Per questa intervista a Kristin Kreuk dobbiamo ringraziare RobLoveKris che l'aveva postata nella sezione spoiler quando la quarta serie non era ancora arrivata in Italia
Sappiamo che Superman può saltare i grattacieli e correre più veloce di una pallottola, ma l'attrice di Vancouver Kristin Kreuk, la Lana Lang di Smallville ed ex-paziente del Children's Hospital della British Columbia, ha incontrato un gruppo di teenager che vivono con malattie cardiache, e danno un nuovo significato al termine 'Super Eroe'.
Kristen Kreuk è una strega. Con il mascara color porpora, estensioni nei capelli e stivali di pelle nera alti fino alla coscia, sibila alla sua preda: "Abbiamo viaggiato attraverso i secoli per completare la nostra ricerca. Non ci lasceremo smontare da un qualsiasi ragazzo di campagna, con i suoi patetici trucchi." E, ciò detto, lo sfortunato zappaterra che stava sospeso a mezz'aria cade giù di schianto.
"Stop!" Urla il regista e Kreuk si allontana a lunghi passi dal pavimento del granaio, via dalle macchine da presa. Siamo sul set di Smallville, la popolare serie della Warner Brothers sugli anni dell'adolescenza di Superman, prima che si trasferisse a Metropolis e cominciasse a scavalcare i grattacieli. E, naturalmente, Kreuk non è per davvero una fattucchiera. La ventunenne star di Vancouver interpreta Lana Lang, l'estremamente seducente amica di Clark Kent, un ruolo che di tanto in tanto implica il cadere sotto un qualche incantesimo e combinare disastri.
Però questa sera, a telecamere spente, interpreta un ruolo molto più gradevole. Invece di unirsi al cast fra una ripresa e l’altra, Kreuk fa da anfitrione a cinque membri di Hearts of Gold (Cuori d’Oro) , un programma mirato ai giovani dal Children’s Heart Network, per adolescenti portatori di malattie cardiache. Questi adolescenti sono anche ex-pazienti o attuali pazienti del BC Children’s Hospital, ed è qui che entra in ballo Kreuk. “Ultimamente ho riflettuto molto su quello a cui vorrei dedicare un po’ di tempo e denaro, e mi sono resa conto che il Children’s Hospital è proprio un gran posto per cui farlo.”
Quest’ospedale è per Kreuk più di una semplice buona causa. Quando aveva sei anni, fu colpita da una forma particolarmente virulenta di infezione da stafilococco. Per fortuna i suoi genitori si precipitarono a portarla tempestivamente al Children’s, non prima però che l’infezione batterica si diffondesse nell’anca destra, richiedendo un’operazione chirurgica. “Fu una cosa piuttosto seria. Finii per restare in ospedale per quasi cinque settimane.”
Mentre l’esperienza fu traumatica, le cure che Kreuk ricevette le lasciarono un’impressione che perdura tutt’oggi. “Non ricordo tutti i particolari, ma ricordo le sensazioni che ho provato, e ricordo i bambini nella mia stanza.” A restarle particolarmente impressa fu la sensazione di trovarsi in un luogo fatto apposta per i bambini. “Essere circondata da altri ragazzi, quando hai quell’età e sei ammalata, è veramente, veramente importante, ed è per questo che sento ancora di avere una connessione con quel posto.”
Il manager di Kreuk, ben sapendo che non capita tutti i giorni che dei ragazzi legati all’ospedale abbiano la possibilità di incontrare una persona che è stata sulle copertine di Rolling Stone, Elle e TV Guide , o di recarsi fra le quinte mentre viene girata una serie TV di successo, ha contattato la BC Children’s Hospital Foundation per chiedere cosa [Kristin] potesse fare per loro. Gli è stato suggerito di portare un gruppo di ragazzi – gli spettatori principali di Smallville – in visita sul set. Per il gruppo degli Hearts of Gold , non ha avuto bisogno di chiederlo due volte.
Discretamente nascosto in disparte, in una zona industriale di South Burnaby, lo studio di Smallville è una struttura grigia che si estende accanto ai binari della ferrovia, con concessionarie d’auto da entrambi i lati. Soltanto la vista di quelli del personale che si radunano lì attorno con delle giacche catarifrangenti addosso e delle ricetrasmittenti in mano fornisce un qualche indizio che ci sia qualcosa di fascinoso nei paraggi.
In attesa all’entrata c’è un addetto stampa di Smallville, che questa sera dovrà guidare il gruppo di cinque ragazzi e la loro coordinatrice, Tamara Cotton, attraverso il labirinto di teatri di posa fino ad un piccolo set al centro dello studio, dove le macchine da presa stanno girando. Nel giro guidato di questa notte c’è Justine Backlund, una studentessa sedicenne di Vancouver. Justine è nata con un difetto cardiaco congenito, una malformazione diagnosticata mentre era ancora in grembo alla madre. Salvata da un intervento e una terapia tempestivi, adesso ritorna al Children’s solo per dei regolari controlli e quando le vengono cambiate le medicine.
Justine si è iscritta agli Hearts of Gold un anno e mezzo fa, in modo da poter conoscere altri adolescenti che avessero fronteggiato esperienze del genere. Dice che non subisce più limitazioni a causa della sua malattia ma, a differenza della maggior parte dei ragazzi, in cuor suo sa di non essere invincibile. Ed è questa consapevolezza che tiene unito il gruppo. Sono anche legati dal periodo di tempo trascorso al Children’s. Per Justine, l’ospedale è “come una coperta di Linus: è familiare, è un posto in cui so di poter andare se succede qualcosa. Se dovessi andare in un altro ospedale, so che lo troverei terrificante.”
Fa eco alle sue parole Chelsea McPherson, il cui difetto cardiaco la fece portare di corsa al Children’s quando aveva solo due giorni di vita. Da allora, ha subìto due operazioni a cuore aperto, ma dice che adesso va tutto bene. Eppure, la possibilità di raccontare la propria storia a degli adolescenti che abbiano sopportato esperienze simili l’ha indotta ad iscriversi agli Hearts of Gold, due anni fa. Il gruppo ha cento membri sparsi per la Columbia Britannica, quasi la metà dei quali vive nel Lower Mainland. I ragazzi si sostengono a vicenda, dice Chelsea, ma non stanno a lamentarsi delle proprie traversie. Piuttosto, vanno a sciare a Whistler, partecipano ai giochi Canuck, vanno in gita agli studios Electronic Arts, produttori di videogames e, quando se ne presenta la rara opportunità, sbirciano dietro le telecamere.
Questa notte le riprese hanno luogo all’interno di un ‘granaio’. Mentre il gruppo si avvicina al set, la quantità di macchine da presa, cavi, luci e persone aumenta rapidamente. Nel mezzo della troupe di 200 persone c’è Kreuk, che accorre ad accogliere il gruppo non appena c’è una pausa. Nonostante sia la ‘stella’, è lei a rompere il ghiaccio ponendo domande e facendo aprire i ragazzi. Fra le riprese, continua a tornare per chiacchierare con il gruppo e per accertarsi che possano conoscere Tom Welling (Clark Kent) e il resto del cast.
Chiacchierando con i ragazzi, Kreuk fa sembrare quasi aspetti secondari la sua fama e il look da supermodella. E’ soltanto un’altra ragazza del posto che è passata per il Children’ e adesso, per questo motivo, è più forte. Forte abbastanza per essere una maga, o perlomeno un’attrice ammaliante.
Prima che fossi “hip” (gioco di parole intraducibile fra ‘hip’ inteso come ‘anca, fianco’che significa anche ‘alla moda, famosa’)
Quando avevo sei anni, una mattina mi svegliai con un fianco che mi faceva veramente male. Ricordo di aver sceso le scale ed essermi lamentata con mio papà, e che lui disse: ‘Oh, sopravviverai’, come diceva sempre. Mentre la giornata trascorreva, diventava sempre peggio. Per il momento in cui dovetti andare al doposcuola, non riuscivo a reggermi in piedi. Mia mamma cercò di mettermi in auto, e probabilmente io feci più chiasso del necessario, ma avevo tanto male che lei chiamò un’ambulanza.
I medici al BC Children’s Hospital dovevano aver diagnosticato la mia infezione da stafilococco davvero in fretta, perché tutto quel che ricordo è che sono arrivata al pronto soccorso, che la mia gamba veniva mossa e controllata, e che ho urlato di puro terrore mentre un ago mi entrava in un braccio e mi anestetizzava. La prima cosa che ho capito, dopo, è che mi chiedevano se volevo del gelato. Uhm… nooooo.
Ho finito per restare lì per quasi cinque settimane. Ad essere sincera, non ricordo granché della mia interazione con le infermiere. Sono certa che c’è stata, ma i miei ricordi riguardano principalmente i bambini nella mia stanza. Si diventa amici incredibilmente intimi molto in fretta, perché si trascorre così tanto tempo insieme… e poi se ne vanno. Credo che questa sia la parte più difficile. E’ già abbastanza dura trovarsi in ospedale quando sei un adulto. Quando sei un bambino, e vorresti essere fuori a giocare ed esplorare, è incredibilmente difficile.
Grazie al cielo, il Children’s Hospital ha stanze per giocare ed insegnanti e una scuola, così puoi continuare a sentirti un bambino. E’ questo che è davvero speciale, del Children’s, perlomeno dal punto di vista di un ragazzo. Anche se sei confinato dietro quelle mura, hai sempre dei ragazzi attorno a te – persone con un’immaginazione proprio come la tua.
Certamente è questo che mi ha aiutato a venirne fuori.
E, sapete, ora che mi guardo indietro, per quanto dura sia stata la mia esperienza, so che non è nulla in confronto a quel che passano tanti bambini. Eppure, penso che mi abbia dato la possibilità di vedere dall’interno quanto sia speciale il Children’s, e come sia importante. Ecco perché adesso voglio ricambiarlo.
Kristin Laura Kreuk.
...voi sapete per caso la sua email...se ce la....mi fate sapere al piu presto...pf...
