Capitolo 3 New beginning - Un nuovo inizio
Appartamento di ChloeSono le 23 e Davis ha appena lasciato a casa Chloe dopo l’appuntamento. E ancora una volta Davis non aveva avuto il coraggio di dirgli chi fosse veramente, specie dopo aver sentito la storia di Alex. Chloe sale a casa, ma vi trova qualcuno già dentro. È Alex. Sta canticchiando ad alta voce. Non sembra lui, sembra ubriaco, lo è.
Chloe: “Alex ma che stai facendo?”
Alex urlando: “Chloe Chloe amica mia! Sto cantando, la mia vita è uno schifo e io me la godo”
Chloe: “Alex! Puzzi di alcol! Sei ubriaco!”
Alex: “Brava la mia piccola Sherlock Holmes!”
Chloe: “C’è poco da scherzare Alex, perché lo hai fatto?”
Alex: “Senti io...io non ho mai bevuto un sorso prima di oggi, io me ne stavo tutto triste sdraiato per terra al cimitero, quando è arrivato un ragazzo, un uomo potrei dire, abbiamo parlato, lui mi capiva, anche lui aveva perso i genitori e abbiamo bevuto un po’”
Chloe: “Ma che razza di uomo fa bere un sedicenne?”
Alex: “Un tuo amico!”
Chloe non sapeva cosa dire, aveva pochi amici degni di questo nome e nessuno di questi avrebbe mai potuto fare una cosa simile, Clark lo doveva escludere visto che con Alex si conoscono bene, Davis era lì con lei, Jimmy dubita seriamente che l’avrebbe chiamata amica e quindi restava...Oliver Queen!
Chloe: “Come...come si chiama?”
Alex: “Prima devo ricordarmelo! Oliver Queen, ecco come si chiama!”
Chloe: “Senti per oggi resti a dormire qui non voglio che ti Clark ti veda così, ha troppa fiducia in te, adesso lo chiamo e gli dico che resti qui, tu intanto cerca di eliminare tutto quell’alcol e poi vai dormire”
Alex urlando sempre più: “Cosa? Io non resto a dormire in una caffetteria! E poi sai? La fiducia di Clark io la merito davvero!”
Chloe: “Piantala di urlare. Comunque lo so che la meriti ma non è bevendo che uscirai da questa situazione, e comunque questo è un bell’appartamento!”
Alex va così in bagno per cercare di vomitare tutto quello che aveva bevuto nel mentre Chloe chiama Clark dicendo che si era fatto tardi e Alex restava a dormire da lei. Poi decise di chiamare Oliver, questa volta l’aveva proprio delusa.
Oliver: “Pronto? Ma chi parla? Ma a quest’ora la gente dorme!”
Chloe: “Già certa gente dorme, altri cercano di smaltire una sbornia!”
Oliver: “Chloe! Qualche problema?”
Chloe: “Sei tu il mio problema, ma come cavolo ti viene in mente di far ubriacare un ragazzino di sedici anni, come?”
Oliver: “Senti all’inizio bevevo solo io, poi quando io ero già fuso gli ho offerto un bicchiere e poi un altro e un altro ancora credo”
Chloe: “Il tutto perché volevi sapere qualcosa su Doomsday, ma a lui non pensi?”
Oliver: “Ok lo scopo era quello, ma parlandogli mi sono accorto che siamo così simili, volevo solo parlargli da amico, quando sarà pronto mi parlerà del resto”
Chloe era rimasta senza parole ma qualcosa doveva pur dire: “Beh ciò non cambia il fatto che un ragazzo di sedici anni non deve bere alcolici”
Oliver: “Lo so, nel senso adesso lo so. Non ho pratica con i bambini e gli adolescenti ok? Non ho avuto fratelli ne amici più piccoli di me, non sono un ragazzo responsabile e non conto di avere bambini per i prossimi due anni, quindi in questo arco di tempo potrei anche imparare no, e chissà magari Alex può aiutarmi, magari potresti aiutarmi anche tu!”
Chloe: “Potrei, ma prima dovrai farti perdonare per quello che hai fatto”
Oliver: “Ci proverò, notte Chloe”
Chloe: “Buona notte Ollie”
Chloe dopo quella telefonata pensava che in realtà non aveva mai visto come fosse in realtà Oliver, cosa provasse, quanto ancora gli mancassero i suoi genitori...
Fattoria Kent.Clark aveva appena staccato dalla telefonata con Chloe che l’avvertiva che Alex restava a dormire da lei, in un certo senso non gli dispiaceva restare un po’ da solo con Lois.
Lois guardando la tv: “Ehi Clark chi era al telefono?”
Clark: “Una ragazza, ho un appuntamento”
Lois era rimasta un po’ così, insomma per lei non si era mostrato pronto ma stava per uscire con un’altra ragazza.
Lois: “E sai ancora come si fa?”
Clark : “Non lo so potresti darmi qualche lezione visto che tu ne hai uno ogni giorno!”
Lois: “Ehi Smallville vola basso! Con questo cosa vorresti dire?”
Clark notava che quella espressione ironica che un tempo non avrebbe per niente scalfito l’orgoglio di Lois questa volta l’aveva fatta stare male.
Clark: “Lois io non intendevo...”
Venne interrotto da Lois.
Lois: “Cosa Smallville? Non intendevi fare della facile ironia sulla mia vita sentimentale? Beh, invece è quello che hai fatto”
Così dicendo salì le scale e se ne andò. Clark non sapeva davvero cosa fare, da un lato rimpiangeva in tempi in cui parlare con Lois era semplice, adesso doveva calibrare ogni parola, era chiaro se ne era innamorato. Clark salì le scale e andò nella stanza di Lois.
Clark: “Posso entrare?”
Lois: “No quello che devi dirmi, puoi dirlo anche da lì”
Clark: “Ok, al telefono...”
Lois: “Non mi interessa chi era, non mi interessa la tua vita sentimentale”
Clark: “Al telefono era Chloe, mi avvertiva che Alex resta a dormire da lei”
Così dicendo se ne andò, non sapeva cosa dire, avrebbe voluto dirle tante di quelle cose. Ma la paura di innamorarsi nuovamente era tanta, solo una volta nella sua giovane vita si era innamorato, credendo che quell’amore sarebbe stato per sempre, e invece ne era uscito troppo scottato. E ancora mentire a Lois, su chi fosse veramente, non sapeva se avrebbe retto tutte queste cose. Poco più tardi Lois non riuscendo a dormire decise di farsi un the, quindi scese di sotto. Clark che ancora non dormiva con il suo superudito la sentì e decise di scendere anche lui, facendo sembrare l’incontro casuale.
Lois vedendolo: “Mi segui dappertutto?”
Clark: “Tregua per favore, è ora di una tregua, non dico per tanto, ma solo per questa notte, un po’ di tregua”
Lois rimase senza parole, con Clark non c’era mai stata una tregua, se non quando al matrimonio di Chloe stavano per baciarsi, e sapendo come è finita Lois non sapeva se dargliela questa tregua.
Lois: “Il the lo prendi con lo zucchero?”
Clark le sorrise e fece cenno di si. In quel momento i loro sguardi si incrociarono, ci furono scintille nell’aria ma Clark non sapeva come gestire la situazione, avrebbe dovuto baciarla, o forse no. Ma fu Lois a decidere per lui, distolse lo sguardo, bevve in fretta il suo the, si alzò e se ne andò.
Lois appena sulle scale: “Notte Clark, domani ci aspetta una lunga giornata”
Clark: “Notte Lois”
Clark ne era ormai convinto, era questione di giorni ma le avrebbe rivelato i suoi sentimenti.
Appartamento di Chloe.È mattina Alex è sveglio e si è ormai ripreso dalla notte passata, sta facendo colazione quando non può non notare un cd degli ABBA buttato per terra, in un angolo quasi dimenticato. Nel mentre arriva Chloe che si è appena svegliata.
Alex: “Ecco un altro motivo perché dico che sei fantastica, ascolti gli ABBA che sono il mio gruppo preferito”
Chloe: “Alex di che stai parlando?”
Alex: “Di quello” - indicando il cd
Chloe resta per un attimo ferma a pensare, è di Jimmy.
Alex: “Chloe? Chloeee?”
Chloe: “Ah? Si. Il cd, beh non è mio. È di...insomma tu non lo conosci. È di un ragazzo”
Alex: “E chi sarebbe questo ragazzo? Quello con cui sei uscita ieri?”
Chloe: “No, proprio no”
Alex: “Mi spieghi, perché non sto capendo!”
Chloe: “È di mio marito, Jimmy Olsen. Ci siamo sposati solo qualche mese fa, ma già non stiamo più insieme. Lui ieri è venuto a prendere la sua roba e avrà dimenticato questo cd della suo gruppo preferito”
Alex: “Perché non state più insieme?”
Chloe: “Perché non credo che dovevamo sposarci”
Alex: “Però lo avete fatto, il matrimonio è qualcosa di importante e di serio, perché lo avete fatto se non ne eravate sicuri?”
Chloe: “Alex, è tardi devi andare a scuola”
Alex: “Si io vado, ma questa è la verità, con il matrimonio non si scherza”
Chloe: “Alex, per favore”
Alex capisce che la conversazione è meglio chiuderla così, ma lui è un credente e come tale crede nel matrimonio più di ogni altra cosa, e aveva sempre contestato queste giovani coppie che si sposavano e dopo pochi mesi si lasciavano. E adesso era Chloe la giovane in questione.
Chloe passa il cd ad Alex, sopra c’è un foglio di carta con scritto un indirizzo.
Chloe: “Potresti portaglielo, non lo so quando hai tempo?”
Alex: “Perché non puoi farlo tu?”
Chloe: “Perché mi ha chiesto di non farmi vedere più e rispetto la sua volontà, e tu il pomeriggio non hai mai niente da fare”
Alex mette il cd dentro lo zaino, fa un cenno di saluto con la mano a Chloe e va via.
Daily PlanetTess Mercer aveva troppa carne al fuoco. La carne era troppa anche per lei: i fascicoli che James Olsen gli aveva lasciato sulla scrivania riguardanti Davis Bloome, un diario scritto da Lionel riguardante il viaggiatore, e adesso quello strano ragazzo che abitava da Clark Kent. Non sapeva effettivamente a cosa pensare prima decise quindi di lasciare che gli eventi si sbloccassero un po’ da soli, e dopo lei avrebbe fatto la sua parte. Nel mentre Clark e Lois stavano lavorando ad un caso. Clark non era concentrato non riusciva a pensare al lavoro, guardando Lois riusciva solamente a pensare a come e quando le avrebbe dichiarato i suoi sentimenti.
Lois: “Smallville, mi segui?”
Clark: “Si Lois”
Lois: “Ne dubito, comunque potresti anche scrivere da solo questo articolo è fin troppo banale per me, io mi vorrei piuttosto occupare della scia rossa blu”
Clark a quel nome si risvegliò: “Non posso scriverlo da solo, se lo hanno a tutti e due!”
Lois: “Ok stai calmo, è evidente che non ti senti ancora pronto a scrivere sempre da solo, lo scriveremo insieme, contento?”
Clark: “Va già meglio”
Studio fotograficoFinita la scuola Alex si ricordò che doveva passare in quello studio fotografico, così prese il foglio dallo zaino, lesse l’indirizzo e con la supervelocità andò. Ormai era bravissimo, come tagliava i traguardi lui, nessuno, o almeno non che lui sapesse. Lo studio si presentava bene vi era una grande insegna luminosa: “Pictures of you, pictures of me” così si chiamava. Alex suonò il campanello e una gentile ragazza lo fece accomodare.
Segretaria: “Sta cercando qualcuno in particolare? Ci sono molti fotografi in questo studio”
Alex: “Si sto cercando...aspetti. Sto cercando Jimmy Olsen”
Segretaria: “Forse voleva dire James Olsen?”
Alex un po’ titubante: “Si proprio quello!”
Segretaria: “Ok in questo momento non dovrebbe esserci nessuno dentro, prego seconda porta a destra”
Alex ringraziò la ragazza, le sorrise ed entrò nello studio di Jimmy.
Alex appena entrato: “Lei è Jimmy Olsen?”
Jimmy non sapeva cosa rispondere. Chloe, Clark, Lois, Oliver tutti i suoi vecchi amici lo chiamavano così. Ma adesso è James che si faceva chiamare, che in realtà era il suo vero nome. Quindi si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo mai visto prima lo chiamasse Jimmy.
Jimmy: “S...si sono io, tu sei?”
Alex: “Piacere sono Alex McCallister”
Jimmy: “Bene Alex, come posso esserti d’aiuto?”
Alex: “In realtà sono io che vengo in suo aiuto, mi manda Chloe Sullivan, ha dimenticato a casa sua un cd degli ABBA e se lei è un vero fan come lo sono io, credo che non potrà stare a casa senza quel cd”
Jimmy si chiedeva come un ragazzo che poteva avere sedici - diciassette anni potesse mai essere in contatto con Chloe.
Jimmy: “Grazie davvero, credevo di averlo perduto e invece eccolo qui, piacciono anche a te?”
Alex: “Ah io li adoro, li venero praticamente”
Jimmy: “Allora abbiamo qualcosa in comune, come conosci Chloe?”
Alex: “È una lunga storia, in sintesi mi sono morti i genitori, Clark mi ospita e siccome ieri ero sbronzo sono rimasto a dormire da Chloe, oggi ho visto quel cd è ho pensato fosse suo ma Chloe mi ha detto che era di suo mari...era di Jimmy Olsen”
Jimmy: “Ah capito, non ci si sbronza a sedici anni!”
Alex: “Lo so signore è stato un errore”
Jimmy: “Piantala di darmi del lei, mi fai sentire vecchio!”
I due ridono.
Alex: “È da tanto che lavori qui?”
Jimmy: “No veramente da pochissimo, e questo non mi piace per niente, prima lavoravo al Daily Planet come fotografo, quello si che era bello, fare foto alla scia rossa blu, quello ti dava soddisfazioni non fotografare matrimoni, dopo aver visto fallire il mio”
Alex: “La scia rosso blu?”
Jimmy: “È un uomo più veloce della luce, con una forza incredibile, è l’eroe di Metropolis”
Alex: “Ti brillano gli occhi quando ne parli, dovresti tornare al Daily Planet!”
Jimmy: “Già, dovrei”
Alex: “Adesso devo proprio andare, mi ha fatto piacere conoscerti!”
Jimmy e Alex si salutano. Jimmy inizia a pensare alle parole di quel giovane ragazzo, ok poteva anche essere giovane, e non saperne ancora niente della vita, poteva anche essersi ubriacato come uno sciocco, ma aveva ragione. Ok con Chloe non era andata, ma questo non vuol dire che il resto delle cose fatte in quel periodo non andavano, lui amava il suo vecchio lavoro, a dire il vero lo ama ancora. Così prende tutto ciò che è suo da quell’ufficio e si dirige verso la segretaria con tanta furia.
Jimmy: “Non mi piace questo lavoro, non mi piace questo posto”
Segretaria: “James va tutto bene?”
Jimmy: “Jimmy mi chiamo Jimmy. E comunque si sto bene. Oggi è il primo giorno da quando lavoro qui che sto bene e sa perché? Perché ho deciso di andarmene”
Segretaria: “Ok J...Jimmy va bene, ma non se la prenda con me!”
Jimmy: “Ha ragione lei non c’entra niente, anzi le dico anche che lei è troppo carina e gentile per stare qua dentro, io me ne vado!”
Alla segretaria scappa un innocente e silenziosa risata. Ma non poi così silenziosa, Jimmy la sente.
Jimmy quasi con le lacrime agli occhi: “Le sembra divertente? La mia vita va in frantumi, le sembra divertente? Ho sposato una donna che credevo di amare e mi sono reso conto di non conoscerla affatto, le sembra divertente? Ho lasciato il lavoro che amavo che mi permetteva di avere in mano fantastiche notizie per lavorare in uno studio fotografico dove il massimo scoop è un matrimonio, le sembra divertente? Io non credo lo sia”
Segretaria: “Mi scusi sono stata una sciocca, le auguro di mettere a posto tutti i fardelli della sua vita”
Jimmy va via quasi sbattendo la porta, non è che c’è l’avesse con la segretaria, c’è l’aveva con il mondo intero. Con Chloe che non aveva lottato per lui, con Clark che quando lui è sparito non si è preoccupato di chiamarlo e con se stesso perché aveva permesso che tutto questo accadesse, ma ora sapeva cosa fare. Si diresse verso il Daily Planet.
Daily PlanetJimmy saliva le scale ancora una volta come ormai non faceva da un po’ come in passato faceva ogni mattina. Era una bella sensazione. Era arrivato, era di fronte l’ufficio di Tess Mercer. Aveva paura, era terrorizzato!
Jimmy bussa alla porta e Tess Mercer gli dice di entrare.
Jimmy: “Salve”
Tess Mercer: “James Olsen”
Jimmy: “Jimmy per la verità”
Tess Mercer: “Come preferisce, cosa ci fa qui?”
Jimmy: “Voglio indietro il mio posto di lavoro, so che non posso prendere e lasciare ma il mio è stato un grande errore, la prego”
Tess Mercer senza esitare neanche un po’: “Ok”
Jimmy era già pronto per replicare, si era preparato un bel discorso che quasi non riusciva a credere a quello che aveva sentito.
Jimmy: “Come? Sul serio?”
Tess Mercer: “Da domani come ogni giorno sarà qui alle 7.30, non porti ritardo”
Jimmy: “Certo, grazie!”
Jimmy le aveva già voltato le spalle e stava per aprire la porta.
Tess Mercer: “Olsen dimentichi quei fascicoli che mi ha dato prima di licenziarsi”
Jimmy non aveva chiaro il motivo, perché doveva importarle proteggere un serial killer. Ma lui se ne era lavato le mani, voleva indietro il suo lavoro e basta.
Jimmy: “Li ho già dimenticati”
Così dicendo uscì da quella stanza e decise di sistemare le cose che aveva tolto dallo studio fotografico e metterle nella sua scrivania al Daily Planet. Mentre si avvicinava alla scrivania Clark e Lois lo videro. I due si avvicinarono ma Jimmy non ne sembrava molto entusiasta.
Clark: “Ehi Jimmy! Sei tornato?”
Lois: “Si dai sentivo la mancanza delle tue foto”
Jimmy con un sorriso forzato: “Si sono tornato, più in forma che mai, scoverò la scia rossa blu ma non vi lascerò scrivere l’articolo”
Lois e Clark non riuscivano a capire in che chiave andava interpretata quell’affermazione. Chiave ironica? Lui non rideva. Quindi era proprio quello che voleva dire, erano confusi. Fu lo stesso Jimmy a chiarire le loro perplessità.
Jimmy: “Stavo scherzando!” - e continuò a sistemare la scrivania.
Lois e Clark si guardarono, ormai si capivano con un solo sguardo. Entrambi pensarono che Jimmy non stava affatto bene.
Lois: “Smallville dovremmo continuare il nostro articolo”
Jimmy: “Sei ancora nella sua ombra Kent?”
Clark lo guardò.
Jimmy: “Stavo scherzando di nuovo, nessuno capisce la mia ironia. Come ironico ero quando dicevo che Davis Bloome era un serial killer, sarà per questo che nessuno mi ha preso sul serio, neanche mia moglie!”
Così dicendo Lois e Clark non sapevano davvero cosa dire, anzi Lois tirò Clark e i due se ne andarono. Clark poi si girò e gli buttò uno sguardo compassionevole.
Jimmy: “E no Kent! Non guardarmi in quel modo, non mi serve la compassione. Avevo bisogno di amico, credevo di averlo. Mi sbagliavo”
Clark: “Mi dispiace Jimmy”
Jimmy: “Dispiace a tutti, ma nessuno fa niente”
La loro discussione si fermò così. Lois e Clark tornarono alle loro scrivanie.
Clark: “Jimmy ha ragione, è successo tutto questo e io l’ho lasciato da solo”
Lois: “Non è mai stato un tuo grande amico Clark! Era il fidanzato della tua migliore amica, ma questo non fa di lui il tuo migliore amico”
Clark: “È comunque un mio amico, cercherò di aiutarlo”
Lois: “Ecco che ritorna l’eroe Clark Kent di giorno imbranato reporter, di notte un fantastico eroe, salva proprio tutti!”
Lois fece una grande risata, e rise anche Clark perché Lois credeva di aver fatto una battuta e invece aveva detto la verità.
Clark: “Scusa da quando sarei imbranato?”
Lois: “Mmm diciamo da quando ti conosco?”
Clark: “Non è vero!”
Lois: “È vero. Ma va bene così!”
A Clark piacque molto l’ultima frase. Va bene così voleva forse intendere che Lois lo apprezzava anche se imbranato e con tutto ciò che comporta, ed era sempre più convinto che dovesse parlargli dei suoi sentimenti. Ma aspettava il momento giusto.
Appartamento di ChloeAlex era appena tornato dallo studio fotografico, era rimasto davvero colpito da Jimmy, era davvero un bravo ragazzo e con Chloe saranno stati una bella coppia. Si chiedeva cosa avesse spezzato il loro amore, sempre se era mai nato. Una risposta la trovò. Il telefono inizia a squillare ma lui decide di non risponde, in fondo non è casa sua e lui neanche ci abita qui, quindi lasciò squillare. Poco dopo partì un messaggio di segreteria telefonica.
Davis: “Ehi Chloe, sono Davis. È da un po’ che voglio parlarti di una cosa e non trovo mai l’occasione. Sono stato molto bene ieri sera con te, e non vorrei che adesso qualcosa tra di noi cambiasse. Ci tengo davvero a te, e visto la fiducia che hai in me, e per come è finita con Jimmy so che anche tu tieni a me, quindi credo che mi sto dilungando più del dovuto. Chiamami quando puoi!”
Alex rimase quasi pietrificato. Quella voce, non gli era nuova. L’aveva già sentita, ma dove? Non ebbe il tempo di riflettere su questo perché bussarono alla porta. Era Oliver.
Alex: “Ehi amico, sono felice di vederti!”
Oliver: “Si lo sono anche io, ma sono qui principalmente per scusarmi, non dovevo farti bere sei ancora un ragazzo!”
Alex: “Beh non mi hai mica costretto, sono stato io a volerlo. Era una pessima giornata e pensavo di risolverla bevendo, mi sbagliavo”
Oliver: “Già. Chloe è in casa?”
Alex: “No, ma io si. E voglio dirti una cosa. I miei genitori furono attaccati da una bestia, e in realtà anche io lo fui, ma non mi sono fatto che qualche graffio e sono riuscito a spingerlo via, mandando in frantumi una vetrata. Sono un mutante da meteorite. Ho scoperto di essere molto veloce e molto forte, e una pallottola non mi fa neanche un graffio”
Oliver: “Wow, che strana sensazione di dejà-vu!”
Alex: “Perché?”
Oliver: “No niente, è fantastico. Bene allora già che siamo in confidenza io sono Green Arrow. Ristabilisco l’ordine in città con arco e freccia. E inoltre gestisco una...una lega dove ci sono ragazzi molto dotati, in giro per il mondo cerchiamo di proteggerlo. Si chiama lega della giustizia”
Alex: “Fico”
Oliver: “Ci servirebbe uno come te!”
Alex: “Sul serio? Sarebbe fantastico. Ma voglio prima pensarci. Non ho mai salvato nessuno. Sono nuovo in questo campo”
Oliver: “Ok quando ti sentirai pronto ne farai parte e mi dirai tutto quello che sai su quella bestiaccia”
Alex: “Contaci!”
Oliver: “Devo andare, a presto!”
Alex: “Ci si vede. Ah Oliver sapresti dirmi come si chiama il ragazzo con cui esce Chloe. Davis?”
Oliver: “Davis Bloome”
Alex: “Grazie”
Oliver va via ed Alex rimane da solo. Sarebbe stato bello far parte di quella lega, ma prima voleva indagare un po’ su quel ragazzo. Voleva capire dove lo aveva già sentito. Alex era molto abile con il computer, d’estate lui andava sempre a lavorare presso un negozio di informatica e un simpatico signore gli aveva imparato dei fantastici trucchi. Così accese il computer di Chloe e cercò qualcosa su Davis, scoprì che lavorava come paramedico all’ospedale, decise di andare.
OspedaleAlex era appena arrivato, chiese a qualche infermeria dove poteva trovare un certo Davis Bloome, una di queste rispose indicandoglielo. Stava medicando una bimba così lui non riusciva a vederlo. La bimba e la madre poi se ne andarono. E Alex seppur da lontano lo guardò dritto negli occhi, Davis alzò lo sguardo l’aveva riconosciuto. Era quel ragazzo impaurito che aveva incontrato in quella casa. Una delle poche volte che aveva ucciso qualcuno di veramente innocente. Alex lo guardava senza rendersi conto di essere anch’esso guardato. Guardava i suoi occhi ma non gli dicevano niente, non potevano essergli familiari, non li aveva mai visti. Guardò il suo naso ma non gli ricordò niente, non poteva ricordarlo non l’aveva mai visto. Guardò la sua bocca, il cuore di Alex iniziò a battere molto forte, la riconosceva quella bocca il cappuccio gli copriva gli occhi e un po’ del naso ma la bocca l’aveva vista prima che quello si trasformasse in bestia. Ne era quasi convinto, era la bestia. Alex si accorse di essere guardato, si accorse che la bestia adesso umano si stava avvicinando a lui, così si mise a correre e andò nella fattoria. Li trovò Clark.
Fattoria Kent.Alex era davvero terrorizzato, Clark lo notò.
Clark: “Ehi Alex, è tutto apposto? Sembri spaventato!”
Alex: “Spaventato io? No stai tranquillo volevo solo dirti che mi trasferisco da Chloe”
Clark: “Perché? Non ti trovi bene qui?”
Alex: “Si mi trovo bene, ma a me piace un po’ Lois e vedo che tra voi due c’è qualcosa quindi preferisco togliermi di mezzo”
Alex mentiva e anche piuttosto bene. Era vero che vedere Lois tutti i giorni era bello ma triste,ne era cotto. Ma il vero motivo per cui andava a vivere da Chloe era solo uno, riguardava la promessa che si era fatto la prima notte che aveva dormito da Clark, non avrebbe più pianto la morte dei suoi cari, se solo avesse incontrato la bestia l’avrebbe uccisa. E Chloe adesso era una delle persone più care, adesso era quasi sicuro di sapere chi fosse la bestia.
Clark invece non sapeva cosa dire, non voleva mentire ad Alex. Mente già per tante altre cose che almeno su questo voleva essere sincero.
Clark: “Dovresti restare”
Alex: “No, ho già deciso. Stai tranquillo resterai sempre il mio fratellone, resterai sempre il mio...angelo custode, tu mi hai salvato, mi hai accolto, questo non potrò mai scordarlo. Resterai sempre il ragazzo fortunato che si metterà con quello schianto di ragazza”
Clark: “Tu credi?”
Alex: “Fratello sei tu a deciderlo!”
Clark: “Ho sofferto troppo in passato, non ti ho detto la verità su alcune cose. E tu invece sei stato sincero da subito con me”
Alex: “Se intendi dire che sei un mutante da meteorite anche tu, lo avevo già capito”
Clark: “Beh in effetti anche io ho dei poteri, e sono molti simili ai tuoi, ma io non c’entro niente con i mutanti. Vedi io sono...vengo da un altro pianeta, si chiama Krypton. Il pianeta venne distrutto e mio padre qualche attimo prima mi mise in una navicella e mi spedì sulla terrà, camuffandomi con i meteoriti. Ecco il perché della pioggia”
Alex: “Wow, è troppo anche per me. E come ci si sente a essere...sembri così umano!”
Clark: “Si lo so, è la stessa cosa che ha detto Chloe quando lo ha saputo”
Alex: “Aspetta tu...quello che tutti chiamano la scia rossa blu?”
Clark: “Beh...si!”
Alex: “Wow, allora non sei solo il mio eroe personale, Lois lo sa?”
Clark: “No, è proprio questo il punto. Come potrei stare con lei sapendo di mentirle?”
Alex: “Non lo so è incasinato, non hai mai avuto altre relazioni?”
Clark: “Solo una, l’amore della mia adolescenza. Anni e anni passati a volerla, a desiderarla e quando era mia non sono riuscito e tenerla stretta”
Clark raccontò ad Alex tutto su di lui e Lana su come le cose finirono. Su come aveva lasciato Lois in sospeso con quel mezzo bacio. E adesso Clark aveva paura che anche con Lois non avrebbe funzionato.
Alex: “Io dico che funziona”
Clark: “Se lo dice mio fratello, ti va una corsa?”
Alex: “A chi arriva primo?”
I due iniziarono a correre per tutta Metropolis si divertivano come matti. Clark tagliò per primo il traguardo, mentre Alex si accontentò del secondo posto. Dopo Clark tornò alla fattoria e Alex nell’appartamento di Chloe.
Fattoria Kent.Lois: “Dove sei stato Smallville?”
Clark: “Ho accompagnato Alex a casa di Chloe”
Lois: “Perché, è qui che abita no?”
Clark: “Non più, quindi saremo nuovamente soli, come in passato”
Lois: “Ah, già come in passato”
Clark: “Ne vedremo delle belle no?”
I due si guardarono e Clark le sorrise.
Appartamento di Chloe.Alex: “Chloe devo dirti una cosa”
Chloe: “Che ci fa con quei borsoni?”
Alex: “Appunto, posso venire ad abitare qui?”
Chloe: “Sopra una caffetteria?”
I due risero e insieme sistemarono i vestiti di Alex nei vari cassetti.
Chloe: “Alex io scendo a buttare la spazzatura”
Alex: “Posso andarci io”
Chloe: “Riposati sarai stanco”
Mentre Chloe era giù a buttare la spazzatura, arriva una telefonata. Alex risponde ormai abitava lì, poteva rispondere.
Alex: “Pronto, chi parla?”
Voce al telefono: “Ciao sono Lana Lang, dovrei parlarti di una cosa...”