Smallville Italia

Future, grande crossover [spoiler]

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view post Posted on 6/4/2008, 11:20
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Ho cominciato a scrivere questa prima storia basandomi su www.youtube.comquesto trailer di youtube.
Se fa schifo cercate di perdonarmi, ho avuto solo tre giorni per scriverla, ho dovuto stracciare ogni record personale.
La storia fonde tre diversi telefilm, cercando di rispettarli tutti. Se qualche fan dovesse offendersi: vi prego non linciatemi, sono uno di voi.
Vi avverto che questa è la prima di tre storie, ognuna delle quali unisce due di questi telefilm. Poi tutte e tre confluiranno in una quarta storia finale che devo ancora scrivere.

EDIT: trovate l'intera serie qui https://archiveofourown.org/series/3891349. E sto ancora scrivendo.

Titolo- SMALLVILLE: FIGHT THE FUTURE
Autore- Ace
Categoria- fantascienza/crossover
Spoiler- per il momento nessuno
Copyright della WB/CW e della Fox, i diritti su personaggi e situazioni ce li hanno tutti loro. Qui non c'è assolutamente nessuno scopo di lucro, quindi è inutile sguinzagliarmi contro gli avvocati.

FATTORIA KENT
SMALLVILLE, KANSAS
ESTATE 2003

Jonathan pensava di avere anche troppi pensieri per la testa, con la fattoria che andava a farsi friggere e tutto il resto, andare ad aprire alla porta poteva essere anche considerata una distrazione.
Si trovò davanti un uomo in giacca e cravatta, dalla faccia poco seria ma dall’espressione sicura di sé. Dietro di lui, poco lontano, c’era una donna dai capelli rossi, vestita elegante anche lei, che si guardava intorno.
<<desidera?>> chiese in tono calmo.
L’uomo tirò fuori un tesserino dell’FBI <<sono l’agente Fox Mulder, FBI! Lei è il signor Kent?>>
<<sono io!>> rispose lui sempre calmo <<cosa cerca in un posto come questo?>>
<<volevo farle qualche domanda riguardo a suo figlio!>>
Qualcosa esplose all’interno di Jonathan, non sapeva come reagire a questa domanda <<mio figlio è partito ormai da mesi, ha fatto perdere ogni traccia di se!>> spiegò con una nota di rammarico nella voce <<lei cosa sa su di lui?>>
<<so che è scappato lo stesso giorno di una inspiegabile esplosione avvenuta in questa fattoria!>> rispose Mulder <<senza nessun motivo apparente, come se fosse stato lui a provocarla!>>
<<non pensavo che l’FBI si occupasse di casi del genere!>> commentò freddo Jonathan <<credevo di aver messo in chiaro che si è trattato di una fuga di gas!>>
<<se mi permette mi sembra strano che passi molto gas in un rifugio, e ancora di più che abbia l’occasione di esplodere!>> rispose Mulder.
<<cosa vuole fare, accusare mio figlio?>> chiese Jonathan <<non so cosa gli sia preso quel giorno, l’aborto di mia moglie lo ha sconvolto! Io e tutti quelli che lo conoscono e lo amano lo stiamo cercando!>>
<<ho ragione di credere che si trovi a Metropolis!>> disse Mulder <<qualcuno molto simile a lui è stato visto aggirarsi per pub e night club, con compagnie poco raccomandabili!>>
<<ha commesso qualche reato?>> chiese Jonathan.
<<non ci sono prove al riguardo!>> disse Mulder <<ma è stato visto maneggiare molto denaro, troppo per un diciassettenne!>>
<<lui è stato sempre una persona onesta, lo chieda a chi vuole!>> rispose Jonathan con il tono più calmo che gli riuscisse <<che lui stia ottenendo un profitto da attività illegali è completamente impossibile!>>
<<con tutto il rispetto, è impossibile anche che la gente ottenga strani superpoteri da rocce meteoriche!>> commentò Mulder <<ma a quanto ne so in questa città è successo molto spesso!>>
<<sta confondendo mutazioni fisiche da radiazioni con cambiamenti caratteriali, agente Mulder!>> rispose Jonathan <<le assicuro che sta cercando nel posto sbagliato, se vuole un crimine!>>
<<io non cerco un semplice crimine!>>
<<cosa vuole, veramente?>>
<<la verità!>> rispose semplicemente Mulder <<non voglio dubitare delle sue parole, signor Kent, ma sono sicuro che qui c’è molto di più di quello che io e lei crediamo, e intendo scoprirlo!>>
<<buona fortuna allora!>> rispose Jonathan <<le ripeto che in questo posto non c’è niente da cercare, ma se vuole ostinarsi faccia come vuole!>> e dopo aver salutato, chiuse la porta. Martha aveva l’aria preoccupata <<l’FBI?>> chiese <<adesso anche l’FBI è sulle tracce di Clark?>>, Jonathan rispose <<per fortuna è abbastanza bravo da non lasciare tracce concrete per i suoi crimini!>> Martha si disse triste <<lui sa cosa gli provoca la kryptonite rossa! Sa che deve solo togliersi quell’anello!>>
Fuori dalla fattoria, Mulder risaliva in macchina dove lo aspettava Scully.
<<risultati?>> chiese lei.
<<pochi!>> rispose Mulder <<quell’uomo ha l’aria ostinata!>>
<<lo sai in che condizioni si trova, volevi che ti dicesse di essere un alieno?>> chiese Scully, Mulder non rispose.
<<qual è il prossimo nome da interrogare?>> chiese Scully rassegnata.
<<lana Lang!>> rispose Mulder <<sembra che i due avessero un qualche interesse amoroso, prima del fatto!>>
I due si recarono al Talon, dove trovarono dietro il bancone chi cercavano.
Stavolta fu Scully a farsi avanti per prima, anche se Mulder aveva già in mano il tesserino <<signorina Lana Lang, vero?>>
<<si, sono io!>> rispose lei con voce perplessa <<cosa vi serve?>>
Scully tirò fuori il suo tesserino <<agente Dana Scully, FBI! Volevo chiederle dei suoi rapporti con Clark Kent!>>
Lana prese una pausa, poi rispose <<non lo vedo da quasi tre mesi! Perché non lo chiede ai suoi genitori?>>
<<l’abbiamo già fatto!>> rispose Scully <<non hanno saputo dirci niente!>>
<<cosa cercate in lui?>> chiese Lana.
<<dei testimoni lo hanno collegato a strani fatti avvenuti a Metropolis!>> commentò Scully <<da quanto ci risulta intorno a lui sono avvenuti fatti criminosi o inspiegabili seguendo la versione ufficiale!>>
<<non ho niente da dire al riguardo!>> Lana si voltò dall’altra parte quasi imbarazzata <<forse sono stata l’ultima persona a vedere Clark, e l’unica cosa che mi ha detto è che voleva lasciarsi tutto alle spalle!>>
<<non si è più messo in contatto con lei?>>
<<non da quando ho rifiutato di seguirlo!>>
<<grazie per il suo tempo, arrivederci!>> Scully si avviò verso l’uscita <<mulder, muoviamoci!>>
Una di queste due parole saltò all’orecchio di Chloe Sullivan, seduta a un tavolo a bere un caffè.
Incuriosita e un po’ incredula andò al bancone a parlare con Lana <<chi erano quei due di prima?>>
<<due tipi dell’FBI!>> rispose Lana fingendo distrazione e noncuranza <<cercavano Clark!>>
Chloe si affacciò alla finestra e vide tra i due agenti l’uomo che stava salendo in macchina, assolutamente inconfondibile.
Tornata da Lana le chiese <<ti hanno detto il loro nome?>>
<<la femmina Dana Scully, il maschio non ne ho idea!>> rispose lei.
<<mulder!>> lo disse più a se stessa che a Lana <<cazzo, quello era Fox Mulder!>>

BANCA DI METROPOLIS
UNA SETTIMANA DOPO


Nella banca non avevano neanche fatto in tempo ad arrendersi ai primi rapinatori quando la moto entrò nella vetrata.
Si sorprese anche l’agente Darius Michaud, che per caso era lì e che ora stava cercando di aiutare la gente in ostaggio.
Stava pensando a un modo per fare uscire tutti, mentre i suoi colleghi arrivavano, ma questo nuovo sviluppo poteva rovinare tutto.
<<sparagli!>> urlò a un compagno uno dei clown che stava raccogliendo il denaro, l’altro puntò il mitra al nuovo arrivato con il passamontagna e fece fuoco.
Quello che successe dopo sembrò confuso a tutti quelli che guardarono e che dopo riferirono alla polizia e all’FBI.
Nessuna delle pallottole colpì il tipo con il passamontagna, lui le schivò tutte e anzi sembrò quasi afferrarne qualcuna.
Quello travestito da clown che aveva sparato guardò disorientato il suo obiettivo, che però era scomparso.
Intanto però qualcuno lo chiamò alle sue spalle, e voltandosi si ritrovò proprio lui che fece cadere a terra le pallottole dicendo <<È meglio che spari ai palloncini!>>
Dopodiché il clown venne afferrato per i vestiti e lanciato su un muro con una facilità disarmante.
Avendo assistito Michaud sussurrò a chiunque lo sentisse <<ok! Tutti fuori, sgombrare la zona!>>
Il clown con i soldi sparò al tipo con il passamontagna, che doveva avere un giubbotto antiproiettile perché tutto sembrò rimbalzargli contro.
Quindi lui prese il Clown per la collottola e disse <<spiacente, caro! L’ho vista prima io la banca!>>, poi gli strappò la borsa e lo buttò per terra.
Fuori dalla banca Mulder e Scully erano appostati con tutta la polizia di Metropolis, aspettando una possibile conferma dell’ipotesi di Mulder.
E quella arrivò per radio, con la voce di Michaud <<È l’uomo che pensavate! Evacuate, non potete trattenerlo!>>
Il tipo con il passamontagna stava uscendo, Mulder non si voleva muovere ma Scully aveva preso molto sul serio l’avvertimento <<mulder! Non c’è più tempo!>> gridò correndo dentro la macchina, lui decise di ascoltarla.
Mentre qualche poliziotto idiota sprecava pallottole contro il tipo, Mulder si voltava a guardare dal sedile posteriore.
Si spaventò ma non si stupì quando una delle macchine dietro esplose, facendo sbalzare in avanti la loro.
E ancora meno lo stupì l’idea che a provocare l’esplosione fosse stato un raggio che il tizio aveva sparato dagli occhi.
Perso nei suoi pensieri quasi non fece caso alle successive esplosioni e a tutta la confusione dopo, in cui il tizio sembrava essersela squagliata. Sceso dalla macchina si limitò a osservare l’angolo di strada distrutto commentando con Scully <<un’altra volta offri tu!>>
Più tardi, nascosti i soldi in un posto che conosceva solo lui, Clark tornò verso il suo appartamento.
E uscito dall’ascensore trovò la spiacevole visita di Chloe.
<<ho bisogno di parlarti!>> disse lei sbrigativa.
<<chloe, ti avevo detto che non dovevi più tornare!>> disse lui rabbioso <<chi altro sa che sto qui?>>
<<solo io! Il tuo segreto è al sicuro con me!>> cercò di rassicurarlo lei.
Questo era vero a metà. Lei non aveva detto ad anima viva dei dove Clark fosse, ma non escludeva che, come lei l’aveva scoperto, qualcun altro lo sapesse già.
E in effetti Mulder lo sapeva.
Dopo mesi di indagini su Clark Kent, con una rete di informatori, indizi e voci di corridoio era riuscito a risalire a dove abitava sotto falso nome. Un appartamento costoso, anche troppo.
In quel preciso momento Mulder era al piano di sotto del pianerottolo all’aperto del palazzo. Era nascosto, e ascoltava i discorsi dei due.
<<ma dobbiamo parlare!>> continuò lei.
<<ho da fare!>> disse Clark in tono scocciato entrando in casa.
<<beh, io entro!>> disse lei irrompendo <<insomma, che succede? Vieni a Metropolis e diventi tutta un’altra persona!>>
<<magari è questo il mio vero io!>> rispose lui.
<<preferisco decisamente il ragazzo di campagna!>> poi guardandosi intorno disse <<ma i soldi per tutto questo?>>
<<cazzi miei, se permetti!>> ringhiò lui.
<<non tanto, visto che è venuto a cercarti perfino l’FBI!>> rispose Chloe.
Alla faccia interrogativa di Clark aggiunse <<ti ricordi di Fox Mulder? Quell’agente di cui ti parlavo spesso?>>
<<il pazzo che vede gli ufo anche nella sua colazione?>> chiese Clark con un sorrisetto <<non dirmi che è venuto lui a cercarmi!>>
<<tanto per cominciare non è pazzo!>> rispose Chloe <<ho studiato a lungo la sua carriera, e credo che sia molto più intelligente di quanto chiunque creda!>>
<<si, ha pizzicato qualche serial killer!>> disse Clark annoiato <<ma se l’hanno sbattuto alla sezione paranormale vuol dire che non dev’essere tutto questo granchè come sanità mentale, dico bene?>>
<<so che uno che viene chiamato lo Spettrale Mulder non incute molto rispetto>> ammise Chloe <<ma credo che lui abbia capito la realtà anche troppo bene! Credere fermamente negli alieni non mi sembra così sbagliato! Proprio noi di Smallville dovremmo essere i suoi primi sostenitori, con tutto quello che ancora non sappiamo della pioggia di meteoriti!>>
<<certo, non ho dubbi che scoprirà e svelerà a tutti perché qualche roccia ci ha trasformati in scherzi della natura! Magari, perché no, cercherà di convincerci tutti che un alieno è atterrato con quei meteoriti e si è confuso tra di noi per tutto questo tempo!>> ironizzò lui.
<<di certo c’è qualcosa riguardo a te che lo interessa!>> rispose Chloe <<ha interrogato tuo padre, sembra convinto che quell’esplosione a casa tua sia di qualche strana origine, e che tu sia scappato per chissà quale losca ragione!>>
<<un tipo fantasioso!>> commentò Clark <<non si è messo a cercare i resti di un’astronave per la fattoria, vero?>>
<<ha fatto domande a tutti, Lana compresa!>> disse Chloe <<io posso anche fare finta di non averti visto, ma prima o poi lui e la sua collega Scully ti troveranno! Quanto pensi di poterti nascondere?>>
<<se l’FBI mi cerca vuol dire che sono molto più idioti di quanto la gente creda!>> abbaiò Clark <<ora fammi il favore di sparire, prima che io perda davvero la pazienza!>>
Chloe non ebbe altra scelta che andarsene. Mulder, che aveva sentito tutto, rimase appostato ancora un po’.
Non venne deluso. Neanche mezz’ora dopo Clark uscì di nuovo e scese con l’ascensore. Mulder lo guardò dall’alto mentre ne usciva e poi scompariva nel nulla.

CAMPI DI GRANO DELLA FATTORIA KENT
SMALLVILLE, KANSAS


Pete aspettava con impazienza, e pensò al rischio che stava per correre.
Clark si presentò puntualissimo, e aveva l’aria molto irritata.
<<allora, cosa ha scoperto l’FBI?>> chiese Clark.
<<ehi, calmo non si saluta più?>> disse Pete cercando di prendere tempo.
<<ciao, come stai? Allora, cosa ha scoperto l’FBI?>> disse lui senza cambiare di una virgola il suo tono scocciato.
<<beh!>> Pete cercò di improvvisare, mentre sfregava il piede per terra <<nessuno di noi ha detto niente di direttamente rilevante, ma quel Mulder è veramente furbo!>>
Con aria scocciata diede un calcio alla terra <<non ha voluto sentire ragioni! Si è messo a cercare nel rifugio, a caccia di qualunque possibile prova!>>
<<e cos’ha trovato?>> chiese Clark.
<<niente!>> rispose Pete, e con rabbia pestò i piedi a terra <<e questo lo ha insospettito ancora di più! Non ha trovato i tubi da cui sarebbe uscito l’ipotetico gas, non ha trovato i resti di un qualche esplosivo, non ha trovato niente di niente! La sua collega ha cercato di portarlo via, incoraggiata da noi, ma non è servito!>>
<<cosa sa dei miei superpoteri?>> chiese Clark.
<<credo che sospetti qualcosa!>> Pete colse il segnale che era il momento <<forse che sei stato infettato, forse che sei un alieno, non lo so…>> e si buttò sulla buca che aveva scavato con il piede, e ne estrasse un pezzo di kryptonite verde. Lo stupito Clark iniziò subito a subirne gli effetti.
In quel momento Jonathan uscì dal grano con una mazza in mano.
Clark istintivamente fece come per ripararsi con la mano, ma fece l’errore di usare la destra. Quella con l’anello di kryptonite rossa.
Jonathan colpì l’anello con la mazza e lo frantumò. Mentre i pezzi si diperdevano per terra Clark rovinò a terra, e Pete richiuse la kryptonite verde nella scatola di piombo.
Clark prese a ansimare, Jonathan gli intimò di stare calmo, ora tutto sarebbe andato benissimo.
La prima cosa che Clark chiese fu <<in questa trappola, c’era qualcosa di vero nel discorso?>>
Pete ammise <<poco!>>
<<mulder è venuto a cercarti!>> ammise Jonathan <<e ha fatto domande a tutti, e di certo ha dei sospetti! Ma non ha niente di concreto in mano, se non che a Metropolis girava un criminale con superpoteri! Ti troveremo un alibi per questi tre mesi, e l’FBI ti lascerà il pace!>>
<<quando Chloe ci ha detto di conoscerlo di fama l’abbiamo convinta che facendo ricerche su di lui avrebbe potuto risalire a te!>> spiegò Pete <<ci ha confessato di sapere già dove fossi, allora le abbiamo detto di avvertirti che ti stavano braccando!>>
<<sapevamo che saresti venuto qui ad accertarti che non ti avessimo venduto!>> disse Jonathan <<e ti abbiamo teso una trappola! Abbiamo nascosto la kryptonite sottoterra, dove tu non avresti controllato con la supervista, e Pete ti ha tenuto impegnato mentre arrivavo io!>>
Clark pensò che scusarsi semplicemente per tutto l’accaduto non fosse appropriato, quindi disse <<non credo che quel tipo mollerà facilmente! Possiamo anche mentire e far chiudere l’indagine all’FBI, ma personalmente non si fermerò mai! Chloe mi ha detto che non gli importa quanto deve scavare nel fango e rovinarsi la vita e la carriera, se sa che può arrivare alla verità!>>

AUTOSTRADA PER SMALLVILLE
18 MAGGIO 2005


<<ok, Mulder! Spiegami un’altra volta perché ti sto seguendo in questo suicidio!>>
chiese Scully con voce rassegnata.
<<perché due piogge di meteoriti in sedici anni vanno contro tutti i calcoli delle probabilità!>> spiegò Mulder <<tu non puoi e non vuoi mancare a un evento simile!>>
Scully sospirò. Se Mulder si era convinto che poteva trovare degli alieni, ora chi lo smuoveva più?
<<scommetto che sei convinto che Clark Kent sia al centro di tutto!>> azzardò Scully.
<<quel tipo sembra comparso dal nulla, proprio durante la prima pioggia!>> continuò lui <<non ha l’atto di nascita, non ha possibili radici, tecnicamente non è mai nato!>>
<<oh, per favore! Di nuovo pensi che sia un alieno che ha strani superpoteri!?>> chiese Scully esasperata.
<<io so quello che ho visto! Ho visto un tipo che sparava raggi laser dagli occhi e che si faceva rimbalzare addosso le pallottole!>> affermò Mulder.
<<e chi ti dice che fosse Clark Kent?>> chiese Scully <<d’accordo, ammettiamo che ci sia stato qualcuno con superpoteri a Metropolis quel periodo! La prima pioggia di meteoriti ha dato superpoteri a moltissima gente con le sue radiazioni! In più i Kent ci hanno fornito le prove che loro figlio era altrove quando quei crimini sono stati commessi!>>
<<io credo che quelle prove potrebbe falsificarle chiunque abbia i giusti poteri!>> rispose Mulder.
Scully grugnì <<lo sai che nessun giudice al mondo ti crederà, vero? E poi tu stesso hai parlato con quel ragazzo, e l’hai giudicato molto più onesto di quanto dicesse suo padre!>>
<<chi ci dice che fosse in se?>> chiese Mulder <<chissà, magari era sotto l’effetto di qualcosa! Magari esiste una sostanza che lo rende più cattivo, se è davvero un alieno!>>
Scully non trovò neanche la forza di replicare, rimase silenziosa per tutto il viaggio.
Soprattutto quando un meteorite cadde dietro alla loro macchina, distruggendo la strada e intrappolandoli di fatto nella città.
Mulder in poco tempo si ritrovò a fare lo slalom tra le rocce che piovevano dal cielo.
Accelerando, rallentando, sterzando, frenando, fece del suo meglio.
Non fece caso a niente di quello che gli succedeva intorno; non guardò la gente che scappava coprendosi la testa, non guardò l’elicottero della Luthor Corporation che precipitava colpito alla coda, non guardò neanche lo strano meteorite che gli precipitò poco vicino.
Ma non passò molto prima che perdesse il controllo dell’auto e andasse a sbattere.
Controllò Scully. Era svenuta ma sembrava star bene. La tirò fuori dall’auto e si accorse di trovarsi all’entrata delle famose grotte Kawatche, che rappresentavano il più grosso mistero di Smallville e che, per quanto lui lo avesse negato, coinvolgevano di sicuro Clark Kent.
Mulder cercò di caricarsi in spalla Scully e entrò nelle grotte in cerca di un rifugio, non aspettandosi le voci che sentì.
<<scommetto che non siamo in questa grotta per proteggerci!>>
<<tu lo sai meglio di me! Siamo nell’epicentro!>>
<<ma di cosa?!>>
<<andiamo, Chloe! Sei la specialista della città per gli eventi inspiegabili! Non mentire, sai tutto della grotta e delle pietre!>>
<<lex, che cosa ti è successo?!>>
<<se non sei stata tu a irrompere nella mia biblioteca sai chi è stato! Perché cerchi di proteggerlo!?>>
<<non capisco!!>>
<<È stato Clark!?>>
<<clark? Ovviamente no, che cosa centra lui con questa storia!?>>
<<dillo tu a me! Lo conosci da molto più tempo di me, in effetti potresti conoscerlo meglio di chiunque altro!>>
<<hai ragione Lex, è vero! E il Clark Kent che conosco è l’ultima persona al mondo che verrebbe a rubare nella tua biblioteca qualche stupido pezzo di roccia!>>
Mulder riconobbe entrambi: uno era Lex Luthor, ricco ed eccentrico amico di Clark. Non era mai riuscito a parlarci direttamente.
L’altra era la sua ammiratrice, Chloe Sullivan. Una tipa sveglia, che sembrava pensare in un modo simile al suo. Era considerata la massima autorità sui misteri di Smallville.
I due erano così impegnati a discutere che non si accorsero di lui che si muoveva nell’ombra.
Così arrivò non visto fino a una strana stanza circolare, in cui si trovava nientemeno che Clark Kent.
E, sospeso in aria davanti a lui, c’era una specie di cristallo pentagonale che mandava una luce abbagliante.
Clark era talmente concentrato su quel cristallo che non si accorse neanche di Mulder poco alle sue spalle, né di Lex che si avvicinava chiedendosi <<che succede!?>>
Chloe avvertì Lex <<stà attento! Può essere pericoloso!>> e appena gli fu abbastanza vicino lo tramortì spingendolo verso una roccia, per poi avviarsi verso la stanza.
Clark afferrò il cristallo con la mano, poi nessuno vide più niente.

YUKON
CANADA DEL NORD
UN ATTIMO DOPO


Mulder non aveva mai amato troppo il freddo.
Certo, se avesse saputo che dal tranquillo e temperato Kansas si sarebbe ritrovato in mezzo alle montagne innevate si sarebbe portato un cambio d’abito.
Scully era ancora svenuta, e sembrava avere molto freddo anche lei.
Poco lontano da lì si poteva scorgere Clark che si guardava intorno. Sembrava disorientato quanto lui.
Comunque poco dopo lanciò qualcosa. Lo lanciò nella direzione di Mulder, probabilmente perché non l’aveva visto.
Era il suo cristallo. Atterrò vicino a lui, e sprofondò nella neve.
Sulle prime tutto rimase tranquillo, poi tutto cominciò a tremare e la neve a franare.
Mulder raccolse Scully e cominciò a correre, sapendo che un terremoto non prometteva niente di piacevole.
Fu quasi colpito dalla colonna di cristallo che spuntò all’improvviso dalla neve.
Continuò a correre, mentre sempre più cristalli comparivano dal nulla. Si chiese se non fosse bastata la pioggia di meteoriti.
Ma quando esausto, stramazzato a terra e infreddolito si girò a guardare quello da cui era scappato pensò che era valsa la pena di tutto solo per quella vista.
La struttura aveva preso forma, fatta di tutti quegli enormi cristalli incrociati. Sembrava un enorme groviglio di cristalli perpendicolari, ed era luminosissima. Mulder non aveva mai visto niente di più bello in vita sua, sembrava che fosse solo questo lo scopo della sua esistenza.
<<scully!>> cominciò ad agitarla <<scully, svegliati!>>
Niente. Era svenuta sul serio. Pensando che doveva vedere con i suoi occhi, se la caricò di nuovo in spalla e si incamminò per la costruzione.
Quando arrivò a quella che sembrava l’entrata se ne restò nascosto vedendo dentro Clark.
Si aggirava tra tutti i cristalli che ornavano l’interno, finchè non ne prese un lucente cristallo in mano. In quel momento una voce che sembrava provenire da ogni parte disse <<kal-El! Sei andato molto lontano! Un viaggio è finito e un nuovo viaggio sta per cominciare!
Bentornato a casa, figlio mio!>>
<<credevo che Krypton fosse distrutto!>> rispose Clark.
<<infatti è così!>> affermò la voce <<ma qui nella tua Fortezza della Solitudine è stata replicata la geografia del nostro pianeta per poterti addestrare!>>
<<so di avere tanto da imparare da te!>> disse Clark <<ma ora hanno bisogno di me a casa!>>
<<la pioggia di meteoriti è stato solo l’inizio!>> disse la voce <<da Krypton si è ridestata una forza oscura, Kal-El! E il suo sguardo è rivolto alla terra!>>
<<che cosa vuoi che faccia?>> alla domanda di Clark intorno a lui comparve una specie di alone azzurro <<tutto quello che ti dirò!
Devi studiare con diligenza, perché è l’unico modo per poter salvare questo pianeta! Possono essere un grande popolo, Kal-El! Desiderano esserlo! Ma hanno bisogno della luce che indichi loro la giusta via! Per questo motivo, per la loro capacità di bene, ho inviato te, mio unico figlio!>>
Nascosto tra i cristalli dell’entrata, Mulder era così affascinato da quella vista che quasi non si accorse di quando Chloe Sullivan gli passò vicino, anche lei troppo assorta per accorgersi di lui, almeno finchè non venne afferrata a un braccio e tirata indietro.
Chloe non sapeva se chiedergli prima cosa fosse quel posto o come lui ci fosse arrivato, Mulder le fece cenno di tacere e stare a guardare.
I due sarebbero rimasti a guardare all’infinito. Per loro era la svolta della loro vita.
Mulder aveva la prova inconfutabile dell’esistenza degli alieni sulla terra, che Clark fosse quello che da sempre inseguiva o no; Chloe vedeva quanti segreti nascondesse Clark, e capì che lui forse aveva ogni risposta ai misteri di Smallville.
Quando l’alone scomparve e Clark, che aveva finito la sua istruzione, ansimò stanco la voce lo avvertì <<bene, ora che sei pronto devo avvertirti degli elementi estranei che sono nella Fortezza!>>
Clark si voltò, e per la prima volta si accorse dei tre intrusi, molto stanchi e infreddoliti.
<<e voi come siete arrivati qua?>> chiese con nient’altro che curiosità nella voce.
<<come ci sei arrivato tu!>> Chloe fu la prima a farsi avanti <<ti abbiamo seguito fin nella grotta!>>
<<avete visto tutto?>> chiese Clark.
<<tutto!>> confermò Mulder <<sembri portare molte responsabilità sulle tue spalle! Capisco perché hai tenuto tutto segreto!>>
<<allora spero che voi possiate capire che deve rimanerlo!>> chiese Clark con una nota di supplica nella voce <<È importante! Nessuno deve sapere di me!>>
<<siamo con te, non preoccuparti!>> rispose Chloe.
<<se davvero la tua missione è aiutare il pianeta, chi sono io per ostacolarti?>> chiese Mulder.
<<se davvero volete essere vicino a Kal-El posso solo ringraziarvi!>> affermò la voce <<sono Jor-El, suo padre naturale! Lui è l’ultimo figlio del pianeta Krypton, è qui per aiutare gli uomini!>>
<<cosa sai della razza aliena che da anni sta trattando con gli uomini?>> chiese quasi istintivamente Mulder.
<<molto poco!>> rispose Jor-El <<il loro nome è impronunciabile in qualunque lingua conosciuta sulla terra, si fanno chiamare solo i Colonizzatori!
Sono un’antica razza che ha conquistato molti pianeti, i vari modi! Non so quale abbiano scelto per questo, ma so che non sono abbastanza potenti da contrastare un kryptoniano!>>
<<sono loro che devo combattere?>> chiese Clark.
<<non solo!>> rispose Jor-El <<ho buone ragioni di credere che qualcuno stia progettando il ritorno di Zod!>>
<<zod!?>> esclamò Clark <<il generale Zod!?>>
<<chi diavolo è?>> chiese Chloe.
<<l’ho appena appreso dall’istruzione!>> rispose Clark <<dru-Zod è un ex-generale addetto alla difesa di Krypton, che però si è rivoltato contro il pianeta stesso progettando di conquistarlo! È stato fermato e esiliato nella prigione della Zona Fantasma, ma aveva già commesso tutti i crimini che hanno poi portato alla distruzione del pianeta!>>
<<esatto!>> affermò Jor-El <<sono stato io stesso a condannarlo alla Zona Fantasma, e mi ha giurato che a costo di aspettare un'eternità si sarebbe vendicato di me e dei miei eredi!>>
<<ma non può scappare!>> osservò Clark <<i criminali come lui non finivano solo con la mente nella Zona Fantasma, mentre il corpo fisico veniva distrutto?>>
<<È così!>> rispose Jor-El <<per questo Zod avrà bisogno di un contenitore, un terrestre in cui insediarsi per essere libero!>>
<<come può fare questo se è prigioniero?>> chiese Mulder.
<<zod ha molti discepoli!>> rispose Jor-El <<in gran parte sono morti durante la battaglia con lui, ma non sappiamo quanti siano realmente! Di certo qualcuno è stato abbastanza furbo da non farsi mai catturare, visto che quando Zod venne catturato un’astronave non identificata fuggì da Krypton!>>

RESIDENZA LUTHOR
SMALLVILLE, KANSAS


Lana dormiva profondamente sul divano, Lex pensò che se lo meritasse.
Nell’ultimo anno era stata posseduta tre volte, aveva letteralmente vissuto i suoi incubi peggiori, era stata intrappolata in una finta scuola e era precipitata con un elicottero in una pioggia di meteoriti.
Per questo si sentiva ancora di più in colpa. Mentirle così gravemente era orribile ma inevitabile e necessario.
Era stata lei a trovare quella strana astronave nera, era stata lei a dirglielo prima di svenire, era stata lei a fargliela trovare.
E lui per ringraziarla le aveva fatto credere di essere pazza, di essersi immaginata tutto perché sconvolta dall’esperienza, che dal cielo erano arrivate solo un po’ di rocce verdi.
Questo perché quell’astronave era una delle più grosse scoperte di tutti i tempi, solo sapere della sua esistenza metteva in pericolo di vita.
Per questo sentire lo squillo del telefono lo preoccupò.
<<potremmo aver bisogno di lei! Cominci a radunare i migliori medici del mondo!>> e attaccarono.

OBITORIO DI SMALLVILLE
DUE SETTIMANE DOPO


Scully stava quasi per vomitare, Clark commentò <<si, la prima esperienza di supervelocità può fare questo effetto!>>
<<almeno siamo entrati non visti!>> commentò Mulder <<diamoci da fare!>>
Clark rimase vicino alla porta con il superudito teso, i due agenti si avvicinarono al primo cadavere e alzarono il telo. Neanche quella vista fece bene al loro stomaco.
Scully raccolse la scheda <<il rapporto dice che quest’uomo è morto per avvelenamento da radiazioni!>>
<<fatemi il favore!>> disse Clark <<io ho già visto un uomo morire per le radiazioni da kryptonite, e lui e quel tipo sono agli antipodi!>>
<<non ho detto che ci credo!>> disse Scully osservando il cadavere.
I tessuti, la pelle, anche le ossa che si potevano intravedere sotto erano mollicci, viscosi, quasi liquidi. Guardandolo Scully commentò <<questo poveraccio ha i tessuti ridotti…>>
<<…a gelatina!>> completò Mulder.
<<scommetto la testa che non hanno fatto nessuna autopsia!>> disse Clark <<hanno catalogato come incidente derivato dai meteoriti e hanno messo tutto a tacere!>>
<<io non ti so dire che cosa ha ucciso quest’uomo!>> disse Scully rivolta a Clark <<ma penso che nessuno te lo saprebbe dire!>>
Clark si avvicinò e esaminò da vicino il cadavere. Lo ispezionò al millimetro con la sua supervista, e trovò moltissime particelle di kryptonite e di altri meteoriti.
<<questo tipo era stato contaminato!>> disse <<la pioggia di meteoriti gli aveva donato qualche potere, e non credo che fosse quello di diventare un creme caramel!>>
<<guardate qui!>> disse Mulder, che aveva aperto un altro sacco per cadaveri <<questo è ancora peggio! Credo che sia morto da più tempo!>>
<<e anche questo era un mutante!>> disse Clark dopo averlo esaminato.
<<non potrebbe essere che quelli di questa seconda pioggia siano meteoriti diversi, che a lungo andare hanno questo effetto?>> chiese Scully.
<<nessun meteorite emette queste radiazioni! Lo so!>> affermò Clark <<questi uomini sono stati infettati da qualcosa, forse perché prima erano già stati infettati dalla kryptonite!>>
<<come una malattia che colpisce i mutanti di questo genere!>> disse Mulder pensieroso.
Presero uno dei cadaveri e lo portarono in un’altra stanza, dove non li avrebbero scoperti tanto presto.
Scully si mise il camice e i guanti e si preparò a fare l’autopsia.
Clark e Mulder distolsero lo sguardo mentre Scully lavorava e annotava le sue osservazioni. Fu un lavoro lungo e disgustoso.
Quando ebbe finito Scully prese il cellulare e chiamò Chloe.
<<sono l’agente Scully!>> disse a bassa voce visto che sentiva dei rumori fuori <<credo che abbiamo finito!>>
<<avete trovato qualcosa?>> chiese Chloe.
<<molto più di quanto avremmo mai potuto sperare!>> rispose Scully.
<<esperimenti sui mutanti da meteorite?>> azzardò Chloe.
<<di più!>> disse Scully <<tracce evidenti di una massiccia infezione!>>
Chloe era allibita, non riuscì a dire niente e lentamente attaccò il telefono.

UN POSTO INESISTENTE
METROPOLIS


<<grazie per il suo tempo, signor Luthor!>> disse l’uomo che fumava <<sappiamo che per lei è prezioso!>>
<<ammetto che con i vostri modi da servizio segreto mi avete incuriosito!>> disse Lex <<ma per principio non mi piace trattare con gente che mi tiene tutto così segreto!>>
<<lei ha ragione!>> rispose un uomo grasso e anziano <<ma penso che l’affare che le vogliamo proporre le interesserà!>>
Il fumatore prese una pausa mentre tirò un’altra boccata della sua sigaretta <<lei si è mai interessato a vaccini contro virus letali?>>
<<letali quanto?>> chiese Lex.
<<abbastanza per dimezzare la popolazione terrestre in pochi mesi!>> rispose con calma l’uomo che fumava <<e annientarla del tutto nel giro di un anno!>>
<<voi avreste un simile virus?>> chiese Lex <<e perché tutta questa segretezza?>>
<<lei capisce che non possiamo e non vogliamo generare il panico!>> rispose l’uomo anziano <<sappiamo che lei è molto riservato e ha molti mezzi a disposizione, lei potrebbe fare al caso nostro!>>
In quel momento nella elegante stanza entrò un uomo rugoso, vestito in giacca e cravatta e con delle mani molto curate.
Guardando Lex disse <<signor Luthor, spero davvero che ci aiuterà! Non abbiamo molto tempo!>>
<<questo non è esatto!>> affermò l’uomo anziano <<non ne abbiamo neanche poco di tempo!
Il virus ha subito una mutazione!>>
<<dando luogo a cosa?>> chiese l’uomo dalle mani curate, che non sembrava più preparato di Lex alla notizia.
<<È per questo che il nostro signor Luthor è qui!>> disse l’uomo che fumava <<confidiamo nel suo fiuto per gli affari e nella validità dei suoi ricercatori!>>
<<sui miei ricercatori non dovete avere dubbi!>> affermò Lex <<quanto al mio fiuto per gli affari io ne ho qualcuno! Fatemi capire, se io trovo il vaccino che volete cosa mi offrite?>>
<<signor Luthor, noi ufficialmente non esistiamo!>> disse l’uomo anziano <<non abbiamo mai avuto per le mani questo virus e non l’abbiamo mai dato a lei!>>
<<se lei trova il vaccino e lo diffonde sarà soltanto merito suo!>> disse il fumatore <<noi non otterremo nessun merito, tutta la gratitudine della gente sarà sua!>>
Lex rimase un po’ a pensare, poi decise di prendere la valigetta che uno degli uomini gli stava dando.
<<cercherò il vostro vaccino!>> disse <<se è come dite voi saprò ricompensarvi!>>
Quando fu uscito dalla stanza l’uomo dalle mani curate si rivolse agli altri <<pensate che sia stata la mossa giusta rivolgerci a lui?>>
<<non era la mossa giusta, era l’ultima mossa possibile!>> disse l’uomo anziano <<come ho detto, non ci rimane molto tempo! Ora possiamo solo sperare nel nostro piano!>>
Quando Lex uscì dal palazzo vicino alla sua macchina trovò un uomo che sembrava lo stesse aspettando.
<<lei è Lex Luthor vero?>> chiese.
<<chi lo vuole sapere?>> chiese Lex.
<<mi chiamo Milton Fine!>> i due si strinsero la mano <<sono uno scienziato!>>
<<uno scienziato di che genere?>> chiese Lex.
<<un po’ di tutto!>> rispose Fine <<ma mi interesso molto alla biologia e alla medicina!>>
<<interessante!>> disse sinceramente Lex <<di preciso, cosa vuole da me?>>
<<al momento niente! Ma le volevo dire che ho delle ricerche che le potrebbero tornare utili, e delle idee personali da esporle!>> disse Fine <<mi farò vivo io!>>
Lex salì in macchina. Pensò che quello era un tipo strano, ma che sembrava sapere il fatto suo. Si annotò mentalmente il nome.

WASHINGTON D.C.
1:30 AM


L’uomo alto e muscoloso aspettava paziente. Sapeva che quell’incontro era un grosso rischio perfino per lui, ma doveva eseguire gli ordini. O tutti i loro piani sarebbero sfumati in un attimo.
Milton Fine, come si faceva chiamare, si presentò puntualissimo. Come prevedibile sembrava comparso dall’ombra.
<<vedo che avete ricevuto il mio messaggio!>> disse con semplicità.
<<i miei capi si rendono conto del vantaggio che lei ha!>> tagliò corto l’uomo muscoloso <<siamo disposti a contrattare!>>
<<contrattare cosa?>> chiese Fine <<sapete bene che ho i mezzi per annientare completamente quello che da troppo tempo state progettando! Non ve l’ho dimostrato abbastanza uccidendo i vostri esperimenti più riusciti?>>
L’uomo muscoloso grugnì, Fine ghignò.
<<ma riconosco che potreste essere utili! Non certo necessari ma comunque utili!
Per esempio, so dei metodi che state usando contro questa gente!>>
<<il virus!>> disse l’uomo muscoloso <<cosa può ricavarne lei?>>
<<un nuovo inizio!>> rispose Fine <<so benissimo che state cercando di far evolvere il vostro virus! Scommetto che questa nuova pioggia di meteoriti per voi è stata una manna, vero? Ora avete tantissimi nuovi mutanti da meteorite, ottimi per quello che state progettando di fare con il virus!
Ditemi una cosa!>> Fine sorrise ancora <<questi esperimenti li fate per poter acquisire i superpoteri di quei mutanti, vero? È con quelli che sperate di poter sconfiggere Kal-El!>>
L’uomo muscoloso si incarognì, Fine stava ancora sorridendo <<io posso sbarazzarmi di lui per sempre!>>
<<come?>> chiese l’uomo.
<<non manca molto prima che riesca a riunirmi al mio capo!>> disse Fine <<se vi mostrerete disponibili a facilitare il mio e il suo lavoro lui sarà generoso e accomodante con voi, e sicuramente otterrete il permesso di insediarvi comunque!>>
<<insomma, Kal-El verrà eliminato e noi otterremo il permesso di abitare qui, ma dovremo sottostare al suo capo?>> chiese l’uomo.
<<È l’accordo migliore che vi posso offrire!>> rispose Fine <<ci sono delle alternative, e non ve ne consiglio nessuna: posso portare da solo qui il mio capo e lasciare che vi massacri, o posso aspettare che lo faccia Kal-El, o posso anche farlo personalmente! Scegliete voi, o preferite scappare e rinunciare al lavoro di tutti questi interminabili anni?>>
L’uomo muscoloso grugnì ancora <<riferirò queste condizioni!>>
<<fatemi sapere!>> Fine sorrise <<arrivederci, mi saluti la sua signora!>>

WASHINGTON D.C.
1:45 AM


Mentre aspettava l’uomo tirò un altro po’ la sua sigaretta.
Era tutto il giorno che faceva affari che non lo convincevano. Prima Luthor, e ora quest’uomo strano di cui perfino lui non sapeva niente, questo Milton Fine.
<<È molto che è qui?>>
L’uomo si voltò e si chiese come avesse fatto quel Fine a prenderlo così comodamente alle spalle.
<<sono appena arrivato!>> rispose l’uomo che fumava <<complimenti, lei è molto puntuale!>>
<<mi piace arrivare in orario agli affari importanti!>> rispose Fine.
<<esattamente che affari aveva in mente?>> chiese il fumatore.
<<so che lei e i suoi colleghi avete poco tempo!>> disse Fine <<pensavo che le sarebbe interessato un modo per rendere più veloce il compito che avete dato al signor Luthor!>>
L’uomo che fumava rimase calmo, anche escludendo che potesse essere stato Lex a dire della cosa a quel Fine.
<<cosa suggerisce di fare in proposito?>> chiese curioso.
<<quello è un virus molto complicato, che si è sviluppato in migliaia di anni, ve ne rendete conto?>> chiese Fine <<il vaccino non si troverà con il piccolo chimico!>>
<<conosce qualche modo migliore per scoprirlo?>> chiese l’uomo che fumava.
<<so di una sostanza miracolosa che, ci creda o no, se trattata nel modo giusto può perfino resuscitare temporaneamente i morti!>> disse Fine <<se non sbaglio lei e i suoi colleghi conoscete molto bene Clark Kent, vero?>>
L’uomo cercò di mantenere un’espressione calma e distaccata, si limitò a dire con tranquillità <<lei sembra sapere molte cose, signor Fine!>>
<<io so moltissime cose, signor Spender!>> con questo Fine volle assestare il colpo finale <<so anche che se vi siete rivolti a Lex Luthor è perché siete con l’acqua alla gola, e non sapete più come fare per sfidare il futuro!
Ve lo dico io cosa dovete fare: procuratemi un campione di sangue kryptoniano e vi sintetizzerò tutto il vaccino dell’universo!>>
L’uomo che fumava pensò un attimo mentre tirava un po’ la sua sigaretta, poi chiese <<una proposta allettante>> ammise <<ma lei cos’ha da guadagnarci?>>
Fine sorrise <<non insulterò la sua intelligenza cercando di convincerla che lo faccio per generosità o per salvare il mondo! Sappia solo che anch’io otterrò il mio bel profitto! E si ricordi che può darmi ascolto o aspettare Lex Luthor, col rischio che i suoi scienziati non siano bravi come tutti credono!>>

STRADA FUORI SMALLVILLE
4:20 AM


Mulder odiava questi suoi attacchi di insonnia.
Non c’era modo migliore che sparire per insospettire Jonathan Kent, Clark l’aveva avvertito. Mulder già non gli andava molto a genio, anche se era praticamente costretto a fidarsi di lui.
Ma aveva troppi pensieri per la testa. La fattoria Kent era un posto piacevole per dormire, e loro erano molto ospitali, ma lui non sarebbe riuscito ad addormentarsi neanche se gli avessero sparato in fronte.
Questa storia dei mutanti infetti lo assillava. Gente come quella non poteva ammalarsi così facilmente se era sopravvissuta alla mutazione. Quella specie di epidemia era stata di sicuro provocata. Ma come?
Mentre camminava per strada guardò a lungo le stelle. Si chiese quante avessero pianeti abitati. Si chiese se il sole rosso di krypton fosse tra loro o se la luce della sua esplosione li avesse già raggiunti.
Mentre pensava non si era accorto di una macchina che gli era venuta dietro, finchè non si fermò vicino a lui.
Ad aprire la portiera dal sedile posteriore fu un uomo vecchio e rugoso con delle mani di cui sembrava avere molta cura, e che lui riconobbe subito.
<<salve, signor Mulder!>> disse cordialmente <<sarà stanco dopo la strada dalla fattoria dei Kent fino a qui! Perché non si accomoda?>>
<<perché dovrei farlo?>> chiese Mulder.
<<so perché è qui!>> rispose l’uomo <<so cosa non la fa dormire! Se mi ascolta non le garantisco che potrà tornare a letto ma di certo tornerà con le idee più chiare!>>
Mulder esitò molto a lungo, poi ricordò che non correva così tanti rischi. E si sedette in macchina.
Chiusa la portiera la macchina si avviò. L’uomo dalle mani curate cominciò subito <<il virus a cui lei e i suoi nuovi amici siete tanto interessati è come immagina di origine extraterrestre! Non ne sappiamo quasi nulla salvo che è stata la prima forma di vita ad abitare questo pianeta!>>
<<un virus?>> chiese perplesso Mulder.
<<cos’è un virus se non una forza colonizzatrice che non può essere sconfitta? Nascosta nell’oscurità di una caverna ha atteso la mutazione e sferrato l’attacco quando gli è stato ordinato!>>
<<questo il vostro complotto mirava a occultare!>> osservò Mulder <<una malattia!>>
<<ma no, per l’amor del cielo! Non capisce? Questo virus camminava per la Terra ancora prima dei dinosauri!>> spiegò l’uomo.
Mulder ridacchiò <<camminava addirittura?>>
<<i suoi alieni, agente Mulder!>> disse l’uomo <<i suoi omini verdi! Sono giunti qui milioni di anni fa!
Durante l’ultima glaciazione alcuni ripartirono, gli altri rimasero in stato di latenza sotto forma di agenti patogeni, aspettando di essere riportati alla vita dai progenitori alieni! E sarebbero tornati a colonizzare il pianeta servendosi di noi come ospiti!
Ma sedici anni fa capitò un imprevisto che ora potrebbe distruggere il loro lavoro di milioni di anni!>>
<<la prima pioggia di meteoriti!>> pensò Mulder ad alta voce.
<<questi alieni sono certamente potenti, possono conquistare l’intero pianeta cogliendo il momento giusto!>> spiegò l’uomo dalle mani curate <<ma un solo kryptoniano ben addestrato potrebbe respingere la loro intera invasione, e loro lo sanno!>>
<<quindi hanno cambiato obiettivo!>> capì Mulder <<infettando i mutanti da meteorite sperano di creare dei supersoldati alieni che possiedano i loro poteri!>>
<<purtroppo per loro l’infezione si è rivelata poco fruttifera!>> rispose l’uomo <<i mutanti non sono abbastanza stabili da permettere lo sviluppo di alieni al loro interno, come invece succede per i normali esseri umani!
Ma i Colonizzatori non intendono rinunciare a milioni di anni di paziente attesa, e ho una precisa idea del piano di riserva che stanno preparando in questo momento, mentre parliamo!>>
<<che piano è?>> chiese Mulder sempre più interessato.
<<la mia organizzazione è stata avvicinata da un uomo misterioso!>> affermò l’altro <<si fa chiamare Milton Fine! Un individuo praticamente comparso dal nulla!>>
<<nel senso che non c’è traccia della sua stessa esistenza finora?>> chiese Mulder.
<<non prima della seconda pioggia di meteoriti!>> confermò l’uomo <<i miei colleghi occultano la verità perché ritengono che gli alieni possano essere respinti solo mantenendo la popolazione all’oscuro di tutto! Speravamo che collaborando con loro avremmo potuto mettere le mani sul virus e così sviluppare una cura!>>
<<ma non ci siete riusciti!>> indovinò Mulder.
<<non abbiamo più tempo, gli alieni stanno preparando qualcosa di grosso! Forse sperano di poter comunque sopraffare il suo amico Clark, non ne ho idea!
Ci siamo rivolti a qualcuno che avesse i mezzi per trovare un vaccino, ma poi è arrivato Milton Fine!
Secondo lui dal sangue kryptoniano può essere estratto il vaccino, e i miei colleghi a corto di idee gli vogliono credere!>>
<<quindi cercheranno di prendere un campione del sangue di Clark!>> osservò Mulder allarmato.
<<ho ragione di credere che quel Fine sia in combutta con gli alieni!>> rispose l’uomo dalle mani curate <<non oso pensare cosa farebbero di quel sangue se riuscissero a procurarselo!
Io sono con le spalle al muro, signor Mulder! I miei colleghi non mi ascoltano più! Da qualunque parte la si guardi, la situazione è disperata! Mi dispiace dirlo ma sta a lei combattere il futuro!>>
La macchina si fermò. L’uomo aprì la portiera. Mulder vide che erano alla fattoria Kent <<posso solo augurarle buona fortuna, agente Fox Mulder!>>
Mulder scese dalla macchina, che quindi ripartì. Rimase a guardarla mentre si allontanava, si allontanava, si allontanava e poi esplodeva.
Poco più tardi Mulder svegliò Clark e gli disse di vestirsi in fretta, dovevano trovare un posto appartato per parlare.
Scelsero i confini dei campi coltivati, dove non avrebbero svegliato nessuno e di certo non sarebbero stati spiati.
<<allora, tu avresti scoperto qualcosa adesso, in piena notte?>> chiese l’incredulo Clark.
<<certe informazioni non hanno orari!>> rispose Mulder.
<<spero che sia qualcosa di importante sui mutanti da meteorite morti!>> disse Clark <<mi sono venuti quasi gli incubi a quel pensiero!>>
<<ora te ne potrebbero venire molti di più!>> lo avvertì Mulder.
<<insomma, cosa hai scoperto?>> chiese Clark stufo.
<<forse ti ricordi delle autocisterne che sono passate quasi in processione negli ultimi giorni!>> disse Mulder <<quelle rivestite di piombo! Io avevo anche ipotizzato che fosse per nascondertele!>>
<<si me le ricordo!>> rispose Clark
<<forse il piombo non serviva solo a quello!>> disse Mulder.
<<eh?>> chiese perplesso Clark.
<<forse era una precauzione straordinaria!>> continuò Mulder <<con il piombo si può contenere di tutto! Gas nocivi, materiali radioattivi, qualunque schifezza voglia transitare senza far danni!>>
<<stai usando troppi giri di parole, mi pare!>> commentò Clark.
<<potrebbero trasportare virus con queste autocisterne!>> affermò Mulder.
<<che stai cercando di dirmi?>> chiese Clark.
<<il virus potrebbe essere extraterrestre!>> ammise Mulder <<i Colonizzatori potrebbero cercare di usarlo sui mutanti da meteorite per riuscire a contrastare i kryptoniani!>>
<<quell’epidemia l’hanno causata loro?>> chiese Clark.
<<non sembra essere riuscita, comunque!>> disse Mulder <<ma ora credo che stiano passando al piano B! Tu conosci un certo Milton Fine?>>
<<mai sentito!>> disse Clark.
<<È uno che, per qualche ragione, vuole un po’ di sangue kryptoniano!>>

FATTORIA KENT
POCHI GIORNI DOPO


<<siamo sicuri che ci proveranno?>> masticò Jonathan.
<<qualcosa succederà di sicuro!>> disse a voce bassa Mulder <<dobbiamo solo tenerci pronti!>>
<<signor Kent, io non ho molta pazienza!>> disse l’uomo che fumava <<se sa dove suo figlio si trova, e sono certo che lo sa, deve dirmelo!>>
<<dovrei fidarmi di qualcuno che neanche cerca di mentire sul suo nome o sul suo lavoro?>> chiese Jonathan <<se anche sapessi dov’è, mi spiega perché dovrei dirglielo?>>
<<perché suo figlio è sospettato di molti crimini compiuti a Metropolis anni fa!>> rispose l’uomo che fumava <<abbiamo già il DNA del criminale in questione, se davvero Clark è innocente non avrà problemi a fornirci un campione del suo!>>
<<clark ha un alibi inattaccabile!>> disse Jonathan <<e prima che cerchi di contraddirmi, le ricordo che non devo certo renderne conto a lei!>>
<<ha ragione!>> rispose l’uomo <<io di fatto non posso obbligarla a fare niente, ma non si preoccupi!>> tirò un po’ la sua sigaretta e soffiò il fumo <<io so sempre come ottenere ciò di cui ho bisogno!>>
<<È una minaccia!?>> chiese con ira Jonathan stringendo il pugno <<non ti permetterò di distruggere la mia famiglia!>>
E prima che Mulder potesse muovere un muscolo l’uomo che fumava fu colpito in faccia da un diretto che lo fece barcollare molto.
<<fuori DI QUI!!>> gridò Jonathan <<questa È LA MIA PROPRIETÀ!!! NON VOGLIO ELEMENTI DI DISTURBO!!!>>
L’uomo che fumava si massaggiò un po’ la faccia dove era stato colpito, mentre guardava Jonathan con leggero rancore, ma poi si alzò e con totale calma e naturalezza tornò alla sua macchina, guardò Mulder per un attimo, prese posto sul sedile e ripartì.
Jonathan stava ansimando, Mulder chiese preoccupato <<come va il cuore?>>
<<sto bene!>> rispose Jonathan <<devo solo imparare a controllare questi scatti d’ira! Piuttosto, Clark sarà già al lavoro?>>
<<ne sono sicuro!>> rispose Mulder <<questi sono professionisti! L’autocisterna non sgarrerà di un nanosecondo, e non sfuggirà a Clark!>>
E infatti, in quello stesso momento, Clark spiccava un salto dal ponte sul veicolo che gli era appena passato sotto.
Restò fermo sul tetto dell’autocisterna travestita da camion, chiedendosi quanti rischi avrebbe corso.
Ma se erano davvero in grado di prendere il suo sangue, allora voleva dire che meritavano di averlo.
Aspettando il capolinea, non seppe se essere sorpreso o meno di capire che si stavano dirigendo a casa Luthor.
Si appiattì ancora di più contro il tetto quando entrarono in una specie di hangar segreto.
Lì aspettava Lex. Dal camion scesero due uomini, uno magro con i capelli corti e uno vestito scuro.
<<salve, professor Fine!>> disse Lex <<È poi riuscito a procurarsi quella sua sostanza miracolosa?>>
<<non ancora!>> rispose quello con i capelli corti <<ma non si preoccupi! Non manca molto!>>
<<un’altra cosa!>> aggiunse Lex <<voglio ancora le prove su ciò che mi ha detto riguardo a Clark!>>
Il cuore di Clark si fermò.
<<andiamo, signor Luthor!>> disse Fine <<non può davvero pensare che stia mentendo! Quante volte il suo amico si è trovato al posto giusto nel momento giusto, esibendo la scusa della fortuna? Quante vite ha salvato da situazioni disumane? Quella volta sul ponte? Quella volta dei cicloni di Smallville? Quella volta della luce nelle grotte!>>
<<in effetti tutto acquisterebbe un senso!>> ammise Lex <<ma gradirei comunque che me lo provasse!>>
<<perché non lo chiediamo a lui?>> disse Fine, e toccò qualcosa nella cabina del camion.
Le pareti del rimorchio cominciarono a muoversi, ad aprirsi piegandosi verso l’esterno per rivelare l’autocisterna nascosta.
E con loro si aprì verso l’esterno il tetto con sopra il sorpreso Clark, che quindi cadde a terra.
<<ciao, Lex!>> si arrischiò a dire <<come va l’azienda?>>
<<bene, se questo affare va liscio!>> rispose cordiale Lex <<e tu ti trovi a tuo agio con lo Spettrale Mulder?>>
<<non c’è male!>> disse Clark rialzandosi.
<<quanto siete commoventi!>> disse Fine sorridendo <<ma il nostro signor Kent è qui per una ragione ben precisa, non vuole certo prendere il tè con i pasticcini e parlare del tempo!
Una delle poche cose di lui che non sono segrete a nessuno è la sua mania di fare l’eroe! Vivendo su questo pianeta da così tanto tempo si è veramente affezionato ai suoi abitanti, sarebbe pronto a tutto per loro! Anche a seguire l’autocisterna di un virus, senza mettere in conto le possibilità reali di quello che potrebbe trovare!>>
<<tu parli troppo, caro signor Fine!>> rispose Clark <<ma è da molto che mi cerchi, quindi visto che ora sono qui dimmi cosa vuoi e facciamola finita!>>
Appena ricevuto un cenno di Fine, l’altro uomo prese alle spalle Lex e riuscì a bloccarlo, in modo che non potesse fare niente quando Fine aggredì Clark.
Clark era stupefatto, perché Fine gli stava tenendo testa!! Cercava di respingerlo, ma lui non si smuoveva.
<<mi dispiace che tu abbia ricevuto una brutta sorpresa>> affermò lui <<ma non sei l’unico qui a venire da Krypron!>>
Quel tipo era senza dubbio al suo stesso livello, nel pensarlo Clark era troppo confuso per notare che Fine aveva tirato fuori dalla tasca una piccola scatolina di piombo.
Quando la aprì rivelò un minuscolo pezzo di kryptonite, delle dimensioni di un seme di mela.
<<non sono riuscito a procurarmi di più con il poco tempo a disposizione!>> disse Fine <<forse non ti farà davvero male, ma servirà al mio scopo!>>
Intanto Clark era già crollato a terra sotto la pressione di Fine, che si sedette su di lui e frugando nelle tasche estrasse una siringa.
<<forse pizzicherà un po’!>> affermò mentre bucava la vena di Clark.
Lui non riusciva a muoversi, bloccato e indebolito, e assistette impotente alla siringa che veniva riempita del suo sangue.
Dopodiché Fine sembrò sparire agli occhi di Lex, ma Clark capì che si era mosso a supervelocità.
Riuscì a rialzarsi e a allontanare la kryptonite, diede un cazzotto in faccia all’uomo che teneva Lex e così lo liberò, chiedendo subito <<dov’è il laboratorio più vicino?>>
Lex indicò una porta poco lontano nell’hangar, Clark dimenticò tutte le ormai inutili precauzioni e si precipitò lì a supervelocità.
Quello che trovò era Milton Fine con in mano una specie di erogatore di un qualche siero.
<<credi di potermi fermare ora, Kal-El?>> chiese <<gli eventi stanno per precipitarti addosso, non riuscirai mai a fermarli da solo!>>
<<non è da solo!>> annunciò una voce poco lontano.
Fox Mulder sembrava comparso dal nulla, e guardava serio Fine <<non ho ancora capito il tuo piano ma stai pur certo che non te lo lascerò fare!>>
<<ma davvero?>> chiese Fine <<i terrestri sono più stupidi di quanto pensassi! Peccato che non abbia tempo per litigare con voi!>>
E, ancora a supervelocità, ritornò dal disorientato Lex <<non ho mai avuto intenzione di aiutare i Colonizzatori con il virus! Me ne serviva solo una dose!>>
Detto questo afferrò il braccio di Lex e gli iniettò il suo siero nel polso <<lasciamo che quell’esercito di imbecilli trovi da solo il modo di potenziarlo!>> aggiunse mentre Lex crollava a terra svenuto.
Clark si lanciò su Fine, ma lui riuscì a schivarlo tornando nel laboratorio <<non preoccupatevi, sta benissimo! Quando si sveglierà sarà pronto!>>
<<pronto a cosa?>> chiese Mulder.
<<a dare un senso alla mia esistenza!>> rispose Fine.
<<tu non sei un kryptoniano, vero?>> chiese Clark <<la kryptonite non ha effetto su di te!>>
<<sei perspicace, complimenti!>> Fine sorrise <<ho detto di venire da Krypton, non di essere un kryptoniano!>>
<<qualunque cosa tu sia, ti fermeremo!>> disse Mulder.
<<e come?>> chiese Fine <<io ho su Kal-El molti vantaggi come quello della kryptonite, lui ha lo svantaggio di dover fare da balia a uno stupido terrestre che non capisce che non si deve entrare nella tana del lupo!>>
Detto questo, sferrò un cazzotto in petto a Mulder, che fu mandato a sbattere contro un muro del laboratorio. Poi sparò con la vista laser su una passerella lì sopra, che quindi crollò addosso a Mulder con tutte le macchine che reggeva.
<<mulder!!>> gridò Clark, per poi lanciarsi a tutta forza contro Fine, lui osservò <<ti preoccupi di un semplice uomo che non sapeva valutare le situazioni in cui si cacciava! Lasciatelo dire, sei veramente un pezzo di cretino!>>
I due erano bloccati in una posizione di lotta, e per quanto Clark fosse arrabbiato non potè non distrarsi con lui sentendo strani rumori metallici.
La passerella che seppelliva Mulder si stava movendo.
Le macchine che erano accatastate sopra caddero a terra e la passerella venne spaccata in due. Mulder si rialzò ripulendosi la giacca.
Difficile dire chi fosse più stupito tra Clark e Fine <<sorpresi?>> chiese lui <<forse ho dimenticato di dirvelo, ma in questi giorni sono passato spesso alla Fortezza della Solitudine! Ho parlato con Jor-El, e lui mi ha giudicato un ottimo elemento, più che degno di aiutare suo figlio e il pianeta!>>
E dai suoi occhi uscì un raggio laser con cui colpì Fine e lo mandò contro il muro.
Clark approfittò dell’occasione e senza pensarci troppo partì con una poderosa spallata contro Fine.
Lui sembrò esplodere in migliaia di schizzi di uno strano liquido nero che sporcò da tutte le parti.
<<che diavolo è?>> si chiese Mulder raccogliendo un po’ di quel liquido con le dita.
<<temo di saperlo!>> disse Clark <<credo di sapere cos’è Milton Fine e qual è il suo scopo!>>
Prima che Clark riuscisse a finire la frase la sostanza liquida era già sfuggita dalla mano di Mulder. Tutti gli schizzi sui muri, sul pavimento, sui tavoli, sul soffitto, in ogni parte del laboratorio, si stavano movendo e riunendo. Dopo poco, Milton Fine aveva ripreso forma.
<<credete che sia così facile battermi?>> chiese Fine <<ve l’ho detto, io ho molti vantaggi! Tra questi molti più superpoteri di voi!>>
<<ora ti riconosco per quello che sei!>> disse Clark <<una Struttura a Interazione Cerebrale, creata per servire fedelmente un solo padrone! Sei l’intelligenza artificiale chiamata Brain InterActive Construct, o, per brevità, Brainiac!>>
<<vedo che i dati su di me erano già inclusi nella tua Fortezza!>> rispose Fine <<ottimo, allora saprai anche che il padrone che servo è il generale Zod!>>
<<per questo hai organizzato tutto questo piano?>> chiese Mulder <<per poterlo liberare dalla Zona Fantasma?>>
<<e renderlo il nuovo dominatore incontrastato di questo pianeta!>> aggiunse Fine <<certo, è questo il senso della mia esistenza! È per questo che sono stato creato, sono giunto sulla terra come parte dell’astronave che Lex Luthor nasconde, ho fatto affari con chiunque mi potesse essere utile e ho sintetizzato il siero che mi serviva!>>
<<ti serviva a cosa?>> chiese Clark <<cos’hai in mente? Qual è l’effetto del virus mischiato al sangue kryptoniano?>>
<<non solo quelli!>> rispose Fine <<la mia è una delle menti più elaborate dell’universo, non è stato difficile creare quel siero per creare le condizioni adatte!>>
<<adatte al ritorno di Zod?>> chiese Mulder, e all’improvviso capì tutto.
Dichiarò con voce ancora più arrabbiata <<ma non te lo permetteremo, l’ho già detto! Zod rimarrà al suo posto in quel limbo, non riuscirà mai a uscirne!>>
<<perché non provate a impedirmelo?>> chiese Fine.
Clark e Mulder si lanciarono contro di lui a supervelocità, e prendendolo da entrambe la parti riuscirono a bloccare le sue braccia.
Fine stava per reagire ma Clark, molto motivato, lo bersagliò di cazzotti in faccia.
Mentre lo picchiava sperava che fosse troppo stordito per capire cosa stesse succedendo o per reagire, ma lui e Mulder non trovarono troppi problemi nel trascinarlo fino alle grotte e di lì alla Fortezza.
Mentre Mulder continuava a tenerlo occupato Clark attivò la console di comando, e emerse un cristallo vuoto. Mulder spinse Fine contro la sua punta.
Lui cominciò a venirne aspirato: fuori si riduceva sempre di più, mentre la sostanza nera riempiva il cristallo. Cercò di divincolarsi, di separarsi dalla parte catturata, di danneggiare quel cristallo, ma fu tutto inutile. In meno di trenta secondi venne completamente imprigionato.
Clark e Mulder si buttarono a terra e tirarono un sospiro di sollievo, quando la voce di Jor-El disse <<non sottovalutate la vostra missione! È ancora molto lontana dalla fine!>>
<<giusto!>> ripensò Mulder <<ci sono ancora gli alieni colonizzatori!>>
<<ma basta uno di noi per respingerli, e noi siamo in due!>> rispose Clark <<non sarà così difficile!>>
<<infatti non mi riferivo a loro!>> disse Jor-El <<anche se il suo seguace più pericoloso è stato neutralizzato la minaccia di Zod continua!>>
<<ma come può uscire dalla Zona Fantasma ora che non ha più un alleato esterno?>> chiese Clark.
<<non sottovalutare le risorse di Zod!>> rispose Jor-El <<sono certo che il processo che lo avrebbe liberato è già cominciato!>>
<<e il contenitore per lui è pronto!>> aggiunse Mulder.
<<cosa?>> chiese Clark.
<<lex!>> rispose Mulder <<sono convinto che quel siero che gli è stato iniettato dia superpoteri kryptoniani ai terrestri!>>
<<per questo serviva il mio sangue!>> osservò Clark <<fine ha sempre usato tutti, Lex compreso! Questo era il suo unico piano, creare il siero che potesse preparare il contenitore e quindi liberare Zod!>>
<<esatto!>> la voce di Lex colse di sorpresa Clark e Mulder.
Lex, con un inquietante cappotto nero, si aggirava per la fortezza guardandosi intorno <<non so cosa abbiate fatto di lui, ma il suo piano ha funzionato perfettamente, almeno in parte!>>
<<come sei arrivato qui?>> chiese Clark.
<<ho corso!>> rispose Lex <<ho visto voi due che correvate via a quella velocità! Devo dire che neanche io mi sarei aspettato di potervi stare dietro! Vi ho raggiunto alle grotte ed eccomi qua!>> sorrise <<bel posticino, complimenti Clark! Chissà quanta caparra hai sborsato!>>
<<stammi a sentire, Lex!>> lo invocò Clark <<se hai ascoltato quello che dicevamo capisci da solo che sei in pericolo!>>
<<ah, giusto! Sono in pericolo!>> disse Lex con un sorriso <<e suppongo che il modo migliore per sbarazzarsi del vostro amico Zod sia uccidermi!
Allora cos’hai deciso, mi ucciderai?>>
<<non puoi prendertela con me!>> rispose Clark <<tu hai provocato questo!>>
<<oh andiamo, Clark!>> disse Lex con voce da “ma fammi il favore” <<a te piace! Sin da quel giorno sul ponte tu ti sei sempre considerato il mio salvatore! L’unico che poteva distogliermi dal cammino oscuro che avevo intrapreso! È per questo che sei attaccato all’idea che ci sia del buono in me! Non vuoi ammettere il fatto che potresti aver fallito!>>
<<forse non voglio ammettere che tu abbia così poca forza di volontà!>> ribattè lui.
<<È difficile competere con la volontà d’acciaio che ci vuole per uccidere uno dei tuoi migliori amici!>> commentò Lex <<ho sempre pensato che tu avessi una grande forza interiore! Sei così virtuoso! Ciononostante menti! Continuamente! Con me, con Lana, con tutte le persone che ti vogliono bene! Che razza di persona malata agisce così?>>
<<ascoltati! Il potere ti ha corrotto!>> disse Clark <<non sei te stesso!>>
<<o forse finalmente lo sono!>> rispose con semplicità Lex.
<<il potere che hai ricevuto non è un giocattolo!>> disse Mulder <<guarda me! Io ho lo stesso potere da giorni, ma finora non l’ho usato!>>
<<credo che questi siano affari tuoi, agente Mulder!>> rispose Lex <<ma personalmente, reprimermi non ha mai fatto per me! Ora se volete scusarmi ho una vita di cui rifarmi!>>
E corse via a supervelocità. Clark e Mulder neanche pensarono di provare a fermarlo, pensando che Zod fosse il problema primario.
<<lui ha indovinato vero?>> chiese Clark <<dovrò ucciderlo?>>
<<sarebbe la soluzione peggiore ma anche la più pratica!>> rispose Jor-El <<sono sicuro che è solo questione di tempo prima che Zod riesca a liberarsi da solo!>>
<<come farà?>> chiese Mulder.
<> disse Jor-El <<È possibile che abbia scoperto quella che temo!>>
<<che possibilità è?>> chiese Clark.
<<quando ho scoperto la Zona Fantasma e l’ho adibita a prigione, all’insaputa di tutti ho disposto al suo interno un portale!>> spiegò Jor-El <<funziona solamente con il DNA della nostra famiglia! È una via di fuga d’emergenza nel caso uno dei miei tanti nemici fosse riuscito a intrappolare lì dentro qualche mio parente!>>
<<quindi potrebbe aver inviato lì dentro un po’ del sangue che mi ha rubato!>> osservò Clark.
<<con quello chiunque può fuggire da lì!>> disse Mulder <<ma lui in questo momento non è solo un fantasma? Può davvero toccare il sangue?>>
<<in quella dimensione non c’è differenza fisica tra quelli come lui e quelli che sono stati imprigionati tutti interi!>> disse Jor-El <<chiunque può ferire e uccidere chiunque, e lui può maneggiare senza problemi quel sangue!>>
<<dovremo andare fino lì a recuperarlo?>> chiese Clark.
<<troppo pericoloso!>> rispose Jor-El <<nella Zona Fantasma non avrete nessun potere, non potete rischiare che in questo momento Zod abbia già quello che cerca!>>
<<e allora?>> chiese Mulder <<aspettiamo che Lex Luthor venga posseduto da lui e ci facciamo ammazzare?>>
<<tenterò di contattare un alleato che ho nella Zona Fantasma!>> rispose Jor-El <<possiamo solo sperare!>>

FATTORIA KENT
0:15 AM


<<si può sapere cosa stiamo aspettando?>> chiese Chloe sempre più preoccupata.
<<jor-El!>> rispose con semplicità Mulder <<di certo lui conosce Zod meglio di noi!>>
<<appena saprà qualcosa lo sapremo anche noi!>> disse Clark.
<<e intanto stiamo qui a fare la punta alle matite quando Lex si sta dando alla pazza gioia con i suoi superpoteri?>> chiese ancora Chloe <<sono giorni che non facciamo niente!>>
<<perché di fatto non c’è niente da fare!>> rispose Mulder <<stiamo tenendo Lex sotto stretta sorveglianza, e per quanto incredibile a dirsi tecnicamente finora non ha fatto niente di veramente illegale!>>
<<comincio a dubitare della validità reale dell’FBI!>> disse Chloe esasperata.
<<sei fortunata!>> commentò Mulder <<io a quella validità ho rinunciato!>>
<<mulder!>> chiamò Scully da fuori <<vieni a vedere, in fretta!>>
Mulder uscì a vedere fuori. Vide il cielo. Vide le stelle, luminose come sempre. Vide che erano poche.
<<che diavolo…>> Mulder fece qualche passo avanti e si accorse che quello che stava coprendo le stelle era in fase di atterraggio.
<<i Colonizzatori!>> disse Clark <<hanno deciso di rischiare tutto, pensando che Fine abbia tenuto fede ai suoi impegni e mi abbia eliminato! Vogliono iniziare l’invasione con il virus ora, per ingraziarsi Zod dopo!>>
<<aspetto questo momento da tutta una vita!>> ringhiò Mulder.
Detto questo i due scomparvero dal campo visivo di Chloe e Scully, correndo a supervelocità verso il loro dovere.

PRATI FUORI SMALLVILLE
PUNTO DI PARTENZA DESIGNATO PER L’INFEZIONE
9:30 AM



Sdraiati sull’erba, esausti, Clark e Mulder riflettevano sull’impresa titanica che avevano appena compiuto.
<<allora è vero quello che si vede nei film!>> commentò Clark <<gli alieni sono tanto idioti da attaccare un solo punto, e sempre quello dove li aspetta il protagonista di turno!>>
<<più che idioti direi arroganti e ingenui!>> disse Mulder <<devono aver pensato che tu fossi davvero fuori gioco e quindi per coerenza hanno voluto cominciare proprio da qui! Sono anche venuti in forze per sicurezza!>>
<<e hanno fatto bene!>> Clark guardò Mulder <<non avrei mai e poi mai potuto affrontarli da solo!>>
<<ringrazia tuo padre che in pratica mi ha imposto di avere la possibilità di aiutarti!>> disse Mulder <<comunque non amo questi superpoteri, sono stressanti, non so come fai tu!>>
<<non lo so neanch’io!>> disse Clark, poi prese una pausa <<mi dispiace che non ci fosse tua sorella lì in mezzo!>>
<<credo che ormai abbiano capito che faranno bene a riportarmela!>> disse Mulder.
Clark ridacchiò <<ci pensi? Sembra un racconto di fantascienza di serie B! Due tipi con strani superpoteri respingono un’intera invasione aliena! Magari neanche li si vede mentre lo fanno!>>
<<qualcuno potrebbe venderlo a Hollywood!>> rise Mulder <<ci potrebbero tirare su un bel film, mettendoci qualche effetto speciale!>>
<<ho assistito a quello che avete fatto!>> disse una voce fredda poco lontano <<impressionante, lo ammetto!>>
Clark e Mulder si alzarono seduti e guardarono. Era Lex, con un vestito nero e minaccioso e un’aria molto seria e autoritaria.
<<se ci fossi stato anche tu avremmo fatto di meglio, Lex!>> disse Clark.
Lui fece un sorriso. Un sorriso freddo, senza gioia o divertimento <<stai facendo un errore, Kal-El!>> disse <<io non sono affatto Lex!>>
Clark e Mulder saltarono in piedi e si tennero pronti.
<<vedo che vi siete già ripresi dallo sforzo!>> constatò Zod <<questo renderà tutto più interessante!>>
<<cosa vuoi?>> chiese Clark.
<<voglio quello che vuole chiunque sia stato intrappolato come una bestia!>> disse Zod con assoluta naturalezza <<voglio vendicarmi!>>
<<come sei fuggito dalla Zona Fantasma?>> chiese Mulder anche se sapeva già bene la risposta.
Zod frugò nella sua tasca ed estrasse una catenina con attaccato una specie di medaglione, che lanciò a Clark. Lui vide che aveva la forma del simbolo della sua famiglia, la casa degli El: un pentagono con dentro una specie di S terrestre.
<<jor-El aveva messo in salvo lì dentro una sua assistente, nel patetico tentativo di salvarle la vita dalla distruzione di Krypton!>> spiegò Zod <<le aveva dato quell’amuleto per respingere gli altri prigionieri e poter sopravvivere!>> esibì ancora il suo sorriso senza gioia <<quella stupida sperava di potermi fermare, impedendomi di recuperare il sangue e rimettendomi in riga con quel coso!>>
Clark strinse in mano con rabbia l’amuleto: a Zod non bastava il danno di aver eliminato l’assistente di Jor-El e di essersi liberato, aveva anche riportato quel trofeo come beffa.
<<normalmente sarei ben felice di spedirvi entrambi a marcire in quella dimensione infernale!>> disse Zod <<ma con il sangue di Kal-El potreste uscirne ancora più facilmente di quanto ne sia uscito io, e comunque non ho modo di farlo! Quindi temo che mi dovrò sporcare le mani e uccidervi!>>
<<vieni a prenderci!>> lo incitò Mulder <<siamo due contro uno!>>
Zod lo prese subito in parola, lanciandosi a supervelocità contro Clark, che pensò di incassare la sua carica.
Si sbagliò. La furia di Zod lo scaraventò fino alla vicina strada, dove finì in una cabina telefonica.
I suoi vestiti erano tutti strappati lacerati per l’urto. Le scarpe rosse, i pantaloni blu, la maglietta e la felpa…
Si tolse la lunga maglietta rossa e se la legò in vita. Ora sembrava che portasse mutande rosse sopra i pantaloni, ma andava bene. Sotto aveva un’altra maglietta blu con sul petto il simbolo della famiglia El, che lui aveva fatto in attesa dell’occasione. Si alzò. Notò che la felpa rossa lacera gli sventolava alle spalle come un mantello, ma penso che sarebbe andata bene. Con questo strano look uscì dalla cabina telefonica tenendo le mani sui fianchi.
Mulder stava lottando animatamente con Zod, che come soldato addestrato sembrava in netto vantaggio per il modo di combattere.
Clark corse a colpirlo in faccia con un cazzotto, chiedendo mentalmente scusa a Lex. Zod sputò sangue.
Mulder lo caricò con una spallata che lo fece barcollare ancora.
Clark e Mulder saltarono insieme addosso a Zod per picchiarlo insieme, ma dopo poco lui riuscì a respingerli e a liberarsi.
I due cercarono di afferrarlo per entrambi i lati e di spingersi a supervelocità come l’ultima volta, ma Zod puntò un piede a terra e con l’altro li colpì entrambi alle gambe con dei calci, facendoli cadere.
<<miserabili imbecilli!>> ringhiò <<so come avete sconfitto Brainiac! Credete che sarei stupido come lui? Credete che mi lascerei trascinare alla vostra Fortezza della Solitudine, dove il solo fetore di Jor-El mi farebbe svenire?>>
Clark fu il primo a rialzarsi, e colpì Zod con delle “bombette” di laser sparate dagli occhi, che sembrarono fargli male, ma lui rimaneva in piedi, combattivo e sempre sicuro di se.
Mulder intanto aveva con rammarico sradicato un albero con cui cercò di colpire il nemico, ma lui lo distrusse con un pugno.
Allora Mulder fu veloce a raccogliere tutti i pezzi di legno e a rilanciarglieli dandogli poi fuoco con la vista laser.
Clark approfittò per colpirlo di nuovo in faccia, ma i suoi attacchi vennero schivati.
Zod attaccò di nuovo Mulder, che riuscì più o meno a difendersi, Clark non riuscì a biasimarsi quando lo attaccò alle spalle.
Mentre lo teneva fermo Mulder lo picchiava. Non sapevano a cosa puntassero, forse a tramortirlo per poi con calma cercare di liberare Lex.
Ma Zod scelse il momento giusto per assestare un potente calcio in faccia a Mulder e poi liberarsi di Clark sollevandolo da dietro e sbattendolo in avanti per terra.
Clark e Mulder si rialzarono, Clark volle avvertire Zod <<non ti lasceremo devastare la Terra come hai fatto con Krypton!>>
<<jor-El non è riuscito a impedirmelo!>> rispose Zod <<tantomeno ci riuscirà suo figlio o un patetico imbecille terrestre!>>
<<ci riusciremo!>> affermò Mulder <<o moriremo nel tentativo!>>
<<e non solo voi!>> disse Zod rabbioso <<milioni di queste persone a cui tanto tenete moriranno, per la nascita di un nuovo regno kryptoniano! Non potete combattere il futuro! Ma io lascerò vivi quelli a cui tenete se vi arrenderete a me!
Inginocchiati di fronte a Zod, figlio di Jor-El! Inginocchiati!>>
Mulder fece per rispondere, ma Clark gli fece cenno di calmarsi. Quindi si avvicinò a Zod e poggiò le ginocchia a terra, fissandolo il suolo.
Lui gli porse la sua mano <<ora giura fedeltà a Zod!>> Clark prese la sua mano. Zod sorrise soddisfatto.
Ma poi la sua espressione diventò strana. Quella mano che Kal-El aveva preso stava tremando e mandava luce. Ed era ancora più strano perché era come se Zod non se la sentisse più!
<<scusa Zod, ma io non giuro fedeltà agli imbecilli!>> disse Clark con calma <<ti saluta mio padre!>>
E Zod urlò. La luce dell’amuleto degli El nella sua mano diventava sempre più intensa, finchè l’essenza del generale non fu estratta fuori. Sembrò lottare per tornare indietro, ma venne inesorabilmente strappato via per poi scomparire nel cielo. Lex cadde a terra svenuto.
In quel momento Mulder si illuminò per una attimo di una strana luce per poi sentirsi come svuotato dell’energia. I suoi superpoteri temporanei erano svaniti.
Clark raccolse l’amuleto dalla mano di Lex <<usare la sua stessa arroganza è sempre stato il modo migliore per sconfiggere Zod!>> lo tenne un po’ in mano e ridacchiò <<e pensare che me lo ha portato per dimostrarmi quanto fossimo impotenti!>>
<<dov’è finito?>> chiese Mulder guardando al cielo <<È tornato nella Zona Fantasma? È morto?>>
<<sinceramente non so dove sia, ma non credo che riuscirà più a uscirne!>> rispose Clark <<lex è tornato quello di un tempo, e non ricorderà niente!>>
<<abbiamo respinto un’invasione e sconfitto un tiranno spaziale!>> concluse Mulder <<credo di poter chiudere almeno una ventina di X-files con successo!>>
<<di certo tornare al tuo lavoro sarà meno stressante che continuare il mio!>> rispose Clark <<ti invidio!>>
Mulder guardò a lungo Clark e il modo in cui aveva messo i suoi abiti <<mi piace come sei vestito, sai?>> disse <<rifinendolo un po’ dovrebbe venirne fuori qualcosa niente male!>>
<<grazie, lo terrò in considerazione!>> rispose Clark con un sorriso.

Edited by Ace_87 - 28/1/2024, 21:28
 
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gollumwelling
view post Posted on 14/4/2008, 13:10




bella dai, un pò lunghetta ma bella :eek:
 
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lexangy
view post Posted on 14/4/2008, 14:18




Qsta ff mi incuriosisce...sxo di avere presto il tempo di leggerla!
 
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view post Posted on 15/4/2008, 21:49
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dipendente LuthorCorp

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Sono contento che stia piacendo, non me lo aspettavo.
Sto finendo la seconda e la terza è già pronta. Le pubblicherò entrambe presto. Sono ancora più lunghe ma mi sono riuscite molto meglio.
Comunque sto pensando di uccidermi, hanno tolto il trailer da youtube (lo amavo troppo :cry: )
Continuate a commentare, per favore.
 
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view post Posted on 20/4/2008, 14:46
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dipendente LuthorCorp

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Ho appena finito la seconda fanfic, ha bisogno di essere rifinita un pò ma non mi sembra niente male. Di certo è meglio della prima, visto che ci ho pensato molto più a lungo. Ve la pubblico in anteprima.
Anche se non c'è traccia di Smallville in questa fa parte della stessa continuity, ma può essere anche presa come storia indipendente. Anche questa unisce due telefilm. Commentatela per favore.

Titolo-THE X-FILES: PREPARE FOR THE FUTURE
Autore- Ace
Categoria- fantascienza/crossover
Spoiler- per X-files nessuno visto che è finito, un pò della seconda serie dell'altro telefilm (indovinate qual è)
Il copyright è della fox e della NBC, insieme a personaggi e situazioni. Non c'è ancora nessuno scopo di lucro, ma se qualcuno mi fa l'elemosina mi sta benissimo.

HOMELAND SECURITY BUILDING
NEW YORK
8 NOVEMBRE 2011


Peter guardò le macerie sotto di lui, preferendo non immaginare quanti cadaveri ci fossero seppelliti.
Al momento comunque gli interessava solo l'uomo sospeso in aria davanti a lui, quello che di fatto l'aveva appena aiutato a distruggere l'edificio.
<<non dirmi che sei già stanco!>> commentò Sylar <<io mi stavo divertendo così tanto!>>
<<non mi stancherò mai!>> ringhiò Peter <<se ti ho lasciato stare in questi anni è perchè ti consideravo morto! Ma ho intenzione di rimediare ora!>>
<<fatti sotto allora!>> le mani di Sylar tornarono a illuminarsi di radiazioni, Peter fece lo stesso e si lanciò in volo contro di lui.
Quando le loro mani si incontrarono generarono un'esplosione che li respinse indietro entrambi.
Mentre Peter rigenerava le sue bruciature vide il suo nemico fare lo stesso, e questo lo fece arrabbiare ancora di più.
E espresse questa sua rabbia sparando dalle mani due fiammate che avrebbero liquefatto l'antartico ma che purtroppo colpirono il nulla. Pochi secondi dopo sentì la sua schiena che cominciava a congelarsi.
Allora si piegò all'indietro, afferrò Sylar per i fianchi, e tenendolo verso il basso si lanciò sparato verso terra.
L'impatto fu potentissimo, Peter usò al massimo superforza e volo, sentì con piacere molte delle ossa di Sylar che si spezzavano sotto le sue mani.
Poco dopo lo osservò mentre si rimetteva a posto le ossa, e la sua rabbia aumentò ancora.
Ogni secondo che gli vedeva passare staccato da terra, ogni graffio che gli vedeva sparire, non facevano altro che ricordargli Nathan e Claire e quello che Sylar aveva fatto loro, come se lui volesse rinfacciarglielo all'infinito.
E sotto la sua rabbia, le sue mani si infuocavano sempre di più.
Da parte sua per Sylar era un vero piacere vedere Peter sempre più furioso, voleva prendersi tutta la soddisfazione di sconfiggerlo mentre era al massimo del suo impegno.
Peter si alzò di nuovo da terra e con lui molti dei pezzi dell'edificio che rimasero sospesi in aria intorno a lui, finchè non li sparò tutti davanti a sé muovendo in avanti la mano.
Sylar impose le sue mani davanti a sé, e con un piccolo sforzo mentale li fermò tutti e non venne colpito neanche da un calcinaccio.
<<credevi di potermi battere sulla telecinesi?>> chiese in tono sprezzante mentre congelava le macerie di fronte a sé, dotandole di affilate lame di ghiaccio.
Quando Peter se le vide restituire provocò al momento giusto un'esplosione radioattiva minima, appena sufficiente a distruggerle.
In quel momento Sylar era già volato a razzo verso di lui colpendolo duramente sulla pancia. Peter sputò molto sangue.
Approfittando del momento Sylar lo atterrò. Chiamò a sé altre macerie e gliele fece cadere addosso, poi le toccò e vennero tutte liquefatte. Ora Peter ne era invischiato, e allora Sylar congelò tutto bloccandolo dentro il cemento.
Peter lo guardò con ancora più odio, mentre lui attirava e impugnava una trave, con cui avrebbe potuto sfracellargli la testa <<perchè ti dai tanta pena? Tanto sai bene che con la rigenerazione io non posso più morire!>>
Ma in un'esplosione di rabbia Peter si liberò, distruggendo l'intero blocco di cemento con la sua superforza. Emettendo un autentico ruggito si avventò su Sylar e in volo lo spinse via fino a sbatterlo su un cumulo di detriti.
<<dici davvero?>> ringhiò <<allora come hai fatto a uccidere Claire?>>
Allora afferrò il suo cranio con le mani e le infuocò, alzando sempre più la temperatura finchè non riuscì a carbonizzare l'intera calotta cranica.
Dopodichè con grande goduria e leggero disgusto affondò la mano nel suo cervello e glielo strappò via.
Sylar crollò a terra ancora con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata. Mentre ansimava Peter sentiva ancora nelle orecchie il suo urlo, che per lui era quasi musica.
Mentre si rialzava guardò prima il cadavere mutilato e poi il cervello semispappolato che aveva in mano.
In uno sfogo d'ira lo scagliò a terra e poi lo schiacciò con un piede, scaricando tutto il suo odio e la sua frustrazione.
Poi decise di calmarsi e pensare al da farsi.
E mentre pensava, sentì anche qualcun altro che lo faceva.
Si precipitò subito in direzione di quella mente che percepiva, poi con la telecinesi spostò molti detriti finchè sotto non trovò Mohinder.
Lo aiutò a rialzarsi mentre tossiva. Per essere l'unico sopravvissuto sembrava stare bene.
<<cos'è successo?>> ansimò Mohinder <<dov'è Sylar?>>
Dopo un momento di silenzio Peter gli indicò il cadavere poco lontano con un cenno della testa <<non farà più male a nessuno!>>
Mohinder chinò la testa <<ho passato così tanto tempo credendolo Nathan! Credendolo qualcuno di cui mi fido!>> mormorò <<ascoltavo tutte le sue idee! Seguivo tutti i suoi ordini! Pensavo che fosse l'uomo per cui ho votato, e lui mi ha sempre e solo fregato!>>
<<ci ha fregati tutti!>> rispose Peter <<ci incoraggiava ad ammazzarci tra di noi, così non avremmo fatto caso a quelli che ammazzava lui! Dall'alto della posizione che ha usurpato ci ha resi sempre più inermi e patetici, mentre lui diventava sempre più potente!>>
<<nathan, D.L., Candice...>> pensò Mohinder <<ecco perchè molti sparivano dalla circolazione così facilmente!>>
<<con quel presidente non c'è da stupirsi che tutto sia andato allo scatafascio!>> commentò Peter <<non è rimasto più nessuno! Pensaci, Mohinder! Nathan è morto, Bennet è morto, Hiro è morto, D.L. è morto, Claire è morta, anche Isaac è morto!>>
<<ma tutto questo potrebbe non succedere mai!>> Mohinder cominciò a rallegrarsi <<hiro passato è tornato nel suo tempo, per impedire l'esplosione! Questo presente si trasformerà intorno a noi, non ce ne accorgeremo neppure!>>
Mohinder ora aveva un gran sorriso è guardò eccitato Peter, per vedergli la stessa espressione dura e contrariata che manteneva da anni.
<<questo non mi basta!>> disse Peter.
<<sylar ha risposto allo stesso modo!>> commentò Mohinder <<e lui aveva intenzione di uccidere altre migliaia di persone!>>
<<appunto! Il problema è esattamente lui!>> replicò Peter <<anche se Hiro riesce a impedire tutto questo, il problema di Sylar rimarrà comunque! Lui non è l'unico a poter esplodere, potrebbe comunque sopravvivere anche se la storia verrà cambiata! Potrebbe non essere necessario ucciderlo!>>
<<e invece lo è?>> chiese Mohinder.
<<lo sai quanto me!>> rispose Peter <<il mondo non ha bisogno di un parassita come lui!>>
Mohinder avrebbe voluto dire qualcosa, ma non fece in tempo: Peter era già scomparso nel nulla.

QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON D.C.
APRILE 2006


Mentre camminava verso l'ingresso Mulder si chiedeva ancora il masochistico motivo che l'aveva fatto alzare quella mattina.
Era una di quelle giornate in cui non avrebbe voluto altro che rimanere sdraiato sul divano e mandare al diavolo qualunque scocciatore, se anche fosse stata sua sorella.
Invece si era alzato, si era vestito e si era messo in marcia. Si era fatto portare al lavoro solo dal suo istinto.
E fu a pochi metri dall'entrata che venne fermato <<lei è Fox Mulder?>>
<<chi lo vuole sapere?>> chiese lui guardando lo strano uomo indiano di mezza età.
L'uomo gli tese la mano <<mi chiamo Chandra Suresh! Sono un genetista!>>
Mentre si stringevano le mani Mulder sperò di non rimpiangere il tempo che gli concedeva.
<<lei si è mai interessato all'evoluzione?>> cominciò Suresh.
<<a volte la incontro nel mio lavoro!>> rispose in tono vago Mulder.
<<cosa risponderebbe se le dicessi che quella umana sta facendo un passo avanti?>> Suresh sembrava stranamente eccitato <<che molti individui possiedono abilità straordinarie come la rigenerazione spontanea o il volo?>>
<<chi è lei, Babbo Natale?>> chiese Mulder decisamente interessato.
<<in realtà non voglio farle sprecare il suo prezioso tempo!>> Suresh tirò fuori un cd dalla giacca e glielo porse <<qui troverà tutte le mie ricerche e le mie conclusioni! Ho studiato la sua carriera, agente Mulder! Sono sicuro che la sua mente sia abbastanza aperta da darmi ascolto!>>
Dopo i saluti Mulder si mise in tasca il cd e pensò che quel tipo sembrava sapere davvero il fatto suo, non come molti dei visionari paranoici con cui lui aveva a che fare. Si ripromise di dare un'occhiata a quelle ricerche.
<<entri, agente Mulder! La aspettavamo!>>
Mulder non si era accorto che perso nei suoi pensieri era andato all'ufficio di Skinner invece che al suo. Comunque all'interno lo aspettavano lui e Scully.
<<stavo appunto dicendo all'agente Scully di un caso che dovrebbe interessarvi!>> continuò Skinner <<soprattutto a lei, Mulder!>>
<<non mi ha ancora detto di cosa si tratta, signore!>> osservò Scully mentre Mulder si sedeva.
<<un omicidio!>> rispose Skinner <<dalle modalità estremamente inconsuete!>>
<<inconsuete in che senso?>> chiese Mulder scettico. Aveva l'impressione che la sua giornata non sarebbe migliorata scaricandogli addosso un cadavere svuotato dei fluidi corporei.
<<vista la mutilazione sospettiamo ci sia la mano di un sadico o uno psicopatico!>> rispose Skinner <>
<<il colpevole non è di certo un professionista!>> commentò Mulder <<va bene, andremo a New York e controlleremo!>>

CASA DI PETER PETRELLI
MANHATTAN, NEW YORK


Peter era tornato a casa da neanche mezz'ora.
Usciva spesso perchè non gli piaceva stare troppo solo. Tutti gli dicevano sempre per scherzo che doveva trovarsi una ragazza.
Quando suonarono alla sua porta e lui andò ad aprire era ancora distratto.
E comunque non ebbe neanche il tempo di accorgersi di venire lanciato contro un muro e di restare svenuto.
Peter si chiuse la porta alle spalle e andò a controllare da vicino il suo alter ego giovane. Non sembrava essersi fatto grossi danni, non sanguinava neanche. Lo sollevò da terra con la telecinesi e lo adagiò sul divano.
Poi si guardò intorno e si chiese da quanto tempo non rivedeva il suo vecchio appartamento. Sorrise.
Guardando di nuovo Peter giovane si concentrò e gli piantò in testa l'ordine telepatico di non svegliarsi per parecchio tempo. Lo fece mantenendo costantemente attivo il potere che aveva preso all'haitiano.
Decise di mettersi un po' comodo. Si tolse la giacca e si buttò sul letto.
Si sentiva un po' in colpa a fare una cosa del genere a se stesso, ma tanto nella vita aveva fatto molto di peggio.
E poi quello era l'unico posto dove poteva concedersi un po' di riposo. Da quando Hiro era venuto a cercarlo a Las Vegas era stata una giornata molto estenuante.
E poi una volta nel passato era dovuto andare anche a cercare l'haitiano per assorbire una volta per tutte il suo potere, di cui aveva bisogno per sopprimere quello nascente di Peter contemporaneo.
Hiro parlava sempre di paradossi temporali e fratture nello spazio-tempo. Peter non voleva certo correre il rischio, permettendo che il suo alter ego giovane assorbisse i suoi poteri.
Dopo una breve dormita decise di andare a prepararsi.
Tanto per cominciare si fece una bella doccia. Sapeva di meritarsi anche quella. Era anche piuttosto sudato.
E poi aveva bisogno di lavarsi via il gel dai capelli. Quando uscì scoprì con sorpresa di averli ancora della lunghezza giusta.
Si guardò un attimo allo specchio del bagno, poi prese rasoio e schiuma, di cui ricordava perfettamente la posizione, e cominciò a radersi.
Fece un lavoro lungo e accurato, con qualche difficoltà visto che non lo faceva spesso, finchè non raggiunse la rasatura corretta.
Peter sospirò. Adesso venivano i capelli.
Mentre se li sistemava gli veniva da ridere. Non ricordava più da quanto tempo aveva abbandonato quel taglio da citrullo. Anzi, non ricordava neanche quando aveva cominciato a portarlo.
Una volta finito il ciuffo tornò a coprirgli mezzo occhio. Sorrise. Si faceva tenerezza da solo.
<<e ora viene il difficile!>> commentò.
Prese tutto il cerone che aveva comprato per l'occasione e cominciò ad applicarlo sulla sua cicatrice.
Fu la cosa più difficile vista la sua profondità. Doveva riuscire a far sparire tutti i contorni e a riempirla al massimo. Nessuno doveva vedere com'era sfigurata la sua faccia.
Ma alla fine pensò di aver fatto un ottimo lavoro. Si era appena tolto cinque anni.
Andò a confrontarsi con il Peter che dormiva sul divano, e vide che adesso erano perfettamente identici.
Si rimise i propri vestiti, tanto per distinguersi un minimo dall'altro Peter, e uscì di casa fino in strada.
Prima che Hiro lo chiamasse erano anni che non tornava a New York. Aveva già abbastanza incubi e rimorsi di per sé, non aveva bisogno di peggiorarli rivedendo la devastazione della città che aveva ucciso.
Vedere tutti i palazzi interi, la gente viva e vegeta, le strade brulicanti di persone spensierate gli sciolse un po' il groppo che gli chiudeva la gola da tutto quel tempo.
Camminava tra tutta quella gente sul marciapiede. Non gli sembrava neanche vero. Era assurdo pensare che si parlasse della stessa città.
Peter precipitò dai suoi pensieri subito dopo, alla vista di Nathan.
Prese subito a correre verso di lui, lo chiamò a gran voce. Lui si voltò appena in tempo per essere abbracciato dal fratello.
<<non puoi sapere quanto sono felice di vederti!>> esultò con un gran sorriso.
<<peter, ci siamo visti solo ieri!>> Nathan era perplesso <<cosa ti succede?>>
<<mi è sembrato tanto di più!>> rispose Peter <<mi sei mancato!>>
<<da come parli sembra che io sia morto da anni!>> commentò Nathan.
Peter trattenne una lugubre risata <<non ho niente, è solo che oggi mi sono sentito un po' solo!>> azzardò <<dove stai andando? Posso venire con te se vuoi!>>
<<ma si, che diavolo!>> rispose Nathan sorridendo <<neanch'io avevo voglia di una giornata in solitudine!>>
Mentre camminava di fianco a lui Peter non avrebbe potuto essere più contento.
“A fanculo Sylar, Hiro, l'esplosione e tutto quello per cui sono venuto!” pensò “Oggi voglio stare solo con mio fratello, a tutto il resto penserò domani!”

WASHINGTON D.C.
18:30


<<lei mi stupisce!>> l'uomo più anziano aspirò un altro po' della sua sigaretta prima di continuare <<pensavo di dover faticare molto di più per convincerla!>>
<<diciamo che ho la mente aperta a certe cose!>> l'altro uomo finì di pulire i suoi occhiali di corno e si li mise <<nel mio lavoro ho a che fare con fin troppe stranezze, perchè dovrei dubitare di quelle che lei mi racconta?>>
<<il suo lavoro è esattamente quello di cui ho bisogno!>> rispose l'uomo che fumava <<sono molto interessato alle persone con cui lavora!>>
<<lei capisce che non ho così tanta influenza sulle loro vite!>> puntualizzò l'altro <<ho anch'io dei superiori! Potrei non riuscire ad aiutarla come spera!>>
<<deve solo sperare di riuscirci!>> replicò il fumatore <<per il bene di tutti!>>
Un attimo di silenzio, poi l'uomo dagli occhiali di corno disse <<come pensa di poter impedire questa colonizzazione?>>
<<il modo migliore è stroncarla sul nascere!>> rispose l'uomo che fumava <<ho l'uomo giusto per questo!>>
<<ma?>> chiese l'occhialuto.
<<ma non è in condizioni disponibili!>> rispose lui <<ed è qui che mi serve il suo aiuto!>>
<<sto ascoltando!>>
<<mi serve il più alto livello di rigenerazione umana!>> tagliò corto l'uomo che fumava <<e intendo al punto di far ricrescere gli arti persi!>>
<<forse so cosa fa per lei!>>
<<per questo lavoro ho bisogno di quello che era il mio uomo migliore, perciò devo rimetterlo in sesto!>> disse il fumatore <<lei può farlo?>>
<<no!>> rispose lui <<temo di no!>>
Il fumatore non disse niente, ma gli si leggeva in faccia la delusione. L'uomo dagli occhiali di corno spiegò <<quello che lei cerca è il sangue di un uomo che noi abbiamo e teniamo prigioniero! Una sua trasfusione può riparare qualunque danno, fino a resuscitare i morti!
Ma io non ho l'autorità di raggiungere quest'uomo; non mi è permesso arrivare alla sua sorvegliatissima cella, figuriamoci fargli un prelievo!>>
Dopo un attimo di pausa in cui tirò un altro po' la sua sigaretta, l'altro uomo commentò <<le ho già detto quanto sia seria la situazione! Pochi anni fa la ritenevo una causa persa in cui il mio solo scopo era limitare i danni! Adesso che forse ho trovato il modo di dare un finale sensato a questa storia e alla mia vita, non deluda le mie speranze! Finora non ho mai osato averne!>>
<<capisco benissimo le sue ragioni, e mi creda quando dico che sono dalla sua parte!>> rispose l'occhialuto <<voglio aiutarla, ma non può aspettarsi che tiri fuori una soluzione dal cilindro! Lei non ha altri uomini per fare quel lavoro?>>
<<nessuno che sia abbastanza bravo, professionale o se vogliamo incosciente!>> disse il fumatore <<il mio uomo farà tutto il lavoro gratis! Se lo rimettiamo a nuovo per lui sarà il migliore dei pagamenti! Inoltre credo che voglia porre fine alla faccenda almeno quanto me!>>
Un lungo attimo di silenzio, e l'uomo dagli occhiali di corno disse <<farò del mio meglio!>>
<<e in fretta, se possibile!>> disse l'uomo che fumava <<so di chiederle molto, e lo faccio con cortesia!
Io e lei ci assomigliamo! Facciamo dei lavori di cui la gente comune non sa nulla, e se lo sapesse non ci crederebbe! Ci sporchiamo le mani di continuo, a volte ci disgustiamo da soli! Ma in fondo sappiamo di avere delle ottime ragioni per fare questi lavori, dico bene?
Forse è per tutto questo che mi sto affidando a lei!>>
<<lo prendo come un complimento!>> rispose lui <<d'accordo, comincerò a sorvegliare le persone su cui lavoro, e cercherò di recuperare il sangue che le serve!>>
<<ricordi che stiamo facendo tutto questo per il bene del pianeta!>> disse l'uomo che fumava.
<<lo so!>> confermò l'uomo dagli occhiali di corno <<questa è la nostra ultima possibilità per prepararci al futuro!>>

MANHATTAN, NEW YORK
IN SEGUITO


Mentre Peter si rialzava da terra Nathan si girò verso di lui, dopo aver appena ordinato a Parkman e agli altri di buttare giù la porta.
<<fratello contro fratello!>> commentò mentre camminava verso Peter <<sembra piuttosto biblico!>>
<<fratello una sega! Mio fratello non può attraversare i muri!>> replicò subito Peter <<tu chi sei!?>>
<<un vecchio amico!>> rispose l'altro, e qui il suo aspetto cambiò. Abbandonò la forma e la faccia del presidente Nathan Petrelli per mostrare al suo vero volto. Peter non ci credeva. Era il volto che non vedeva da cinque anni, che aveva imparato a odiare almeno quanto odiava se stesso, e che si era illuso di non vedere mai più.
<<quello accusato di aver distrutto New York, ma noi sappiamo come sono andate le cose, vero Peter?>> continuò Sylar.
Una rabbia infinita e incontrollabile si impadronì subito di Peter. Era furioso, fuori di sé. <<la pagherai per quello che hai fatto a Nathan!!!>> ringhiò mentre le sue mani si infuocavano <<per quello che hai fatto a suo nome!!!>>
<<perchè, cosa ho fatto?>> al contrario le mani di Sylar si stavano ghiacciando <<quando ho ucciso Nathan aveva già rinnegato la sua vera natura!>>
<<stai zitto!>> replicò Peter mentre i due andavano a scontrarsi.
Lui cominciò subito lanciando una potente palla di fuoco che fu schivata da Sylar e andò ad arrostire due degli uomini dietro di lui.
Chinatosi Sylar andò ad afferrare le caviglie di Peter e ghiacciò le sue intere gambe bloccandolo a terra.
Ma ora era vicino, abbastanza per essere colpito in testa da un cazzotto di Peter, che usò per la prima volta la superforza di Niki.
Peter gli tirò un altro cazzotto in faccia, Sylar sputò sangue e indietreggiò.
Adesso un altro cazzotto sul mento, dieci volte più forte di quelli di prima, Peter sentì con enorme piacere la mascella di Sylar che si spezzava sotto le sue nocche.
Sylar fu lanciato all'indietro, Peter lo spinse ancora di più con la telecinesi e lui si trovò bloccato alla base di un muro.
Peter alzò il suo calore corporeo ad altissimi livelli, sciogliendo in pochi secondi il ghiaccio che gli copriva le gambe.
Poi convogliò tutto quel calore nelle sue braccia e sparò dalle sue mani una fiammata potentissima, che investì in pieno Sylar; qualcun altro degli uomini presenti fu colpito e ucciso all'istante, lui non ci fece troppo caso.
Avanzò calmo e sicuro di se, per guardare più da vicino l'avversario che aveva appena abbattuto.
Mentre si avvicinava sentiva un po' di delusione. Aveva ritrovato il suo peggior nemico, sperava in un combattimento migliore dopo tanto tempo.
Questi pensieri scomparvero quando vide che le enormi ustioni che aveva provocato a Sylar stavano sparendo.
In un tempo brevissimo ogni danno che aveva provocato si era risanato; ogni contusione, ogni osso rotto, ogni bruciatura, tutto sparito.
<<claire!>> sussurrò Peter senza fiato e senza espressione.
<<oh, scusa!>> disse Sylar in tono dispiaciuto <<era la tua nipotina, giusto?>>
Peter rimase in quello stato per altri cinque secondi, prima di tirare fuori un ruggito che avrebbe provocato un infarto a un tirannosauro.
Fino a poco prima dubitava di potersi arrabbiare ancora di più dopo aver scoperto di Nathan, eppure c'era riuscito.
Mentre le mani di entrambi si accendevano di radiazioni Peter decise che aveva trovato un'ottima valvola di sfogo per tutte le sue frustrazioni di cinque anni.
Quando i due si colpirono ci fu una specie di piccola esplosione nucleare, che uccise chiunque fosse in quel corridoio tra cui Parkman.
Sylar con un pensiero spinse indietro Peter facendogli sfondare tre muri, lo seguì attraverso i buchi.
Arrivato nella stanza dove sarebbe dovuto essere si guardò intorno ma non lo trovò, c'era solo qualche sbirro spaventato.
Venne colto di sorpresa quando Peter tornando visibile gli piombò addosso dall'alto, usando il soffitto come trampolino.
A Sylar vennero fatti sfondare molti pavimenti, finchè non riuscì a concentrarsi e a liquefare gli ultimi, per ammorbidire la caduta.
L'impatto con il piano terra fu comunque duro, ma si liberò di Peter con un calcio a piedi uniti e si rimise subito.
Peter lanciò un potente impulso telecinetico che mandò Sylar a sfondare il soffitto, ma lui lo contrastò quasi subito con lo stesso potere rimanendo sospeso in aria, Peter finì con le chiappe per terra.
Sylar si abbattè su di lui in volo, ma Peter lo deviò tirandogli addosso una scrivania lì vicino e togliendosi dalla sua traiettoria.
Ora Peter era sparito, Sylar cercò di guardarsi intorno e di tendere il suo superudito per trovare il suo battito cardiaco, ma capì che si muoveva troppo veloce in giro per la stanza.
Però quando un pezzo strappato dal muro gli venne lanciato contro lo attraversò senza fargli un graffio.
Sylar rimase fermo mentre molta altra roba, mobili e immobili, andava a colpirlo e gli passava attraverso.
<<mi dispiace ma non funziona!>> annunciò a Peter dovunque fosse <<forse tu puoi renderti invisibile, ma io posso rendermi intangibile!>>
“Ma perchè devo farlo, poi?” pensò dopo “Ormai so rigenerarmi, non ho bisogno di rendermi intoccabile”
Non appena Sylar decise di tornare concreto fu investito da una intensa scarica di fuoco che lo mandò contro un muro.
Ricomparso, Peter commentò <<oh, scusa! Forse usare il controllo telepatico è un po' sleale! Ma tu gli resisti bene, complimenti!>>
<<infatti non ci cascherò un'altra volta!>> replicò Sylar ricominciando con le radiazioni <<vediamo se riesci comunque a vincere!>>
<<non dubitarne!>> digrignò Peter mettendosi in posizione di difesa mentre Sylar gli si sparava contro in volo.
All'impatto delle loro mani radioattive venne provocata una grande esplosione che minò l'edificio alle fondamenta.
Mentre i muri intorno a loro cominciavano a crollare i due avversari non se ne curarono e si scambiarono un altro sguardo feroce.
Alcuni detriti piombarono subito su Peter, lui li fermò con un pensiero e li tirò subito a Sylar, che li schivò alzandosi in volo; lui lo raggiunse.
I due volarono più in alto, respingendo da loro i pezzi di muro e di soffitto che crollavano usando la telecinesi.
Sentivano distintamente le urla della gente che evacuava, chi riusciva a scappare dal palazzo che franava e chi no, e ora come ora non poteva fregargliene di meno.
Dopo neanche due minuti non erano rimaste altro che un po' di macerie fumanti, e due uomini sospesi in aria che si guardavano ponderando il modo migliore per uccidersi.
Peter guardò le macerie sotto di lui, preferendo non immaginare quanti cadaveri ci fossero seppel...
L'urlo che Peter lanciò venne sentito fino alla strada fuori casa sua.
Ansimò a lungo mentre riprendeva contatto con la situazione: era mattina, era a casa sua, sul suo divano, e ci aveva dormito sopra per quella che gli sembrava un'eternità.
Cosa gli era successo? Perchè si era perso almeno 24 ore della sua vita? Come aveva fatto a svegliarsi solo ora?
Si calmò e cercò di ricordare. E la prima cosa che gli venne in mente era la sua stessa faccia, ma che non era sua.
Ma certo, quando aveva aperto la porta per un attimo aveva pensato di trovare uno specchio, poi il nulla.
Però il poco che aveva visto ora gli faceva capire più o meno cosa fosse successo.
Un uomo, uno strano individuo, che lo aveva abbattuto e che ora aveva preso la sua identità.
Per quanto assurda per lui la spiegazione filava, perchè in qualche modo sapeva dei suoi movimenti. Li aveva appena sognati.
Quel combattimento, quel confronto che aveva appena vissuto era troppo lucido per essere solo frutto dell'immaginazione. Ne ricordava perfettamente ogni dettaglio. Non conosceva quell'uomo che aveva fronteggiato ma lui si, l'aveva chiamato per nome. E ricordava Nathan, che rivelandosi quell'uomo lo aveva fatto infuriare così tanto...
Ma quello non era lui. Per quanto si trovasse a suo agio, quasi naturale in quel ruolo sapeva di non aver vissuto quell'esperienza.
La situazione era assurda, non poteva essere stato solo un sogno. Tutti i sentimenti che aveva provato erano reali, soprattutto la rabbia per la... morte di Nathan!?
Peter afferrò subito il telefono e in pochi secondi fece il numero di suo fratello. Passò l'inferno aspettando che gli rispondesse.
<<pronto?>>
<<nathan!!! Nathan, come stai!?!?>>
<<peter?>>
<<stai bene, vero!? Non ti è successo niente!?>>
<<peter, cos'hai?>> Nathan era perplesso <<sei più strano di ieri!>>
<<ieri?>> il respiro di Peter si fermò <<in che senso?>>
<<ieri in mezzo alla strada, sembravi felice solo di vedermi vivo! Non ti sei più staccato da me per il resto della giornata!>>
Istintivamente Peter attaccò il telefono. Era sicuro di non aver visto suo fratello ieri, tantomeno di averci passato tempo.
Cos'era successo ieri? Si era addormentato all'arrivo di quell'individuo che aveva il suo aspetto e che... aveva passato la giornata con Nathan.
La cosa più assurda era che conosceva una parte di quello che aveva fatto, sempre secondo quello che aveva sognato. Ricordava nel bagno il suo riflesso dello specchio che si aggiustava l'aspetto.
Qualcuno del tutto identico a lui. Nessuno ci avrebbe creduto. Nemmeno Nathan, visto che perfino lui si era fatto ingannare. Peter era solo, contro un individuo che aveva preso la sua identità e che aveva capacità sovrumane e chissà quali scopi.
Non si preoccupò neanche di mettersi in ordine. Prese una giacca e pochi soldi e uscì di casa in tutta fretta. Si sentiva tutto il mondo contro, aveva bisogno assoluto di qualcuno che lo ascoltasse, che credesse alla sua storia assurda.
Un momento, forse aveva un'ultima pallidissima possibilità. Nathan gli aveva parlato di un tipo che aveva incontrato tempo prima, durante un'indagine su un omicidio inspiegabile. Una specie di pazzoide invasato... come si chiamava...

NEW YORK CITY HOSPITAL
OBITORIO


<<la causa del decesso è senza dubbio l'asportazione chirurgica del cervello!>> continuò Scully al suo registratore <<si tratta di un'operazione rozza, probabilmente mai compiuta prima dall'assassino ed eseguita con mezzi di fortuna! La vittima era svenuta al momento, a causa di un forte colpo alla testa, che ha provocato la perdita di molto sangue!>>
<<e io che pensavo che Frankenstein Junior fosse un film innocuo da vedere!>> commentò Mulder <<forse dovremmo cercare un tipo gobbo e strabico!>>
<<non credo che qui ci sia uno scopo preciso come animare un qualche mostro!>> replicò Scully <<forse abbiamo davanti un semplice psicopatico!>>
<<hai già una teoria su cosa possa spingere qualcuno a mettersi a rubare cervelli?>> chiese Mulder in tono di sfida.
<<prima di tutto scommetterei sulla classica infanzia difficile!>> cominciò Scully <<magari il nostro uomo ha sempre provato un senso di inadeguatezza, o un complesso di inferiorità...>>
<<questo può spiegare l'omicidio>> la interruppe Mulder <<ma non il metodo!>>
<<da come parli sembri avere già le idee chiare!>> lo sfidò Scully.
<<ho una mezza idea!>> rispose lui <<credo che il cervello sia stato preso per un motivo più materiale e meno psicologico!>>
<<si, ho letto le ricerche che ti ha passato quel Suresh!>> sbuffò Scully <<tu non pensi ad altro!>>
<<beh, devi ammettere che da un punto di vista scientifico, è tutto impeccabile!>> disse Mulder.
<<diciamo plausibile!>> ammise Scully <<ma sarebbe bello avere qualche prova!>>
<<ah, non lo so... l'intero archivio degli X-files?>> azzardò Mulder in tono vago <<andiamo, Scully! Tutto quello che abbiamo incontrato nel nostro lavoro dove lo metti? Quanta gente abbiamo trovato con inspiegabili alterazioni genetiche!?>>
Qui Scully non trovò una risposta, Mulder continuò <<troppi dei nostri casi ci hanno portato a persone con strane abilità! Ogni volta ci siamo limitati a risolvere il problema, ma ci siamo mai chiesti davvero come sia cominciato? Non puoi negare quello che abbiamo passato, e ora ne abbiamo la spiegazione!>>
<<va bene, è una teoria interessante!>> ammise Scully <<ma possiamo tornare ai cervelli, per piacere?>>
<<il cervello è il centro operativo del corpo umano! Qualunque funzione è controllata direttamente dal cervello, è senza dubbio l'organo più importante in assoluto, e tu in quanto medico lo sai bene!>> spiegò Mulder <<sono sicuro che anche queste abilità ne facciano parte, che abbiano una connessione diretta!>>
<<quindi Brian Davis è stato ucciso per una eventuale particolarità genetica accessibile attraverso il suo cervello!>> lo assecondò Scully <<come fai a sapere che lui avesse questa particolarità?>>
<<insieme alle sue ricerche Suresh mi ha dato una lista!>> rispose prontamente Mulder <<sono tutte persone sospettate di avere queste strane abilità, e il nostro cadavere qui ne fa parte!>>
<<ma perchè?>> replicò Scully <<perchè il nostro assassino avrebbe dovuto rubare un cervello dotato di superpoteri?>>
Una breve pausa, poi Mulder concluse <<perchè sperava di ottenerli anche lui!>>
Scully guardò verso l'alto <<quindi abbiamo in circolazione un cacciatore di queste abilità, secondo te!>>
<<vuoi farmi credere che tu non mi prenderesti il cervello per ottenere la mia invidiabile paranoia?>> la sfidò Mulder, Scully lo guardò male.
<<nella tua lista c'è scritto anche quale capacità avesse questo poveraccio?>> lo sfidò Scully.
<<nientemeno che la telecinesi!>> Mulder fischiò in segno di ammirazione <<peccato, sono arrivato tardi per prenderla io! Mi poteva essere utile giocando a baseball!>>
<<e hai idea di come si possa prendere un potere attraverso il cervello?>> chiese Scully.
<<veramente no!>> ammise Mulder <<posso fare qualche supposizione!>>
<<sto ascoltando!>>
<<forse una buona conoscenza del cervello umano può portare a individuare qualunque variazione nel suo funzionamento!>> azzardò Mulder <<sai come funziona un cervello normale, te ne capita uno speciale tra le mani e ti accorgi di cos'ha di particolare!>>
<<un cervello, anche se evoluto, è apparentemente uguale a qualunque altro!>> replicò Scully spazientita <<non credo che quello di quest'uomo avesse il manuale d'istruzioni dei suoi poteri scritto sopra! Anche se l'assassino è un esperto in materia, come avrebbe fatto ad analizzarlo fino a livello genetico!>>
Silenzio. Dopo una lunga pausa Mulder rispose <<perchè è quello il suo potere!>>
Scully si colpì la faccia con il palmo della mano per l'esasperazione, mentre Mulder continuava <<credo che il nostro colpevole abbia il potere della comprensione, magari una specie di attitudine intuitiva! Forse capisce bene il funzionamento di ogni sistema, come il cervello, e determina ogni particolarità che lo rende unico e diverso dalla norma!>>
<<dobbiamo cercare un tipo intuitivo che muova quello che vuole senza neanche toccarlo!>> concluse ironicamente Scully <<cominciamo dai meccanici o dai tecnici di televisori?>>
<<esatto, dovremo solo basarci quello di cui è capace il nostro assassino per trovarlo, brava Scully!>> disse Mulder.
<<fantastico, una passeggiata!>> Scully stirò un sorriso <<da dove cominciamo, dalla Scuola di Charles Xavier per Giovani Dotati? Credo che Wolverine e Ciclope saranno felici di aiutarci!>>
<<in realtà speravo di più nell'aiuto di Reed Richards o Tony Stark!>> ripose a tono Mulder, che non immaginava che Scully conoscesse certi fumetti <<ma non vorrei distrarli dalla loro prossima Guerra Civile!>>
<<allora cosa proponi in alternativa?>> chiese Scully tornando seria.
<<la soluzione più ovvia!>> disse Mulder rassegnato <<cerchiamo negli ultimi posti dove Brian Davis è stato visto vivo!>>
<<l'ultimo dovrebbe essere da Gray & Sons!>> rispose Scully <<vicino a dove è stato trovato, mi pare che sia un orologiaio! Giusto il tipo di lavoro che abbiamo ipotizzato, no?>>

REDAZIONE DEL PISTOLERO SOLITARIO
WASHINGTON D.C.


<<ehi Langly! Vuoi staccarti da quel coso!?>> sbraitò Frohike <<suonano alla porta!>>
<<e devo andarci io?>> chiese Langly senza staccarsi minimamente dal computer <<sto per stabilire un nuovo record!>>
<<stabilisci un record ogni giorno! Per te non dovrebbero neanche essere più record!>> commentò Byers mentre andava ad aprire.
<<salve!>> gli venne tesa la mano <<mi chiamo Peter Petrelli!>>
<<bel nome! Era in saldo?>> bisbigliò Frohike, Langly soffocò una risata.
<<lei ci ha chiamato, vero?>> chiese Byers mentre stringeva la mano di Peter e lo faceva entrare <<ha detto di avere qualcosa per noi!>>
<<non avevo mai letto il vostro giornale!>> Peter tirò fuori l'ultimo numero del Pistolero Solitario <<mi sembra interessante! Trasuda molto idealismo e lealtà alla gente comune!>>
<<noi abbiamo una missione!>> si intromise fieramente Frohike <<il popolo ha il diritto di sapere da chi è controllato, noi lavoriamo per smascherare chi complotta ai suoi danni!>>
<<ci sono fin troppe cose che il popolo non sa e che non immagina!>> commentò Peter <<È bello sapere di avere qualcuno su cui contare!>>
<<facciamo quello che possiamo, nel nostro piccolo!>> si difese Byers <<ma parliamo di lei! Da come parla sembra sapere qualcosa che noi non sappiamo!>>
<<per questo sono qui!>> rispose Peter <<voglio dirvi qualcosa che altrimenti neanche voi scoprireste mai!>>, dopodichè la sua mano si incendiò.
Byers fece un passo indietro spaventato, Frohike rimase pietrificato, perfino Langly non si accorse di stare ancora battendo a caso sulla tastiera mentre lo fissava.
Peter diede varie dimostrazioni alternando le dita che infuocava, e lanciando in aria piccole fiamme che di lì a poco si spegnevano.
Dopo una lunga pausa di stupore Langly fu il primo ad alzarsi e ad avvicinarsi a Peter <<il governo le ha fatto questo? Hanno condotto questi orribili esperimenti genetici su di lei, vero? Sperano di creare un esercito di supersoldati senza dubbio!>>
<<e il mondo non sa nulla di questa violazione dei diritti umani!>> continuò Frohike <<il governo non vuole far sapere di disporre di superesseri come lei!>>
<<e appena verrà il momento giusto il governo lo svelerà al popolo, quando per lui sarà troppo tardi!>> aggiunse Byers <<useranno qualche gigantesca minaccia come scusa, e comincerà una dittatura silenziosa!>>
Peter fece una gran fatica a trattenere le risate. Quei tre erano veramente degli esaltati, ma molto divertenti.
<<non mi risulta che il governo c'entri niente!>> disse con calma <<so che a tenere tutto questo nascosto è una Compagnia privata! E non sono esperimenti genetici!>>
Ora i Pistoleri tacevano, facendo capire che erano tutti orecchi.

UN POSTO INESISTENTE
WASHINGTON D.C.


Dopo essersi rimesso in bocca la sigaretta l'anziano uomo aprì la porta, ritrovandosi davanti il suo occhialuto alleato. Teneva in bella vista in mano una provetta.
<<È quello che mi serve?>> chiese in fretta ma con calma.
<<niente di meno!>> rispose l'uomo dagli occhiali di corno entrando <<non indovinerà mai come io abbia fatto a ottenerlo!>>
<<non si è fatto scoprire mentre lo prendeva a quel suo prigioniero?>> chiese l'uomo che fumava.
<<non mi sono lontanamente avvicinato a lui!>> rispose l'occhialuto <<questo sangue l'ho ottenuto dall'ultima fonte che mi sarei mai aspettato! Prelevarglielo è stato molto facile, ma decisamente più doloroso!>>
<<davvero?>> chiese l'altro prendendo in mano la provetta e guardandola <<e chi sarebbe questa fonte?>>
<<mia figlia!>> rispose l'uomo dagli occhiali di corno <<ho scoperto in modo del tutto fortuito la sua analogia con il nostro prigioniero! Ho inscenato un'analisi del sangue, di cui si è lamentata molto! Un momento difficile per lei e per me!>>
I due si guardarono per un attimo, lui continuò <<lei ha una famiglia?>>
<<una volta ci ho provato!>> rispose l'uomo che fumava <<non è andata molto bene!>>
<<comunque ora ha quello di cui ha bisogno!>> commentò l'occhialuto mentre l'altro riempiva una siringa di quel sangue <<intende aiutare il mondo in questo modo?>>
<<qualcosa del genere!>> rispose lui <<mi segua!>>
I due si incamminarono per un corridoio <<le voglio far incontrare una persona!>> disse il fumatore <<si chiama Krycek! Alex Krycek!>>
<<purtroppo credo di averlo sentito nominare!>> disse l'altro senza nascondere una nota di disgusto nella voce.
<<ora potrà conoscerlo meglio!>> disse il fumatore <<chissà, potrebbe anche piacerle! Potreste lavorare insieme in futuro!>>
Alla fine del corridoio i due uomini aprirono una porta e entrarono nell'ultima stanza, dove Krycek li aspettava adagiato su una poltrona. Aveva l'aria chiaramente molto contrariata, di chi si chiedeva cosa ci facesse lì.
<<sorrida, signor Krycek!>> lo incitò l'uomo che fumava <>
<<ma davvero?>> chiese lui sarcasticamente <<lei fa a pezzi la mia vita e ora vuole sistemarmela?>>
<<il suo unico dilemma d'ora in poi sarà non avere più nessun souvenir del suo sfortunato viaggio in Russia!>> ribattè l'altro <<con cui, lo ammetterà, io non c'entro assolutamente niente!>>
Così si avvicinò, afferrò il braccio finto di Krycek e glielo strappò via.
<<lei sta per rientrare in servizio a tutti gli effetti!>> annunciò l'uomo che fumava <<per questo lavoro abbiamo bisogno di un autentico professionista!>>
Senza neanche bisogno di farselo dire l'uomo dagli occhiali di corno si era già mosso e aveva immobilizzato Krycek prima che lui potesse reagire, quindi non potè fare niente quando l'uomo che fumava lo bucò con l'ago e gli iniettò tutto il contenuto della sua siringa.
Krycek cadde a terra urlando di dolore, l'uomo buttò la sua sigaretta esaurita e se ne accese un'altra mentre guardava.
Mentre si teneva la dolorante spalla monca, Krycek la sentì subito che cominciava a formicolare. Smise di lamentarsi per lo stupore mentre la sentiva che <i>si allungava!!

Si tolse la giacca scoprendo le maniche corte che portava. Trattenne un urlo quando vide con terrore cosa stava succedendo.
La spalla si era estesa fino a dare forma al gomito. L'avambraccio stava già spuntando fuori, crescendo in fretta con ossa, legamenti e pelle. Dopo la formazione del polso venne il palmo della mano, da cui spuntarono cinque dita.
Krycek guardava incredulo il suo ritrovato braccio sinistro, che ora era tale e quale a prima. Mosse un po' le dita, agitò la mano, ruotò tutta la spalla. Incredibile. Anche se un po' atrofizzato se lo sentiva addosso perfettamente.
Ora guardava i due uomini con stupore <<spero che non ci metterà molto a rifarci l'abitudine!>> commentò l'uomo che fumava <<deve fare un lavoro molto importante per noi!>>
<<dopo di questo sono pronto anche a fermare tutto da solo i Colonizzatori!>> disse senza fiato Krycek, mentre si guardava il braccio.
<<bene!>> rispose il fumatore <<perchè è più o meno questo che dovrà fare!>>
Krycek alzò lo sguardo verso l'uomo, che gli stava porgendo un attrezzo cilindrico di metallo, simile a un grosso pennarello.
Lui lo prese in mano, spinse il pulsante e l'ago che conosceva bene saltò fuori.
<<se vi affidate a un uomo solo voglio sperare che non sarà troppo difficile!>> commentò scrutando l'arma.
<<siamo ancora in tempo per far finire tutto prima ancora che cominci!>> disse l'uomo dagli occhiali di corno <<per lei sarà un lavoro lungo e duro, in cui dovrà essere pronto a tutto! Tempo fa abbiamo guadagnato delle possibilità, ora dobbiamo finire il lavoro!>>
<<da come parla sembra che abbiamo una sincera possibilità!>> replicò Krycek <<vuole farmi credere che dopo il primo fallimento non abbiano un piano B!?>>
<<certo che ce l'hanno, ma noi lo abbiamo scoperto prima ancora che cominciassero ad applicarlo!>> rispose l'occhialuto <<si tratta di gente con cui lavoro! Gente con capacità speciali, derivate dalla naturale evoluzione umana! Il virus che lei conosce bene si è dimostrato estremamente compatibile con loro grazie alle diversità genetiche, senza dubbio infettare in massa questa gente sarebbe un totale trionfo per i Colonizzatori! L'abbiamo scoperto in tempo per impedirlo!>>
<<quindi tocca a me fare questa pulizia!>> commentò Krycek <<devo uccidere chiunque sia infetto prima che riesca a trasmettere ad altre persone il virus!>>
<<per qualche strano motivo su questi soggetti evoluti l'infezione è molto più devastante!>> spiegò il fumatore <<non c'è neanche più bisogno di incubare nuove entità al loro interno come il virus aveva cominciato a fare recentemente! Vengono assoggettati e trasformati radicalmente, diventando a tutti gli effetti uguali a loro, ma mantenendo le loro speciali capacità!>>
<<il che significa che ci troveremmo davanti invasori dotati di telecinesi o di emissione elettrica!>> completò l'occhialuto <<sarebbe ufficialmente la fine!>>
Krycek deglutì. Non si era aspettato un picnic, ma ora si che la cosa lo preoccupava.

QUARTIER GENERALE FBI
UFFICIO DEL VICEDIRETTORE SKINNER


<<sarebbe il suo unico sospetto, agente Mulder?>> chiese Skinner un po' deluso.
<<io non sospetto niente: ne sono certo!>> ribattè Mulder, Scully si intromise subito <<si signore, non abbiamo nessun altro possibile colpevole!>>
<<e voi vorreste compiere un arresto in base a una ricerca scientifica non provata, e a una lista di nomi?>> chiese Skinner.
<<sappiamo che non è possibile!>> ammise Scully <<non abbiamo assolutamente niente per agire contro Gabriel Gray!>>
<<così abbiamo un assassino in libertà!>> aggiunse Mulder <<altra gente verrà uccisa e derubata del cervello, ci scommetto il mio poster! E il colpevole ci sfuggirà sempre perchè noi saremo qui a girarci i pollici e a fare gli scettici!>>
<<se mi trova qualcosa di più concreto di una teoria e una lista, le prometto che avrà un'intera squadra di trenta uomini per arrestare quell'individuo!>> rispose Skinner <<fino ad allora il signor Gray è completamente pulito!>>
Mulder non aveva né una risposta né la voglia di darne una. Si limitò ad alzarsi quando Scully gli fece cenno e ad uscire dall'ufficio di Skinner con lei.
<<so cosa pensi!>> cominciò Scully chiudendosi la porta alle spalle <<non importa quanto ti avvicini ogni volta alla verità, ti sfugge sempre di mano!>>
<<magari in questo omicidio è coinvolto anche quel maledetto fumatore!>> ironizzò Mulder <<credo che mi farei una risata!>>
<<vai solo a rilassarti in ufficio, io faccio un salto al bar e ti porto un caffè!>> lo incitò Scully, poi senza aspettare la risposta si incamminò verso l'ascensore.
Mentre scendeva fino al piano terra Scully si chiese come facesse Mulder a far quadrare sempre tutte le sue assurde teorie, e soprattutto ad aspettarsi di convincerne chiunque altro. E il bello era che spesso e volentieri erano esatte. Anzi, a sentire lui lo erano quasi sempre.
Mentre camminava verso l'uscita principale pensò che era strano che nonostante lui non trovasse mai niente di concreto da portare come prova, Skinner continuava a dargli corda. Ce ne voleva di pazienza.
Varcata la porta, la sua attenzione fu attirata subito da una panchina lì vicino e dall'uomo che c'era seduto.
Era vestito in modo disordinato, era pallido e stralunato. Aveva tutta l'aria di chi non mangiava e dormiva da troppo tempo.
<<ha bisogno di aiuto?>> chiese istintivamente.
Lui si girò di scatto e guardò Scully come se fosse la sua salvatrice <<non sa quanto! Lei è un'agente, vero?>> chiese accennando all'edificio dell'FBI.
<<si, mi chiamo Dana Scully! Come posso esserle utile?>> azzardò Scully.
<<mi chiamo Peter Petrelli! Mi sono fatto tutto il viaggio da New York a qui, ho assoluto bisogno di qualcuno che mi ascolti!>> ansimò lui <<ho bisogno di vedere un agente!>>
<<uno in particolare? Perchè altrimenti può anche andare alla polizia!>> consigliò Scully.
<<la polizia non mi crederà mai! Nessuno prenderà per buoni i miei problemi!>> replicò Peter <<ho bisogno di parlare con l'agente Mulder!>>
Scully si fece all'istante una vaga idea della situazione. A un uomo capita qualcosa che non riesce a spiegarsi, lui la prende per qualcosa di soprannaturale e va a rivolgersi allo Spettrale Mulder. Capitava spesso.
<<beh, lei è molto fortunato!>> lo incoraggiò <<fox Mulder è il mio collega, lavoro con lui negli X-files! Posso portarla da lui, ma prima credo che le farebbe bene prendere qualcosa al bar!>>
Dieci minuti dopo Peter sedeva nell'ufficio davanti a Mulder, e i due si guardavano dritti in faccia.
<<qualcuno identico a lei?>> chiese Mulder decisamente interessato.
<<beh, quasi!>> precisò Peter <<ha dovuto truccarsi un po' per arrivare all'aspetto giusto! Comunque è impossibile distinguerci!>>
<<e ha detto che quest'individuo ha delle abilità disumane!>> continuò Mulder <<può farmi qualche esempio?>>
<<credo che abbia usato una specie di... controllo mentale, per farmi domire!>> disse Peter <<e se quello che ho sognato è vero, credo che possa anche volare, diventare invisibile e lanciare fuoco!>>
Anche se Peter avesse detto di aver ritrovato sua sorella non avrebbe potuto far eccitare di più Mulder.
<<so che sembra un delirio, ma lei deve ascoltarmi!>> invocò Peter <<neanche mio fratello Nathan ci crederà mai! Lei l'ha incontrato, dovrebbe saperlo!>>
<<si, lo so bene!>> commentò Mulder alzandosi <<lei è fortunato, ho giusto tra le mani qualcosa che potrebbe confermare la sua storia! Quest'individuo ha dimostrato per caso la telecinesi tra le altre doti?>>
<<si, certo!>> Peter era felice che Mulder gli venisse incontro, ma si stupì comunque molto quando l'agente gli mostrò una foto <<le dice niente questa faccia?>>
<<chi è?>> chiese stupito, Mulder rispose <<si chiama Gabriel Gray, è sospettato di omicidio! Lo ha mai visto?>>
<<beh, si!>> azzardò Peter <<era nel mio sogno!>>
<<cosa faceva?>> chiese Mulder soddisfatto.
<<era il mio avversario!>> disse Peter <<cioè, era con lui che combattevo, sempre dal punto di vista dell'individuo uguale a me!>>
<<e ha dimostrato anche lui la telecinesi?>> chiese subito Mulder.
<<oh, si!>> rispose Peter <<anzi, sembrava molto più esperto nell'usarla!>>
Mulder stava per continuare, ma si alzò quando Scully gli fece cenno e uscì nel corridoio con lei.
<<allora?>> chiese Mulder compiaciuto <<che ne dici?>>
<<che avrebbe risposto allo stesso modo con una foto di Godzilla!>> rispose lei.
<<so che è confuso e un po' malconcio, ma devi ammettere che sembra convinto di quello che dice!>> disse Mulder <<per me è serio!>>
<<ma per favore! A me sembra alla stessa stregua di quel ciccione ottuso che aveva scambiato il suo capo per un alieno!>> commentò Scully <<credo di avere ancora da qualche parte la maglietta che lo chiama supercretino!>>
<<scully, le coincidenze sono troppe! Peter Petrelli ha di sicuro un ruolo importante in questa faccenda, e io voglio aiutarlo!>> disse Mulder.
<<vuoi aiutarlo?>> chiese Scully <<credevo che fossi in pessimi rapporti con suo fratello!>>
<<anche con il tuo!>> le ricordò Mulder, e tornò nell'ufficio <<benissimo, questa storia del replicante ha dei riscontri! Forse posso aprire un'indagine!>>
<<può aiutarmi?>> chiese speranzoso Peter.
<<posso!>> annuì Mulder <<e per cominciare dovremo parlare con Nathan!>>

CASA DI NATHAN PETRELLI
NEW YORK


<<si chiamano vuoti di memoria! Cose che capitano!>> commentò Nathan <<non credo che ci sia niente di fantascientifico!>>
<<a me sembra strano trovarsi in due posti insieme!>> replicò Mulder <<e secondo me bisogna riconoscere quando si viene fregati!>>
<<e lei è un esperto nel farsi fregare, dico bene?>> disse freddo Nathan <<quante zampe di alieni ha comprato in vita sua?>>
<<abbastanza per il suo regalo di natale, non si preoccupi!>> ribattè Mulder, quando Peter si intromise tra i due <<per favore piantatela!>>
Dopo aver preso un respiro e essersi chiesto cosa diavolo glielo facesse fare di discutere con quel cocciuto visionario, Nathan rispose al fratello <<peter, non ho alcun dubbio che quello fossi tu!>>
<<e come fa a saperlo?>> chiese Mulder <<gli ha controllato il DNA?>>
<<gliel'ho letto nel pensiero!>> ribattè Nathan con ironia <<io non sono un pollo, so riconoscere le persone con cui parlo e passo tempo! E se anche esistesse un ipotetico mutaforma saprei distinguerlo da mio fratello!>>
<<sa distinguere anche le dormite?>> chiese Mulder <<il divano di Peter è ancora fradicio di sudore, è cristallino che qualcuno ci ha dormito per molte ore di seguito! E secondo i calcoli scientifici della mia razionalissima collega è successo proprio mentre voi eravate insieme!>>
<<ci ho dormito io!>> confermò Peter <<quell'individuo mi ci ha forzato, ha preso il mio aspetto e poi è andato da te! Ho dormito fino al giorno dopo!>>
<<e dopo solo qualche incubo ti sei spaventato, hai preso questa situazione come vera e hai pensato di avere bisogno dell'FBI!>> concluse Nathan <<lo sai che papà ti riderebbe in faccia?>>
<<non sarebbe la prima volta!>> commentò Peter <<e comunque tu non sei lui! Perchè non mi vuoi ascoltare?>>
<<peter, tutta questa storia sembra uscita da un racconto di fantascienza di basso livello!>> disse Nathan <<il fatto che lo Spettrale Mulder se la sia bevuta con gioia non ti dice niente? Lo sai che quest'uomo è considerato uno squilibrato delirante da metà dei suoi colleghi?>>
<<e l'altra metà lo considera un vero genio!>> rispose Peter <<se ci sono dei riscontri con quello che mi è successo perchè non vuoi crederci?>>
<<se uno ha deciso di non credere più a niente, dagli un'invasione aliena e dirà che ha solo piovuto forte!>> disse gelido Mulder.
<<comincio a capire perchè lei è single!>> commentò Nathan <<trovarsi qualcuno vuol dire avere un contatto con la realtà!>>
<<certo, basta impegnarsi per diventare un miscredente che ha la mente più chiusa di un caveau!>> disse Mulder.
<<se lei si fosse sposato non parlerebbe in questo modo!>> disse Nathan.
<<chi ha detto che non mi sono sposato!? È il matrimonio che mi ha ridotto così!!>> ribattè Mulder.
Per Peter la situazione cominciava a diventare comica. Non aveva mai pensato che fosse una buona idea far rincontrare quei due, ma ora esageravano.
<<scusate!>> intervenne <<pensavo che dovessimo prendere uno strano individuo che si finge me! Se Nathan dice che quello ero io si sbaglia, ma sono sicuro che ci darà lo stesso il suo aiuto!>>
<<quale aiuto?>> chiese Nathan <<a parte il fatto che quello eri tu senza ombra di dubbio; non ho la minima idea di dove sia questo tuo impostore, o del perchè voglia la tua identità!>>
<<qual è l'ultima cosa che avete fatto?>> chiese Mulder <<lui ha lasciato intuire qualcosa sui suoi progetti? Ha fatto qualcosa di curioso?>>
Un momento di silenzio, poi Nathan disse lentamente <<ha comprato un giornale!>>
<<un giornale?>> chiese Peter incuriosito.
<<si chiamava Pistolero Solitario!>> rispose Nathan <<una di quelle raccolte di stronzate sui complotti governativi e sulla morte di Kennedy, sembrava interessargli molto! Lei lo conosce di sicuro, agente Mulder! Magari sono amici suoi!>>
<<in un certo senso!>> sminuì Mulder per non dover discutere ancora <<grazie dell'aiuto! Spero di non vederla per le prossime cinque o sei vite!>> e lui e Peter andarono verso l'uscita.
Sulla macchina li aspettava ancora Scully <<allora com'è andata?>> chiese trattenendo le risate.
<<la prossima volta che vedo tuo fratello Bill ricordami di baciarlo!>> rispose lui mentre metteva in moto, Peter e Scully ebbero insieme degli strani colpi di tosse.
Quindici minuti dopo tutti e tre erano a casa di Peter, e Mulder stava armeggiando con il portatile.
Non disse niente, lasciava capire che era molto pensieroso. Cominciò a parlare solo quando sullo schermo comparvero i Pistoleri Solitari.
<<ehi, Mulder! Pensavamo che gli alieni fossero finalmente riusciti a toglierti di mezzo!>> lo salutò Frohike <<da quant'è che non ti fai sentire?>>
<<ho avuto da lavorare!>> rispose vagamente Mulder <<ho bisogno di qualche informazione da voi!>>
<<pronti!>> annunciò Langly <<cosa vuoi sapere? Il numero di scarpe del tuo uomo che fuma?>>
<<voi tre conoscete Peter Petrelli?>> tagliò corto Mulder.
Per un attimo i tre si guardarono, poi rivolsero a Mulder un gran sorriso <<tu ci stai parlando del nostro nuovo eroe!>> commentò Byers <<in pratica è stato lui a pagarci tutti i debiti!>>
<<abbiamo pubblicato solo un accenno di quello che lui ci ha portato, e abbiamo fatto il tutto esaurito!>> disse fieramente Langly <<domani usciremo con un'edizione straordinaria con tutti i dettagli!>>
<<di sicuro la gente l'ha scambiato per uno dei nostri deliri, solo più divertente e ben costruito!>> Frohike alzò le spalle <<ma non ci importa troppo della reputazione, finchè ci fa pagare le bollette!>>
<<si, ma cosa vi ha portato?>> chiese Mulder impaziente <<È molto importante! Cosa vi ha fatto vedere di così incredibile!?>>
Per tutta risposta gli comparve sullo schermo la prima pagina dell'ultimo numero del loro giornale. Mostrava una mano che bruciava.
<<e non è assolutamente un nostro trucco al computer!>> disse Byers, anche se Mulder lo aveva capito all'istante che era una foto vera.
<<questo vi ha mostrato?>> chiese Mulder <<abilità superumane?>>
<<in abbondanza!>> confermò Byers <<ha detto di essere una specie di umano evoluto, di essere nato con molte capacità che lo rendono simile a un supereroe!>>
<<quante capacità?>> chiese Mulder.
<<parecchie!>> rispose Langly <<perlopiù ha giocato alla Torcia Umana, ma può fare molto altro! Diventare invisibile, leggere nel pensiero, può perfino volare!>>
Dopo una breve pausa Mulder chiese <<non è che ha lasciato qualche traccia? Un'impronta digitale magari?>>
Come risposta Frohike prese con i guanti un altro numero del loro giornale e lo mostrò <<ha toccato questo! Ha detto di essersi interessato così a noi, è venuto e l'ha dimenticato qui!>>
<<ho già estratto le sue impronte!>> disse Langly armeggiando con la sua tastiera <<te le sto mandando!>>
Mulder ricevette tutte i dati, e si ritenne soddisfatto <<perfetto, ragazzi! Mi siete stati utilissimi! Vi richiamerò appena potrò, e auguri per le vendite!>>
Dopo i saluti chiusero la comunicazione, e lui continuò a lavorare su quello che aveva ricevuto.
<<hai le impronte digitali di quell'individuo?>> chiese speranzoso Peter.
<<e ho già inserito le tue!>> confermò Mulder <<le sto per confrontare! Quel tipo può anche somigliarti e essersi truccato bene, ma neanche se fosse un mutaforma potrebbe diventare uguale a te fino a questo punto!>>
<<scusate se vi interrompo!>> intervenne Scully <<langly ha detto qualcosa che non mi quadra!>>
<<e cioè?>> chiese distrattamente Mulder.
<<quell'individuo ha dimostrato molte abilità, giusto?>> osservò Scully <<ma la ricerca di Suresh dice che si può averne una sola!>>
Mulder smise per un attimo di battere, Peter guardò perplesso Scully <<se la teoria del furto di cervelli è giusta, l'unico modo per acquisire più di un potere dovrebbe essere uccidere, giusto?>>
<<bella teoria! Mi hai inchiodato!>> ironizzò Mulder <<ma ti ricordo che il ladro di cervelli è Gabriel Gray, e sappiamo per certo che non è lui questo individuo! E comunque come facciamo a sapere che quello è l'unico modo per acquisire poteri?>>
Scully si dichiarò sconfitta, Mulder tornò a lavorare sulle impronte.
E non riuscì a commentare quello che ne venne fuori, la voce gli si strozzò in gola.
<<allora?>> chiese Peter ansioso <<cos'hai scoperto!?>>
Dopo una breve pausa Mulder rispose <<tutte le impronte coincidono perfettamente, le tue con quelle che mi ha mandato Langly!>>
<<cosa?>> chiese Peter senza fiato.
Mulder lo guardò in faccia <<sei stato tu ad andare da loro a Washington a fare quei giochi di prestigio!>> disse lentamente <<mentre eri qui a dormire sul divano!>>

PRIMATECH PAPER
ODESSA, TEXAS
22:30


Aspettando davanti all'uscita principale il dirigente della divisione pulì un altro po' i suoi occhiali di corno mentre aspettava.
<<begli occhiali!>> sentì commentare <<non dovrebbe mai smettere di portarli!>>
Peter si mostrò il più freddo e rigido possibile quando il padre adottivo di sua nipote si voltò a guardarlo con sorpresa.
<<È stato lei a chiamarmi, vero?>> chiese l'uomo con tono sospettoso.
Quell'individuo non lo convinceva, era comparso quasi dal nulla. E non gli piacevano i suoi modi da controspionaggio.
<<sono stato io!>> rispose Peter <<le devo parlare, è molto importante!>>
<<e cosa può volere da me?>> chiese lui in falso tono incuriosito.
<<tanto per cominciare la smetta di fare l'ingenuo!>> lo ammonì Peter in tono duro <<io so tutto di lei!>>
L'uomo si prese un attimo prima di rispondere <<tutto cosa?>>
<<so che lavoro fa! So con quali persone ha a che fare! So come tratta con loro! So tutto quello che lei si impegna tanto a nascondere!>> disse Peter con una voce implacabile <<compresa Claire!>>
Anche senza telepatia Peter sapeva benissimo cosa passava per la testa dell'uomo, anche se lui usò la voce più tranquilla del mondo quando rispose <<cosa sa su di lei, esattamente?>>
<<tutto quello che c'è da sapere!>> rispose Peter <<so anche quello che le aspetta se lei non mi ascolta!>>
<<mi sta minacciando?>> chiese l'occhialuto.
<<la sto avvertendo!>> ribattè Peter <<può non crederci ma io sto cercando di aiutare Claire! Un domani lei potrebbe riuscire a salvarle la vita se adesso mi sta a sentire!>>
<<va bene, starò a sentire!>> disse lui.
<<sua figlia non è così intoccabile come crede!>> disse Peter <<esiste un modo preciso e sicuro per ucciderla, e c'è qualcuno che non vede l'ora di farlo!>>
<<continui!>> disse impaziente l'uomo.
<<si chiama Gabriel Gray!>> spiegò Peter <<e punta a Claire perchè vuole la sua utilissima abilità!>>
Mentre l'uomo davanti a sé cominciava visibilmente a perdere i suoi ultimi residui di calma, Peter andò avanti <<ci creda o no, ha trovato il modo per rubare i poteri di altre persone uccidendole! Lo ha già fatto, e progetta di diventare invincibile!>>
<<da come parla sembra che invece al momento sia ancora piuttosto inerme!>> disse lentamente l'uomo dagli occhiali di corno <<e se sa tante cose di lui, perchè non va ad eliminarlo personalmente?>>
<<mi creda, niente al mondo mi farebbe più piacere!>> masticò Peter <<se solo non fosse scomparso!>>
L'uomo non disse niente, Peter continuò <<se mi sono rivolto a lei è perchè lei ha molti più mezzi di me per rintracciare qualcuno! Le sto offrendo su un piatto d'argento un pericoloso assassino nonché uno straordinario soggetto da studiare!>>
<<e perchè lo farebbe?>> chiese lui <<perchè si impegna tanto per fermare questo assassino? Non mi dica che è solo per Claire!>>
Pausa <<in effetti no!>> ammise Peter <<ma anch'io come lei voglio proteggere un mio familiare da lui!>>
<<lei la sa un po' troppo lunga a mio parere!>> lo sfidò l'occhialuto <<come fa a sapere tutte queste cose?>>
<<lei conosce Isaac Mendez?>> chiese Peter <<È un pittore con un'ottima abilità! Quando è fatto di eroina riesce a dipingere eventi futuri!>>
<<interessante!>> rispose lui <<forse andrò ad ammirare il suo lavoro!>>
Quest'ultima frase non arrivò all'orecchio di Peter, perse anche per un attimo concentrazione. Smise di usare la telepatia per offuscare la propria immagine nella mente del suo interlocutore, perchè la testa gli stava facendo male.
<<cosa c'è?>> chiese l'uomo dagli occhiali di corno mentre il tipo davanti a lui cominciava a chinarsi tenendosi la tempia <<si sente male?>>
Peter non riuscì a rispondere mentre le sue viscere cominciavano a bruciare. Crollò subito in ginocchio per terra per il malessere. Non aveva mai provato niente di simile, era come se un miliardo di vermi avessero organizzato un rally dentro di lui.
L'uomo si avvicinò insicuro, e il suo cuore si fermò quando Peter alzò la testa per guardarlo.
L'uomo dagli occhiali di corno era inorridito nel vedere quegli occhi completamente neri. Le pupille, le iridi e tutto il resto erano sparite, le orbite sembravano piene solamente di pece.
Lui indietreggiò, quasi cadde all'indietro, poi riuscì a ricomporsi e fuggì di corsa dentro l'edificio chiuso della Primatech dove entrò in tutta fretta, lasciandolo solo.
Una volta al sicuro si calmò e ponderò la situazione.
Il suo alleato fumatore l'aveva avvertito che l'infezione non era un bello spettacolo a vedersi, e in ogni caso bisognava essere pronti. Lui non lo era.
Si sentiva sporco. Quell'individuo era venuto da lui per aiutare sua figlia e quando serviva aiuto a lui, era riuscito a scappare e basta. Anche se non avrebbe potuto fare niente per lui, anzi, toccandolo sarebbe sicuramente stato contagiato.
Gli venne in mente che quel tipo non aveva detto niente di se. Né come si chiamasse, né da dove venisse, a pensarci bene... non aveva nemmeno visto bene la sua faccia.
Comunque c'erano sempre le telecamere esterne, quelle lo avevano ripreso di sicuro. L'indomani avrebbe consegnato le registrazioni al suo alleato, lui sarebbe risalito a quel tipo e Krycek l'avrebbe abbattuto.
Quel pensiero lo ripugnava: avrebbe fatto uccidere chi l'aveva messo in guardia sull'omicidio di Claire. Ma era la soluzione giusta, il virus doveva essere fermato.
Nello stesso momento, fuori dall'edificio, Peter arrancava sulla strada, cercando qualunque cosa potesse dargli qualunque aiuto, anche fosse un modo per suicidarsi e porre fine a tutto.
Dopo che ebbe percorso parecchia distanza quasi strisciando, e ormai era molto distante dalla Primatech, si accasciò a terra del tutto.
Sentiva la testa che gli esplodeva, sentiva quella cosa che cercava di penetrargli nel cervello, come se volesse demolirglielo dall'interno.
Cercò di rimettersi in piedi, ma riuscì solo a reggersi sulle sue mani e a sollevare la testa di pochi centimetri dall'asfalto.
Poi gli sembrò di sputare fuori uno dei suoi organi interni, come lo stomaco o un emisfero cerebrale. E invece quello che distinse sotto di lui era una macchia nera.
Avrebbe voluto vederla meglio, ma la sua vista fu offuscata da un conato di vomito. E non solo dalla bocca.
Dagli occhi, dal naso, dalle orecchie, da qualunque uscita possibile della sua faccia stava colando liquido nero in abbondanza.
Peter non si chiese più cosa gli stesse succedendo, si concentrò con tutte le sue forze per spingere fuori di sé quella schifezza.
Dopo una tortura interminabile sentì che sgocciolavano fuori gli ultimi residui di quella roba, mentre la sua mente gradualmente riprendeva lucidità.
Si rialzò sulle sue ginocchia mentre si toccava le tempie che ancora gli pulsavano. Il suo cervello sembrava essere tornato suo e la rigenerazione stava facendo il resto. In breve tempo tornò a sentirsi bene.
Guardò l'enorme pozzanghera nera che aveva vomitato sulla strada e fu inorridito dal pensiero che quella roba gli era stata dentro poco prima.
“Ma come c'è finita? Impossibile a dirsi, ho toccato molta gente negli ultimi giorni, chiunque avrebbe potuto iniettarmela!” pensava “E soprattutto, che cazzo è!?”
Peter rimase ancora più esterrefatto quando vide la sostanza che cominciava a strisciare via.
Quella cosa era viva, senza alcun dubbio. E dopo aver fallito il tentativo di assoggettare Peter ora tentava di scappare.
Ma lui non era d'accordo, quindi gli bastò una concentrazione minima per fermarla, staccarla da terra e farla volare davanti a sé.
Dopo averlo compresso in una bolla telecinetica, Peter esaminò bene il liquido senza toccarlo.
Non era certo qualcosa a cui potesse leggere il pensiero, ma in qualche modo riusciva comunque a capire il suo modo di ragionare.
Era come se fosse programmato, un organismo creato artificialmente e addestrato per uno scopo ben preciso.
Peter ne era sicuro, quello era un virus.
Un virus senziente, che aveva cercato di prendere il controllo della sua testa. Ma per conto di chi?
L'unica cosa certa era che non aveva niente di umano.
Dovette concentrare al massimo il potere della comprensione che aveva preso a Sylar per capire qualcosa di quella sostanza. Per capire la sua composizione e il suo effetto radioattivo.
E giunse alla conclusione che quelle radiazioni le poteva manipolare.
Era chiaro, lui poteva emettere qualunque tipo di radiazione; aveva solo dovuto uccidere milioni di persone per imparare a controllare questo potere.
Ma adesso forse poteva tornargli utile, se fosse riuscito a contrastare quelle che aveva davanti forse avrebbe potuto...

QUARTIER GENERALE FBI
UFFICIO DEL VICEDIRETTORE SKINNER


<<agente Scully, mi spiega perchè è venuta da sola?>> Skinner era più incuriosito che irritato nel chiederlo.
<<beh, diciamo che l'agente Mulder è molto preso nel suo nuovo caso!>> rispose Scully <<visto che rientrare non era un ordine tassativo ha preferito rimanere a New York, dove aspetta il mio ritorno!>>
<<un gran peccato per entrambi!>> commentò Skinner <<lui l'ha scomodata per qualcosa che sarebbe stato felice di fare personalmente!>>
<<di cosa parla?>> Scully non capiva.
<<di questo!>> Skinner le mostrò una busta aperta <<spero che non vi offendiate se l'ho controllato per primo, ma è arrivato direttamente nel mio ufficio! Comunque sono convinto che sia indirizzato a Mulder!>> continuò estraendone un cd.
Scully guardò perplessa quel disco, senza etichetta o segni di riconoscimento, poi chiese <<non ha idea di chi possa averlo mandato?>>
<<sopra non c'è niente, neanche un'impronta digitale!>> rispose Skinner <<e considerando il contenuto, sono veramente a corto di idee sul mittente!>>
Poco dopo Scully era nell'ufficio degli X-files, a lavorare sul disco.
Conteneva un unico file, anche di scarse dimensioni.
Ma quando lo vide quasi cadde indietro sulla sedia.
Aveva pensato di mandarlo a Mulder per e-mail, ma non poteva correre rischi. Le e-mail potevano essere intercettate e lui doveva assolutamente riceverlo.
Prima di rendersene conto Scully era di nuovo in viaggio per New York.
Nella sua mente non aveva altro che quello che aveva visto. Il pensiero la confondeva e la spaventava. Quasi quasi voleva sentire la relativa teoria di Mulder solo per rilassarsi un po'.
Lo chiamò al cellulare per avvertirlo di aspettarla a casa di Peter, e nonostante fosse notte tarda fu troppo presto per lei quando alla fine ci arrivò.
Quando le fu aperta la porta si trovò davanti un Mulder e un Peter di una tranquillità innaturale, se Scully poi pensava alla sua agitazione le sembrava di essere in un film horror di serie B.
Non diede molti saluti o spiegazioni, si limitò a porgere il cd a Mulder e a buttarsi sul divano. Solo ora cominciava a sentire la stanchezza del viaggio, e si rese conto che questo viavai Washington-New York cominciava a stufarla.
Mulder inserì il disco nel computer e lo esaminò. L'unica cosa che conteneva era un filmato, senza audio. Lui e Peter guardarono perplessi.
Furono venti secondi che a Peter parvero venti secoli, tanto durò il filmato.
Era una telecamera di sorveglianza orientata su una strada. Si distingueva nitidamente Peter che cadeva in ginocchio sulla strada e che alzava la testa mostrando degli occhi completamente neri. Poi crollava a terra e strisciava via a quattro zampe fuori dall'inquadratura.
Mulder guardò Peter con la sua solita espressione imperturbabile.
<<complimenti, sembri in forma dopo essere stato infettato da un virus alieno!>> ironizzò.
<<cosa!?>> Peter non ci capiva più niente <<quello non sono io!>>
<<certo che no, so che è quello che si finge te!>> rispose Mulder <<anche se ora non dovrebbe più esserti così simile!>>
<<hai detto che era un virus?>> chiese Peter, Mulder annuì calmo <<un virus alieno, si!
Prende possesso della gente, può controllarne la mente o se preferisce usarla come incubatrice per creare degli esseri extraterrestri che poi ti esplodono fuori! C'è un'intera razza che sta progettando di colonizzare il pianeta con quel virus, infettando il genere umano e sostituendolo con questi nuovi alieni!>>
<<un'invasione?>> nonostante tutta l'esperienza che stava vivendo Peter non riusciva a crederci del tutto <<verremo tutti sterminati da un virus?>>
<<non so che effetto abbia sugli esseri evoluti come quell'individuo!>> disse Mulder pensando al filmato <<ma so che non c'è cura una volta infettati! Si finisce sotto il diretto controllo degli alieni, oppure si scopre cos'ha provato quel tipo nel primo Alien! Da anni e anni c'è una cospirazione per tenere segreto tutto questo, fatta da un gruppo di anziani che cercavano di salvarsi il culo dalla colonizzazione!>>
Mulder vide che era riuscito a convincere Peter, perchè era chiaramente spaventato <<a quanto pare alla fine tutto fa capo a questa storia!>>
<<stai dicendo che potrebbe essere tutto inutile?>> intervenne Scully <<se questi alieni infettano questi uomini che possiedono abilità speciali, forse possono acquisirle! In questo caso non c'è più niente che riuscirebbe a fermarli!>>
<<forse no!>> ammise Mulder <<dovremmo avere dalla nostra qualcuno che abbia un potere assolutamente illimitato!>>
Mulder si interruppe per reagire all'istante quando la porta di casa si aprì. Prese all'istante la pistola e sparò due proiettili, entrambi si fermarono a mezz'aria.
Lui corse fuori di casa e urlò <<fermo!>> nel corridoio vuoto, poi sparò ancora.
Quasi tutti i proiettili caddero a terra dopo neanche due metri, ma uno continuò per la sua strada fino al muro opposto.
Ma Mulder non seguì la sua traiettoria, al momento preferiva guardare Peter, che era comparso dal nulla davanti a lui e lo guardava in cagnesco <<mi hai fatto male!>>
Mulder si avvicinò lentamente, mentre teneva la pistola puntata <<va bene, cerchiamo di intenderci!>> disse mentre gli guardava la spalla ferita dal proiettile mentre guariva <<io non voglio farti niente, che ne dici di una chiacchierata?>>
La pistola saltò via dalla sua mano, mentre quelle dell'individuo davanti a lui si infuocavano <<lo farei volentieri, ma ho l'agenda piena di impegni!>> e sparò sul pavimento una barriera di fuoco che bloccò l'agente.
L'individuo corse a grande velocità verso l'uscita del palazzo, spalancò le porte con un pensiero e si inoltrò nella deserta strada notturna.
Si fermò solo un attimo a guardarsi intorno, per uno strano presentimento. bastò quell'attimo per farlo realizzare.
Krycek prese la mira perfettamente, lo pugnalò al punto esatto della base del collo, colpendolo da dietro con l'ago. Lui cadde a faccia in avanti.
Non si mosse minimamente, Krycek si avvicinò per vedere se l'aveva ucciso davvero. Se era così doveva tenersi pronto ad allontanarsi.
Invece balzò indietro quando il braccio si mosse di scatto.
L'individuo si rialzò in piedi <<figlio di puttana!>> imprecò mentre si staccava il punteruolo da dietro il collo <<dimmi che diavolo di problema hai!>> disse con enorme rabbia tenendo l'arma in mano e poi buttandola via.
Krycek era atterrito, un po' per il modo con cui quel tipo lo guardava, un po' per la visione del buco che gli aveva fatto che si rigenerava e spariva.
“Eh no, cazzo!” pensava “Questo non era previsto! Nessuno mi ha detto niente del genere!”
E lo pensò ancora di più quando vide Mulder avvicinarsi alla porta del palazzo da cui il suo bersaglio era appena uscito.
Le gambe di Krycek si mossero automaticamente. Prese a correre, a correre più veloce di quanto pensava potesse fare.
Tutto questo era veramente troppo per lui. Neanche il recupero di entrambe le braccia e le gambe poteva valere tanto. Era pronto a tutto tranne che a Mulder.
E se quel vecchio bastardo dai polmoni marci si fosse arrabbiato avrebbe risposto che doveva avvertirlo meglio. Non poteva affrontare disarmato Mulder, per lui ogni occasione di accoppare Krycek era un invito a nozze.
Così lui correva. Scappava dalla missione che era diventata troppo pericolosa. Perchè era ora di scappare quando non riuscivi più a uccidere i tuoi bersagli neanche nell'unico modo possibile.
Per sua fortuna era riuscito a non farsi vedere in faccia da Mulder, che uscendo in strada stava fissando il falso Peter mentre Peter e Scully lo seguivano dietro.
Peter guardava quell'individuo perfettamente identico a lui, mentre nella sua mente vorticavano le idee più impensabili. Non capiva come potesse essere così uguale a lui, perfino nelle impronte. Ma le prime parole che gli uscirono dalla bocca furono <<che cazzo vuoi tu da me!?>>
Quello lo guardava con leggero rancore <<l'unica cosa che volevo era che rimanessi a dormire!>> disse dopo un attimo di silenzio <<la questione poteva finire in fretta, ma tu dovevi per forza complicare tutto, vero?>>
<<tu mi hai rubato tutto! La faccia, l'identità, la famiglia, tutta la vita! Voglio sapere perchè!>> disse Peter.
<<io non ho rubato niente!>> ringhiò lui <<tutto quello che hai è tanto tuo quanto mio! E se mi serve io me lo prendo!>>
<<credo di capire cosa intendi!>> disse lentamente Mulder.
<<davvero?>> chiese lui in tono ironico <<sono contento che in questa storia ci sia qualcuno dotato di un cervello funzionante!>>
<<e non ti sembra strano che io sia arrivato alla conclusione giusta, vista la sua assurdità?>> chiese Mulder.
<<non molto!>> disse lui <<mi ricordo bene di quella volta che Nathan mi ha parlato dello Spettrale Mulder! Situazioni come questa per te sono solo ordinaria amministrazione, dico bene?>>
<<È un lavoro come un altro!>> commentò Mulder <<ma una cosa del genere non mi era ancora capitata!>>
<<davvero?>> chiese una voce incuriosita <<lei non ha mai incontrato un travestimento fatto bene?>>
Tutti si voltarono per vedere Nathan che si camminava verso di loro, nella strada deserta <<lo ammetto, è un situazione strana!>> commentò mentre guardava i due Peter davanti a sé.
<<ci credi ora?>> chiese Peter speranzoso <<quel tipo si finge me!>>
<<non proprio!>> ribattè Mulder <<non è così semplice...>>
<<mi scusi, agente Mulder!>> intervenne Nathan <<se mi permette a me sembra semplicissimo! Ci sono due Peter, uno è quello vero e l'altro no! Perchè non lascia riconoscere a me qual è il nostro uomo tra i due!>>
Mulder non rispose, Nathan si avvicinò lentamente a Peter <<avrei dovuto darti ascolto fin dall'inizio!>>
<<quindi mi riconosci?>> chiese Peter <<io non sono quell'individuo con cui sei stato quel giorno!>>
<<in effetti ci ho ripensato su, e mi sono reso conto che c'era davvero qualcosa che non andava!>> ammise Nathan, che era vicinissimo a Peter <<ma non volevo ammettere di essermi fatto ingannare!>>
<<ora vuoi aiutarmi?>> chiese Peter guardando il suo impostore, che sembrava offeso dai loro discorsi <<quel tipo è pericoloso! Non ho ancora capito cosa voglia, ma non dobbiamo permettergli di farsi passare per me!>>
<<non dubitarne!>> rispose Nathan <<so già cosa...>>
Nathan non finì la frase, smise di muoversi e crollò al suolo con la faccia in avanti, mostrando il punteruolo di Krycek conficcato dietro il collo. Mulder lo aveva ucciso pugnalandolo con quello.
Per i primi momenti Peter non concepì l'idea, ma poi cominciò a urlare. Urlò forte, cercò di andare da suo fratello per vedere se ci fossero ancora speranze, ma Mulder lo prese da dietro e lo trascinò via dal cadavere.
Comunque non c'era nessuno a fermare il falso Peter, che si buttò subito sul cadavere scuotendolo e urlando il nome di Nathan.
<<nathan!>> gridava Peter mentre ancora cercava di sfuggire a Mulder <<non può essere vero! NATHAN!!>>
<<quello non è Nathan!>> ribattè Mulder mentre ancora lo tirava indietro <<nathan non mi avrebbe mai trattato con quella gentilezza! Allontanati subito da lui!>> gridò al Peter che era ancora chino su di lui.
Ma troppo tardi, il cadavere aveva già cominciato a liquefarsi in una ripugnante poltiglia verde. L'individuo era troppo stupito per spostarsi, quindi venne preso in piena faccia dal gas tossico che il liquido emise. Cadde a terra gemendo e tenendosi la faccia con le mani.
<<era un Cacciatore alieno!>> spiegò Mulder allo stupefatto Peter <<un faccendiere dei Colonizzatori! Quei bastardi sono mutaforma, irriconoscibili! Quello è l'unico modo per eliminarli, e allora diventano quella sostanza acida!>>
<<acida?>> esalò Peter guardando al tipo davanti a lui piegato in due per terra <<sta morendo?>>
<<io non credo!>> rispose Mulder <<stiamo a vedere!>>
E videro. Videro l'individuo che smetteva di urlare e contorcersi, si alzava da terra ancora a testa china e si voltava a guardare loro.
Fu una visione incredibile, anche dopo tutto quello a cui Peter aveva appena assistito.
Ogni piaga o bruciatura che l'acido aveva provocato su quel viso stava sparendo, fino a mostrarlo com'era davvero.
La cosa incredibile non era il fatto che quell'individuo si fosse rigenerato, con tutte le sue capacità era più che prevedibile; il fatto era che la sua faccia non era cambiata. L'acido avrebbe distrutto un'eventuale maschera, invece lui manteneva la sua faccia tale e quale a quella di Peter, o quasi.
Adesso il suo viso era sfigurato da una lunghissima e profonda cicatrice, che partiva dalla fronte e finiva sulla guancia. Per il resto era sempre uguale a lui, e lo guardava ancora con rancore.
In quel momento Peter svenne letteralmente addosso a Mulder, lui commentò <<bei giochetti si possono fare con la telepatia!>> poi si rivolse a Scully <<ti dispiacerebbe riportare il Peter più giovane a casa sua? Io devo scambiare due parole con il suo alter ego futuro, qui!>>
Scully aveva sentito ma non ci credeva. Suonava come una delle solite teorie assurde di Mulder, ma l'aveva detto con troppa convinzione. Guardò entrambi i Peter che aveva davanti, poi si avvicinò.
<<non serve!>> commentò Peter futuro, e posò la mano sulla fronte della sua controparte presente, che poi fu sollevata da terra e finì in casa sua attraverso la finestra che si aprì da sola. Scully non disse niente e si limitò a tornare verso l'appartamento, lasciando Mulder solo con lui.
<<com'è il viaggio nel tempo?>> chiese Mulder <<no, perchè io ho raggiunto tante volte le 88 miglia orarie, ma non mi è mai riuscito!>>
<<È complicato!>> rispose Peter <<se non ti concentri al massimo puoi anche finire da qualche parte nel cretaceo o nel medioevo! Io sono fortunato ad essere arrivato nel periodo giusto!>>
<<quindi è anche questo un potere?>> chiese Mulder <<peccato, speravo che nel futuro avessero davvero inventato la macchina del tempo!>>
<<purtroppo il Dottore doveva mandare il TARDIS a fare il tagliando!>> disse Peter <<come hai capito che vengo dal futuro?>>
<<tanto per cominciare, fin da quando ho scoperto delle impronte ho cominciato a pensare che tu e Peter foste la stessa persona!>> disse Mulder <<e a rafforzare l'ipotesi c'era il fatto che Nathan non vi ha saputi distinguere!
L'idea dell'amnesia o della doppia personalità non reggeva, voi eravate chiaramente due individui distinti, ma uguali! Il fatto che tu abbia cercato con entusiasmo tuo fratello fa pensare che tu non lo veda da tanto tempo! E se nel tuo tempo è morto, può essere un ottimo motivo per tornare indietro e cercare di impedirlo!
Per questo Peter ha sognato le tue esperienze passate, per lui future! Nessuno è connesso come due versioni della stessa persona! Inoltre ha detto di aver visto che ti eri solo truccato, quindi la tua vera faccia doveva essere quasi identica alla sua! L'acido ha confermato che avevi solo un po' di cerone a mascherarti!>>
<<e hai capito tutto da solo?>> chiese Peter, davvero impressionato <<d'accordo, Mulder! Facciamo la chiacchierata che volevi!>>
<<parlami di Gabriel Gray!>> iniziò subito Mulder.
<<È un serial killer, si fa chiamare Sylar!>> rispose Peter <<dà la caccia ai superumani, e quando li trova li uccide e prende il cervello...>>
<<...per acquisire i loro poteri!>> completò Mulder.
<<punta molto in alto!>> spiegò Peter <<nel mio tempo ha già ammazzato fin troppa gente per le loro abilità!>>
<<compreso Nathan?>> azzardò Mulder <<È per questo che sei venuto qui? Per farlo fuori prima che lui possa prendere il potere di tuo fratello?>>
<<come sai che ha un potere?>> chiese Peter, Mulder rispose <<intuito!>>
<<può volare!>> ammise Peter <<È stato il primo potere che io abbia assimilato, è uno dei miei preferiti!>>
<<quindi è vero, anche tu acquisisci poteri!>> osservò Mulder.
<<si, ma non ho mai ucciso nessuno per farlo!>> rispose Peter <<sylar invece lo fa con vero piacere! Quel figlio di puttana è convinto di seguire la selezione naturale e di meritare solo lui questi poteri! Volevo tornare ancora più indietro, prima del suo primo omicidio, ma non controllo bene il viaggio nel tempo! Non ho saputo fare di più, e lui si è già preso la sua adorata telecinesi!
E ora che ha cominciato non smetterà più! Continuerà a cercare abilità su abilità, e ognuna sarà un cadavere! Non so a quanti fosse arrivato quando...>>
<<...quando l'hai ucciso!>> completò Mulder.
Silenzio. Peter guardò a lungo Mulder, poi commentò <<È stato un combattimento entusiasmante, il migliore della mia vita! Ma non me lo sono goduto!
L'unica cosa che avevo in mente era spedire all'inferno quel pezzo di merda! E l'ho fatto nello stesso modo che usava lui! Era l'unico possibile! E non puoi immaginare il piacere e la goduria con cui l'ho fatto!>>
<<forse posso!>> rispose Mulder <<visto che sei anche tornato indietro nel tempo per ucciderlo di nuovo!>>
<<una volta ho ucciso milioni di persone innocenti, agente Mulder!>> disse Peter con la voce di chi ha un ramarro in gola <<pensi che me ne freghi qualcosa di fare fuori un colpevole?>>
<<soprattutto se in questo modo puoi impedirgli di ammazzare delle persone!>>
<<esatto!>> confermò Peter <<eliminandolo forse avrei creato un paradosso o qualcosa del genere, ma non m'importa dei rischi! Sono disposto anche a sparire dall'esistenza se serve a salvare Nathan e gli altri!>>
<<parlami dei Pistoleri Solitari!>> disse Mulder <<che rischi eri disposto a far correre a loro?>>
<<nessuno, te lo giuro!>> disse Peter sinceramente <<quando ho visto il loro giornaletto ho pensato che sarebbero stati entusiasti di pubblicare qualche articolo su eroi con superpoteri! La maggior parte della gente li avrebbe ignorati come sempre, ma Sylar si sarebbe fiondato subito su una simile occasione, e io lo avrei accolto con gioia! Non ho mai voluto far correre rischi a Langly, Byers e Frohike! Sono brave persone, anche se dei paranoici esaltati! Mi piacciono gli idealisti come loro!>>
<<ma la tua piccola trappola non ha funzionato!>> disse Mulder <<sylar ha sentito puzza di bruciato ed è sparito, giusto?>>
<<sono andato a cercare aiuto per ritrovarlo!>> disse Peter <<ed è lì che...>>
<<...che sei stato infettato da quel virus!>> ancora una volta fu Mulder a finire la frase. Peter cominciava a scocciarsi.
Mulder si avvicinò al cadavere ormai dissolto, frugò tra i resti corrosi dei vestiti ed estrasse una provetta piena di liquido nero <<quando il virus non ha funzionato su di te questi alieni hanno pensato bene di prendersela con la tua controparte più giovane e più indifesa, che non ha ancora nessun superpotere per resistere!>>
<<se gli umani avanzati come me sono preziosi per loro, allora il mio potere è di valore inestimabile!>> osservò Peter.
<<spiegami esattamente che potere è!>> disse Mulder mentre intascava la provetta.
<<io lo chiamo mimica empatica!>> disse Peter <<mi permette di collegarmi a ogni superumano che incontro con l'empatia, e di riallineare il mio DNA per replicare ogni alterazione nel suo!>>
<<in altre parole assorbi tutti i superpoteri di chiunque incontri!>> azzardò Mulder.
I due si guardarono in silenzio per un attimo.
<<lo sai che questo in pratica ti rende l'essere più potente dell'universo?>> chiese Mulder <<neanche nei fumetti Marvel hanno osato pensare a nessuno che raggiunga tanto potere!>>
<<mi sa di si!>> disse Peter <<e forse so cosa stai pensando!>>
<<ma spiegami una cosa!>> disse Mulder <<se Peter presente ha lo stesso potere, perchè sei venuto a casa sua? Incontrarvi e assorbirvi i poteri a vicenda non provocherebbe un qualche paradosso temporale?>>
<<ci ho pensato!>> disse Peter <<per questo prima di venire da lui ho preso il potere di un tipo che conosco, un haitiano di cui non so neanche il nome! Con quello posso inibire qualunque abilità e anche cancellare la memoria! Ho fatto entrambe le cose con il mio alter ego!>>
<<cosa gli hai fatto dimenticare?>> chiese Mulder.
<<solo quello che riguarda me, Sylar e i superpoteri!>> rispose Peter <<di te e degli alieni si ricorda ancora perfettamente!
Lui deve ancora percorrere la sua strada e scoprire le sue capacità, e chissà!>> Peter sospirò <<se ha fortuna potrebbe anche riuscire a non diventare me!>>
<<e vuoi che continui a conoscermi?>> chiese Mulder un po' lusingato.
<<credo che sarà molto utile e interessante!>> disse Peter <<e poi non capita tutti i giorni di ricevere una seconda possibilità per la propria vita!>>
<<e tu?>> chiese Mulder <<tu cosa pensi di fare di quella che hai?>>
Peter sospirò <<io non ho più niente, Mulder! Il mio tempo è uno schifo, tutti i miei parenti e affetti sono morti, e convivo da anni con il senso di colpa di avere distrutto una città per aver perso il controllo dei miei poteri!
Quando prima ero nascosto in casa, l'unica casa che ho perchè l'ho rubata a me stesso, ho sentito tutto, compreso il bisogno di qualcuno per respingere questi alieni!
Per me non c'è più posto in questo mondo! Tu sai di Sylar e sei abbastanza intelligente da prenderlo, non servo neanche più a quello! Io posso anche eliminare il virus, sarei felice con questa ultima occasione di salvare il mondo!>>
Mulder non fece in tempo a dire o fare niente che Peter si alzò da terra e volò via.
<<È stato un piacere conoscerti!>> gli disse dall'alto <<pensa tu ha tenermi d'occhio! Ne ho tanto bisogno!>>
Mulder non trovò risposta, mentre guardava Peter che volava più in alto, sempre più in alto, fino a sparire tra le stelle del cielo notturno.
Rimase a guardare il cielo per quasi altri dieci minuti. Si scoprì a pensare solo alle stelle, ultimamente gli capitava spesso.
Ma a distoglierlo ci pensò lo squillo del suo cellulare.
Era ancora un po' distratto quando rispose <<pronto?>>
<<salve, agente Mulder!>>
<<ah, giusto lei!>> digrignò Mulder <<mi chiedevo quanto ancora ci avrebbe messo a saltare fuori!>>
<<non ho voglia di litigare, tanto meno al telefono! Preferisco parlarle di persona!>>
<<cos'è, un appuntamento?>> chiese Mulder.
<<lei è a New York, giusto? Io la aspetto a Central park!>>

CENTRAL PARK
NEW YORK


Per Mulder non fu difficile trovarlo, era seduto su una panchina ai margini del parco. Quindi arrivò da dietro e si sedette anche lui.
<<si è mai seduto qui a ammirare la pace notturna di questo posto?>> chiese l'altro togliendosi la sigaretta di bocca <<È rilassante in modo quasi innaturale!>>
<<È vero, si riesce perfino a ignorare lo schifo che lasciano i turisti!>> ammise Mulder <<un bel posto appartato!>>
<<se volessimo ucciderci nessuno lo scoprirebbe mai!>> disse l'uomo che fumava <<ma non è più necessario, dico bene?>>
<<per quanto la riguarda niente è più necessario!>> confermò Mulder <<È finita!>>
<<lo sa, ho sempre voluto evitare in ogni modo la possibilità di liberarci di lei!>> disse l'altro <<ma non sono mai riuscito a eliminarla del tutto!>>
<<commovente!>> commentò Mulder <<dovrei sentirmi lusingato?>>
<<a quanto pare ho fatto bene! Lei è riuscito dove io ho sempre fallito!>> disse il fumatore <<ha definitivamente scongiurato la colonizzazione!>>
<<non mi prenda in giro!>> lo incitò Mulder <<io ho sempre saputo che c'era un modo, e non ho mai voluto altro che il bene del pianeta! Lei si è arreso fin dall'inizio, si è sempre accontentato solo di salvare il culo a lei e a pochi altri! E se adesso ha deciso di voler respingere del tutto quegli alieni è solo perchè li odia quanto me!>>
<<un idealismo ammirevole!>> disse l'uomo che fumava <<ma è innegabile che io abbia fatto del mio meglio per prepararmi al futuro!>>
<<certo, eliminare tutti gli infetti è un ottimo modo per debellare un virus!>> ironizzò Mulder, e quando l'altro chiese <<ne conosce uno migliore?>> lui rispose <<forse no, ma mi disgusta pensare a quanta gente lei abbia fatto uccidere con questo!>> e prese dalla sua tasca il punteruolo.
<<se vuole può anche tenerlo!>> disse l'uomo che fumava <<a me di certo non serve più, e un giorno i Colonizzatori potrebbero tornare per vendicarsi di lei!>>
<<sarà difficile, visto chi gli è andato contro!>> rispose Mulder <<il meglio che potranno fare contro di lui è distruggersi a vicenda!>>
<<comunque lui non tornerà, vero?>> chiese il fumatore.
<<credo di no!>> disse Mulder <<ma non è un problema! E credo che per lui sia meglio così!>>
<<insomma, è davvero finita!>> commentò l'uomo che fumava <<lo sa, se lei avesse perso la sua crociata ne avrei goduto! Mi sarei fatto quattro risate!>>
<<direi che può farsele comunque!>> masticò Mulder <<non sono ancora riuscito a trovare Samantha!>>
<<non si disturbi a odiarmi per questo!>> disse il fumatore <<io non posso fare niente al riguardo!>>
Dopodichè diede un poderoso colpo di tosse che gli fece sputare sangue. Mulder si alzò dalla panchina e se ne andò dicendo <<sarebbe ora di smettere, non pensa?>>
Appena uscito dal parco Mulder incrociò un uomo che si stava aggiustando i suoi occhiali di corno e teneva sottobraccio un pacco largo e piatto.
<<la sta aspettando!>> gli disse <<non credo che sappia di quello che lei mi ha mandato!>>
L'uomo rimase un attimo in silenzio <<lei è veramente intelligente, complimenti signor Mulder!>> commentò <<lui mi aveva avvertito che se c'era qualcuno che poteva scoprirci era lei!>>
<<e quindi, quando hanno cominciato a venirle scrupoli ha pensato bene di rivolgersi a me, dico bene?>> chiese Mulder.
<<quell'individuo ha cercato di aiutare me e mia figlia!>> disse l'occhialuto <<lo ammetto, anche se era pericoloso volevo dargli almeno una possibilità di vita!>>
<<ammirevole!>> commentò Mulder <<e non l'ha nemmeno visto bene in faccia, ho indovinato?>>
<<non ho idea di chi fosse!>> ammise lui <<e sinceramente non lo voglio sapere!>>
<<sono sicuro che prima o poi vi rincontrerete!>> disse Mulder, e se ne andò.

CASA DI PETER PETRELLI
9:30


Mentre guardava Scully addormentata sul divano, Mulder si rese conto che lui non aveva dormito tutta la notte.
A pensarci non ci sarebbe riuscito, la nottata era stata troppo strana.
Istintivamente sbadigliò un po', mentre anche Peter lo faceva uscendo dalla sua stanza da letto.
I due si guardarono <<agente Fox Mulder?>> Peter fu il primo a parlare, assonnato.
<<si, temo di chiamarmi così!>> disse Mulder <<ci facciamo un caffè?>>
Mentre erano seduti al tavolo della cucina Peter lo guardava in modo disorientato e un po' incuriosito.
<<credo di avere dei vuoti di memoria!>> disse Peter <<non ricordo gran parte degli ultimi giorni!>>
<<cose che capitano!>> rispose Mulder <<pensa a quello che sai!>>
<<so di essere venuto fino a Washington a cercare te!>> disse Peter <<ma non so assolutamente il motivo!>>
<<ormai non ha più importanza!>> disse Mulder <<non serve preoccuparsi di una questione chiusa! Forse te lo racconterò un'altra volta!>>
<<c'entravano qualcosa gli alieni, vero?>> azzardò Peter <<ho in testa l'immagine di te che ne uccidi uno con l'aspetto di Nathan, che poi si dissolve!>>
<<sono contento che te lo ricordi!>> disse Mulder <<sai la verità! Non ti metterai a chiamarmi lo Spettrale Mulder!>>
<<È una verità difficile da digerire!>> disse Peter, Mulder ribattè <<meglio se cominci a farci l'abitudine! Hai appena cominciato a scoprire il mondo per quello che è realmente! Ora sai di doverti preparare al futuro>>
<<non preoccuparti!>> commentò Scully entrando <<È anche un tipo apprezzabile quando non cerca di convincerti che il governo e l'FBI tramano ai tuoi danni!>>
<<scully, forse sarebbe ora di tornare al lavoro!>> intervenne Mulder tanto per farla stare zitta <<qui abbiamo finito, ti spiegherò tutto in viaggio!>>
Mentre Mulder usciva dalla cucina, Peter azzardò <<dovremmo tenerci in contatto, forse!>>
Mulder alzò le spalle <<perchè no?>> disse <<potrebbe essere interessante!>> e mentre usciva disse a Scully <<ti spiace guidare tu? Ho un po' di sonno arretrato!>>
Scully rimase un attimo sulla soglia a guardare lo stralunato Peter <<non farti troppe domande sul comportamento di Mulder! Lui è così e basta! Però anche se è strano è molto intelligente!>>
<<l'avevo capito!>> disse Peter <<ho la sensazione che averlo incontrato lascerà un segno nella mia vita!>>
<<considera anche una cosa!>> aggiunse Scully <<se non ti ha ancora massacrato con il suo sarcasmo vuol dire che gli interessa davvero legare con te!>>
<<forse è così!>> commentò Peter <<mi parlava come se io fossi importante!>>

Edited by Ace_87 - 29/4/2008, 08:24
 
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MILKA93
view post Posted on 28/4/2008, 22:00




mi piacciono le tue fanfiction,sono davvero carine
 
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view post Posted on 29/4/2008, 07:39
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Grazie, è un pò che ci lavoro. Le devo pubblicare in fretta, prima che lo facciano gli autori del telefilm.
Questa è la terza, per completare la triade dopo una Smallville/X-files e una X-files/Heroes logicamente tocca a una Heroes/Smallville. La pubblico in due parti visto che è un pò lunga.
Due dei supereroi più stupidi della storia che si incontrano. Potrei averli caratterizzati male ma spero di no.
Dopo di questa manca la storia finale, in cui convergono tutte e tre.
Commentatemi, ve lo chiedo per piacere.

Titolo- HEROES: HURRY THE FUTURE
Autore- Ace
Categoria- Fantascienza/crossover
Spoiler- 2° stagione di Heroes e 7° di Smallville
Anche se continuo il copyright rimane della NBC e della WB/CW. Potete anche boicottarmi ma la storia mi darà ragione.

FORTEZZA DELLA SOLITUDINE
YUKON, CANADA DEL NORD


<<che significa un evaso della Zona Fantasma!?>> Clark non voleva crederci.
<<È così!>> rispose la voce di suo padre Jor-El <<era prevedibile! Quando l'uscita della Zona Fantasma viene aperta anche se per pochi secondi, è quasi inevitabile che qualcuno ne esca!>>
<<quindi c'è un alieno pazzo e pericoloso in giro per il pianeta!>> capì Clark <<o peggio, un fantasma in cerca di un contenitore da possedere!>>
<<la seconda ipotesi è la più probabile!>> rispose Jor-El <<capirai la sua pericolosità dalle condizioni che avrà quando ti troverà!>>
<<in che senso?>> chiese Clark.
<<se avrà già trovato un contenitore che lo soddisfi verrà a cercarti con quello, e potrai facilmente sconfiggerlo con il tuo cristallo!>> spiegò Jor-El <<se invece verrà da te sotto forma di fantasma cercherà di possederti, e sarà una dura lotta!>>

CASA SURESH
BROOKLIN, NEW YORK


<<pronto?>>
<<sylar è ancora vivo!>>
Mohinder fu alquanto contrariato di sentire sia quella frase che quella voce.
<<e tu come fai a saperlo?>> chiese quindi.
<<se fossi rimasto al Kirby Plaza avresti visto anche tu che è scomparso! Ha lasciato una scia di sangue fino a un tombino!>>
<<potrebbe essere morto comunque!>> osservò Mohinder <<venire colpiti in quel modo non è uno scherzo! Forse ha fatto un estremo tentativo di fuga, ma è difficile che sia vivo!>>
<<in quel caso perchè avrei dovuto chiamarti?>>
<<già, perchè mi hai chiamato?>> chiese Mohinder <<tu hai molto più interesse di me a vedere Sylar morto, vero?>>
<<al momento non mi preoccupo di lui! Ma credo comunque che sia doveroso avvertirti!>>
<<che gentile!>> disse sarcastico Mohinder <<perchè?>>
<<so dove sta andando! Il potere della precognizione gli è davvero utile, sai? Lo sta usando per dare la caccia a nuovi superumani!>>
<<e dovrei fermarlo io!?>> chiese Mohinder <<per chi mi hai preso, per un tuo mercenario? Io non ho neanche superpoteri!>>
<<sai meglio di me che c'è già chi si può occupare di lui! Comunque ti voglio dare delle informazioni che ti interesseranno molto!>>
<<sto ascoltando!>> disse Mohinder.
<<per quanto ambizioso, devo dire che Sylar è davvero sprovveduto! Ha lasciato moltissime tracce, anche se solo noi possiamo interpretarle! Quant'è che non dai un'occhiata allo studio di Isaac Mendez?>>
<<cosa ci troverò?>> Mohinder si era incuriosito.
<<ha lasciato lì molti dipinti alquanto illuminanti! Forse li ha fatti prima che fosse quasi ucciso, non lo so! Quello che so è che ha trovato un modo per acquisire illimitati nuovi poteri! Se ci riesce diventerà veramente inarrestabile!>>
<<quante persone ucciderà?>> chiese allarmato Mohinder.
<<solo una!>>
<<e chi diavolo potrebbe essere così potente!?>> Mohinder era confuso.
<<dovrai scoprirlo da solo! Nel frattempo posso dirti che questa persona si trova in Kansas, e per te sarà molto interessante conoscerla!>>
<<una cosa del tipo “salva la cheerleader, salva il mondo”?>> chiese Mohinder.
<<qualcosa del genere! Ma quando incontrerai l'uomo in questione capirai che sarà molto più complicato!>>
<<odio quando fai il misterioso!>> digrignò Mohinder <<se vuoi che io fermi Sylar dovrai essere molto più chiaro di così!>>
<<lo sarei volentieri, ma la verità è che non sono così informato come credi! Ti dico quello che posso, il resto dovrai scoprirlo tu quando sarai sul posto!>>
<<kansas, eh?>> chiese Mohinder <<posso almeno illudermi che prima o poi saprai aiutarmi meglio di così?>>
<<farò del mio meglio! Ora se vuoi scusarmi devo andare a cena, mia figlia mi sta chiamando!>>
<<benissimo, salutamela!>> e Mohinder attaccò.
Dall'altra parte del telefono, Claire chiese curiosa <<con chi stavi parlando?>>
<<con un mio amico! Ti ha anche salutato!>> rispose il padre prendendo dal tavolo i suoi occhiali di corno.

FIENILE DELLA FATTORIA KENT
SMALLVILLE, KANSAS


Clark avrebbe dovuto spaventarsi, ma la verità era che non aveva neanche capito bene cosa fosse successo.
L'ultima cosa che ricordava era una figura scura, molto veloce, che si muoveva rasoterra verso di lui.
Istintivamente aveva capito cosa fosse e cosa volesse, e aveva reagito subito prendendo dalla tasca il cristallo degli El, che ormai portava sempre con se, tenendosi pronto per quel momento.
Dopo tutto diventava confuso.
Sapeva di avere alzato in tempo il cristallo per respingere l'attacco del fantasma e possibilmente rimandarlo nella Zona Fantasma.
Ma non si aspettava l'esplosione di luce che il cristallo emise.
E sapeva che non aveva funzionato.
Mentre si rialzava aveva perfetta coscienza di se, sapeva di non essere stato posseduto.
Ma quando si riprese del tutto e vide cosa si ritrovava davanti pensò che forse sarebbe stato meglio.
Il fantasma aveva preso forma. Aveva abbandonato il suo aspetto incorporeo da anima perduta e aveva assunto la peggiore forma immaginabile: la sua.
Davanti a Clark Kent ora si trovava un altro Clark Kent, perfettamente identico a lui tranne per i vestiti più scuri. Aveva un'espressione compiaciuta e un sorrisetto maligno.
<<grazie!>> disse <<mi sento molto meglio adesso!>>
<<cos'hai fatto?>> chiese Clark confuso e spaventato.
<<sapevo che cercare di possederti non sarebbe stato la mossa giusta, quindi avevo un'idea migliore!>> disse il fantasma <<quando ti ho toccato ho estrapolato il tuo DNA, ed eccomi qui!>>
Poi prese Clark per il collo <<comunque il risultato per te non cambia di molto!>> e lo mandò a sfondare vari pali portanti del fienile.
Prima che Clark riuscisse a rialzarsi il clone gli era di nuovo addosso, e con un pugno lo rimandò da dove l'aveva lanciato prima.
Dopo vari altri attacchi il clone si avvicinava dove Clark era finito, sempre più soddisfatto e sicuro di se.
Anche per questo per Clark fu più facile sorprenderlo alle spalle e dargli un cazzotto non meno forte dei suoi.
Il clone era ancora a terra mezzo stordito, quando Jonathan Kent scelse proprio quel pessimo momento per irrompere nel fienile.
<<clark!>> esclamò vedendolo in quello stato <<figliolo, che succede!?!?>>
<<non sono io!>> gli gridò Clark da lontano <<È il fantasma!>>
Jonathan si girò a guardare il vero Clark e poi il suo doppione, che si era alzato e ghignava <<che ne pensi del mio nuovo look?>>
Jonathan si mosse in fretta: raggiunse un tavolo vicino, aprì il cassetto, prese un pezzo di kryptonite che teneva lì dentro e lo usò contro il clone, spingendolo sopra il suo petto.
Il clone emise un forte gemito, ma non di sofferenza: a contatto con lui la kryptonite stava perdendo colore e diventando trasparente, e lui sembrava molto contento di assorbirne le radiazioni.
<<grazie!>> ansimò eccitato <<giusto quello che mi serviva!>>
Prese Jonathan e lo mandò a sbattere contro il muro, dove rimase svenuto.
Clark era davanti al suo clone, non sapendo più cosa pensare o aspettarsi.
<<chi diavolo sei tu?>> chiese.
<<io sono te!>> rispose il clone <<solo un po' più bizzarro!>>
Entrambi i Clark partirono nello stesso momento, correndo a supervelocità l'uno contro l'altro.
Clark pensava che qualunque cosa l'altro fosse adesso doveva fermarlo, l'altro pensava che con quello che era adesso nessuno potesse fermarlo.
Al momento dello scontro ci fu una considerevole onda d'urto che devastò il fienile.
Ma tra i due il perdente fu Clark, che non era stato appena potenziato da nessuna kryptonite, e quindi fu sbalzato indietro con grande violenza.
Riuscì a vedere il suo clone che si alzava da terra e volava via a grande velocità.
Clark non pensò minimamente di provare a inseguirlo, preferì andare ad aiutare suo padre.
<<cos'è successo!?>> chiese Jonathan dopo essersi ripreso <<dov'è andato!?>>
<<non lo so!>> Clark era senza fiato <<mi ha abbattuto e poi è sparito! Adesso è in volo, là fuori?>>
<<in volo?>> chiese Jonathan <<ora come faremo a riprenderlo?>>
<<non possiamo!>> rispose Clark <<per essere un mio clone quell'essere sembra già molto più esperto di me!>>
<<e allora?>> chiese Jonathan <<cosa dobbiamo fare? Lasciarlo libero, aspettando di farci uccidere!?>>
<<non lo so!>> disse Clark cercando di mascherare il suo tono disperato <<quel fantasma ha tutta la mia potenza, anche quando l'effetto potenziante della kryptonite passerà non ho idea di come sconfiggerlo!>>
<<tu forse no!>> rispose Jonathan <<ma perchè non andare a chiedere a Jor-El cosa ne pensa?>>
Clark inspirò ed espirò <<lo farò!>> disse <<ma non ora!
In questo momento c'è un mio clone perverso e spietato là fuori, che scorrazza con nuovi ed enormi superpoteri! Sono sicuro che si stia dando alla pazza gioia!>>
Clark si stava per muovere, ma Jonathan lo afferrò a un braccio <<se ti ritrova ora potrebbe ammazzarti!>>
Lui si liberò dalla presa del padre e si mise a guardare il sole che stava sorgendo proprio in quel momento <<io non ho saputo difendermi da lui, e non sono riuscito a fermarlo!>> disse con voce colpevole <<qualunque danno abbia fatto, sento che è una mia responsabilità!>>
Poco prima che partisse Jonathan riuscì a dirgli <<per favore, non fare cretinate!>>
Clark seguì a supervelocità il tracciato del clone da Smallville a Metropolis, fin dove l'aveva visto volare.
E non trovò nient'altro che quello che si era aspettato.
Pensò che fosse un miracolo che l'alba ci fosse solo ora e quindi in giro non ci fosse ancora praticamente nessuno.
Trovò pezzi di strada sradicati da terra, macchine e camion accatastati tra di loro, mucche uccise con lampioni, interi crateri per terra.
Clark seguì questa devastazione, pregando di non trovare persone morte.
Fu poco dopo che pensò che le preghiere non valessero granchè.
Con sgomento trovò in un cratere poco distante, forse il più grande di tutti, due uomini stesi a terra, completamente esanimi.
Curiosamente ricominciò a pregare subito dopo mentre scendeva a controllarli: uno era alto, di circa quarant'anni, che indossava abiti eleganti ma strappati; l'altro era più magro, di trent'anni scarsi, con vestiti molto bruciacchiati, ed era pallido.
Clark sospirò di sollievo vedendo che respiravano entrambi. Cominciò a scuoterli e a chiedergli di svegliarsi.
Fu il più grande dei due il primo a dare segni di vita. Cominciò con qualche contrazione facciale, per poi aprire gli occhi, guardarsi intorno e svegliarsi del tutto.
<<cos'è successo?>> chiese <<dove siamo?>>
<<non lo so!>> mentì Clark <<siete in Kansas, e direi che avete bisogno di aiuto!>>
L'uomo si voltò a guardare il più giovane, ancora svenuto. Con voce molto preoccupata cercò di smuoverlo <<peter!>> invocava <<peter, svegliati!>>
Ma lui non si mosse. Era chiaramente ancora vivo, ma in pessime condizioni.
<<io posso aiutarvi!>> disse Clark <<vi posso portare in ospedale!>>
L'uomo si alzò, cercò di darsi una sistemata per quanto possibile e strinse la mano a Clark <<mi chiamo Nathan Petrelli!>> disse <<lui è mio fratello Peter!>>
<<io sono Clark Kent!>> rispose lui <<credo di averti già visto da qualche parte!>>
<<certo, in televisione!>> osservò Nathan <<sono il nuovo membro del congresso di New York!>>
<<new York?>> Clark era perplesso <<e come siete arrivati fin qui?>>
<<vorrei poterti dare una risposta!>> disse Nathan <<ma non ce l'ho neanche io!>>
<<ci penseremo un'altra volta!>> disse Clark mentre si caricava in spalla Peter <<ora è più importante che voi vi facciate curare!>>
<<io sto bene!>> rispose Nathan <<ma Peter ha davvero bisogno di aiuto, e ti ringrazio davvero se vuoi darglielo!>>

SMALLVILLE MEDICAL CENTER
SMALLVILLE, KANSAS
UNA SETTIMANA DOPO


Clark veniva a trovare Peter praticamente ogni giorno.
Nathan si era ripreso in fretta, aveva solo qualche bruciatura; Peter era in coma ma era stabile.
I suoi genitori non erano sicuri che fosse una buona idea passare tanto tempo con degli sconosciuti, ma Clark aveva avuto modo di conoscere Nathan: molto ambizioso e un po' opportunista ma nel complesso una gran brava persona.
E stando all'ospedale aveva fatto anche altre conoscenze.
La prima era stata una ragazza di circa quindici anni di nome Claire, che diceva di essere venuta appena saputo dove Peter fosse
<<cosa gli è successo esattamente?>> chiese a Clark.
<<il dottore ha detto che sembrerebbe un profondo trauma fisico!>> rispose lui <<ma stranamente non ha un graffio addosso!>>
<<lui è sempre stato più resistente di quello che sembra!>> commentò Claire, poi si avvicinò di più a Peter.
<<sei molto legata a lui, vero?>> chiese Clark.
<<gli devo moltissimo!>> rispose Claire toccando la fronte di Peter <<la mia vita, per esempio!>>
<<come hai saputo che era qui?>> chiese Clark.
<<mio padre è un uomo ben informato!>> rispose lei <<appena ha saputo dove e in che condizioni era mi ha portato da lui! Sapeva quanto ci tenessi!>>
Claire si avvicinò a Peter e cominciò a sussurrargli nell'orecchio. Clark non riuscì a trattenersi dal tendere il superudito.
<<peter, mi senti?>> stava dicendo <<se mi senti e sai che sono qui puoi usarmi per riprenderti più in fretta!>> Clark non capì cosa potesse significare.
Claire uscì dalla stanza e andò da un uomo con degli occhiali di corno che la aspettava, che era certamente il padre. Clark notò lo sguardo che lei e Nathan si scambiarono quando si incrociarono nei corridoi, e avrebbe potuto giurare di aver visto un impercettibile sorriso in faccia a Nathan.
Qualche ora dopo, lo stesso giorno, nella stanza di Peter di presentò uno strano tipo giapponese, bassino e con degli occhiali che lo facevano sembrare molto ingenuo.
<<cerco Peter Petrelli!>> disse vedendo Clark <<lui è qui, vero?>>
<<si, è qui!>> disse Clark <<sei un altro suo amico?>>
<<sono Hiro Nakamura!>> rispose lui <<io e lui siamo eroi!>>
Clark trattenne una risatina. Quel tipo aveva tutta l'aria di passare il tempo su telefilm e fumetti, era chiaro che si vedesse come un eroe.
<<avete passato tempo insieme?>> chiese poi
<<non troppo!>> rispose Hiro <<ma è stato importante!>>
<<importante quanto?>> chiese Clark.
<<sono venuto dal futuro a portargli un messaggio!>> rispose Hiro <<e con il mio aiuto abbiamo potuto salvare il mondo!>>
Clark sorrise. Hiro era certamente un tipo divertente.
<<quindi siete degli eroi?>> chiese poi
<<si, ma non ringraziarci!>> disse Hiro fiero <<era nostro dovere!>>
<<scusate, avete un attimo?>> Nathan si affacciò nella stanza.
<<nathan Petrelli!!>> Hiro esultò <<<b>FLY...>> non riuscì a finire la frase perchè Nathan corse a tappargli la bocca.
<<come va Hiro?>> mormorò <<senti, perchè non mi aspetti fuori? Io sto facendo una telefonata importante, mi serve un attimo di tempo!>>
Clark e Hiro uscirono, Nathan tornò a parlare al telefono <<senti, qualunque cosa sia non... COSA!?!?>>
<<cosa c'è?>> chiese Clark.
<<un problema grave!>> rispose Nathan <<devo partire immediatamente per New York, ma non posso lasciare qui Peter!>>
<<posso restare io qui con lui!>> rispose quasi automaticamente Clark.
Nathan fu piuttosto stupito <<l'hai appena incontrato, conosci a malapena me! Vuoi davvero occupartene?>>
<<diciamo che sono un buon samaritano!>> rispose Clark <<e poi cosa potrà succedere di male? Basterà che torni presto!>>
<<questo è sicuro!>> rispose Nathan incamminandosi verso l'uscita seguito da Clark <<anche se dovesse venire l'apocalisse sarò di ritorno appena potrò!>>
Nathan si mise a correre via per il corridoio, Hiro chiese <<dove va?>>
<<non lo so!>> rispose Clark <<aspetta, vado a richiamartelo!>>
E Clark si mise a inseguirlo da lontano, correndo a velocità normale, per tutti i corridoi fino a fuori l'ospedale.
Pensava di riprenderlo fuori dall'ospedale, quindi lo seguì fino a dietro l'angolo.
E lì scoprì che era sparito.
Clark guardò in ogni direzione, gli era bastato perderlo di vista un attimo e Nathan era scomparso nel nulla.
Decise di tornare da Hiro a riferirlo, per scoprire che se n'era andato anche lui.
Peter conosceva persone molto strane, di sicuro.
Ma a Clark non importava, era tutta gente simpatica.
Volle mantenere i suoi impegni, dedicando all'ospedale tutto il suo tempo libero.
Nessuno, compresi i suoi genitori, capiva come si potesse essere così disposti a passare tanto tempo con qualcuno che non si ha mai conosciuto.
E in un certo senso se lo chiedeva anche lui.
Naturalmente si sentiva ancora responsabile di quello che il fantasma era diventato, e quindi di quello che aveva fatto a lui e a Nathan.
Stranamente, si rese conto, quel fantasma sembrava scomparso. Dopo tutti quei danni che aveva fatto all'inizio per testare la propria potenza Clark non aveva praticamente più sentito parlare di lui.
Era strano, quell'essere sembrava avere tutte le intenzioni di ucciderlo, ma non si era più fatto vivo.
Clark l'aveva anche cercato quasi ogni giorno, alternandolo alle visite all'ospedale, ma sembrava scomparso nel nulla.
In compenso aveva trovato delle rocce di kryptonite neutralizzata, probabile segno che andava in giro a potenziarsi e ricaricarsi periodicamente.
E un giorno avrebbe ricominciato a scorrazzare per il pianeta a colpire altre vittime per divertimento, come Peter.
Clark gli si avvicinò come non aveva mai fatto finora, guardandolo da vicino, chiedendosi per quanto ancora avrebbe dovuto portarsi la colpa delle sue condizioni.
La risposta si manifestò pochi secondi dopo, quando Peter spalancò gli occhi tanto da far scomparire le palpebre.
Dopodichè cacciò un urlo che, pensò Clark, sarebbe stato sentito da ogni sismografo fino alla Mongolia.
Quell'urlo durò a lungo. I timpani di Clark non si erano ancora ripresi, quando vide che ora Peter era piegato in due sul letto, coprendosi le orecchie con le mani e dando segno di avere un incredibile mal di testa.
Clark si avvicinò a lui, sperando di aiutarlo in qualche modo, ma incontrò difficoltà quando Peter riaprì gli occhi, da cui uscirono due potentissimi raggi laser che lo colpirono duramente in faccia.
Clark non si fece scoraggiare e cercò di tenere ferme le mani di Peter, che adesso sembrava in preda alle convulsioni.
Peter si agitava come un'anguilla impazzita, Clark faceva del suo meglio per tenerlo fermo, ma era difficilissimo: Peter sembrava forte <i>quasi quanto lui!!!
Fu quando Peter si liberò della presa di Clark e lo afferrò per le spalle che invocò <<new York!!>> aveva quasi gli occhi fuori dalle orbite <<come sta New York!?>>
Clark non capiva la domanda <<sta bene! Perchè, cos'è successo?>>
<<stanno bene!?>> chiese Peter <<claire, suo padre, tutti gli altri!? Sono tutti ancora vivi!?>>
<<calmati!!>> Clark lo spinse lentamente a sdraiarsi di nuovo <<sei stato in coma per quasi dieci giorni! Mi chiamo Clark Kent, ho trovato te e Nathan in brutte condizioni e vi ho aiutati!>>
<<nathan?>> chiese eccitato Peter <<vuol dire che è vivo anche lui?>>
<<in realtà era ridotto molto meglio di te!>> rispose Clark <<ma da come ti sei agitato direi che anche tu ti sei ripreso bene!>>
“Già, come avrà fatto a usare tutti quei superpoteri?” si chiese inevitabilmente dopo Clark “Non sarà mica... un kryptoniano?”
<<che significa un kryptoniano?>> chiese Peter.
Il cuore di Clark gli scese nelle scarpe, Peter fece un mezzo sorriso <<scusami, mi sono appena svegliato e ho qualche problema a controllarmi!>>
<<tu... mi hai letto nel pensiero!?!?>> chiese Clark esterrefatto.
<<senza volerlo, si!>> rispose Peter <<e per rispondere alla tua domanda... non lo so! Mi sono svegliato con dei nuovi superpoteri e non ho idea da chi li ho avuti! Prima ho perso il controllo del mio udito, ho sentito ogni minimo respiro nel raggio di centinaia di chilometri, mi stava per esplodere la testa!>>
Ora la testa di Clark era affollata di domande e interrogativi, e il primo che gli uscì dalla bocca fu <<cosa sarebbe dovuto succedere a New York?>>
<<un'esplosione!>> rispose Peter <<una potentissima esplosione nucleare che avrebbe devastato la città, sterminato i suoi abitanti e sconvolto il mondo!>>
<<come doveva succedere?>> chiese Clark stupito <<cosa sarebbe dovuto esplodere!?>>
<<io!>> rispose semplicemente Peter, e in qualche modo Clark capì subito che diceva la verità <<ho un potere radioattivo che non riesco a controllare bene, e questo può portarmi ad esplodere! E infatti sono esploso!>>
<<cosa!?>> Clark era perplesso.
<<ho preso per sbaglio questo potere a un tipo di nome Ted! Neanche lui riusciva a controllarlo granchè!>>
<<cosa!?>> Clark continuava a non capire.
<<sapevo già da varie fonti che un'esplosione avrebbe distrutto New York! Per molto tempo ho pensato di essere io la causa, e ne ho avuto la conferma quando ho cominciato ad accumulare troppa energia radioattiva!>>
<<cosa!?>> Clark era sempre più confuso.
<<ma alla fine, tra tutti noi che volevamo essere degli eroi, l'unico vero eroe è stato Nathan, che mi ha preso e mi ha portato fino in orbita, dove sono esploso senza fare male a nessuno!>>
<<cosa!?>> adesso si che Clark non ci capiva più niente.
Peter ridacchiò <<non preoccuparti, ti spiegherò tutto con calma!>>

SMALLVILLE, KANSAS
22:30


Sylar non aveva fatto neanche tre passi una volta uscito che si sentì la pistola alla nuca.
<<muovi un muscolo e faccio un bel groviera con la tua testa!>> disse Mohinder <<e sai che dico sul serio!>>
Sylar sorrise <<tu invece sai che potrei strapparti di mano il tuo cannone e svuotartelo addosso senza neanche voltarmi, vero?>>
<<credici se ti dico che non te ne darei il tempo!>> rispose Mohinder <<e comunque se davvero volessi ucciderti l'avrei già fatto!>>
<<cosa vuoi, Suresh?>> chiese Sylar incuriosito.
Mohinder prese la sua fotocamera e mostrò a Sylar una foto che aveva fatto <<tu sai cosa significa, vero?>>
<<sei stato nello studio di Isaac Mendez?>> chiese Sylar.
<<certo, per ammirare i lavori che tu hai fatto!>> rispose Mohinder <<come questo! Vediamo se indovino, seguendolo sei arrivato fin qui!>>
<<quanto sei perspicace!>> commentò Sylar <<tu invece come ci sei arrivato?>>
<<me l'ha riferito un nostro amico!>> rispose Mohinder.
<<strano che lo chiami amico!>> disse Sylar <<anche se non avesse cercato varie volte di uccidermi, non avrei mai preso in simpatia i suoi occhiali di corno!>>
<<mi ha detto che eri vivo e dove stavi andando! Credo che volesse che ti uccidessi!>> continuò Mohinder <<questa è l'unica ragione per cui non lo farò!>>
<<non ti va di fargli il lavoro sporco, giusto?>> disse Sylar <<perchè sei qui allora?>>
<<tanto per cominciare ti controllo!>> rispose Mohinder <<conosco i tuoi metodi e il tuo obiettivo! E appena farai un passo falso ti spedirò subito a far compagnia ad Isaac e a Ted!>>
<<ti piacerebbe avere un valido motivo, eh?>> rispose Sylar <<dimmi una cosa, tu credi davvero di poter vincere questa partita?>>
<<sono molto più furbo di quello che pensi!>> lo apostrofò Mohinder <<e non sono il guerriero solitario che credi!>>
<<hai addirittura dei compagni?>> chiese Sylar <<chi sono, degli idioti come Matt Parkman!?>>
Ma prima che Mohinder potesse rispondere sentirono delle urla. Nonostante fosse buio qualcuno era riuscito a spaventarsi vedendo un uomo che puntava una pistola in testa a un altro.
Mohinder e Sylar scapparono in direzioni diverse, scomparendo alla vista l'uno dell'altro, pensando entrambi di dover agire in fretta.

SMALLVILLE MEDICAL CENTER
USCITA PRINCIPALE


Peter venne dimesso due giorni dopo il suo risveglio.
Nathan si ritrovava seppellito nei suoi doveri di parlamentare, era riuscito a malapena a tornare per vederlo in salute che era dovuto scappare ancora. In compenso era passata molta altra gente, Claire e Hiro compresi, tutti per salutare Peter.
Lui e Clark avevano legato molto in fretta. Clark non gli aveva ancora detto tutto di sé, ma pensava che per cominciare fosse più che sufficiente per lui sapere di parlare con un alieno con grandi superpoteri.
I due sbrigarono le ultime pratiche, e uscirono a rivedere il sole.
<<sembra un bel posto!>> commentò Peter dando una prima occhiata a Smallville <<credo che mi prenderò un periodo di riposo qui!>>
<<puoi stare a casa mia!>> propose Clark <<ormai non ho più molto da nasconderti, e devo convincere i miei genitori che possiamo fidarci di te!>>
<<dici davvero?>> chiese Peter sorridendo per metà bocca <<perchè fai tutto questo per me?>>
<<diciamo che voglio conoscerti meglio di così! Sento che è la cosa giusta da fare!>> spiegò Clark <<casa mia è una fattoria appena fuori città! Facile da raggiungere, si riconosce subito! C'è anche il nome all'entrata!>>
Allora Peter si alzò da terra e cominciò a librarsi su. Era già a cinque metri da terra quando Clark lo chiamò <<aspetta!>> invocò stupito <<vorresti arrivarci così!?>>
<<certo! Io so volare!>> rispose Peter con naturalezza <<tu no?>>
Qui Clark fu incerto sulla risposta <<beh si... in teoria posso...>> accennò ripensando a quando era stato posseduto da Jor-El anni prima <<ma non lo so... non ho mai imparato... e poi non mi sembra così importante...>>
<<stai scherzando?>> chiese Peter <<a me sembra la cosa migliore del mondo! Niente ti fa sentire più libero!>>
Peter scese senza toccare il suolo e prese Clark per i fianchi, ma per quanto si sforzasse non riuscì a sollevarlo da terra <<sei pesante!>> commentò.
<<ma se sei riuscito a competere con me! Non hai una superforza?>> chiese Clark.
<<non riesco a usare due poteri insieme!>> rispose Peter lasciandolo e risalendo.
<<comunque non posso venire con te in volo!>> rispose Clark <<credo che dovrai seguirmi a terra!>>
<<ti seguirò da lontano! Voglio godermi un po' il panorama!>> disse Peter, e salì molto più in alto, fino a sparire quasi.
Clark ringraziò la sua buona stella che nessuno li avesse visti. Non aveva bisogno di aumentare la sua reputazione sulle stranezze mostrando in giro che conosceva qualcuno come Peter.
Ringraziò anche del fatto che Lois non vivesse più con lui.
Non era per le loro divergenze, anzi, stavano imparando a sopportarsi molto di più.
Il problema è che stava diventando sempre più curiosa, quasi quanto lo era stata sua cugina Chloe prima di lei. Quando pensava di avere una verità da scoprire, diventava sempre più determinata. Clark pensò che non si sarebbe stupito se un giorno fosse diventata anche Lois una giornalista.

FATTORIA KENT
02:45


<<se dovevi provocare tutto questo che diavolo ci sei venuto a fare su questo pianeta!?>> ruggì Jonathan.
<<non è colpa mia!>> invocò Clark <<ho cercato di impedirlo! Io non voglio fare niente di male a nessuno!>>
<<ormai è troppo tardi!>> tuonò la voce di Jor-El <<quando ti ho messo in salvo speravo che tu potessi aiutare questo pianeta a non distruggersi come Krypton, ma è chiaro che non sei capace di aiutare nessuno!>>
<<no!>> gridò Clark <<tutto quello che è successo in questi anni non avrei mai voluto provocarlo! Forse sono maledetto, o sfortunato, o...>>
<<o semplicemente non hai il diritto di esistere a questo universo!>> ringhiò Jonathan <<noi ti rinneghiamo come figlio! Se tu non fossi nato tutti si sarebbero risparmiati molto dolore!>>
<<e qual è il modo migliore per risolvere il problema?>> chiese Lex porgendo a Jonathan un pugnale verde.
<<scrivi di questo momento!>> gli rispose Jonathan mostrandogli carta e penna <<voglio che rimanga nella storia umana! Voglio che tutti sappiano di come il mondo è stato liberato dalla minaccia di Clark!>>
Brandendo il pugnale di kryptonite Jonathan si avventò su suo figlio con espressione feroce, mentre Lex documentava la scena. Clark urlò. Aveva praticamente ribaltato il letto, si sentiva prigioniero delle coperte che lo imbozzolavano. Dopo esserne strisciato fuori rimase sdraiato sul pavimento ad ansimare.
Ogni singola parola di accusa di entrambi i suoi padri gli era rimasta impressa nella mente, come marchiata a fuoco. Gli sembrava anche di sentire Lex che scriveva la sua condanna.
Un momento, quello era vero. Clark si accorse che sentiva distintamente una penna che passava freneticamente sulla carta.
Seguendo quel rumore Clark uscì dalla sua stanza, attraversò il corridoio, scese le scale ed entrò in salotto.
Lì per terra trovò Peter che scarabocchiava qualcosa su un foglio.
<<cosa stai...>> quando Clark gli si avvicinò non riuscì a finire la frase. Peter l'aveva completamente ignorata perchè chiaramente non era in sé. Le sue pupille erano sparite, i suoi occhi erano completamente bianchi. E non sembrava avere altro interesse che per quello che stava disegnando.
Clark rimase a guardare, per qualche minuto che gli sembrò un'eternità.
Poi Peter ansimò e chiuse gli occhi e quando li riaprì erano tornati alla normalità. Guardò quello che aveva appena fatto come se fosse la prima volta e gli saltò il cuore in gola.
<<questo l'ho fatto io?>> chiese preoccupato mostrandolo a Clark.
Lui rimase inorridito <<si, eri in una specie di trance!>> guardò meglio l'inquietante disegno <<cosa significa?>>
<<il futuro!>> rispose Peter <<quello è ciò che sta per succedere!>>
<<ma quanti poteri hai?>> chiese Clark <<sei sicuro che si avvererà?>>
<<si, se non lo impediamo!>> rispose Peter <<e neanche tu puoi immaginare quanto sia importante!>>

FATTORIA KENT
9:30


Clark era contento di poter stare sveglio per settimane.
Quella notte non era riuscito più a dormire.
Non ci aveva neanche provato, perchè era sicuro che nel caso avrebbe avuto incubi ancora peggiori di quelli prima che si svegliasse.
Fu contento di sentire bussare alla porta, distogliendosi dalle sue preoccupazioni.
Quando aprì trovò un tipo sui trent'anni, con una barba incolta, probabilmente indiano.
<<clark Kent, vero?>> chiese subito.
<<si, sono io!>> rispose lui perplesso.
<<sono il dottor Suresh!>> disse l'altro <<posso entrare? Ho qualcosa di importante di cui parlare!>>
Clark lo fece entrare. L'uomo si guardò un po' intorno e rimase quasi stupito quando poco dopo comparve Peter.
<<mohinder?>> anche Peter era stupito <<che ci fai qui?>>
<<stavo per chiederlo a te!>> rispose lui <<l'ultima volta che ti ho visto sei esploso! Non pensavo neanche che potessi sopravvivere!>>
<<in realtà neanch'io!>> rispose Peter <<quando Nathan mi ha portato sopra la città ho fatto uno sforzo titanico per non ucciderlo! Al limite del mio autocontrollo e della mia concentrazione credo di essere riuscito a deviare tutte le radiazioni in modo che non colpissero lui! Così siamo stati sparati via dal cielo di New York, e siamo arrivati fin qui!>>
<<molto appropriato!>> Mohinder sembrava contento <<avremo giusto bisogno del tuo aiuto!>>
<<credo di sapere già cosa intendi!>> rispose Peter.
<<non è morto come speravamo!>> Mohinder si fece serio <<non so come abbia fatto a riprendersi ma ora è più determinato che mai a potenziarsi!>>
<<e adesso come allora tocca a me fermarlo!>> capì Peter.
<<l'ho incontrato qualche giorno fa! Forse avrei dovuto ucciderlo subito, ma prima volevo capire di più dei suoi piani!>> aggiunse Mohinder.
<<cosa c'è da capire? Dobbiamo fermarlo e basta!>> rispose Peter.
<<scusate!>> intervenne Clark <<gradirei che qualcuno mi spiegasse qualcosa! State entrando tutti nella mia vita troppo in fretta e vorrei capire! Per dirne una Peter non mi ha ancora detto come fa ad avere tutti quei superpoteri!>>
Peter e Mohinder si guardarono, poi guardarono Clark.
<<mettiti comodo, Clark! Posso chiamarti Clark, vero?>> disse Mohinder <<cercherò di spiegarti tutto in modo chiaro e semplice!>>
Dopo essersi accomodati un po' Mohinder cominciò <<per farla breve l'uomo si sta evolvendo! Molti individui ordinari hanno scoperto di avere incredibili capacità che derivano dal loro codice genetico!
Queste capacità sono nel DNA fin dalla nascita, anche se possono impiegare anni per manifestarsi! Possono essere sviluppate e usate per varie ragioni, e in mano alle persone sbagliate possono essere molto pericolose!>>
<<come negli X-men?>> chiese Clark un po' disorientato.
<<qualcosa del genere, si!>> rispose Mohinder <<a quanto pare anche i fumetti di supereroi possono realizzarsi, che tu ci creda o no!>>
<<ci credo, certo che ci credo!>> disse sinceramente Clark <<e ne esistono tanti con abilità diverse?>>
<<esistono tantissimi individui con superpoteri, certi più potenti, certi meno! Per inciso, il nostro Peter è il più potente in assoluto!>> spiegò Mohinder <<lui può replicare, assimilare e memorizzare tutti i superpoteri di chiunque incontra!>>
Clark guardò con sorpresa Peter, che esibiva un mezzo sorriso imbarazzato. Aveva già capito che avesse enormi capacità, ma questo forse lo rendeva l'essere più potente dell'universo.
<<comunque non sono l'unico ad avere più di un potere!>> aggiunse Peter <<ed è questo il problema!>>
Mohinder prese la sua fotocamera digitale e mostrò a Clark e a Peter l'immagine di un quadro.
C'era dipinto quello che sembrava Clark, in piedi di notte davanti all'insegna “Benvenuti a Smallville”, che si guardava intorno circospetto.
<<l'ha dipinto Sylar!>> spiegò Mohinder <<ha continuato a usare il potere di Isaac, ed è già arrivato qui!>>
Peter andò a prendere un foglio <<questo l'ho disegnato io stanotte usando lo stesso potere!>> e lo srotolò mostrandolo a Mohinder.
Lui guardò inorridito l'immagine che non aveva fatto dormire Clark. Visto che era tracciata a penna era abbastanza rozza, ma inconfondibile.
Era Clark, stramazzato a terra in un bagno di sangue, con il cranio scoperchiato e il cervello sparito.
<<quello che temevo!>> commentò Mohinder <<sei tu quello con illimitati poteri, vero?>>
<<cosa?>> Clark non trovò niente di meglio che fare il finto tonto.
<<guarda che è una cosa seria! Te l'ho già detto!>> replicò Peter <<qui c'è in gioco molto più della tua vita! Devi dire tutto!>>
Dopo un lunghissimo istante lo spavento, il buon senso o la fiducia presero il sopravvento in Clark <<io ho moltissime capacità!>> confessò <<grande forza e velocità, sensi praticamente imbattibili e raggi laser che posso sparare dagli occhi!>>
<<come fai?>> chiese Mohinder <<gli umani evoluti hanno solo un potere a testa!>>
<<io non sono realmente umano!>> rispose Clark <<sono un alieno che ci somiglia molto! Ottengo questi poteri dal sole giallo della Terra! Mi chiamo Kal-El, sono l'ultimo sopravvissuto del pianeta Krypton!>>
Mohinder rimase un momento in silenzio <<questi superpoteri non devono per nessuno motivo cadere in mano a Sylar!>>
<<gabriel Gray è un serial killer!>> spiegò Peter <<da la caccia ai superumani per rubare i loro poteri! Li ottiene usando il suo potere della comprensione dei sistemi!>>
<<ogni funzione corporea è controllata direttamente dal cervello!>> spiegò Mohinder <<quando trova qualcuno con un'abilità che gli interessa lo uccide, gli scoperchia la testa e analizza il cervello, per capire come funziona l'abilità in questione! E in questo modo la ottiene anche lui!>>
<<vuole uccidermi per avere le mie capacità?>> chiese perplesso Clark.
<<e se ci riesce diventerà inarrestabile!>> spiegò Mohinder.
<<ma io sono invulnerabile!>> osservò Clark <<come farà ad aprirmi la testa?>>
<<se ho fatto questo disegno è evidente che troverà il modo!>> Peter riguardò l'immagine del cadavere mutilato.
Il pensiero di Clark volò subito alla kryptonite, di cui teneva ancora dei pezzi nel fienile. E Peter doveva avergli letto di nuovo nel pensiero perchè andò via a supervelocità per poi tornare con in mano la roccia verde <<È di questa che hai paura?>>
Peter ebbe la sua risposta vedendo come Clark cominciava subito a sentirsi male, quindi si allontanò.
<<con te non funziona?>> chiese stupito Clark <<hai i miei stessi superpoteri e sei immune alle sue radiazioni?>>
<<pare di si, non sento niente!>> rispose Peter scrutando la roccia <<forse è per la mia rigenerazione, o per il mio potere radioattivo...>>
<<giusto!! Il potere radioattivo!!!>> esclamò Mohinder <<se sono le radiazioni di questi meteoriti a indebolirti Sylar può riprodurle da solo con il potere che ha preso uccidendo Ted!!!>>
<<È vero!>> osservò Peter <<gli basta avere tra le mani un solo pezzo di questa roba per capire perfettamente come funzionano le sue radiazioni!>> tornò a guardare la roccia <<ci riesco anch'io, usando il suo stesso potere della comprensione!>>
<<per fortuna lui non sa praticamente niente di te!>> Mohinder si rivolse a Clark <<solo che deve ammazzare te per avere un enorme potere!>>
Mohinder si interruppe quando sentì Peter che cominciava ad ansimare.
Lui e Clark lo guardarono: le sue mani si stavano illuminando, e lui le guardava spaventato.
<<oh no!>> supplicò <<non di nuovo!>>
<<mantieni la calma!>> disse Mohinder <<hai ancora molta energia in eccesso! Devi solo trovare qualcosa su cui scaricarla senza esplodere!>>
Il pensiero di Peter volò subito alla roccia di kryptonite che aveva in mano. Senza perdere tempo la chiuse nelle sue mani e ci scaricò tutte le radiazioni.
Clark e Mohinder guardarono la mani di Peter, tornate alla normalità, che si aprivano rivelando il risultato.
La kryptonite era cambiata. Da verde che era ora era diventata blu come la maglietta di Clark.
<<cos'è successo?>> chiese Mohinder.
<<sembra una nuova kryptonite!>> Clark era perplesso <<ma non ho mai visto questo colore!>>
<<analizzandola, sembra molto diversa dalla verde!>> osservò Peter <<ma funziona in modo simile!>>
<<potrebbe togliermi i poteri senza farmi sentire male?>> azzardò Clark.
<<direi che c'è un solo modo per scoprirlo!>> Peter gli porse la roccia <<perchè non la provi?>>
Clark esitò. Raramente la kryptonite gli aveva portato buone sorprese. Comunque decise di correre il rischio e la prese dalla mano di Peter. E sorrise.
<<beh?>> chiese Mohinder <<come ti senti?>>
<<benissimo!>> rispose Clark eccitato <<incredibile quanto stia bene!>>
Clark guardò più da vicino la kryptonite, e decise di fare la prova definitiva.
Se la strinse addosso e la guardò mentre si scoloriva e diventava trasparente. E sentì tutta la sua energia che lo rinvigoriva.
<<ma certo!>> capì <<questa kryptonite blu è l'opposto di quella verde!>>
<<con le mie radiazioni sono riuscito a invertire l'effetto di quella roccia di kryptonite!?>> chiese Peter perplesso <<È bizzarro!>>
Qualcosa scattò nella mente di Clark. Quand'era stata l'ultima volta che aveva sentito quella parola?
<<peter...>> disse lentamente <<tu sapresti fabbricare altra kryptonite blu, o riprodurne le radiazioni?>>
Peter chiuse gli occhi, si rilassò e si concentrò. Dopodichè le sue mani si illuminarono di luce blu.
<<perfetto!>> commentò Clark, e corse via.
Non passò neanche per le grotte, preferì andare direttamente fino alla Fortezza della Solitudine.
<<aspettavo il tuo ritorno!>> cominciò subito la voce di Jor-El <<so che il fantasma è riuscito a trovarti!>>
<<si è trasformato in un mio clone!>> rispose Clark <<ma sembra essere più che altro il mio negativo!>>
<<lo è!>> spiegò Jor-El <<quell'essere è un esperimento kryptoniano fallito, privo di qualsiasi compassione o coscienza! Fin dall'inizio è stato pensato come una copia imperfetta, ma quando ne abbiamo perso il controllo l'abbiamo bandito nella Zona Fantasma in forma incorporea! Probabilmente era il prigioniero più pericoloso!
I terrestri erano troppo fragili per lui, non sarebbero durati a lungo come contenitori! Aveva bisogno di un kryptoniano per stabilizzarsi! E secondo la sua natura, adesso è di fatto un antikryptoniano, rafforzato dai nostri punti deboli...>>
<<...e indebolito dai nostri punti forti!>> concluse Clark <<per questo non si è mai fatto vedere finora?>>
<<si nasconde dal sole giallo, sotto cui perderebbe i suoi poteri come noi sotto un sole rosso!>> rispose Jor-El <<si farà vedere solo di notte, perciò dovrai sfruttare in quel momento le sue debolezze!>>
<<quello non sarà un problema, dobbiamo solo trovarlo!>>
Clark si voltò di scatto <<come diavolo sei arrivato qui!?>> chiese.
<<sto imparando a volare sempre più veloce, ho capito dov'eri diretto con la telepatia e quindi ti ho seguito!>> Peter tornò a illuminare la sua mano di radiazioni blu concentrandosi <<se non l'hai capito io voglio aiutarti!
E se la kryptonite blu potenzia te, di certo sarà pericolosa per questo tuo clone al negativo! Sono pronto a fornire tutte le radiazioni che serviranno!>>
Clark avrebbe voluto dire qualcosa ma Peter era già di nuovo volato via.
Il kryptoniano uscì dalla fortezza e si inoltrò nell'enorme distesa innevata, cercando di seguirlo, ma era già fuori anche dal suo campo visivo.
<<maledizione, Peter!>> sussurrò <<non possiamo essere così incoscienti!>>
Clark dimenticò ogni suo pensiero quando qualcosa esplose sotto di lui, facendolo sbalzare in aria e mandandolo a faccia nella neve.
All'inizio non capì: d'accordo che era molto nuvoloso, ma quanto doveva essere sfortunato per essere colpito in questo modo da un fulmine!?
Poi si rialzò in piedi e guardando in alto dietro di se vide nientemeno che il suo clone.
Era sospeso in aria, a più di cinquanta metri da terra, e lo guardava con gli occhi ancora fiammeggianti e un ghigno soddisfatto, come un cacciatore che aveva appena messo alle strette una volpe.
<<ciao Clark!>> disse con un finto tono cordiale <<perchè ci hai messo tanto?>>
<<che stai dicendo?>> chiese Clark preoccupato <<non mi dirai che mi stavi aspettando qui?>>
<<e non sai da quanto!>> continuò il fantasma <<mi credi così stupido? Pensi che ingaggerei una lotta all'ultimo sangue con te davanti a tutti? Io non ho nessun interesse a rendere pubblico il tuo cadavere!>>
<<perchè no?>> chiese Clark perplesso.
<<non è chiaro?>> chiese il clone sorridendo ancora <<clark Kent deve rimanere ufficialmente vivo perchè possa diventarlo io!>>
<<no!>> invocò Clark.
<<oh si!>> replicò lui <<per primo Lex! Ammettilo, tu non sei stato un grande amico con lui! Gli hai sempre tenuto nascosto la tua vera natura, perchè non ti fidavi di lui! E non ti fidavi di lui per il suo cognome! Un po' ipocrita, mi sembra!
Ma non preoccuparti, io aggiusterò il vostro rapporto! Sarò l'amico di cui lui ha sempre avuto bisogno e che tu non sei mai stato! Sarò il Clark che lui ha sempre voluto!
Poi viene Lana! Sarò sincero, non ho intenzione di sopportare ancora a lungo quella rompipalle e il vostro assillante tira-e-molla! Credo che le darò un paio di ripassate per poi scaricarla definitivamente alla prima occasione!
Così mi dedicherò a Lois! Non so se te ne sei mai accorto, ma lei è senza dubbio più piacevole e meno lagnosa! Decisamente una ragazza con le palle, e io sono molto interessato a lei!
Dopo chissà, probabilmente mi stuferò in fretta di fare il bravo e farò vedere al mondo di cosa sono capace!>> per un attimo ci pensò su <<magari Lex sarà al mio fianco!>>
Clark era allucinato, lui non si era mai sentito troppo umano ma quel fantasma era un vero mostro. Stava parlando di quelle persone e della sua vita come se fossero giocattoli, e per lui esistesse solo il suo divertimento.
<<non funzionerà!>> ribattè Clark <<non potrai farti passare a lungo per me! I miei genitori sanno della tua esistenza, riusciranno a fermarti!>>
Il clone alzò un sopracciglio.
<<allora dovrà capitargli qualche terribile incidente, temo!>> disse in tono piatto.
Questo per Clark era veramente troppo. Sentì la rabbia esplodergli dentro, mentre fletteva le gambe e spiccava un salto sparato verso il suo nemico.
Con espressione annoiata il fantasma si scansò dalla sua traiettoria, facendolo finire di nuovo con la faccia nella neve.
<<ma tu sei davvero un pezzo di cretino!>> il fantasma scoppiò a ridere <<non hai ancora imparato a volare? Ti ho dato settimane di tempo e sei ancora più terricolo di un albero?>>
Clark non aveva intenzione di farsi schernire e umiliare da lui. Si girò verso il clone e gridò <<non sono io quello che ha rubato l'aspetto, i ricordi e i superpoteri all'altro! Tu ti credi così grande ma tutto quello che hai lo hai preso a me! Non hai neanche un nome tuo!>> e gli sparò con la sua vista laser.
Quella che uscì dagli occhi dell'altro era diversa, di colore arancione e con delle strane scariche elettriche intorno, ma incrociò quella di Clark provocando una grande esplosione che non colpì nessuno dei due!
<<forse hai ragione!>> osservò lui <<tu sei troppo patetico per portare il mio stesso nome, me ne troverò uno tutto mio!>>
Il fantasma si abbattè su Clark con enorme violenza, bloccandolo al suolo e schiacciandogli la faccia a terra <<che ne dici di Bizarro?>>
<<uh?>> mugolò Clark con la faccia immersa nella neve.
<<a me piace, è originale e mi sembra anche appropriato!>> commentò il fantasma <<in fondo la gente giudicherà così il comportamento di Clark Kent d'ora in poi!>>
Al pensiero di ciò che quell'essere voleva fare alle persone che amava Clark sentì come una scarica di adrenalina che lo rinvigoriva.
Quindi chiamò a raccolta tutta l'aria che aveva nei polmoni e la sputò fuori sulla neve. Entrambi i Clark furono sbalzati indietro.
Clark si rialzò e mentre si riprendeva ringraziò di cuore il suo supersoffio. Forse non era il suo potere preferito ma sapeva tornare maledettamente utile.
Il fantasma era atterrato più duramente e non si era ancora rialzato, Clark cercò di pensare più in fretta possibile.
Cosa gli aveva detto poco prima Jor-El? Quell'essere era un antikryptoniano e temeva tutto quello che aiutava lui, come il sole giallo.
Clark si voltò verso l'ammasso di nuvole che ricopriva il cielo, inspirò tutta l'aria possibile e poi la soffiò per spazzarle via tutte.
Adesso il sole splendeva alto, illuminando tutto quello che riuscisse a raggiungere. Compreso Bizarro.
Sotto quella luce Clark vide la sua pelle cambiare. Diventò biancastra e tutta frastagliata, come una pietra intagliata male. Sembrava una statua di Clark scolpita molto rozzamente.
Resosi conto di quello che gli era successo Bizarro si voltò a guardare per un attimo il sole per poi fuggire in volo alla massima velocità, finchè aveva ancora i suoi superpoteri.
Clark rimase un po' seduto sulla neve, ancora incredulo dopo questo improvviso secondo round.
Non aveva ancora capito se quel clone fosse più forte dell'originale, ma era certamente più avanzato.
Tornato nella Fortezza parlò a suo padre <<avevi ragione!>> gli disse <<ha paura della luce solare! Lo indebolisce!>>
<<lui sa di essere in netto vantaggio su di te! Vuole mantenerlo finchè può!>> rispose Jor-El <<i vostri poteri sono gli stessi, ma lui sa utilizzarli al meglio!>>
<<si crede superiore perchè ha imparato subito a volare!>> disse Clark <<perchè io ancora non ci riesco? Perchè non c'è anche il modo per imparare a farlo, tra tutta la conoscenza di questo posto?>>
<<credevo che fosse facile!>> disse Jor-El con semplicità <<quando io da giovane sono passato sulla Terra ho imparato subito a farlo!>> Clark grugnì.
<<comunque quel fantasma -Bizarro, come vuole farsi chiamare- deve sparire dalla circolazione, non posso permettermi che la gente si accorga che ci sono due Clark Kent!>> disse poi con decisione.
<<e come pensi di sbarazzartene? Non sarà facile da cremare!>> Peter era ricomparso all'improvviso.
<<dov'eri sparito!?>> chiese Clark <<dici di volermi aiutare e poi scompari quando ho bisogno di te!?>>
<<non ci crederai, ma stavo cercando il tuo clone!>> spiegò Peter <<speravo di poterlo affrontare subito, ma non mi aspettavo che fosse in agguato qui!>>
<<quanti anni hai più di me? Sei o sette?>> chiese irritato Clark <<perchè fai queste puttanate? Non dovresti essere più adulto e razionale di me?>> Peter non rispose.
<<non mi hai ancora detto cosa vuoi fare di Bizarro!>> osservò poi.
Clark attivò la console della Fortezza e poco lontano un cristallo si aprì rivelando una serie di anelli impilati. Clark tese la mano e il primo di quegli anelli si sollevò e con qualche difficoltà levitò fino a lui.
<<sei anche telecinetico?>> chiese affascinato Peter.
<<solo con i materiali strettamente kryptoniani!>> rispose Clark <<e sto imparando solo ora a farlo!>>
<<comunque me lo vuoi dire o no cosa vuoi farne di lui?>> chiese irritato Peter <<lo vuoi uccidere o cosa?>>
<<io detesto uccidere!>> rispose Clark <<preferisco rimandarlo da dove è venuto, cioè la peggiore prigione dell'universo!>>
<<e non ne uscirà più?>> chiese Peter. Clark non diede una risposta, non ce l'aveva. Si limitò a dire <<noi cerchiamo di evitare spargimenti di sangue!>>
Guardando Peter si era accorto che aveva estratto una siringa <<a proposito di sangue, quasi mi dimenticavo! Ho bisogno di un po' del tuo!>>
<<perchè?>> Clark era perplesso.

UFFICIO DI NATHAN PETRELLI
NEW YORK
QUALCHE MINUTO PRIMA


Nathan fu piuttosto scocciato di vedere Peter che gli bussava alla finestra.
<<che diavolo ti sei messo in testa!?>> digrignò mentre lo faceva entrare <<e se ti vedesse qualcuno!?>>
<<penserebbe di aver bevuto troppo!>> rispose Peter con semplicità <<quando la pianterai di rinnegare quello che sei? Tu hai un dono, perchè non lo usi? Scommetto che perfino io volo molto più veloce di te! Vuoi fare a gara?>>
<<questi poteri non sono tutto! Io ho un lavoro importante, e non ho bisogno di essere considerato uno scherzo della natura!>> replicò Nathan.
<<comunque ho da fare, non posso restare a parlare!>> disse Peter e schizzò fuori dalla finestra a velocità incredibile.
Nathan rimase lì a chiedersi: allora perchè cacchio era passato!?
Peter poco dopo era già di nuovo in Kansas, a chilometri di altitudine, per setacciare Smallville da lontano alla ricerca di chiunque ricordasse minimamente Clark.
Ma non sembrava funzionare.
Peter si concentrò, cercando di attivare la vista telescopica, ma non otteneva niente.
Quindi tornò in picchiata verso terra, chiedendosi se mai sarebbe riuscito a usare più di un potere insieme.
Iniziò a passare al setaccio le strade, ma molte erano semideserte. Era improbabile che il clone di Clark fosse in giro lì.
In compenso vide camminare sola in una strada una tipa bionda, e tanto per divertirsi le atterrò alle spalle per prenderla di sorpresa <<ciao Claire!>>
Claire si voltò, e felice di vedere Peter lo abbracciò <<quando ti hanno dimesso?>>
<<qualche giorno fa!>> rispose lui <<tu che ci fai ancora qui?>>
<<mio padre ha voluto rimanere!>> disse Claire <<non mi ha spiegato perchè!>>
<<non confondiamoci, io sono contento che tu sia qui!>> precisò Peter con uno strano mezzo sorriso <<non ti ho ancora ringraziato per non avermi sparato!>>
<<beh, alla fine c'era un'altra soluzione, no?>> Claire sorrise <<e ha funzionato! Non si è fatto male nessuno, neanche voi due!>>
<<e quando hai saputo che ero ancora vivo sei venuta subito a cercarmi!>> constatò Peter mentre prendeva in braccio Claire e la sollevava da terra fino a portarle la testa davanti alla sua <<ho apprezzato anche questo!
Sai, mi sono accorto solo ora della sintonia tra noi due! Mi è piaciuto quando mi hai detto di considerarmi il tuo eroe! Forse solo ora mi rendo conto realmente di quanto tu sia importante per me!>>
Le loro facce erano vicine. Troppo vicine.
<<peter...>> azzardò Claire perplessa <<tu ti ricordi di essere mio zio, vero!?>>
Peter rimise Claire con i piedi per terra, dissimulando una certa delusione <<ovvio che me lo ricordo! Ora scusami ma ho degli impegni!>> e volò via.
Nell'istante successivo era alla fattoria Kent, dove lo aspettava ancora Mohinder.
<<mi sento abbandonato!>> commentò lui <<perchè dovete dare sfoggio di continuo dei vostri enormi superpoteri tagliandomi fuori?>>
<<in realtà forse avremo bisogno del tuo aiuto!>> rispose Peter <<tu cosa sai di clonazione?>>
<<non molto!>> disse Mohinder <<non dirmi che Clark ha anche un clone!>>
<<sembra che sia il suo opposto genetico!>> disse Peter <<tu cosa ne pensi?>>
Mohinder porse a Peter una siringa <<in questa storia ci sono troppe domande per i miei gusti! Mi serve un campione del sangue di Clark per trovare le risposte!>>
<<nessun problema, ci penso io!>> Peter prese la siringa, se la infilò nella tasca posteriore dei pantaloni e urlò di dolore.
<<stai attento!>> gli intimò Mohinder <<guarda che è facile pungersi!>>
Peter si sfilò l'ago dalle chiappe e lo scrutò stupito <<mi ha colpito!?>>
<<eh!?>> chiese Mohinder.
Peter prese un pezzo di carta e lo guardò fisso, concentrandosi al massimo. Ma non successe niente.
<<non funzionano!>> disse confuso <<nè l'invulnerabilità né la vista laser!>>
<<non capisco, qual è il problema?>> Mohinder era perplesso.
Peter alzò lo sguardo su Mohinder <<non riesco a usare i poteri di Clark!>>

Edited by Ace_87 - 3/8/2008, 17:53
 
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CAMPI DI GRANO DELLA FATTORIA KENT
18:45
TRE GIORNI DOPO


<<scusa, non riesco a seguirti!>> disse Clark.
Mohinder sospirò <<va bene, cercherò di spiegartelo nel modo più semplice del mondo! Hai presente l'evoluzione?>>
<<che domande mi fai?>> disse in tono ovvio Clark
<<a volte può succedere che una specie si divida, magari che una certa quantità di gente si separi dal suo popolo ed emigri in un altro molto lontano, con un ambiente del tutto diverso!>> spiegò Mohinder <<diciamo un altro pianeta!>>
<<e questo cosa comporta?>> Clark era perplesso.
<<una diversa velocità di sviluppo!>> rispose Mohinder <<uno dei due popoli si evolve biologicamente più in fretta dell'altro, se le condizioni sono le più favorevoli!>>
<<di quali condizioni parli?>>
<<volendo azzardare, direi un sole giallo e uno rosso!>> disse Mohinder <<può essere sviluppata una forma di evoluzione latente, che viene attivata sotto certe condizioni, come un sole diverso da quello sotto cui si è nati!>>
<<non ti seguo!>> disse Clark, Mohinder si afferrò la faccia quasi graffiandosela: ma come faceva quel pezzo di cretino a non capire!?
<<per fartela breve, piantala di lamentarti del mostro, mutante, o alieno che hai sempre creduto di essere!>> disse Mohinder cercando di nascondere la sua esasperazione <<scientificamente, tu sei più umano di me!>>
<<eh!?>> Clark era convinto di aver capito male.
<<ho analizzato ogni minimo globulo del tuo sangue, e non c'è ombra di dubbio: i kryptoniani e i terrestri appartengono alla stessa scala evolutiva!>> spiegò Mohinder <<credo che voi siate lo stadio finale dell'evoluzione umana!>>
Clark sentì nella sua testa anni e anni di patemi d'animo, di insicurezze e di stupide autoaccuse che collassavano tra di loro.
<<comunque non è l'argomento in questione!>> Mohinder lo riportò alla realtà <<stavamo parlando di Peter!>>
<<ah, giusto!>> farfugliò Clark ancora incredulo <<qual è il problema?>>
<<so perchè non riesce ad assorbire del tutto i tuoi poteri!>> spiegò Mohinder <<perchè lui di fatto è meno evoluto di te! Lui è il presente ma tu sei il futuro!>>
<<e quindi?>> chiese Clark.
<<e quindi il suo DNA non riesce a riallinearsi definitivamente, come invece riesce a fare con tutti gli altri!>> concluse Mohinder <<il tuo è più complesso, lui ha bisogno di starti vicino per poter replicare i tuoi poteri! Li perde appena si allontana da te!>>
<<e questo potrebbe essere estremamente dannoso per noi!>> Clark e Mohinder si voltarono di scatto.
L'uomo dagli occhiali di corno si stava facendo avanti con passo spedito <<peter non apprezzerà questa limitazione alle sue capacità! Con dei poteri come quelli kryptoniani chi non vorrebbe affrettare il futuro?>>
<<lei sa di me?>> chiese senza fiato Clark.
<<io so tutto di lei!>> gli rispose l'uomo <<so quello che può fare, so cosa può ucciderla, e so che Sylar vuole farlo! Sono stato io a riferirlo a Suresh!>>
<<un giorno mi dovrai spiegare come fai!>> masticò Mohinder.
<<diciamo che le mie conoscenze non si limitano alla Terra!>> rispose lui <<comunque ora come ora, Peter potrebbe essere un pericolo ancora maggiore di Sylar!>>
<<cosa!?>> risposero in coro Mohinder e Clark.
<<qualcuno di voi due è mai esploso?>> chiese lui <<neanch'io, ma sono sicuro che sia un'esperienza di vita! Considerando anche l'enorme sforzo mentale che deve aver fatto per non colpire suo fratello, come pensate che possa esserne uscito?>>
Silenzio. Dopo non meno di quindici secondi Mohinder azzardò in tono grave <<con una stabilità mentale compromessa!>>
<<quello che immaginavo!>> Nathan era comparso dal nulla alle spalle di Clark <<avevo notato lo strano comportamento di Peter, a volte era del tutto insensato! Ho pensato di tenerlo d'occhio negli ultimi giorni!>>
<<a volte mi sembra troppo ambizioso e arrogante, non si cura delle conseguenze sugli altri di quello che lui fa!>> commentò Clark <<non è normale, vero?>>
Nathan scosse la testa <<tu mi stia parlando di un altro Peter, perchè quello che conosco io è l'antitesi di quel carattere!>> commentò <<un trauma profondo può provocare tutto questo?>>
L'uomo dagli occhiali di corno guardava a terra <<non sono uno psicanalista ma ho paura di si! E un altro problema è che abbiamo bisogno di lui per sbarazzarci di Sylar!>>
<<fatemi capire, Peter è impazzito e Sylar è ancora in giro?>> chiese Claire.
<<ti avevo detto di non seguirmi!>> le intimò il padre.
<<peter ha bisogno di aiuto!>> Claire cambiò subito discorso con spavalderia <<l'ho incontrato l'altro giorno, e mi sono accorta subito che non sta bene!>>
<<non possiamo averlo come nemico!>> anche Hiro era uscito da non si sa dove <<lui ha troppo vantaggio! Saremmo come i Fantastici Quattro quando combattono contro Galactus!>>
<<beh, non vincolo loro di solito?>> intervenne Clark.
<<riescono solo a respingerlo!>> rispose Hiro <<e con enorme fatica!>>
<<non staremo esagerando?>> azzardò Claire <<peter non mi sembra pericoloso fino a questo punto! Cioè, non credo che si metterà a cercare di distruggere il pianeta!>>
<<non possiamo prevedere quello che farà e quello che non farà!>> replicò suo padre <<potrebbe anche essere diventato arrogante, tanto arrogante da fargli distorcere la sua visione della realtà stessa!>>
<<in un modo tutto suo, Peter è sempre stato arrogante!>> spiegò Nathan <<se pensa di poter in qualunque modo aiutare gli altri lo fa e basta, non gli importa cosa deve rischiare! E da quando ha scoperto le sue capacità ha cominciato ad attribuirsi sempre di più il dovere di salvare il mondo!>>
<<le condizioni di Peter hanno tutte le carte in regola per fargli venire il complesso del messia!>> intervenne Mohinder <<e questo può facilmente portarlo al delirio di onnipotenza!>>
<<quindi è inevitabile!>> concluse Clark <<peter dev'essere fermato!>>
<<dovete solo provarci!>> tuonò una voce dall'alto.
Tutti si voltarono e videro Peter poco lontano, sospeso in aria a 30 metri da terra, e aveva la rabbia che gli schiumava dalle orecchie.
<<ne avete di fegato a prendervela con me!>> ringhiò <<anche se siete sei contro uno, ne avete di fegato!>>
<<prendercela?>> Clark era confuso <<ma noi...>>
<<e anche dopo tutto quello che ho fatto per voi!!>> continuò Peter <<chi si è schiantato a terra per salvare Claire!? Chi si è fatto piantare un vetro in testa per salvare Mohinder!? Chi ha gonfiato di cazzotti il grugno di Sylar per impedirgli di esplodervi in faccia!? E voi osate cospirare contro di me!!!>>
<<non stiamo cospirando!>> replicò Claire <<noi vogliamo solo aiutarti!>>
<<e chi vi dice che io abbia bisogno di aiuto!?>> ruggì Peter <<io sto benissimo così come sto! Guardatemi: sono potente oltre ogni immaginazione, sono generoso, sono responsabile, sono anche bello! Con tutto quello che posso fare, come diventare invisibile, non vi siete neanche accorti di essere ascoltati! E pensate di poter competere con me!? Chi chiamerete per aiutarvi, l'allegra famigliola di Mohinder!? Molly e la sua mammina Matt!? La House of M!?>>
<<quella è una serie Marvel!>> azzardò timidamente Hiro, Peter lo guardò in modo molto torvo.
<<noi non vogliamo farti niente!>> dichiarò il padre di Claire <<siamo dalla tua parte, lo siamo sempre stati!>>
<<ma tu mi commuovi, signor Bennet!>> ironizzò Peter <<non volevi fare niente neanche a tutta la gente che hai catturato e marchiato a fuoco con il tuo amichetto haitiano, vero!? Eri dalla mia parte anche quando hai cercato di tirarmi una scossa elettrica, giusto!?>>
<<ora ascoltaci!>> cercò di ammonirlo Mohinder <<stai prendendo tutto per il verso sbagliato, noi non ci sogneremmo mai di metterci contro di te! Sappiamo di cosa sei capace e nelle tue condizioni potrebbe...>>
Peter decise che ne aveva abbastanza, quindi sparò sul suolo sotto di lui una potente esplosione laser dagli occhi. Clark, che era vicino, fini con le chiappe a terra, ma Mohinder fu sbalzato lontano e perse i sensi.
<<hai visto, Clark?>> chiese Peter con gli occhi ancora infuocati <<il punto è questo! I tuoi poteri sono tra i migliori che abbia mai provato!>>
Tutti ora guardavano Clark, che deglutì: d'accordo che Peter aveva perso la testa, ma non si aspettava che arrivasse a tanto. Né ad aggredire qualcuno né a svelare a tutti quello che lui nascondeva.
<<mi pare di avervelo già detto, io posso usare una sola abilità alla volta! Non posso usare la telecinesi mentre mi rigenero, non posso dipingere il futuro da invisibile, non posso leggere nel pensiero a nessuno mentre emetto radiazioni, e tutto questo mi limita troppo per i miei gusti!
Ma i superpoteri kryptoniani sono diversi, sono come un blocco unico, li ottengo tutti insieme e quindi posso usarli tutti insieme! Per dirne una la capacità di volo che sto usando ora è quella di Clark, non quella che preferisco usare di solito!
Dire che così posso essere più veloce di un proiettile, più forte di una locomotiva e capace di saltare un grattacielo con un balzo vuol dire abbondare con gli eufemismi!
Con tutta questa potenza quanto mi ci vorrebbe a cancellare Sylar dalla faccia della Terra, mettendo fine per sempre alla sua minaccia!?>>
Mentre parlava il tono di Peter diventava sempre più rabbioso, e raggiunse l'apice quando concluse con <<ma tutto questo sparisce non appena Clark si allontana!>>
Istintivamente Bennet prese la sua pistola e sparò due o tre pallottole a Peter, lui le afferrò tutte con una mano senza il minimo sforzo.
Dopodichè se le buttò in bocca come caramelle e le sputò dritte addosso a Claire, che stramazzò subito all'indietro. I proiettili vennero espulsi e i loro buchi si rigenerarono subito ma lei rimase svenuta. Peter abbattè anche suo padre colpendolo con il supersoffio.
Allora Nathan si alzò da terra e si levò fino a raggiungere suo fratello, e qui Clark capì subito dove lui avesse imparato a volare, e cosa intendesse quando diceva che Nathan lo aveva portato a esplodere nel cielo di New York.
<<per favore, cerca di ragionare!>> invocò mettendosi direttamente davanti a lui <<non capisci di essere pericoloso? Hai perso tutta la tua capacità di giudizio, ora tu e i tuoi poteri potete essere seriamente dannosi se non ci permetti di aiutarti!>>
Peter lo fissò per un attimo, poi rispose <<parole grosse per uno che i suoi poteri li ha sempre rinnegati!>>
E afferrò Nathan per il collo, non in modo da strangolarlo ma di certo facendogli male. Poco dopo lo lanciò verso il basso facendolo schiantare al suolo.
Ora il furibondo Peter stava guardando Clark, che guardava orripilato tutte le persone care che aveva appena abbattuto.
Difficile dire cosa Peter stesse per fare, ma Hiro fu più veloce ad aggrapparsi a Clark.

FATTORIA KENT
SMALLVILLE, KANSAS
2016


Clark si guardò intorno chiedendosi dove diavolo fosse finita la sera. E anche Peter era sparito nel nulla.
L'unica cosa familiare rimasta era Hiro, che si guardava attorno eccitato.
<<siamo salvi!>> Hiro esultò <<<b>YATTA!!!>>
<<come?>> chiese Clark <<cos'è successo? Come abbiamo fatto a scappare?>>
<<ora siamo nel futuro!>> spiegò Hiro <<dieci anni nel futuro!>>
<<il futuro!?>> esclamò Clark guardandosi intorno <<e come abbiamo fatto ad arrivarci!?>>
<<merito mio! Anch'io ho grandi poteri!>> Hiro sorrise <<posso piegare come voglio lo spazio-tempo!>>
<<cosa puoi fare!?>> Clark era incredulo.
<<posso accelerare, rallentare, o anche fermare il tempo! Posso teletrasportarmi dove voglio nello spazio, e posso anche viaggiare nel tempo!>> rispose Hiro.
<<incredibile!>> commentò Clark <<non pensavo fossi così forte!>>
<<sono un eroe!>> rispose contento Hiro <<ho aiutato a salvare il mondo, e ora ho salvato anche te!>>
<<siamo al sicuro qui?>> chiese Clark.
<<peter non ci troverà!>> rispose Hiro <<questo potere è molto difficile da usare!>>
Clark guardò la fattoria. Sembrava molto ben curata, anche dopo tanti anni.
Si avvicinò timidamente alla porta <<no!>> invocò Hiro <<può essere pericoloso per lo spazio-tempo!>>
Ma non aveva ancora finito che la porta di casa si aprì e un uomo comparve sulla soglia <<ciao Clark! Come va Hiro?>> disse cordialmente <<perchè non entrate?>>
Clark e Hiro si fecero avanti ed entrarono in casa, e fissarono a lungo l'uomo. Era senza ombra di dubbio Clark, ora più adulto. Era vestito con pantaloni scuri e una camicia bianca, ed era diventato incredibilmente simile a Virgil Swann, ma più giovane e aitante.
<<ho appena fatto il caffè!>> disse prendendo una caffettiera <<vi va?>>
Mentre Clark futuro beveva l'altro lo fissava <<ci stavi aspettando?>>
<<naturale!>> rispose lui <<ricordo perfettamente questa esperienza, sapevo di dovervi aspettare qui e oggi!>>
<<e non hai paura di eventuali fratture nello spazio-tempo?>> chiese Hiro.
Clark futuro ridacchiò <<ormai dovresti aver capito che non è così facile provocarle! Altrimenti non avresti ricevuto questo potere, non credi?>>
<<sembri molto sicuro di te!>> constatò l'altro Clark <<come se non avessi tutti i miei problemi!>>
<<infatti non ce li ho!>> rispose lui sorridendo <<sono spariti tutti da un'eternità! Sei libero di non crederci, ma la mia vita non potrebbe andare meglio!>>
Clark futuro aveva indovinato, l'altro non riusciva a crederci <<come fai a dirlo? Non ti preoccupi più neanche di doverti nascondere!>>
<<ho smesso di farlo!>> rispose Clark futuro <<tutto il mondo sa dei miei poteri!>>
<<cosa?>> Clark giovane era stupefatto <<il mondo che conosco non sopporta chiunque non sia uguale a tutti, come fa ad accettare di buon grado un alieno!?>>
<<basta presentarsi nel modo giusto!>> rispose lui <<sotto certe circostanze, la gente può anche idolatrare un uomo d'acciaio!>>
<<quali circostanze!?>> chiese l'altro.
<<non posso dirvelo, provocherei un paradosso temporale!>> disse Clark futuro guardando Hiro e lui <<ma non preoccuparti, ci arriverai! Lo faresti anche se non ti avessi detto niente!
Tutto quello che devi fare è smetterla di sentirti colpevole di qualunque cosa!>>
<<complesso di Peter Parker!>> commentò Hiro <<io lo chiamo così!>>
Qualcosa scattò nella mente di Clark passato <<peter!>> esclamò <<al ritorno dovrò affrontare di nuovo Peter!>>
Clark futuro parlò in tono noncurante <<ah già, quella vecchia storia con Peter!>> come se parlasse di un fastidioso piazzista.
<<come fai a essere così calmo!?>> chiese l'altro Clark <<peter è capace anche di uccidermi, è molto facile per lui! Ora come ora, è di sicuro lui il mio problema più grande!>>
<<so cosa intendi, ma devo dirti qualcosa!>> Clark futuro sorrise <<io non potrei essere più felice di aver incontrato Peter Petrelli!>>
<<eh!?>> Clark giovane alzò un sopracciglio.
<<so quanto sei spaventato da lui in questo momento, ma non durerà!>> continuò lui <<la pazzia di Peter è solo momentanea, saprà ritrovare il senno! E allora si mostrerà per quello che è realmente!>>
<<e fino ad allora?>> chiese l'altro <<come faccio a competere con lui? Possiede un'infinità di poteri, sa usare i miei anche meglio di me, è perfino immune alla kryptonite! Lui è senza dubbio molto più forte e potente di me!>>
<<più potente di certo!>> rispose Clark futuro <<ma non più forte!>>
<<in che senso?>> chiese Hiro.
<<in senso fisico!>> rispose lui, rivolgendosi poi alla sua controparte giovane <<tu non te ne sei mai accorto, ma la forza kryptoniana si calcola anche in base ai muscoli e alla forma corporea! Se due uomini con questi poteri si scontrano, in un corpo a corpo vince il più robusto dei due!>>
Clark giovane si guardò: non si era mai chiesto come facesse a mantenere un buon fisico senza sudare mai, ma ora ne era contento se si paragonava a Peter, che invece era piuttosto magrolino.
<<cioè devo riuscire a fare a cazzotti con lui!>> commentò.
<<malauguratamente si!>> disse Clark futuro <<devi riuscire ad abbatterlo senza fargli troppo male!>>
<<hai detto che è stato un bene averlo incontrato...>> azzardò Clark passato dopo una breve pausa.
<<non sai quanto!>> rispose lui sorridendo ancora <<gli devo moltissimo, ancora oggi è un mio grande amico!>>
<<basta!>> Hiro intervenne a sorpresa di entrambi i Clark <<abbiamo già abbastanza informazioni, non possiamo compromettere ancora di più il continuum spazio-temporale!>>
<<più che giusto!>> ribattè Clark futuro <<sono i rischi dei viaggi nel tempo! Comunque non avevate bisogno di sapere da me quello che vi ho detto!>>
Dopo i saluti Hiro toccò Clark passato ed entrambi sparirono. Clark, rimasto solo in casa, si mise la giacca e la cravatta, si tirò indietro i capelli e si mise gli occhiali e il cappello, e decise di tornare a entrambi i suoi lavori a Metropolis.

FATTORIA KENT
2006


Clark vide che l'unica differenza rispetto al futuro era che adesso era notte. Per il resto era tutto identico a prima.
<<hiro, ti ringrazio di tutto!>> disse <<ma adesso devi andartene!>>
<<non puoi affrontare Peter da solo!>> ribattè Hiro <<posso aiutarti! Ho un buon controllo sul mio potere!>>
<<sono io quello che vuole, e sono io quello che lo deve affrontare!>> nel tono di Clark c'era molta decisione.
Dopo un attimo Hiro mormorò <<complesso di Peter Parker!>>
<<cosa?>> chiese Clark.
<<caricarsi ogni responsabilità senza motivo apparente, buttarsi in qualunque impresa disperata per senso di colpa, autoaccusarsi di qualunque cosa...>> elencò Hiro <<tutto questo di solito lo fa Peter Parker!>>
Clark ci pensò su <<in effetti io e Spider-man abbiamo molto in comune!>> ammise <<ma non mi sembra una cosa negativa!>>
<<spider-man vive male!>> rispose Hiro <<si carica ogni senso di colpa che non gli compete, e riesce a malapena a convivere con se stesso! Pensa perfino che Gwen Stacy sia morta per colpa sua! Assumersi le responsabilità non vuol dire caricarsi le colpe, lui non riesce a capirlo!>>
Hiro si interruppe quando fu lanciato contro il muro esterno del fienile e rimase lì sospeso tenendosi il collo.
Clark si girò e vide Peter che teneva il braccio teso verso Hiro guardandolo in cagnesco <<non ho voglia di prendermela anche con te!>> ringhiò <<se ti levi dalle palle adesso non ti farò niente!>>
Hiro sparì subito dopo, teleportandosi lontano. Peter si girò a guardare Clark <<questa faccenda è solo tra noi due!>>
<<si, ma quale faccenda?>> chiese Clark <<spiegami esattamente cosa vuoi!>>
<<i tuoi poteri, mi sembra chiaro!>> rispose Peter <<sono sicuro che tu sappia come farmeli ottenere in modo permanente!>>
<<perchè li vuoi a tutti i costi?>> chiese Clark <<guarda che sono molto stressanti!>>
<<ma utili!>> rispose Peter <<ogni prestazione fisica aumentata ad altissimi livelli, raggi di calore, volo... hai idea di quanto si potrebbe aiutare il mondo?>>
<<tu non hai bisogno di me! In giro ci saranno di sicuro altre persone come te con ognuna di queste abilità! Puoi trovarle e assorbirle tutte!>> disse Clark <<se io sono davvero il futuro vuol dire che non puoi raggiungermi!>>
<<e allora voglio affrettare il futuro!>> ruggì Peter <<i tuoi superpoteri sono gli unici che io riesca a usare tutti insieme, e tu me li darai! In un modo o in un altro!>>
Dopodichè si gettò addosso a Clark, che riuscì a placcarlo anche se venne spinto indietro lasciando due solchi per terra con i piedi.
I due rimasero fermi per qualche secondo, poi Clark respinse indietro Peter con una capocciata.
Peter si risentì molto, e sferrò un calcio sul suo addome, che Clark non riuscì a fermare.
Comunque, muovendosi in fretta, riuscì a afferrare la gamba di Peter per sollevarlo e sbatterlo a terra con violenza.
Ma appena si avvicinò Peter lo colpì sul mento con un unico calcio a piedi uniti che lo fece indietreggiare, e si rialzò.
Peter gli tirò poi un cazzotto, poi un altro cazzotto, poi un altro, un altro ancora, ancora una altro...
Clark li sentì ma mantenne abbastanza lucidità da riuscire a fermare il prossimo afferrando la mano di Peter <<ora tocca a me!>>.
Poi, dopo aver tirato indietro il braccio, rispose con il cazzotto più potente che riuscisse a lui. Peter lo prese dritto in faccia e sputò sangue.
Clark capì che il suo alter ego futuro aveva ragione, doveva battere Peter sul piano fisico. Ottenne la conferma tirandogli moltissimi altri cazzotti.
Peter alla fine riuscì a riprendersi e a sparare a Clark con la vista laser, lui contrattaccò allo stesso modo. I due raggi si incontrarono provocando un'esplosione, come quella del suo ultimo scontro con Bizarro.
Adesso tra loro c'era una grossa nuvola di fumo, che venne spazzata via quando Peter la attraversò volando rasoterra e colpendo Clark in pancia a pugni uniti.
Dopodichè, approfittando del vantaggio, gli tirò un bel montante destro al mento, che pur senza fargli grossi danni lo spedì in alto.
Peter lo seguì in aria immediatamente, colpendolo con una capocciata al torace, poi lo afferrò per i fianchi, lo orientò verso terra e si sparò giù.
Clark accusò il colpo, ma sapeva di essere ancora in vantaggio.
Almeno finchè non gli arrivò un cazzotto che per poco non gli fece saltare via la mascella.
Peter aveva smesso di usare la superforza, non ne aveva più bisogno. Gli bastava picchiarlo con le mani verdi di radiazioni da kryptonite, tenendolo steso a terra.
Clark subì i suoi pugni senza riuscire a reagire. Al di là del dolore accecante ora aveva anche paura: se Peter avesse perso di nuovo il controllo avrebbe potuto ucciderlo con un'esplosione radioattiva.
Ma tutto finì presto. Peter aveva smesso di picchiare Clark e ed entrambi si erano girati a guardare vicino a loro.
Nella lotta si erano scordati dell'anello che Clark teneva in tasca, che quindi era rotolato fuori e si era attivato.
Si trasformò sotto i loro occhi in un vortice, un buco abbastanza grande da far entrare entrambi, che cominciò subito ad attirarli.
La forza di gravità del vortice era potentissima e aumentava sempre di più, Peter e Clark non riuscivano a opporsi. Non c'era niente di abbastanza forte o solido a cui aggrapparsi, loro non potevano in nessun modo resistere.
Così finirono entrambi in quel buco.
Fu tutto molto veloce per loro, vedersi poi intrappolati in un enorme quadrato di vetro, come uno specchio che li aveva intrappolati e che ora ruotando si sollevava sempre più su, sempre più su.
Raggiunsero lo spazio in fretta, guardando il pianeta che si allontanava da loro e poi guardandosi a vicenda con aria spaventata.
Nessuno dei due fece in tempo a parlare quando anche il suolo gli sparì da sotto i piedi, facendoli cadere in una specie di abisso oscuro.
Quando piombarono a terra Clark fu il primo ad alzarsi e a guardarsi intorno spaesato. Si trovavano in una specie di deserto, fatto di sassi e sabbia grigia, dove c'era più nebbia che aria e si sentiva solo odore di morte e disperazione.
<<la Zona Fantasma!>> disse affranto <<il posto peggiore che possa esistere!>>
Vide Peter mentre si guardava intorno terrorizzato. Guardò lui e poi scomparve del tutto, invisibile.
<<<b>PETER!!!>> invocò disperato Clark <<non puoi abbandonarmi così!>>
Inutile. Peter sembrava essersi già allontanato. Clark rimase fermo, demoralizzato da quello a cui l'aveva appena portato la sua psicosi.
Adesso Clark era solo. Aveva perso tutti i suoi poteri, e si trovava abbandonato in una prigione in cui tre quarti dei detenuti ce li aveva spediti suo padre.
Clark cercò di calmarsi e ragionare. Non era del tutto perduto, sapeva di avere ancora una possibilità di salvarsi. Ma come riuscirci senza farsi prima ammazzare? Senza contare che non poteva andarsene senza Peter.
Ebbe il buon senso di cercare di non farsi vedere, mantenendo silenzio e cercando di camminare a testa bassa.
Ma non sapeva dove cominciare. Non poteva mettersi a vagare a zonzo.
Decise di camminare e basta, guardandosi intorno, cercando qualunque cosa potesse essergli d'aiuto.
E camminò a lungo, per un tempo che gli parve interminabile e invece sarebbe potuto essere durato anche solo mezzo minuto.
Era stanco, aveva paura e cominciava anche a sentire freddo.
Forse fu tutto questo a renderlo tanto fortunato da inciampare.
Perchè se fosse rimasto in piedi probabilmente gli sarebbe stata staccata la testa di netto.
Sentì comunque la sua schiena venire presa di striscio, e si girò a guardare.
Il fantasma si era accorto di avere mancato il bersaglio e stava per tornare indietro. Clark riuscì a schivarlo abbassando in tempo la testa.
Quando la rialzò vide altri fantasmi vicino a quello che lo aveva mancato. Si vedeva poco di loro sotto i mantelli laceri, a parte delle mani rattrappite e secche. Al di là del suo spavento Clark pensò che ricordavano molto i dissennatori di Harry Potter 3.
Clark non riuscì a schivare entrambi i fantasmi che lo attaccarono poi. Uno lo graffiò in faccia.
Clark prese a correre, senza voltarsi, senza chiedersi perchè non lo avessero già raggiunto, senza neanche aspettarsi davvero la salvezza.
Ma scalata la duna successiva la sabbia franò sotto di lui e rovinò dritto alla base, circondato da altre dune.
E da lì sbucarono i fantasmi. Uno schieramento di fantasmi. Centinaia di fantasmi. Tutti che lo circondavano e guardavano lui.
Clark rimpianse di non aver detto quanto volesse bene a tutti, da Jonathan a Lois, e aspettò che la sua fine gli piombasse addosso.
Non successe.
Clark guardò stupefatto i fantasmi. Non gli erano saltati addosso tutti insieme!? Com'era possibile!?
Anzi, a guardare bene erano proprio immobili, come pietrificati. Neanche i loro mantelli ondeggiavano più.
Clark era troppo stupito, ci mise un po' ad accorgersi che uno di loro lo aveva afferrato una gamba.
Un momento, non era la mano di un fantasma. Clark si voltò subito e vide Peter in ginocchio che con una mano teneva lui e con l'altra la propria testa, che dall'espressione sembrava fargli un male pazzesco.
Clark guardò di nuovo i fantasmi immobili e chiese <<hai fermato il tempo!?>> Peter non rispose, mantenendo la concentrazione.
A Clark non serviva altro, raccolse Peter e se lo caricò in spalla.
Così risalì la sabbia, cercando di muoversi in fretta.
Passò in mezzo ai fantasmi, che rimanevano miracolosamente paralizzati, e non osò neanche guardare sotto i loro mantelli sporchi e laceri.
Mentre svicolava tra quegli esseri notò che erano davvero numerosi. La voce dell'arrivo del figlio di Jor-El si era sparsa in fretta, e di sicuro loro non vedevano l'ora di vendicarsi tutti insieme del loro carceriere.
Lasciato alle spalle lo schieramento, continuò a correre sempre di più, sperando che Peter potesse resistere ancora, e scrutando il paesaggio alla frenetica ricerca di un qualsiasi appiglio di speranza.
E quello arrivò. Sembrava una tenda, abbandonata e seminascosta nella sabbia, difficile da individuare per chiunque non fosse così disperato.
Lì dentro mise a terra Peter, che prese ad ansimare per lo sforzo titanico che gli aveva anche fatto sanguinare abbondantemente il naso.
<<mi hai salvato la vita!>> esalò Clark ancora incredulo.
Peter fece un debole sorriso <<e che razza di amico sarei se no?>> disse debolmente.
A Clark venne quasi da ridere, ma non ne aveva il respiro.
Dopo aver ripreso fiato i due cercarono di consultarsi.
<<non posso fermare il tempo un'altra volta!>> spiegò Peter <<non capisco perchè ma qui è difficilissimo! Sembra che non basti metterlo in pausa, bisogna anche mantenercelo!>>
<<qui il tempo non scorre normalmente!>> rispose Clark <<si può rimanere millenni nella Zona Fantasma senza mai invecchiare! Il tormento non finisce mai né per i fantasmi né per i prigionieri interi!>>
<<e il fatto di dover tenerne fuori te lo rende ancora più difficile!>> completò Peter <<dobbiamo scappare da questi fantasmi!>>
<<c'è una via d'uscita!>> rispose Clark <<un portale che si può aprire con il mio sangue, se lo raggiungiamo possiamo ancora salvarci la pelle!>>
<<possiamo scappare da questo posto!?>> chiese speranzoso Peter.
<<entrando qui abbiamo entrambi perso i poteri kryptoniani, ma per fortuna a te rimangono tutti gli altri!>> disse Clark <<ce la faremo!>>
Peter prese il braccio di Clark ed entrambi diventarono invisibili. Uscirono dalla tenda cercando di non lasciare impronte troppo evidenti.
<<credo di aver visto il portale!>> disse Peter camminando avanti, mentre intorno a loro i fantasmi non davano segno di vederli.
Camminarono a lungo, rimanendo entrambi spaventati come quando erano arrivati. Ma adesso per qualche ragione entrambi si sentivano molto meglio.
Poi videro. videro due lunghe rocce incrociate sopra un'altra pietra. E su quella pietra c'era il simbolo della famiglia El.
Loro si avvicinarono, assicurandosi che in giro non ci fossero fantasmi che potessero inseguirli.
Quindi Clark attinse al sangue che perdeva dalle sue numerose ferite, e lo mise sul simbolo tenendo la mano a Peter.
Un lampo di luce, e loro si sentirono di nuovo aspirare in un buco nero.
Mentre attraversava un momento di senso di vuoto assoluto Peter si chiese se queste cose Clark le vivesse tutti i giorni.
Poi un altro lampo di luce e Peter si ritrovò ai limiti dell'atmosfera terrestre, in chiara carenza d'aria, ma lui non ne aveva bisogno. Frenò subito, rimanendo sospeso lì.
<<incredibile, Clark!>> esalò sgranando gli occhi <<ce l'abbiamo fatta!>>
Si guardò intorno e si rese conto che Clark non era vicino a lui. Anzi stava precipitando a terra molto veloce.
Quindi si fiondò in volo al suo inseguimento immediatamente, senza neanche pensarci.
Clark era tornato invulnerabile, quindi non avrebbe subito né l'attrito né tantomeno l'impatto, ma sarebbe probabilmente caduto addosso a qualcuno, magari in mezzo a una città piena di gente.
Cadendo Clark acquistava velocità, e così Peter doveva aumentarla. Ma rimanevano lontani.
Poi l'immancabile imprevisto. Un aereo di linea, certamente pieno di centinaia di persone, passò davanti a Peter.
Così dovette frenare bruscamente, riducendosi a girare su se stesso, finendo all'indietro con varie capriole.
Sapendo di non poter perdere altro tempo ripartì sparato verso Clark, volando molto più veloce di prima
Sfrecciando verso terra l'aria aumentava e anche l'attrito, Peter strinse i denti per resistere e aumentò la velocità più che potè.
Ormai mancava pochissimo, meno di un chilometro al suolo, ed erano ancora troppo lontani. Clark si preparò, Peter tese la mano.
Per Clark fu un gran sobbalzo, e si sentì come bloccato. Rimase lì in aria, senza più cadere o riuscire a muoversi.
Più in alto Peter boccheggiava, incredulo e entusiasta. Clark cominciò a salire, fino a raggiungere la sua altezza.
<<ce l'ho fatta!>> disse a occhi sgranati <<ci sono riuscito!!!>>
<<eh!?>> Clark non lo capiva, si era a malapena accorto di quello che gli era appena successo.
<<volo e telecinesi!>> Peter era raggiante <<sono riuscito a usare due superpoteri insieme!>>
Clark non disse niente, era troppo contento.
Peter si mise in moto verso Smallville, tirandosi dietro Clark. Lui sentiva un po' di disagio a sentirsi bloccato così, ma non poteva lamentarsi.
Raggiunta la città, rimasero comunque sospesi a quell'altitudine <<così nessuno potrà romperci le scatole!>> spiegò Peter.
<<a parte qualche uccello spaventato!>> ironizzò Clark.
Peter fece una breve pausa <<credo di dovermi scusare!>> disse con vergogna <<per come mi sono comportato!>>
<<io a volte ho fatto anche di peggio!>> rispose Clark <<tu non hai danneggiato seriamente nessuno!>>
<<ma gli ho fatto male!>> disse Peter a testa bassa <<nathan, Mohinder e gli altri! Tutta gente a cui voglio bene!>>
<<non eri in te!>> ribattè Clark.
<<non mi consola granchè!>> disse Peter <<visto anche la stupidità del motivo per cui ho perso la testa!>>
<<a me sembrava anche troppo serio!>> disse Clark.
<<stai scherzando!?>> chiese Peter <<in quei momenti pensavo solo a diventare più potente! Volevo a tutti i costi le tue abilità, per un breve attimo ho pensato perfino di ucciderti e prenderle alla maniera di Sylar!>>
<<quello era un effetto del tuo squilibrio, non la causa!>> Clark ricordò quello che aveva detto Bennet.
<<di quale causa parli?>> Peter era confuso.
<<ti sei impegnato a lungo per salvare New York e per non esplodere, e ti sei impegnato ancora di più per non carbonizzare Nathan! Tanto stress farebbe impazzire anche me!>> disse Clark.
<<penso che dovrei assomigliare a Peter Parker non solo per il nome!>> Peter fece un mezzo sorriso <<dovrei rendermi conto che da un grande potere derivano grandi responsabilità!>>
<<a proposito di poteri...>> Clark era ancora a disagio sospeso in aria <<non è che adesso potresti lasciarmi andare?>>
Peter lo guardò in modo strano <<clark...>> trattenne una risatina <<io ti ho lasciato già da parecchio!>>
Ci volle qualche secondo prima che la frase arrivasse al cervello di Clark e l'informazione fosse concepita.
Clark sentì i suoi organi vitali che smettevano di funzionare, guardò giù e vide l'enorme distanza che ancora lo separava dalla terra.
Istintivamente agitò le braccia come se cercasse l'equilibrio. Fece anche una lenta capriola completa.
Peter rise <<vedi com'è facile?>> indietreggiò un po' <<perchè non lo provi?>>
Clark si fermò e riuscì a stabilizzarsi. Rimase un attimo fermo, poi cominciò a volteggiare su e giù, avanti e indietro, a destra e a sinistra.
Incredibile. Era facile per davvero. E la cosa più assurda era che gli piaceva.
Peter e Clark si guardarono in faccia <<sai che significa questo?>> chiese Clark <<che ora possiamo e dobbiamo risolvere il nostro problema!>> rispose Peter.
Clark si mosse prima, scendendo in picchiata verso terra, contando di confondersi con il buio.
Tutte le sue precedenti involontarie semiesperienze di volo gli attraversavano la mente vorticose. Clark si chiese come avesse potuto essere un tale pezzo di cretino da non impegnarsi fin da subito.
E in un certo senso era merito anche di Clark futuro. Bastava guardare quel tipo per credere davvero che un uomo possa volare.
Guardava il suolo mentre sfrecciava a grande velocità, con Peter che lo seguiva.
Fu poco dopo, quando passò vicino all'insegna “Benvenuti a Smallville”, che frenò bruscamente, tanto che quasi quasi Peter andò a sbattere contro di lui.
Entrambi guardarono giù e videro disegnato enorme sull'erba il simbolo degli El, ma al contrario. Invece che una S sembrava una Z.
E soprattutto era tracciata con il sangue.
Clark piombò a terra con forza vicino alla punta del pentagono, davanti a cui lo aspettava Bizarro.
<<bella entrata in scena, complimenti!>> il fantasma ghignò <<stavo guardando su in cielo e mi stavo giusto chiedendo se fossi un uccello o magari un aereo!>>
<<devo ridere?>> chiese indignato Clark <<spiegami cos'è quello!>> sbraitò indicando il simbolo rosso.
<<sangue!>> rispose con semplicità Bizarro <<mi sembrava il modo migliore per attirare la tua attenzione! E comunque erano degli idioti, di cui di certo non sentirai la mancanza!>> Clark di indignò ancora di più.
<<questo non dovrebbe importare!>> disse qualcuno da lontano <<tra poco qui ci sarà molto più sangue!>>
Peter si voltò all'istante, insieme ai due Clark, e sentì qualcosa esplodergli dentro mentre Sylar si avvicinava.
<<ciao Peter!>> Sylar sorrise <<quant'è che non ci si vede?>>
<<sinceramente non sentivo la tua mancanza, Gabriel!>> replicò Peter <<preferivo pensarti morto e sepolto!>>
<<per una volta nella vita non hai avuto fortuna!>> lo apostrofò Sylar <<ringrazia il mio anonimo benefattore!>>
<<mi è difficile pensare come a un benefattore uno che ha rimesso in circolazione un pezzo di merda come te!>> ringhiò Peter.
Sylar ghignò <<avrò tutto il tempo di dedicarmi a ucciderti, ma devi aspettare il tuo turno!>> poi guardò oltre Peter <<dopo il suo!>>
Il cuore di Clark ebbe un tuffo, perchè capì che Sylar non si riferiva a lui.
Ma come aveva fatto a non pensarci? Bizarro era davanti all'insegna nell'esatta posizione dell'immagine che Mohinder gli aveva mostrato, e anche i suoi vestiti e la luna e le stelle erano identici. Tutto tornava.
<<tra i due tu sei quello con la faccia rocciosa, vero?>> Sylar si rivolse a Bizarro <<voglio essere sicuro di ammazzare chi mi hanno mostrato i dipinti!>>
<<vorresti ammazzare me?>> Bizarro era divertito <<tu non hai idea di quello di cui sono capace, vero?>>
<<e proprio quello il motivo per cui mi interessa il tuo cervello!>> rispose Sylar <<e so per certo che c'è un modo con cui posso prendermelo!>>
Bizarro sbuffò <<così il conteggio dei cadaveri che dovrò far sparire sale a tre! Potrei cominciare a stufarmi!>>
<<qui nessuno ammazzerà nessuno!>> Clark si parò di fronte a Bizarro.
<<e di certo nessuno riuscirà a potenziarsi!>> Peter si mise davanti a Sylar.
Peter mandò a Clark uno sguardo che equivaleva a “Penso io a lui”, Clark e Bizarro si guardarono in modo agguerrito e determinato.
<<benissimo!>> Bizarro ghignò mentre lui e Clark si alzavano da terra <<sei pronto a un bello scontro Spider-man contro Venom?>>
Raggiunta una grande altitudine i due presero la rincorsa per poi andare a scontrarsi, l'impatto fu notevole.
Molto più in basso Peter e Sylar erano in pieno scontro radioattivo. Avevano già ucciso tutta l'erba nel raggio di dieci metri picchiandosi con le mani roventi di radiazioni. Erano entrambi immuni ma ne subivano il reciproco calore.
Clark e Bizarro volavano troppo alti e Peter non poteva più assorbire i poteri di nessuno dei due, ma non importava. Sapeva di essere comunque più potente.
Sylar non sembrava della stessa idea, soprattutto quando afferrò con una mano la faccia di Peter e la congelò.
Accecato, Peter si piegò in due dal freddo e dal dolore, abbastanza per ricevere un bel calcio nelle palle.
Subito dopo Sylar ne approfittò per mandarlo a schiacciarsi contro l'insegna con la telecinesi.
Questo fece irritare Peter, abbastanza da farsi sfuggire uno sfogo di radiazioni che sciolsero all'istante il ghiaccio che aveva in faccia.
Quindi Peter si liberò della telecinesi di Sylar respingendola con la sua, piantò i piedi sull'insegna e usandola come trampolino si lanciò in volo su Sylar, prendendolo in pieno con la testa.
Poi fu veloce a tirargli un calcio, che lo fece barcollare. Gliene tirò un altro sulle palle subito, restituendo quello di prima.
A quel punto Sylar volle ostentare ancora la sua maestria con la telecinesi tirando a Peter un cazzotto potenziato che quasi gli fece saltare cinque denti.
Prima di avere il tempo di rigenerarsi ne prese molti altri. Barcollò all'indietro perdendo fiumi di sangue dalla bocca.
Sylar lo atterrò e cominciò a colpirlo sul cranio, progettando di spiaccicare per terra il suo cervello.
Peter non aveva ancora intenzione di essere ammazzato, specialmente da lui, quindi cercò di superare il dolore accecante e di concentrarsi con tutte le sue forze.
Quando riuscì a tirare via la testa schivando il lentissimo pugno successivo capì che non era riuscito a fermare il tempo, ma per lui anche rallentarlo andava bene.
Dopo essersi rigenerato dopo tutte quelle sberle, si schiodò di dosso Sylar lanciandolo via con un altro assaggio della telecinesi. In quel momento il tempo tornò a scorrere come prima.
Peter si rialzò e guardò il suo nemico. Sylar era un po' ammaccato ma era freddo e agguerrito quanto prima.
Peter si rese invisibile e si mise a correre, intenzionato a prenderlo di sorpresa.
Quindi Sylar stese le mani sul suolo, che si congelò quasi all'istante nel raggio di cinquanta metri.
Dopo fu una questione di superudito, per lui non fu difficile trovare il battito cardiaco di Peter.
Quindi lo avvicinò mentre aveva ancora i piedi congelati e scaricò un bell'impulso radioattivo su di lui.
Peter subì il colpo, ma venne anche liberato dal ghiaccio. Quindi lui e Sylar si afferrarono a vicenda per il collo con la telecinesi.
Entrambi strinsero forte, tanto forte che furono costretti a lasciarsi andare quando finirono l'aria.
Mentre riprendeva fiato Peter per un attimo buttò l'occhio sul furioso combattimento sopra di lui.
Tra i due quello più sanguinante era Clark, ma neanche Bizarro era troppo pulito.
Clark volò ancora contro il suo clone e gli tirò una scarica di cazzotti in faccia che lo spinsero all'indietro.
Bizarro fu veloce a girare intorno a Clark e a colpirlo alla schiena a pugni uniti, lui si voltò subito e lo respinse con il supersoffio.
Poi i due si scontrarono di nuovo in un violento impatto, come avevano fatto spesso in questo scontro.
Clark lo colpì con un cazzotto in testa verso il basso, poi un altro allo stomaco, poi gli tirò un calcio in faccia...
Bizarro lo bersagliò in faccia con una scarica intensa di vista laser, che lo lanciò indietro e gli surriscaldò anche la faccia.
Poi si mise a giragli intorno in volo, sempre più veloce, come a creargli una tromba d'aria addosso.
Quando pensò che Clark fosse cotto a puntino Bizarro lo colpì con il suo pugno più forte. Clark fece vari giri a mezz'aria.
Clark decise di fare come Peter prima e fiondarsi contro Bizarro prendendolo nell'addome con una capocciata, e infatti fece sputare molto sangue all'avversario in questo modo.
Sempre con la testa lo colpì ancora sul mento mentre lo teneva per i fianchi, ma Bizarro sgusciò via dalla sua presa e gli tirò ancora un pugno in testa.
Clark salì e lo bersagliò in faccia con una scarica di calci fortissimi, che lo lanciarono molto lontano.
Dopo aver preso un po' di rincorsa, Bizarro si sparò contro Clark a velocità incalcolabile.
Lui sapeva di non poter uguagliare una carica simile nei pochi nanosecondi che gli rimanevano, quindi si tenne pronto a incassarla.
Fu l'impatto più forte che Clark avesse mai conosciuto anche contando il suo arrivo sulla Terra, l'onda d'urto piegò molti alberi lì intorno.
Ma Bizarro non aveva finito. Tenendolo saldo si lanciò in picchiata verso terra tenendolo davanti come scudo.
Peter e Sylar si buttarono da parte, perchè i due Clark si schiantarono proprio in mezzo a loro.
Nel cratere creatosi Bizarro ora svettava sull'inerme Clark, che era crollato al suolo con l'impatto.
Così lo prese a cazzotti in faccia mentre lo teneva steso lì, facendogli sempre più danni ogni volta che lo colpiva e facendo schizzare via sempre più sangue.
Ma Bizarro venne lanciato all'indietro quando venne colpito a sua volta in faccia dal cazzotto di qualcun altro, e atterrò fuori dal cratere.
Peter aiutò Clark a rialzarsi mentre le sue mani, ancora illuminate di radiazioni da kryptonite blu, acceleravano la sua rigenerazione e lo rimettevano in forze.
Poi Peter tornò a occuparsi di Sylar, che sporco di sangue non suo ghignava soddisfatto <<sono quei meteoriti, vero?>>
Persa la lucidità Peter si lanciò urlando in volo contro Sylar, che al contrario era ancora calmo e calcolatore e lo bloccò facilmente con la telecinesi <<quelle rocce verdi che ho trovato in abbondanza qui a Smallville mi hanno incuriosito fin da subito! Ho scoperto di poterle invertire con le mie radiazioni! Vediamo se indovino, quelle verdi uccidono Clark e quelle blu il suo clone, giusto?>>
Peter si arrabbiò ancora di più e colpì duramente Sylar con un impulso telecinetico che lo mandò con le chiappe per terra.
Mentre Peter si avvicinava Sylar capì dal suo sguardo che era meglio non illudersi di poter competere ancora con lui, quindi si giocò la sua ultima carta.
Stese le mani sul ghiaccio che ancora ricopriva il terreno e ci scaricò una dose massiccia di radiazioni che lo sciolsero tutto insieme e poi fecero evaporare l'acqua derivante.
Peter si fermò davanti all'enorme nuvola di vapore che si espandeva, ma quando si diradò Sylar era sparito.
<<porca puttana!!!>> esclamò con rabbia <<ma come fa ogni volta!?>>
Peter rivolse la sua attenzione a Clark e Bizarro, ora che entrambi si erano rimessi in forze, che continuavano a lottare a terra.
Decise di atterrare Bizarro con la telecinesi da lontano, poi si mise a correre verso di loro.
Clark aveva cercato di avvicinarsi a Bizarro ma lui l'aveva colpito in faccia con i piedi uniti e si era rialzato, quindi aveva sparato a Peter con la vista laser ma lui l'aveva schivata alzandosi in volo verso di loro.
Bizarro volò ancora più in alto per schivarlo, poi sparò di nuovo uno sguardo di fuoco sia a lui che a Clark.
<<non vi arrendete ancora!?>> chiese agguerrito sospeso in aria <<pensate davvero di potermi battere?>>
<<sono discorsi da cattivo dei fumetti!>> rispose Clark, poi si rivolse a Peter <<quindi noi risponderemo allo stesso modo, dico bene?>>
<<benissimo!>> gli rispose Peter con uno strano mezzo sorriso <<facciamo che tu sei Colosso e io sono Wolverine!>>
Peter corse subito da Clark, lui lo prese e lo sollevò, prese bene la mira e lo lanciò subito contro Bizarro.
Peter lo andò a colpire come un missile dritto nel torace con i pugni uniti.
Colpito in quel modo Bizarro fu mandato dritto a schiantarsi a terra, lasciando un solco da dove non si mosse più.
Peter si rese conto solo ora che le sue mani erano ancora accese di radiazioni blu.
Clark andò subito a controllare Bizarro <<È morto!>>
Peter quasi non ci credeva e guardò ancora le sue mani.
<<pensavo di averle controllate!>> si lamentò <<pensavo di poter mettere a freno il mio potere radioattivo! Pensavo di riuscire a disattivare queste radiazioni!
Non ho mai pensato di uccidere nessuno, neanche nel mio momento di pazzia!>>
<<guarda che io non ho meno colpa di te!>> rispose Clark guardando la faccia ora rocciosa e spenta del suo gemello cattivo <<se ti avessi lanciato con meno forza non l'avresti colpito così duramente! Sarebbe potuto sopravvivere!>>
<<forse nessuno di noi è il vero colpevole!>> ponderò Peter <<questo omicidio l'abbiamo commesso entrambi!>>
Clark sorrise <<a quanto pare soffriamo entrambi del complesso di Peter Parker!>>, entrambi risero amaramente.
<<e adesso?>> chiese Peter.
<<adesso facciamo sparire il cadavere!>> spiegò Clark <<e speriamo che i nostri problemi siano finiti qui!>>
<<non credo!>> intervenne Peter <<mentre lottavo con Sylar ho scavato un po' nella sua mente!>>
<<e?>> chiese Clark.
Peter sospirò <<credo di sapere come ha fatto a salvarsi la pelle!>>

RESIDENZA LUTHOR
UFFICIO
23:30


Lex stava giusto pensando di alzarsi dalla scrivania e andare a dormire quando la porta venne sradicata buttata via.
<<ciao Clark!>> disse con calma <<i miei legali ti daranno il conto dei danni!>>
<<non provare a cambiare discorso!>> ringhiò Clark mentre si avvicinava <<tu sai benissimo perchè sono qui!>>
<<forse si!>> pensò ad alta voce Lex <<perchè ti ho salvato la vita!>>
<<questa me la devo segnare! Mi hai salvato da qualcosa che hai provocato tu!>> digrignò Clark <<non lo considero esattamente una cosa da eroi! Più che altro da perfetti stronzi!>>
<<ehi, vacci piano!>> lo ammonì Lex <<non ricordo di aver creato un tuo clone malvagio che voleva ucciderti!>>
<<ma hai rimesso in circolazione qualcun altro che avrebbe potuto farlo!>> continuò Clark <<un pericoloso serial killer per esempio! Ti dice niente?>>
<<ah, tu parli di Gabriel Gray?>> chiese Lex fintamente sorpreso <<ho solo fatto quello che avresti fatto tu! Ho trovato un uomo che stava morendo e l'ho aiutato! Avevo giusto messo a punto un siero che fa guarire qualunque danno fisico, anche se ha l'effetto collaterale di stimolare la rabbia!>> spiegò <<dubito che potrò metterlo in commercio!>>
<<tu sapevi quello che avrebbe fatto se fosse sopravvissuto!>> sbraitò Clark <<con la tua influenza tu sai sempre tutto e con la tua mentalità da calcolatore hai previsto tutto! Sapevi che si sarebbe messo a caccia di altri poteri! E sapevi dei suoi quadri, che lui avrebbe seguito arrivando a me!>>
<<non a te, al tuo clone!>> precisò Lex <<era lui che voleva uccidere, vero?>>
<<fammi capire!>> ringhiò Clark <<visto che Bizarro voleva uccidermi secondo te mandare qualcuno a ammazzare lui è salvarmi la vita!?>>
<<in un certo senso si!>> disse Lex <<se poi le cose sono andate diversamente non mi riguarda di certo! Il mio dovere l'ho fatto!>>
<<come no!>> Clark era sempre più furioso <<in questo modo volevi ripagarmi di quando ti ho impedito di affogare, vero?>>
<<per qualche ragione non mi piaceva più l'idea di doverti qualcosa!>> disse Lex <<ora mi sento la coscienza a posto!>>
<<tu la coscienza l'hai venduta in una bancarella già da parecchio!>> commentò Clark <<non voglio ricompense per averti salvato, perchè me ne sto pentendo!>> e prima di andarsene fece una gran fatica a trattenersi dallo sputargli in faccia.

3 KM DI ALTITUDINE
10 MINUTI PRIMA DELL'ALBA


<<avevi ragione!>> Clark sorrise <<È la cosa più bella del mondo!>>
<<come si dice, il primo assaggio non si scorda mai!>> commentò Peter <<il mio l'ho avuto arrabbiandomi con Nathan su chi di noi volasse! Ho fatto la figura del perfetto idiota!>> rise.
<<adesso non ho praticamente più limiti!>> commentò Clark <<sono tutto quello che qualunque uomo vorrebbe!>>
<<non dire così, potrei ridiventare invidioso!>> Peter mostrò di nuovo il suo strano mezzo sorriso.
<<ma tu non sorridi mai per intero?>> chiese incuriosito Clark <<sono settimane che ti conosco e ti ho visto solo questi sorrisi a metà!>>
Peter ridacchiò <<non posso, non ci riesco!>> spiegò <<sono nato con un nervo morto all'angolo della bocca, non riesco a tenderlo più di tanto!>>
Peter e Clark si guardarono e risero all'unisono.
<<seriamente, non posso permettermi di impazzire!>> disse Peter <<ho ancora i brividi se penso che ci ho quasi provato con Claire!>>
Un attimo di silenzio, poi Clark azzardò <<beh, in effetti è un po' minorenne...>>
<<io e Claire?>> Peter rise amaramente <<no, non è solo da pedofili! Sarebbe più semplice!>> fece una pausa <<claire è mia nipote!>>
Ancora silenzio. Superato lo sconcerto Clark non trattenne una risatina.
<<comunque ora che hai il controllo di tutte le tue potenzialità cosa ne farai?>> chiese Peter.
<<mi metterò a svilupparle ancora!>> rispose Clark <<per seguire il consiglio che mi hai dato!>>
<<di che parli?>> Peter non capiva.
<<io penso che il tuo quasi-omonimo abbia perfettamente ragione!>> affermò Clark <<da un grande potere derivano grandi responsabilità!>>
<<e noi abbiamo veramente un grande potere!>> ponderò Peter.
<<il mondo ha bisogno di gente come noi!>> disse Clark <<soprattutto con gente come Sylar!>>
<<in poche parole, essere degli eroi! Combattere per la verità e la giustizia!>> concluse Peter <<questo vuole tuo padre?>>.
<<anche se non lo dicono, lo vogliono entrambi i miei padri!>> rispose Clark <<e non aspetterò il mio zio Ben prima di accettarlo!>>
<<complimenti per la determinazione!>> commentò Peter <<la vorrei anch'io!>>
<<io credo che tu l'abbia già!>> disse Clark <<sono sicuro che farai la scelta giusta, forse ci metterai un po' perchè hai scoperto i tuoi poteri da meno tempo di me!>>
<<a proposito di poteri!>> Peter porse a Clark un pacco che finora lui aveva notato a malapena <<stanotte ho dipinto questo! Consideralo un “grazie di tutto”!>>
<<allora sei sicuro di voler tornare a New York?>> chiese Clark.
<<credo che sia ora!>> rispose Peter <<ma non preoccuparti, mi farò sentire!>>
Dopo un caloroso saluto Clark guardò Peter che si allontanava volando a tutta velocità, fino a sparire davanti alle prime luci dell'alba.
Poi strappò la carta che chiudeva il quadro e lo guardò con perplessità.
Raffigurava Clark stesso, mentre era abbracciato a una ragazza.
Lui non aveva la minima idea di chi potesse essere. Era molto bella e giovane, con lunghi capelli biondi, e sorrideva insieme a lui.
Però sentì dentro di se qualcosa che scattava, come se una frazione della sua mente non aspettasse altro.
Dopo aver stabilito di approfondire la questione Clark rivolse lo sguardo al sole nascente, la fonte della sua forza e della sua passione.
<<e ora via, più veloce della luce!>> dichiarò partendo per andargli incontro in volo.

Edited by Ace_87 - 23/9/2010, 14:08
 
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kal-el10
view post Posted on 12/7/2010, 17:59




complimenti, scrivi davvero bene.
 
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view post Posted on 23/9/2010, 13:07
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dipendente LuthorCorp

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Ti sta davvero piacendo? Non ho parole per ringraziare! Pensavo di non avere più motivo di tornare su questo forum.

Ho abbandonato Smallville da due anni. Quando hanno buttato fuori Kara dal telefilm io di buon grado ho buttato fuori il telefilm dalla mia vita. Ho scaricato la mia delusione con questa serie di fanfic.

Adesso, finchè sono ancora nella prima pagina, voglio stuzzicare la vostra curiosità pubblicando il prologo della mia storia finale. Vi assicuro che è una delle mie migliori. Continuerò se mi dite cosa ne pensate.

DIGA REEVE
SMALLVILLE, KANSAS


La ragazza si alzò con un sussulto. Due mani la spinsero subito a sdraiarsi di nuovo.
<<stai calma, Kara!>> disse qualcuno <<ti sei appena risvegliata dopo molto tempo, ti sentirai disorientata!>>
Lei cercò di mettere a fuoco ciò che la circondava. La prima cosa che vide fu una luce accecante, provocata dal sole alto nel cielo. Un sole giallo.
<<fatto buon viaggio?>> chino davanti a lei c'era un ragazzo, alto e robusto, di qualche anno più di lei. La prima cosa che Kara notò è che somigliava incredibilmente a suo zio, Jor-El.
<<È la Terra, questa?>> chiese istintivamente.
<<È la Terra!>> rispose lui <<sei riuscita a fuggire illesa da Krypton, come previsto! L'unico problema è che il tuo tempo personale è rimasto fermo troppo a lungo, e hai mantenuto sempre la stessa età negli ultimi vent'anni! In realtà è passato parecchio dalla tua partenza!>>
<<tu chi sei?>> gli chiese Kara.
Lui sorrise, quasi divertito <<capisco quanto sia strano ritrovarsi più giovane di qualcuno nato dopo di te!>> rispose <<io sono tuo cugino, Kara! Sono Kal-El!>>

QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON D.C.
TRE MESI DOPO


La porta dell'ufficio si aprì senza rumore, anche se quando John Doggett entrò sembrava molto irritato.
<<perchè mi ha mandato dietro quella storia!?>> abbaiò ignorando gli altri due agenti seduti <<lo sa benissimo che non sono tipo da roba come quella!>>
Mantenendo una calma quasi innaturale, il vicedirettore Skinner rispose <<di che diavolo sta parlando, agente Doggett?>>
<<di questo!>> Doggett mise sul tavolo il suo rapporto.
Skinner lo lesse a lungo e con attenzione nel silenzio generale, poi commentò contento <<ha fatto un ottimo lavoro, non mi aspettavo niente di meno da lei! Ora può considerare il suo compito concluso!>>
<<cosa!?>> Doggett sperava di aver capito male.
<<si vada a prendere un caffè, e non si preoccupi più di questo caso!>> continuò calmo Skinner, poi si rivolse agli altri due <<al resto penseranno Mulder e Scully!>>

CASA BENNET
COSTA VERDE, CALIFORNIA
UNA SETTIMANA DOPO


Claire era sdraiata sul suo letto, a guardare i suoi orsacchiotti.
Le veniva da ridere a pensare alla vita tranquilla che facevano loro, e non potè fare a meno di chiedersi per quanto ancora lo sarebbe stata la sua.
La risposta si manifestò pochi secondi dopo, quando sentì bussare alla finestra.
Claire non seppe se essere contenta o spaventata quando si voltò e sospeso in aria fuori vide suo zio, Peter Petrelli.
Lei aprì la finestra e Peter entrò sorridendo <<come va, Claire?>>
<<non prenderla male, ma sono preoccupata>> rispose lei mentre sorrideva <<ora che sei comparso!>>
Peter guardò fuori dalla finestra, come se si aspettasse di essere spiato, poi si rivolse ancora a Claire a voce più bassa <<odio dovertelo dire ma fai bene a preoccuparti!>> guardò di nuovo fuori <<sono venuto a prenderti! Devo portarti via!>>
<<cosa!?>> esclamò Claire <<perchè? Che sta succedendo?>>
<<non sei più al sicuro! Non qui!>> continuò lui <<devi sparire per un po' di tempo!>>
Claire era confusissima, ma per qualche ragione si sentì più sollevata quando suo padre entrò nella stanza.
<<credevo non arrivassi più!>> Bennet si rivolse subito a Peter.
<<ho fatto più in fretta che ho potuto!>> rispose Peter <<ma dovevo essere prudente!>>
<<e ora dovrai esserlo molto di più!>> poi Bennet si rivolse a Claire <<ascoltami! Devi seguire Peter, stargli vicino e fare tutto quello che ti dice!>>
<<perchè!?>> chiese lei ancora più confusa <<che succede? C'è di nuovo qualche minaccia? Ancora Sylar!?>>
<<magari!>> rispose Peter <<i nostri problemi sono molto più numerosi!>>
<<quindi è molto importante che tu ti fidi di noi!>> aggiunse Bennet.
Claire acconsentì, e si avvicinò a Peter, che la portò verso la finestra.
Bennet guardò Peter e pensò “Deve continuare a pensare di essere l'unica in pericolo”, Peter annuì. Poi decollò nel cielo notturno, tenendo un braccio teso in avanti e Claire stretta nell'altro. Bennet li guardò sparire all'orizzonte e sospirò.

RESIDENZA LUTHOR
SOTTERRANEI
SMALLVILLE, KANSAS


<<avete trovato problemi?>> chiese Lex Luthor ai suoi uomini.
<<non immagina quanti!>> rispose uno di loro <<per essere una persona onesta, il suo vecchio amico ha un vero talento per far sparire le tracce!>>
<<naturalmente non ha fatto tutto da solo!>> commentò Lex guardando portare dentro la barella con il cadavere coperto da un telo <<ora avete finito! Potete lasciarmi solo!>>
Gli uomini si guardarono tra loro, poi uscirono calmi dalla stanza.
Lex guardò un attimo il telo, poi lo sollevò e sorrise.
Pensò a quante volte aveva pensato a quell'immagine, anche se non proprio in quel modo. Non era certo così che voleva ottenere il cadavere di Clark Kent.
E comunque quello non era neanche il vero Clark. Non era neanche difficile distinguerli. Il cadavere che Lex si trovava davanti aveva la pelle biancastra e frastagliata, come rozzamente scolpita nella roccia. Era una copia imperfetta di Clark, un suo replicante malriuscito. Una specie di fantasma che aveva estrapolato il suo DNA e si era trasformato nel suo clone, ma evidentemente non c'era riuscito bene.
Lex aprì l'armadietto. Non era sicuro che avrebbe funzionato, ma intanto la salma l'aveva recuperata, che poteva succedere di male?
Così prese tutta la kryptonite raffinata che aveva fatto preparare per l'occasione e la dispose tutta intorno al cadavere. Prese due grosse siringhe piene di kryptonite liquida e le iniettò in entrambe le braccia insieme al suo siero. Poi si sedette a guardare.
Per alcuni lunghissimi minuti non successe niente. Se non fosse stato ottimista, Lex avrebbe potuto rimpiangere il tempo perso, ma preferiva attendere. E attese ancora, finchè non vide la mano rattrappita cominciare a muoversi.
Lex sorrise mentre vedeva i meteoriti che si illuminavano di un verde abbagliante per poi diventare trasparenti, perdendo tutto il colore. In quel momento il suo paziente balzò su con un grido strozzato.
<<ciao Bizarro!>> disse soddisfatto <<bentornato tra i vivi!>>

MONTAGNE DELLO YUKON
CANADA DEL NORD


Sylar stesso era stupito di non sentire troppo freddo.
Nonostante l'altitudine e la neve era a suo agio anche solo con un impermeabile.
Forse era merito del suo potere della congelazione. Davvero molto utile, era valsa la pena ammazzare qualcuno per quello.
Il viaggio fu comunque molto lungo e faticoso, rimpianse di non avere un potere che lo aiutasse negli spostamenti. Da questo punto di vista invidiava molto Peter e la sua capacità di volo.
Non era neanche sicuro di trovare quello che cercava, o di quello che avrebbe ottenuto, ma doveva continuare.
E finalmente, dopo molti passaggi chiesti a vari gatti delle nevi e svariati chilometri percorsi a piedi, a sera tarda arrivò in una distesa di neve.
In mezzo c'era una gigantesca struttura fatta di enormi cristalli incrociati, che illuminava tutte le montagne intorno.
Eccitato accelerò il passo, anche se i piedi gli facevano male.
<> commentò sarcastico <<ti sei sistemato bene!>>
Quando arrivò all'entrata la trovò ovviamente sigillata.
I cristalli che lo chiudevano fuori avevano tutta l'aria di essere resistenti. Non sarebbe stato facile entrare, anche usando la liquefazione o le radiazioni.
Ma per sua fortuna l'aveva previsto e aveva la soluzione.
Prese dalla sua tasca il contagocce ancora pieno di sangue, e ne fece cadere una quantità minima sui cristalli.
Quelli cominciarono subito a tremare e si spalancarono, riconoscendo e accettando il DNA del loro padrone.
Sylar sorrise. Anche la sua sconfitta contro Peter e Clark gli era stata utile, con quel sangue che aveva recuperato. Gli era rimasto sui vestiti nella lotta.
Visto da dentro quel posto sembrava ancora più enorme. Tutto fatto di cristalli lucenti, molti sembravano essere intrecciati per formare le stanze.
Al centro di quello che sembrava il salone d'ingresso c'era una console, un fascio di cristalli rivolti in diagonale. Dopo pochi secondi Sylar aveva già capito perfettamente come funzionasse, e attivò i cristalli giusti.
Con un ronzio emerse uno strano cristallo, dalla superficie trasparente ma dall'interno nero, come se fosse pieno di pece.
Sylar prese quel cristallo e lo esaminò a lungo. Che fosse proprio quello che cercava? Se si come fare ad aprirlo?
Provò a congelarlo e poi a spezzarlo, ma non ottenne niente.
Lo strinse tra le mani e si concentrò per riuscire a liquefarlo, ma riuscì a malapena ad ammorbidirlo.
Allora concentrò tutta l'energia radioattiva di cui era capace e la fece esplodere dalle mani in una detonazione che secondo lui avrebbe fatto impallidire Hiroshima.
Guardandosi intorno vide che i cristalli intorno a lui non erano neanche affumicati. In compenso era comparsa una minuscola incrinatura in quello che aveva in mano.
Da lì concentrò tutto il suo potere telecinetico, sforzandosi di aprire una crepa abbastanza lunga.
E dopo essersi procurato un'emicrania allucinante, vide il cristallo spaccarsi in due.
Il liquido nero che conteneva colò a terra, riducendosi a un'enorme pozzanghera.
Rimase a guardare quel liquido mentre si muoveva, si ammucchiava, si alzava e assumeva la forma di un uomo.
<<il dottor Fine, suppongo!>> disse Sylar in tono formale.
<<si, molti mi chiamano così!>> rispose l'essere.
<<non stavi un po' stretto lì dentro?>> chiese Sylar <<lo spazio era poco!>>
<<in effetti si!>> ironizzò Fine <<non so chi tu sia ma credo di essere in debito!>>
<<diciamo che apprezzerei molto che tu mi facessi un favore!>> disse Sylar <<non ti costerà niente!>>
<<sentiamo!>> Fine era curioso.
<<il tuo obiettivo è uccidere Clark Kent, dico bene?>> chiese Sylar <<non è stato lui a intrappolarti qui?>>
Fine non rispose, Sylar continuò <<quando lo farai sarei felice se tu lasciassi intatto il suo cervello!>>
<<le tue vendette sono strane!>> commentò Fine <<perchè tu vuoi vendicarti di lui, dico bene?>>
<<merito una rivincita, su Peter Petrelli e su Clark Kent!>> spiegò Sylar <<e una volta che avrò ottenuto il cervello del secondo potrò occuparmi del primo! E fidati, conviene anche a te che io li tolga di mezzo!>>
<<ci penserò!>> disse distrattamente Fine, che intanto si era messo ad armeggiare con la console della Fortezza.

Edited by Ace_87 - 31/5/2011, 13:44
 
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chloe77
view post Posted on 23/9/2010, 14:21




Sei molto brava complimenti
 
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view post Posted on 26/9/2010, 09:36
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BravO, magari. :rolleyes:
Sono davvero contento che vi piaccia. Finchè mi commenterete, io continuerò a pubblicare.
Ecco la prima parte della vera storia. Rappresenta la calma prima della tempesta. Molte vite stanno per cambiare, alcune avranno fine e altre si legheranno per sempre.
Vediamo se vi piacciono tutti i riferimenti che ho infilato.

Titolo- THE FUTURE IS HERE
Autore- Ace
Categoria- Fantascienza/crossover
I copyright sono ancora della WB/CW, della fox e della NBC, anche se non sembra che sappiano bene cosa farne

AUTOSTRADA PER SMALLVILLE
19:15 PM


<<pay your surgeon very well to break the spell of aging
Celebrity skin, is this your chin or is that war your waging
First born unicorn, hard core soft porn!
Dream of Californication! Dream of Californication!>>
<<mulder, ma dobbiamo sentirci per forza questa maledetta canzone?>> chiese scocciata Scully abbassando il volume della radio.
<<perchè? Cos'hai contro i Red Hot Chili Peppers?>> chiese Mulder.
<<contro di loro niente!>> rispose Scully <<non sopporto Californication!>>
<<a me non sembra niente male!>> scherzò Mulder <<dovrei andare più spesso in California! Forse è vero che lì si rimorchia bene!>>
<<certo, molla tutto, prenditi il pensionamento anticipato>> ironizzò Scully <<ti ci voglio vedere!>>
<<quando sarò stufo di farmela con gli alieni ci penserò su!>> rispose Mulder <<nel frattempo non ho intenzione di smettere!>>
<<non dopo aver ricevuto questo, vero?>> chiese Scully prendendo il giornale vecchio di settimane che avevano portato.
Lo aprì ai necrologi, e rilesse per l'ennesima volta: “È morto C. Spender, vittima di un grave cancro ai polmoni. Ha dedicato la sua vita a un grande progetto per cui non voleva ringraziamenti. Anche dall'aldilà potrà aiutare le forze dell'ordine.”
<<quello che mi piace di quel necrologio è la sua scrittura ambigua!>> commentò Mulder vedendo Scully che lo rileggeva <<quel vecchio bastardo si è ammazzato di sigarette, era cristallino che sarebbe stato questo a seppellirlo invece degli alieni! Nessuno sapeva del suo complotto con loro, quindi nessuno poteva dire niente!>>
<<e per quanto riguarda le forze dell'ordine?>> chiese Scully <<quelli dovremmo essere noi! Quel fumatore ha passato la vita a ostacolarci, pensi che nella morte voglia aiutarci?>>
<<mi aspetto di tutto!>> rispose Mulder <<l'ultima volta che l'ho visto, a New York, non aveva più nessun motivo per nuocerci, ma non vedo perchè invece ora dovrebbe favorirci!>>
<<di certo si è fatto altri nemici visto il casino che ha architettato!>> ponderò Scully <<È chiaro che voleva far perdere le tracce di quelle informazioni, per non far capire che erano dirette a noi!>>
<<doggett si è sentito un po' preso per il culo!>> commentò Mulder <<ma ha svolto bene il suo compito! Ci voleva un agente assolutamente ignaro per far arrivare di nascosto quella roba all'FBI!>>
<<skinner ci ha coperto le spalle un'altra volta!>> constatò Scully <<anche se non correva veri rischi, è assurdo che continui a farlo sempre e comunque!>>
<<sono sicuro che un giorno o l'altro mi accopperà, solo per sfizio!>> ridacchiò Mulder <<ma direi che ne è valsa la pena!>>
<<però c'è qualcosa che non capisco!>> disse Scully <<spender ha progettato tutto, ma chi l'ha messo in pratica?>>
Mulder non rispose, Scully si rigirò tra le mani il giornale <<chi è stato a lasciarti questo sotto casa, aperto in modo da mettere in evidenza il necrologio?>>
<<voleva avvertirmi!>> disse Mulder <<sapeva che avrei capito che la morte di qualcuno come Spender avrebbe avuto delle conseguenze! È così che ho previsto che saremmo stati in qualche modo contattati!>>
<<e infatti ci sono arrivate queste informazioni!>> disse Scully <<ma non hanno niente a che fare tra loro!>>
<<a me sembra di si!>> disse Mulder <<una volta tirate le somme ci indirizzano tutte verso Clark Kent!>>
<<È sempre così!>> constatò Scully <<qualunque cosa riguardi l'uomo che fuma prima o poi fa capo agli alieni, in un modo o in un altro!>>
<<e non solo, in questo caso!>> aggiunse Mulder <<oltre che con Clark ho parlato con un certo superumano! Uno che è anche più potente di lui!>>
Scully non aveva neanche ascoltato quello che Mulder aveva appena detto. Ormai aveva imparato a mettere a tacere il suo scetticismo, almeno per il tempo che passava con lui. Aveva deciso che in questi casi era meglio fidarsi e basta, e non stupirsi MAI di quello che era capace di organizzare.
Mulder rimase in silenzio come lei, finchè non si fermò annunciando che erano arrivati.
Lui scese per primo dalla macchina. Gli sembrava passata una vita dalla sua ultima visita alla Fattoria Kent.
Non fu l'unico ad arrivare all'entrata in quel momento. Dal cielo era appena atterrato vicino a lui Peter Petrelli. E Clark Kent era lì per accoglierli entrambi.
Peter pose a terra Claire, e le fece cenno di lasciarlo un attimo solo con loro due.
Clark, Mulder e Peter non si salutarono, non subito. Erano sorpresi. Nessuno dei tre immaginava che gli altri due si conoscessero.
Poi si fecero una risata. Mulder fu il primo a parlare <<se l'avessi saputo mi sarei portato una macchina fotografica! Nessuno crederebbe mai a noi tre insieme!>>
<<a me non sembrava così impossibile!>> commentò Peter <<sapevamo tutti che ci saremmo rivisti presto!>>
<<era inevitabile che succedesse questa rimpatriata!>> disse Clark avvicinandosi di più a loro <<mi avete cercato entrambi nello stesso momento! Un momento importante della mia vita!>>
In quel momento Peter crollò sulle ginocchia, mentre si teneva la pancia e la testa.
<<che ti succede? Ti senti male?>> chiese Mulder
<<mi sento come se fossi sovraccarico!>> Peter riprese fiato, poi rivolse lo sguardo a Clark <<ma quanto sei diventato potente?>>
<<parecchio!>> ammise Clark <<ho portato tutte le mie capacità al massimo livello! Adesso posso muovermi alla velocità della luce, posso attraversare una supernova senza un graffio e posso addirittura spostare pianeti a mani nude!>>
<<devo solo abituarmici, sto bene!>> disse Peter mentre si rimetteva in piedi.
Mentre loro parlavano Kara aveva già incrociato lo sguardo di Scully, ed entrambe quello di Claire. A differenza dei maschi loro tre non si erano mai incontrate. Si avvicinarono con curiosità, nel cortile della fattoria.
<<scusate, ragazze!>> le chiamò Mulder <<non per fare i maschilisti ma dobbiamo parlare in privato, solo noi tre! Non vi dispiace, vero?>>
Non dispiaceva a nessuna delle tre. Clark e Mulder si incamminarono, Peter si attardò un attimo. Tra le femmine aveva notato solo ora quella bellissima ragazza bionda. L'aveva riconosciuta all'istante, era la stessa che aveva dipinto insieme a Clark, quando si erano salutati a mezz'aria. Anche lei stava ricambiando il suo sguardo.
Peter raggiunse in fretta Clark e gli disse in tono vago <<quel mio regalo ti è stato utile alla fine, mi sembra!>>
<<non immagini quanto!>> disse felice Clark <<È grazie a te se l'ho ritrovata! Lei è mia cugina, Kara Zor-El!>>
<<tua cugina?>> chiese incuriosito Mulder <<naturale?>>
<<anche lei è kryptoniana! È la figlia del fratello di mio padre Jor-El!>> spiegò Clark <<era stata spedita sulla Terra insieme a me!>>
<<e non hai mai saputo di lei?>> chiese Peter.
<<non immaginavo che fosse viva!>> disse Clark <<nei 18 anni dalla prima pioggia di meteoriti a oggi lei è rimasta ibernata in animazione sospesa! Quando è partita aveva questa stessa età, ma il tempo che ha passato nell'astronave in pratica non è esistito per lei! Aveva 18 anni scarsi quando io ero un pupo, e li ha ancora adesso! E quindi ora sono io quello più grande, e mi occupo di lei!>>
<<cioè, sei diventato il suo mentore?>> chiese Mulder.
<<quando l'ho trovata aveva bisogno di aiuto, era molto confusa!>> Clark sospirò <<io sono quello che ha dovuto dirle che il nostro pianeta non esiste più!>> e ci fu un attimo di silenzio.
<<faccio tutto quello che posso per lei! L'ho fatta integrare abbastanza bene sul pianeta!>> spiegò Clark <<ha accettato in fretta la vita sulla Terra, ci si trova molto bene! Le abbiamo creato un falso passato: ufficialmente è nata nel 1989 dal lontano fratello di Jonathan Kent, ed ora è venuta a cercare i suoi ultimi parenti!
Ovviamente ha tutti i miei superpoteri, ma non la mia esperienza nell'usarli, quindi le sto anche insegnando come si controllano!>> fece una pausa <<la cosa strana è che ha imparato fin da subito a volare!>>
<<tuo padre cosa pensa di tutto questo?>> chiese Mulder.
Clark si rabbuiò.
<<mio padre è morto!>> disse <<alla fine il suo cuore ha ceduto!>>
Ancora silenzio, Clark decise di continuare <<l'ha conosciuta per pochissimo tempo, ma le ha voluto bene! Sarebbe stato grande come zio, tanto quanto come padre!>>
Nessuno parlò più, continuarono solo a camminare finchè non pensarono di essere arrivati in un punto della strada abbastanza appartato, illuminato solo da qualche lampione, Clark ponderò <<un po' di buio ci farebbe comodo!>>
<<nessun problema!>> approvò Peter, quindi tese la mano e sparò una scarica elettrica con cui fece saltare ogni lampione.
<<bel potere!>> commentò Mulder <<È nuovo?>>
<<l'ho preso a una tipa di nome Elle!>> spiegò Peter <<una stronza!>>
Clark rimase zitto per un attimo.
<<avere tanto potenziale dà da pensare!>> disse <<io l'ho fatto!>>
<<da un grande potere derivano grandi responsabilità!>> commentò Peter <<qual è la tua conclusione?>>
<<quella giusta! Il futuro è qui e io non starò più in una fattoria a sollevare trattori, non quando c'è tanta gente che ha bisogno di me e delle mie capacità!>> annunciò Clark <<ho deciso di diventare un supereroe!>>
Mulder lo guardò <<un supereroe?>> chiese <<di quelli con il costume, l'identità segreta e i superproblemi?>>
<<so che è un mestiere duro, ma non m'importa!>> disse Clark con decisione <<per questo ho portato al massimo le mie abilità! Per metterle al servizio della verità e della giustizia!
Ho deciso, il mondo sta per ricevere la protezione dell'Uomo d'Acciaio!>>
Mulder non disse niente, prese una foto che aveva in tasca e la mostrò a Peter e Clark.
Loro la guardarono curiosi. Era la foto di un dipinto. Rappresentava proprio loro tre: Clark Kent, Fox Mulder e Peter Petrelli. Stavano parlando in una strada buia, come in quel momento. A vederli così c'era qualcosa di epico.
<<sapevo che questo quadro significava qualcosa!>> spiegò Mulder <<ma non pensavo che si sarebbe realizzato così!>>
<<deve averlo dipinto Isaac Mendez!>> ponderò Peter <<era lui a prevedere il futuro in questo modo! Quel potere l'ho preso da lui!>>
<<questa foto me l'hanno spedita insieme a molti altri documenti, uno meno sensato dell'altro!>> spiegò Mulder <<il mittente ha fatto perdere le sue tracce!>>
<<che roba è?>> chiese Clark.
<<la parte più strana è quella che spiega come resuscitare un morto!>> disse Mulder <<pare che sia possibile con una combinazione di radiazioni e un certo fattore di guarigione dei tessuti, e chissà cos'altro!>>
<<e questo cosa comporta?>> chiese Peter.
<<non so altro, solo che è teoricamente possibile!>> rispose Mulder <<anche se ovviamente non abbiamo prove, solo una ricerca!
Poi mi è arrivato un giornale, con il necrologio dell'uomo che fuma! Mi pare di avervene parlato, era un membro importante della cospirazione che copriva gli alieni Colonizzatori! Questo necrologio suggeriva che nella morte mi avrebbe aiutato!>>
<<hai ragione, c'è poco di sensato!>> commentò Clark <<e ancora non ho capito cosa ti ha portato da me!>>
<<c'è molto che fa capo a te!>> disse Mulder <<a cominciare da Lex Luthor!
Quando George Bush è caduto abbiamo festeggiato tutti, sono felice come chiunque altro di esserci sbarazzati del peggior presidente della storia degli Stati Uniti!
Ma la sua caduta è troppo sospetta! Tutto il suo governo è crollato, fino ad anticipare le elezioni di un anno e mezzo! Neanche Nixon ha fatto una fine così clamorosa! Non vi sembra un po' strano?>>
<<nathan lo ha apprezzato di sicuro!>> commentò Peter <<ha colto l'occasione ed è riuscito subito a candidarsi!>>
<<esattamente come Lex!>> masticò Clark.
<<il fatto che abbiano battuto gli altri contendenti non ci interessa! Adesso sono loro due i candidati a presidente!>> disse Mulder <<ma tra le informazioni che mi sono arrivate ci sono le prove che tutto questo può essere stato pilotato da qualcuno!>>
<<continuo a non capire il senso!>> disse Clark <<va bene che io Lex abbiamo litigato, ma il peggio che posso fargli è votare contro di lui!>>
<<potrebbe comunque essere utile!>> disse Peter <<nathan mi ha detto che sono praticamente alla pari! È una lotta durissima, qualunque voto in più o in meno potrebbe determinare il risultato!>>
<<e per finire>> Mulder li interruppe <<dice anche di andare a controllare nella Fortezza della Solitudine!>>
<<nella Fortezza?>> chiese Clark confuso <<controllare cosa?>>

FUORI SMALLVILLE
LA STESSA SERA


<<sei davvero ridotto male se ti serve il mio aiuto!>> commentò Bizarro.
<<ma se sei stato tu il primo a chiedermelo!>> ribattè Fine <<io ti ho solo detto di volere qualcosa in cambio!>>
<<mi serve e basta, chiaro?>> abbaiò Bizarro <<puoi farlo o no?>>
<<per potere posso! Certo che posso!>> rispose Fine <<tu ce l'hai quello che ti ho chiesto?>>
Bizarro frugò nella sua tasca e tirò fuori una piccola provetta sigillata, che dentro aveva qualche pelo. La tirò a Fine.
<<È un piacere fare affari con te!>> Fine la prese e se la mise in tasca <<lui non sospetta nulla?>>
<<no, nulla!>> disse Bizarro <<lui si fida di me, non immagina che io possa fargli qualcosa del genere! E dopo quello che ha fatto per me mi è anche dispiaciuto un po', in tutta sincerità!>>
<<quanto tempo hai passato nella Zona Fantasma? Ti metti a fare il sentimentale adesso?>> chiese Fine.
<<non provocarmi!>> ringhiò Bizarro <<avevamo un accordo, io l'ho rispettato!>>
<<e io non sarò da meno!>> Fine alzò le mani e le dita cominciarono ad allungarsi e appuntirsi <<ti farà molto male!>> e andò a piantarle nella faccia di Bizarro.

Edited by Ace_87 - 31/5/2011, 14:02
 
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