. che prima di tutto cambiano il senso di una struttura storica falsandola, in secondo luogo appesantiscono la stuttura intera (le murature intorno) ed infine rischiano di provocare ulteriori dettagli, perchè è sperimentato già decenni addietro che le opere di c.a. non si amalgano bene a quelle di murature per le dilatazioni a cui sono soggette, che non sono ben tollerate dalle murature.
Spero di aver chiarito dei dubbi a molte persone.
|