| Qui abbiamo una voce autorevole che dice la sua sull'episodio. (Il resto dell'intervista se vi interessa è in "Michael in SVM 5")
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Michael Rosenbaum: Abbiamo appena fatto un episodio chiamato “Bound”, è stato grande. Non era intenso quanto “Shattered”, ma era ancora questione di suspence e un personaggio ossessionato. Lex viene di nuovo incastrato, ma non è così emotivamente coinvolto. Lex è colpevole? Deve provare la propria innocenza e della gente muore a causa sua. E mette anche in discussione se stesso, in “Bound”, come aveva fatto in “Shattered”. Possibile che sia responsabile per l’accaduto? Assolutamente. E in fin dei conti lui “è” responsabile per un mucchio di cose che succedono. E’ responsabile per la morte di un paio di persone. In definitiva, è lui ad uscire con quelle ragazze e poi lasciarle. Al principio ho avuto dei problemi con questa storia, perché non penso che la maggior parte delle donne, se dai loro degli orecchini di diamanti dopo averci dormito, si arrabbino e vogliano ucciderti, ma forse lei era un po’squilibrata. Forse Lex è stato il catalizzatore, in questo.
Smallville Magazine: E fino a quel momento Lex non pensava di star facendo qualcosa di sbagliato…
MR: Fino a quando Clark non lo affronta e dice ‘Chi sei tu?’ e Lex risponde: ‘Non so, sto cercando di scoprirlo’. Ricordo di aver avuto una conversazione con Terence [O’Hara], il regista, e Tom – non riuscivano a capire quelle battute. Lex si sta arrendendo e sta dicendo a Clark che, per un attimo, ha desiderato che per lui tutto finisse nell’incendio. Tom pensava che fosse un po’ esagerato ma io ho detto di no, perché a questo punto credo che Lex abbia pensato: ‘Vorrei che la mia vita finisse. Sarebbe dannatamente più facile. Vorrei essere morto. Se sto veramente causando così tanta angoscia e dolore alla gente, e ho causato la morte di quelle due donne, forse merito di morire.’ Credo che forse Lex pensa di voler morire. Volevo che gli spettatori pensassero che forse è così, e poi ha visto la luce alla fine del tunnel e questo lo ha salvato – o magari Clark, senza saperlo, è stato quella luce.
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