| Giorno 7 - ore 7.00, nella libreria di Léa
Léa era immersa in un libro quel Lunedi sera, quando l´orologio del paese batté le sette. Quel giorno non c´erano stati molti clienti, per cui aveva potuto sistemare con calma i cataloghi e lo schedario. Ormai era quasi l´ora di chiusura, se ne sarebbe andata a casa a farsi un bel bagno, almeno cosí pensava, quando il dolce rumore delle campanelle appese alla porta d´entrata annunció l´ultimo avventore. Era un uomo alto, la luce rosa-aranciata del tramonto che filtrava alle sue spalle ne incorniciava i capelli dando l´impressione che avesse un´ aureola d´ oro. Léa non riusciva a distinguere bene i lineamenti del volto, ma era chiaro che fosse un uomo adulto,non uno dei ragazzi che erano soliti bazzicare la libreria dopo la scuola. „Buonasera signorina“ aveva una voce calda e lievemente roca. Venne avanti e si avvicinó al bancone, lei poté vederlo meglio : doveva essere sui quaranta, i capelli castani un po´ lunghi e la barba, portava dei pantaloni neri di ottimo taglio, una camicia bianca e una giacca di camoscio nero..
Lionel era entrato nella libreria, incuriosito dalla vetrina in stile antico, voleva solo perdersi per un po’, fuggire dal suo castello vuoto, visto che Lex non c'era e per quel giorno aveva concluso il lavoro con un senso di malinconia più forte del solito..
“Buona sera signor Luthor “ "Vorrei dare un'occhiata ai libri.”. “ Faccia pure, per qualsiasi cosa sono a sua disposizione.” “ Spero non sia troppo tardi". “ No si figuri, c' è ancora tempo devo sistemare alcune cose, guardi con calma. “Grazie tante“ rispose Lionel, dedicandole un sorriso...un sorriso malinconico, pensò la ragazza. L'uomo si voltò, e lentamente si avvicinò agli scaffali pieni di libri…allungò una mano, accarezzò alcuni volumi, ne studiò altri...pensieroso, indugiò un attimo, prima di sceglierne uno... ne sfogliò le prima pagine, lo accostò al viso e inspirò profondamente... Léa era imbambolata, nella sua libreria in quel momento c' era Lionel Luthor! Fino al giorno prima lo conosceva solo tramite le copertine dei giornali e qualche racconto del figlio, ma ora era a pochi passi da lui e si soffermò a studiarne i movimenti.. si nascose dietro ad uno scaffale e continuò ad osservarlo, il giorno prima chiacchierava con Lex di suo padre ed ora era lì, non sapeva cosa pensare... quell' uomo descritto da tutti come freddo ed ostile di fronte ad ogni persona potesse intralciarne il cammino si trovava vicino a lei, una possiblità di farsi un' opinione non influenzata da altre persone forse doveva avvicinarsi e provare a parlargli, ma tentennava sul da farsi. Fu lui a parlare per primo, sciogliendola dall’ imbarazzo. "Sa...credo che l'odore di un libro, nuovo o vecchio che sia, sia uno degli aromi che preferisco al mondo...ovunque io sia, mi fa sentire a casa..." Lionel le dava le spalle, la sua voce era un po' roca. “Mi trova d' accordo” disse avvicinandosi timidamente “l' odore dei libri non stanca ed anche se ormai ci sono abituata non smetto mai di apprezzarlo.” Lionel si voltò leggermente, nel suo sorriso adesso c'era un pizzico di quella complicità che accomuna tutti i grandi lettori. “A volte stando così tanto a contatto con i libri penso di non riuscire più a coglierne l' odore che trasmettono ma ogni sera quando sfoglio l' ultimo libro da me iniziato vengo puntualmente smentita...” Lionel sembrò meditare su ciò che la giovane aveva appena detto. "Lei è fortunata signorina, quello che fa è un bel lavoro”. “Cerco di ripetermelo ogni giorno e le garantisco non è molto difficile.” Léa gli rivolse un sorriso aperto e gentile. Lui si voltò e la guardò, Léa si ritrovò i profondi occhi blu di quell'uomo imponente intenti a scrutare nei suoi. La ragazza che aveva davanti era dotata di una bellezza singolare, pensò Lionel in quel momento. Un viso dai lineamenti regolari e delicati, lunghi capelli scuri e lucenti, un particolarissimo disegno delle sopracciglia a incorniciare due occhi grandi e caldi, del colore della cioccolata ,le labbra del colore delle rose inglesi, rosee e piene...quella era una bocca abituata al sorriso, pensò lui. Léa si accorse che il lo sguardo di Lionel si stava posando su di lei, si sentì di nuovo in imbarazzo; si avvicino per cercare di intravedere quale libro stesse sfogliando,era sempre curiosa di conoscere i gusti dei propri clienti, anche se quella parola non le piaceva...”Paradise Lost” accennò. Lo sguardo dell' uomo si perse per qualche attimo nella luce ambrata che filtrava dalle finestre in alto, sembrava che stesse guardando ad un altro luogo e ad un altro tempo, pensò Léa. " Le è mai capitato di trovare in un libro qualcuno che le somiglia nel modo più assoluto? ... di provare quella sensazione strana, quasi di dejà-vu, nel leggere sensazioni, emozioni e desideri che pensava fossero scritti solo nei recessi più segreti del suo cuore?" mormorò Lionel. Léa rimase stupita al sentire tali parole...quello non era l'uomo di cui aveva letto sui giornali e di cui aveva sentito parlare, sembrava una persona completamente diversa. “Nei libri trovo di più quello che vorrei essere ma che invece non sono, spero di trovare presto un' opera in cui rispecchiarmi perchè da come ne sta parlando lei sembra un' emozione da provare almeno una volta nella vita...” Lo sguardo di Lionel sembrò riemergere, si posò sulla ragazza, piacevolmente colpito, come se avesse preso una boccata d'aria fresca e di luce dopo aver vagato in abissi oscuri e senza fondo."Si...è così..." “Lei invece mi sembra che abbia provato questa sensazione, le posso chiedere con quale libro?” Quella ragazza gli aveva fatto venir voglia di sorridere, e il sorriso che le rivolse era sincero. "Questo, mia giovane amica". Léa riflettè un attimo.“Lei si sente come il Satana di Milton, signore?” "Si, a volte mi sento così." Léa notò un lampo negli occhi di Lionel, nel quale le parve di leggere un profondo struggimento, dolore e malinconia, ma intrisi di stoicismo e dolcezza. “Posso chiedere qual' è il suo nome, signorina?” “Mi chiamo Léa, signor Luthor”. " Léa " scandì Lionel "un nome molto dolce e musicale. Trovo che le si adatti perfettamente" “La ringrazio..” Mentre Léa stava ancora riflettendo sulle frasi pronunciate da Lionel sul libro e sul suo nome sentì sfiorare la mano quasi senza accorgersene......prima che potesse dire altro, l' uomo le aveva preso delicatamente la mano e l’aveva baciata. "E' un onore averla conosciuta". Léa sentì le proprie gote arrossire lievemente, ma sperò che quel particolare passasse inosservato. Lionel aveva notato l' imporporarsi delle guance della ragazza. "Purtroppo non posso restare più a lungo, Léa, ma le assicuro che parlare con lei è stato il momento più piacevole e interessante della mia giornata. " “Ah,quasi dimenticavo: vorrei acquistarlo, questo libro!". Risero entrambi. “Spero di rivederla presto in libreria, ho passato anch' io dei momenti molto gradevoli in sua compagnia, pochissime persone si fermano a parlare dei libri acquistati, scappano subito e si reimmergono nelle loro frenetiche vite, lei si è comportato in modo diverso e posso dirle che l' ho apprezzato molto, parlo sinceramente.” “Spero anch’io di poter tornare, signorina”. Si avvicinarono al banco, Lionel pagò e le rivolse un ultimo sorriso. In quel momento il telefono squillò " Scusi un attimo, la prego" . La ragazza andò a rispondere in una stanza attigua. Quando tornò al bancone, Léa Trovò lì la copia del Paradise Lost acquistata dal Signor Luthor: sorpresa, ne sfogliò le prime pagine, e vi trovò una dedica blu scritta con un'elegante calligrafia:
"A Léa , la mia giovane amica dal nome incantevole come un bocciolo di rosa, nella speranza che si ricordi di me quando troverà il Suo Libro. Lionel".
Léa non aveva mai ricevuto una dedica così speciale, rilesse quella frase per impremerla nella mente e non dimenticarla mai. Si appoggiò alla porta del negozio, ad ammirare lo splendore del sole morente, e a pensare a quell' uomo che se ne era appena andato, portato via dal vento autunnale.
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