Smallville Italia

Fan Fiction by Piccola Otaku, divisa in diversi capitoli [spoiler]

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piccola otaku
view post Posted on 5/4/2009, 13:51




Titolo: --
Autore: Piccola Otaku
Spoiler: FF ambientata dopo l’episodio 8x17
Genere: avventura, romantico
Coppie: C'è un pò di tutto: Clark e Lois, Jimmy e Chloe, Davis e Jimmy.
Sommario: E' una FF che racconta gli ultimi episodi dell'ottava stagione di Smallville secondo la mia fantasia.
Pubblico a cui è destinata la FF: Per tutti
Note: E' una FF divisa in diversi capitoli, per ora trovate solo il primo, a mano a mano che li vado scrivendo, metterò anche gli altri. Spero vi piaccia e mi raccomando commentate, commentate!



Capitolo 1: Surviving - Superstite



Fattoria Kent
È mattina, qualcuno bussa alla porta.
Lois: “Ehi Smallville prima mi inviti e dopo neanche mi apri?”
Clark stava facendo la doccia ma sente la voce di Lois così con la supervelocità si mette l’accappatoio ma nel mentre Lois decide di aprire la porta, Clark con la supervelocità arriva alla porta e con la folata di vento che ha portato la porta si richiude. Clark la riapre.
Lois: “Mi...mi sembrava di averla aperta la porta!”
Clark: “Beh ti sbagliavi”
Lois squadra Clark, ha i capelli tutti bagnati, scesi quasi a coprirgli gli occhi. Questa immagine non le è nuova cerca di ricordare, ma si è stato quattro anni fa quando si erano da poco conosciuti lei lo ha fatto cadere in quella vasca e poi gli ha arruffato i capelli e lui le aveva fatto quel fantastico sorriso...
Clark: “Lois? Lois? Allora entri o no?”
Lois: “Eh? Si Smallville sto entrando!”
Clark: “Dai siediti...”
Lois: “C’è un motivo se mi hai fatto alzare prima del solito e mi hai fatto venire qui?”
Clark: “Si un motivo c’è, sono le 7 e dobbiamo fare colazione”
Lois: “Mmm?”
Clark: “Che c’è? Ti sembra così strano? Sono sempre solo e qualche volta mi piace invitare gli...amici per fare colazione insieme”
Lois: “Ok, che si mangia?”
Clark: “Cereali?”
Lois: “Passameli!”
Clark e Lois stanno mangiando, nessuno parla, nell’aria si sente un po’ di imbarazzo. Clark la guarda e pensa a quanto era bello quando abitava qui, c’era sempre movimento e si era difficile non usare i poteri ma almeno non passava tutto il suo tempo con Shelby.
Clark: “Allora come è andata ieri sera l’appuntamento con Mister prima classe?”
Lois: “ Mister prima classe? Ma che razza di nome ti sei inventato Smallville? Sembri quasi geloso...”
Clark guarda Lois come per smentire ma di fatto non dice una parola. È di nuovo il silenzio.
Lois: “Il suo nome è Marcus, e non credo che ne sentiremo parlare ancora”
Clark: “Ah bene” - dice con la bocca piena di cereali
Lois: “Come?”
Clark: “No dico che dovremmo andare a lavorare perché si sta facendo tardi”
Lois: “Ok, ma guido io!”
Clark: “E quale sarebbe la novità?”
I due ridendo escono dalla fattoria e si avviano verso la macchina.

Appartamento di Chloe
Qualcuno urla: “Lasciami ti prego, lasciami andare!”
È Chloe si è svegliata di soprassalto dopo un brutto sogno. Un incubo ricorrente ormai. Un uomo senza volto la rincorre, lei non scappa perché sembra fidarsi di lui, ma quando questo la raggiunge cerca di ucciderla.
Chloe: “Questo brutto incubo quando mi lascerà in pace?”
Toc toc. Bussano alla porta.
Chloe: “Chi è?
Davis: “Sono...sono Davis”
Chloe apre la porta, è felice di vederlo ma sente una strana sensazione mai provata prima, o forse si, sembra provare la stessa sensazione che prova quando nel suo incubo quell’uomo la rincorre. Chloe sembra essere spaventata.
Davis: “Tutto apposto? Disturbo?” - alzando un sacchetto che tiene in mano - “Ho portato i cornetti!”
Chloe: “Ehi Davis, è tutto apposto, ma purtroppo non ho tempo di fare colazione. Ho molti impegni, possiamo vederci più tardi?”
Davis: “Si, ma volevo parlarti di una cosa?”
Chloe: “Beh penso tu possa aspettare e dirmela più tardi, no?”
Davis: “Si, certo!”
Davis si avvicina verso di lei per salutarla, lui voleva baciarla ma lei si allontana e lo abbraccia. David è triste, aveva finalmente deciso di dire a Chloe tutta la verità sulla sua storia, su chi fosse veramente, e lei invece proprio adesso senza ancora aver sentito la storia si tira indietro. Chloe chiude la porta, si siede a terra, appoggiata alla porta, il suo viso si poggia sulle sue mani, si chiede perché quella sensazione, perché proprio con Davis.
Bussano nuovamente alla porta, ma Chloe è tranquilla questa volta ha sentito i battibecchi di Lois e Clark, sono loro. Chloe si alza, cerca di sembrare tranquilla ed apre la porta.
Chloe: “Ehi, già insieme di prima mattina?”
Lois e Clark contemporaneamente: “No!”
Chloe. “Ok si, come mai qui?”
Lois: “Sono passata perché dovevo riportare una macchina fotografica a Jimmy, ma non lo sento da tanto e magari ho pensato che sarebbe ritornato qui a prendere la sua roba...”
Chloe: “Veramente non è ancora venuto, ma penso verrà, quindi si lasciala qui”
Clark: “Tutto apposto?”
Chloe: “S..si tranquillo”
Lois: “Cugina, vorremmo restare ancora un po’ con te ma il lavoro ci chiama, su Smallville non c’è tempo da perdere”
Clark e Lois salutano Chloe e se ne vanno. Chloe chiude la porta, per un momento sorride. Le piace come si stanno mettendo le cose tra i due, pensa che tra loro possa nascere davvero qualcosa di bello. Poi il suo sguardo si posa sulla macchina fotografica, pensa a Jimmy, a quello che c’è stato e al futuro che lei ha spezzato, a come lui la faceva stare, e pensa che quella brutta sensazione che aveva provato vedendo Davis, con Jimmy non l’aveva mai provata.

Daily Planet
Clark e Lois sono appena arrivati, a loro è stato affidato un caso davvero particolare. Ieri notte sono stati uccisi marito e moglie in una casa di Metropolis, unico sopravvissuto il loro figlio di sedici anni. La polizia è su di lui che indaga pensano sia stato lui, ma il ragazzo non parla, è messo accovacciato e tutto tremante, tutto sporco di sangue.
Lois: “Su Smallville andiamo a scovare il baby-killer”
Clark: “Lois!”

Casa McCallister
I due arrivano in quella casa, era un bel quartiere di Metropolis, tranquillo. È per questo che la polizia ha escluso che possa trattarsi di un malvivente. Il quartiere è formato da una serie di villette a schiera e in una di queste era successo il fatto. Tutt’intorno circondato da polizia e detective. Lois si avvicina ad un suo amico poliziotto.
Lois: “Kevin mi faccia entrare”
Kevin: “Scusami Lois, ma questa volta è diverso, dentro ci sono ancora le prove e l’indiziato numero uno, non posso, mi dispiace”
Clark è invece già dentro. Vede il ragazzo, è un ragazzo di bella presenza. Capelli scuri corti, occhi di un verde lucente, una barbetta quasi invisibile per far vedere che è già un uomo. Camicia bianca a maniche corte, una cravatta nera, un pantalone stretto stretto nero e delle sneakers. Purtroppo quella camicia ha ormai poco di bianco, è tutta sporca di sangue, i pantaloni sono tutti tagliati. Il viso è tutto graffiato. Clark nota che di fronte al ragazzo una grande vetrata è andata in frantumi, questo lo insospettisce. Clark si avvicina al ragazzo.
Clark: “Ciao, mi chiamo Clark, con me puoi parlare non sono un poliziotto”
Il ragazzo non risponde ma continua a tremare, poi con una voce quasi inudibile per un umano ma non per Clark...
Ragazzo: “Spostati o potrei...potrei farti del male”
Clark: “Beh non è così facile farmi del male, ti va di raccontarmi cosa è successo?”
Ragazzo: “No, io...io ho paura”
Clark: “Non sei solo, non più, sono qui per te. Come ti chiami?”
Ragazzo: “Alex McCallister”
Clark: “Bene Alex, non ti conosco ma so che non sei stato tu a uccidere i tuoi genitori, quindi chi è stato?”
Alex: “Un ragazzo, un ragazzo col viso coperto si è intrufolato in casa nostra, noi stavamo andando a cena da amici, lui è venuto è ha strozzato mia madre e dopo mio padre, poi...poi è venuto da me ha cercato di strozzarmi ma non c’è riuscito, io riuscivo lo stesso a respirare non so perché, allora i suoi occhi sono diventati rossi e si è trasformato in una bestia, io ero...ero proprio in questo punto accovacciato e lui mi picchiava, io mi facevo male ma non il male che credo avrei dovuto provare. Poi ho preso tutta la forza che ritenevo di avere in corpo e l'ho spinto, ma Clark io...io ho spostato quella bestia fuori dalla vetrata, rompendola!”
Clark: “Alex tu sapevi di essere così forte?”
Alex: “No, io no, non sapevo, non so di essere così forte, forse è stata la rabbia”
Clark: “Non credo, sei mai stato a Smallville?”
Alex: “Una volta con degli amici, dicevano che c’era un lago bellissimo dove fare il bagno e così siamo andati. Ma io sono inciampato nel bosco e non so cosa è successo, ma ho perso i sensi e dopo, dopo siamo tornati a casa, e io, io non mi ero fatto neanche un graffio”
Clark: “Alex, sei stato infettato, dai meteoriti”
Alex: “Che cosa vuol dire?”
Clark: “Ti racconterò tutto, dopo, adesso devi lasciare la tua testimonianza alla polizia, altrimenti penseranno che sei stato tu, ah io fossi in te la parte dove dici di aver spinto la bestia fuori dalla vetrata, la salterei”
Alex: “Grazie, quando potrò rivederti?”
Clark: “Ci vediamo qui, alle 15, ok?”
Alex: “Perfetto”
Clark ritorna da Lois che tenta ancora di convincere il poliziotto Kevin a farla entrare.
Lois: “Smallville! Dove sei stato?”
Clark: “In giro, in cerca di notizie”
Lois: “Sei stato più fortunato di me?”
Clark: “No, credo di no”
Mentre Lois e Clark stanno parlando, tutti, poliziotti, detective, la stampa, puntano lo sguardo verso la casa, è Alex, è uscito per parlare con la polizia. Tutti vogliono saperne di più, i giornalisti si avvicinano, i fotografi prendono le loro macchine fotografiche. Ma la polizia prende Alex e lo porta via, preferiscono parlargli in privato.
Clark e Lois tornano al Daily Planet senza uno straccio di notizia, mentre sono in macchina Clark decide di dirle una cosa che da tempo aveva voglia di dirle.
Clark: “Lois, stavo pensando, non è stato bello oggi fare colazione insieme?”
Lois: “Smallville non essere così sdolcinato per favore”
Clark: “Parlo seriamente, non sarebbe bello farlo ogni mattina?”
Lois: “E tu pensi che io ogni mattina mi alzo così presto?”
Clark: “Effettivamente sarebbe scomodo, se solo tu abitassi ancora alla fattoria”
Lois: “Cosa stai cercando di dirmi?”
Clark: “Di tornare a vivere alla fattoria!”
Lois: “Ho il mio bell’appartamento, non lo lascio!”
Clark: “Ok...se ci ripensi”
Lois: “Non accadrà, ma grazie per l’offerta”

Giardino McCallister
Clark è appena arrivato, molto puntuale per evitare che Alex se ne andasse. Alex si è cambiato adesso ha una felpa e un jeans.
Alex: “Ah sei arrivato”
Clark: “Ne avevi dubbi?”
Alex: “Non so, non tutti vogliono stare con un mutante da meteore...meteorici..meteorite!”
Clark ridendo: “Mutante da meteorite, è così che si dice, comunque io non mi faccio di questi problemi”
Alex: “Allora mi racconti questa lunga storia?”
Clark: “Si ma ti va con una bella tazza di caffè?”
Alex: “Ok prendo il giubbotto e torno”
Alex inizia a correre, quando Clark sente un botto, con la supervelocità va al piano di sopra della casa, è Alex. Si era appena schiantato contro il muro, aveva anche lui la supervelocità! Ed è chiaro che non sapeva ancora come usarla!
Alex: “E questo che diamine era?”
Clark: “La storia è diventata un po’ più lunga”

Talon
I due arrivano al Talon e si mettono a parlare, Clark gli racconta di una prima pioggia di meteorite e della seconda, degli effetti che può provocare a chi ne viene a contatto. Alex ascoltava il tutto e gli sembrava una cosa surreale, perché in effetti lo era, ma allo stesso tempo ne era affascinato, e sempre di più si convinceva che Clark era uno di quelli che erano stati infettati.
Alex: “Come hai fatto ad entrare in casa mia, con tutta la sorveglianza che c’era?”
Clark: “Ehi piccolo una cosa per volta, per ora accontentati di questa storia ok?”
Alex: “Ok ok, ma non chiamarmi più piccolo!”
Chloe sentendo delle voci dall’appartamento scende giù al Talon. Guarda stranita quel ragazzo mai visto prima con il suo migliore amico.
Chloe: “Ehi, mi era sembrato di sentire delle voci”
Clark: “Chloe, lasci che ti presenti Alex. Alex Chloe. Chloe Alex.”
Chloe e Alex contemporaneamente: “Piacere mio!”
Alex: “E così tu abiti qui? Sopra una caffetteria? Non potrei mai abitarci”
Chloe: “Beh diciamo che mi devo accontentare”
Alex: “Oh scusa non, non volevo offenderti”
Alex sussurrando: “Clark ma a Smallville sono tutti infettati?”
Clark parlando ad alta voce: “Tranquillo! Lei ne sa più di me, comunque no. Non sono tutti tutti infettati ma una buona parte”
Alex: “Fico, e lei?”
Clark: “No lei ne era solo ossessionata”
Chloe: “Rendete partecipe della discussione anche me?”
Alex: “Mmm ok mi sembri una brava ragazza, e sei anche carina, e sei un’amica di Clark perciò...ho scoperto proprio adesso di essere un mutante da meteorite, per ora ho scoperto di avere una forza ed una velocità al di fuori del comune, ah e sono...come dire immune!”
Clark: “Alex!”
Chloe: “Wow, benvenuto in famiglia allora!”
Alex: “Beh grazie, che c’è Clark?”
Clark: “Di Chloe puoi fidarti ma non puoi dire a tutti quello che sei realmente, potrebbe essere pericoloso”
Alex: “Pericoloso? E in che modo?”
Chloe: “Vedi ci sono persone che non hanno molto...a cuore i mutanti da meteorite, ed è proprio per questo che non potrai dirlo a tutti”
Alex: “E tu? Ti piacciono i mutanti da meteorite?”
Chloe: “Ah io li adoro!”
Alex: “Allora ho fatto bene a fidarmi, comunque ho capito d’ora in poi terrò la bocca chiusa e prima di rivelare a qualcuno il mio segreto, ne parlerò con voi”
Alex era felice, Clark e Chloe erano la prima cosa bella che gli era capitata dopo quella tragedia. Era un ragazzo molto credente e una volta il suo pastore, parlando della morte gli aveva detto che spesso Dio ci toglie qualcuno che amiamo ma non ci lascia mai da soli, ci porta qualcuno di altrettanto fantastico. E adesso capiva, certo quelli non erano i suoi genitori ma era certo che con loro sarebbe stato al sicuro.
Clark: “Alex, hai un posto dove dormire, qualche parente?”
Alex: “Veramente...no. Mio padre e mia madre abitavano in piccolo paese, e i loro genitori non volevano che si sposassero così sono venuti ad abitare a Metropolis chiudendo ogni contatto con ogni parente vicino e lontano”
Clark: “Potresti stare da me, ti andrebbe?”
Alex: “Wow, sarebbe...si ok!”
Clark: “Aspettate, aspettate che ore sono?”
Chloe: “Le 17 perché?”
Clark: “Oh no! Mi sono scordato di andare al Daily Planet, dovevo lavorare ad un articolo con Lois!”
Chloe: “Questa è la volta buona che ti ammazza!”
Tutti ridono.
Alex: “Lois? Chi è? È la tua ragazza?”
Clark: “La mia cosa? No no. Comunque adesso devo andare. A dopo. Resta qui con Chloe”
Alex sussurrando: “È la sua ragazza!”
Chloe: “Non ancora”

Daily Planet
Clark con la supervelocità arriva al Daily Planet ma li non la trova, il che lo fa un po’ preoccupare perché Lois non arriva mai in ritardo. Quindi due erano le cose. O Clark era arrivato troppo in ritardo e Lois se ne era già andata, ma in quel caso lo avrebbe tempestato di chiamate, oppure le era successo qualcosa. E il sesto senso di Clark lo portava a pensare alla seconda ipotesi. Clark la chiama.
Lois: “Pronto Clark, scusami non posso venire, è successo un problema. Fa da solo l’articolo”
Clark: “Lois tutto apposto? Dimmi dove sei, vengo subito!”
Lois: “Smallville! Quando la pianterai con le tu smanie da eroe?! È tutto apposto”
Clark: “Ok, non sono molto convinto ma ok. Scriverò l’articolo. Comunque alle 19 sarò al Talon se hai sbrigato il tuo problema vieni che ti presento una persona, ok?”
Lois: “Ok, penso di farcela. A dopo!”
Clark scrisse l’articolo su Alex. E mentre scriveva pensò che Lois, Alex e tutto quello che era successo gli avevano fatto dimenticare che quello che Alex chiamava bestia, era sicuramente Doomsday. Era da tanto che non si faceva vedere, ma questo non voleva dire che non era più qui, a continuare a sterminare persone come ha fatto con i genitori di Alex. Finito l’articolo si fecero proprio le 19 e Clark andò al Talon.

Talon
Lì c’erano Chloe e Alex che scherzavano come fossero vecchi amici e accanto ad Alex vi era un borsone pieno di vestiti. Clark sorrise, era contento di ospitarlo.
Alex: “Ah eccoti! Iniziavamo a darti per disperso”
Chloe: “Lois ti ha tenuto al Daily Planet fino all’ultimo vero?”
Clark: “Ehi, veramente lei neanche è venuta. Ha detto che aveva un problema da risolvere e così ho scritto l’articolo da solo e per una volta è stata lei a non venire e non io”
Alex: “Allora questa benedetta Lois la sentirò sempre nominare ma non avrò mai il piacere di conoscerla?”
Chloe: “Ehi piccolo bada a come parli, è mia cugina!”
Alex: “Wow, allora le porterò rispetto!”
Clark notò che tra i due c’era uno splendido legame sebbene si conoscessero solo da poche ore, lei lo aveva chiamato “piccolo” e lui non l’aveva corretta.
Clark: “Dovrebbe arrivare a mo..”
Clark fu interrotto dall’entrata, tanto attesa, di Lois. Alex la guardò, pensò che non aveva mai visto niente di così bello. Era forse quella che tutti chiamano cotta? Alex non ne aveva mai provata una, ma adesso guardando quella splendida creatura si sentiva spiazzato, la guardava arrivare verso di lui, guardarla era davvero bello.
Lois: “Buonasera!”
Chloe: “Indovina? Stavamo proprio parlando di te!”
Clark: “Già! Allora ti presento Alex. Alex Lois. Lois Alex”
Questa presentazione fu diversa da quella con Chloe, qui mentre Lois pronunciava: “Piacere di conoscerti” Alex non riusciva a dire neanche una parola e se ne uscì con un sorrisino.
Clark: “Sai lui starà per un po’ da..”
Clark fu interrotto nuovamente.
Lois: “Smallville, scusatemi tutti, dovrei parlarti un momento, da sola”
Clark: “Si ok, torniamo tra un attimo”
Clark e Lois si allontanarono per parlare, mentre Chloe osservava divertita la faccia sognante di Alex.
Chloe: “Alex? Alex?”
Alex: “Wow, quella è tua cugina? Perché non hai foto di tua cugina nell’appartamento? È...è bellissima. Ma vedo che è anche impegnatissima...o quasi. Vero?
Chloe: “Più o meno”
Vicino al bancone invece Lois cercava di spiegare a Clark con giri di parole quello che intendeva dirgli.
Clark: “Lois, dimmelo direttamente, a me puoi chiedere tutto”
Lois: “Ok Clark, ho creato un po’ di casini con quello che mi ha affittato la casa e così mi ha sbattuta fuori di casa, in macchina ho le valige, e non so dove andare”
Clark: “Non sarebbe mai accaduto che avresti cambiato idea eh? Comunque per me è un piacere, ma...non saremo solo io e te”
Lois: “Che intendi dire?”
Clark: “Il ragazzo che hai appena conosciuto, Alex, abiterà anche lui con noi”
Lois: “Sul serio? Ma tu devi accogliere proprio tutti Smallville?”
Clark: “Si proprio tutti”
Clark sorride e i due ritornano al tavolo, il cuore di Alex ritornava a battere serenamente.
Clark: “Indovina Alex? Lois abiterà con noi!”
Il cuore di Alex correva di nuovo come un cavallo del far west.

Edited by piccola otaku - 17/4/2009, 16:27
 
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aLe•SgLaNs
view post Posted on 5/4/2009, 16:15




wow per adesso sta venendo proprio bene ^^
mi raccomando continuala che ci tengo!!!! :lol:
 
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Noemi Loves D&S
view post Posted on 5/4/2009, 17:18




Brava....molto bene come inizio
 
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view post Posted on 5/4/2009, 17:35
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brava bella davvero...ho notato dei riferimenti a mamma ho perso l'aereo...(kevin, McCallister) :D
 
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piccola otaku
view post Posted on 5/4/2009, 18:20




Grazie a tutti, sto già scrivendo il secondo capitolo!

CITAZIONE (narutorendan89 @ 5/4/2009, 18:35)
brava bella davvero...ho notato dei riferimenti a mamma ho perso l'aereo...(kevin, McCallister) :D

:ahah: :ahah: Te ne sei accorto? Ieri prima di uscire ho visto di sfuggita un pò Mamma ho perso l'aereo e così ho messo questo cognome ^_^
 
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caillean90
view post Posted on 5/4/2009, 20:48




bella..voglio subito il continuo!!! :clap: ...voglio vedere come va la convivenza tra quei tre...
cmq bellissimo quando arriva davis con i cornetti... :ihih: :ihih:
 
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aLe•SgLaNs
view post Posted on 5/4/2009, 21:20




entro stasera posterai , oppure domani?
 
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piccola otaku
view post Posted on 5/4/2009, 21:41




CITAZIONE (aLe•SgLaNs @ 5/4/2009, 22:20)
entro stasera posterai , oppure domani?

Ecco proprio adesso la sto postando! ;)

Capitolo 2 Goodbye Dear - Addio Cari



Fattoria Kent.
È notte fonda. Sono le 3.40. Alex è disteso fuori dalla fattoria in un mucchio di fieno. Pensa. Ha tanti pensieri per la testa. Troppi per un ragazzo di sedici anni. Pensa a quella sera, a tutto ciò che è stato a come lui avrebbe potuto fermare quella bestia, già se solo lui avesse saputo di avere quei poteri sarebbero stati guai per quella bestiaccia. Erano i suoi genitori, li amava. Lui non era come tutti gli adolescenti della sua età, solitamente non si ha mai un buon rapporto con i genitori in quell’età, lui era diverso, anche in questo. Loro non litigavano mai. Lui era un ragazzo molto solo, non aveva tanti amici e infatti non gli era dispiaciuto lasciare quel quartiere. Gli piacevano queste persone, gli piaceva Lois. Dalla tasca esce un pacchetto di sigarette. Se ne mette una in bocca e l’accende, pensava a quanto i suoi genitori fossero comprensivi, anche in questo. Sente dei passi dietro di lui, i passi si avvicininano. È Lois.
Lois: “Neanche tu riesci a dormire?”
Alex con una calma apparente: “Già neanche io, sai mi viene un po’ difficile dopo tutto quello che è successo. Insomma questa notte sono qui circondato da fantastica gente, e ieri ero...ero a casa mia, con i miei fantastici genitori, e ad un tratto arriva quella...quella bestia e spacca tutto il mio mondo”
Lois a stento capiva, nessuno gli aveva raccontato chi fosse davvero Alex McCallister, come si conoscesse con Clark e perché era venuto ad abitare qui. Lois aveva appena capito facendo dei collegamenti. Il suo racconto, il suo cognome. Ma si era il ragazzo a cui hanno ucciso i genitori la scorsa notte, il caso a cui lei e Clark avevano lavorato. Un terribile senso di colpa assalì Lois, lo aveva chiamato baby-killer, e adesso che lo aveva davanti aveva più che altro le sembianze di un cucciolo abbandonato.
Lois: “Non dovresti fumare, sei troppo piccolo”
Alex: “Beh, i miei me lo permettevano perciò...”
Lois: “Non dovresti fumare, perché c’ho messo troppo tempo a smettere e se adesso ti vedo fumare ci ricado”
Alex sorridendo: “Ecco questa si che è una bella motivazione”
Alex spegne la sigaretta. In questo momento le parole di Clark gli vennero in mente, non potrai dirlo a tutti, non potrai fidarti di tutti. Fu così che decise di non dire il suo segreto a Lois, ma non perché non si fidasse, ma perché si ricordò anche le parole di Chloe: non tutti hanno a cuore i mutanti da meteoriti. E Lois aveva così invaso il suo di cuore che non poteva permettersi di correre il rischio.
Alex: “Così tu e Clark...”
Lois: “Io e Smallville, cosa?”
Alex: “Ah giusto, è così che tu lo chiami, no dico sembrate molto intimi...lui ti piace?”
Lois: “Ci conosciamo appena e ti offri già come miglior confidente?
Alex: “Scusa, hai ragione, ma la mia era solo curiosità”
Lois: “Allora fai davvero parte di questa famiglia perché i Sullivan, i Lane e i Kent sono individui davvero curiosi!”
I due ridono.
Alex: “Forse, è ora di andare a letto, non credi?”
Lois: “Si hai ragione domani, come sempre, devo svegliarmi alle 7.30. Quindi è meglio andare a dormire”
Alex: “Io mi sveglierò un po’ più tardi, la scuola inizia alle 8.30. Ah Lois domani alle 14 ci sarà il...funerale. Verrai?”
Lois: “Si, non mancherò. Ci saremo tutti”
Alex e Lois vanno a dormire. Lois poco dopo si addormenta. Alex invece nel letto continua a dormire. Pensa all’ultima frase di Lois: Ci saremo tutti. Li conosceva da così poco tempo eppure li sentiva già così vicini e pensò che quello che è successo ai loro genitori non doveva succedere più a nessun’altro. Non avrebbe più pianto la perdita dei suoi cari. Se solo avesse trovato la bestia, l’avrebbe fatta fuori.
È mattina Clark si è svegliato un po’ prima degli altri per sistemare alcune cose nel fienile con la sicurezza di non essere scoperto. Poco più tardi decide di andare a svegliare Lois, visto che stranamente la sua sveglia non suonava. Inutilmente decise di bussare, entrò nella stanza, si fermò solo per un attimo a guardare Lois.
Clark: “Lois sono le 7.30 e non so perché la tua sveglia non sta suonando, quindi sono venuto qui a svegliarti, la colazione è già pronta. Insomma manchi solo tu”
Lois con un tono di voce bassissimo: “Smallville e poi sarei io che parlo troppo? In un minuto avrai detto tante di quelle frasi che non ho capito un bel niente, comunque mi sto svegliando!”
Clark: “Ok, io sono giù”
Clark è giù decide di aspettare Lois per mangiare e vede un pacchetto di sigarette poggiato sopra un mobile. È dispiaciuto che Lois abbia cominciato nuovamente a fumare, e crede che sia proprio a causa sua. Lois ancora assonnata scende.
Clark: “Lois hai...hai ricominciato a fumare? – indicando le sigarette
Lois: “Quelle? No Clark non sono mie, io ho smesso con il fumo sono di Alex”
Clark: “Così giovane?”
Lois: “Tranquillo io ho iniziato anche prima, comunque mi ha detto che i suoi glielo permettevano, quindi..”
I due si siedono a mangiare, vengono poco dopo raggiunti da Alex, che li saluta svogliatamente. Avrà dormito in tutto due ore.

Appartamento di Chloe.
Chloe è già sveglia, ieri sera prima di dormire aveva ricevuto una telefonata da Jimmy. In mattinata sarebbe passato a prendere il resto delle cose lasciate lì. Da un lato avrebbe voluto trovarsi dall’altra parte del mondo dopo l’ultima discussione, dall’altra però voleva vederlo, sapere come stava. Decise così di restare. Qualche minuto dopo bussarono alla porta, era sicuramente Jimmy.
Chloe: “Ehi, ciao!”
Jimmy: “Ciao...Chloe”
Se l’ultima volta nello sguardo di Jimmy c’era tanta rabbia questa volta c’era solamente tristezza, occhi che Chloe non aveva mai guardato così bene.
Chloe: “Le tue cose sono lì e c’è pure una macchina fotografica che avevi prestato a Lois. A proposito mi ha detto che ha provato a chiamarti, ma il tuo cellulare era sempre spento”
Jimmy: “Eh si. Io ho cambiato numero, adesso ho un numero aziendale, per l’azienda, appunto, dove lavoro”
Chloe: “Ah si? E dove lavori?”
Jimmy: “In uno studio fotografico non è un granché, insomma sono solo e sempre foto di matrimonio, ma sicuramente posso raffinare la mia tecnica”
Chloe: “Ah bene”
Jimmy raccoglie le sue cose, ma le poggia nuovamente a terra. Si avvicina a Chloe e l’abbraccia. Chloe inizia a piangere.
Jimmy: “Mi dispiace, per quello che ti ho detto all’ospedale, ma la cosa che mi dispiace ancor di più, è che è davvero quello che penso”
Chloe asciugandosi le lacrime: “Lo so, so che è quello che pensi, ma se c’è qualcuno che deve scusarsi quella sono io, e non so davvero da dove cominciare”
I due si staccano da quell’intenso abbraccio.
Jimmy: “Beh forse potresti anche non cominciare e lasciare le cose così come sono, non che io non voglia chiarire, ma è già abbastanza dura, Chloe è meglio che per un po’, è meglio che non ci sentiamo più”
Chloe: “Mi dispiace”
Jimmy le dà un ultimo sguardo apre la porta e va via. Per le scale incontra Davis. I due si lanciano uno sguardo, Jimmy è arrabbiato, Davis abbassa lo sguardo.
Jimmy: “Lasciala, dovresti lasciarla in pace”
Davis non risponde e continua a salire le scale. Bussa alla porta. Chloe pensa sia Jimmy che ha dimenticato qualcosa, così apre la porta.
Chloe: “Hai dimenticato qualcosa?”
Davis: “Come scusa?”
Chloe è stupita di vederlo, il giorno prima quella sensazione, poi le aveva detto che più tardi si sarebbero visti ma lei non si è fatta sentire.
Chloe: “No niente pensavo fossi...un’altra persona”
Davis: “E invece sono io, disturbo?”
Chloe: “No affatto, entra!”
I due si siedono sul divano.
Chloe: “Aspetta ieri hai detto che dovevi dirmi qualcosa, giusto?”
Davis fingendo di non ricordare: “Dovevo dirti una cosa, non ricordo, ah si. Volevo...se ti andava volevo invitarti a cena. Ti va?”
Chloe non sa se accettare, tra lei e Jimmy è appena finita e non crede di essere pronta per un’altra storia. Ma lei sente qualcosa per lui, ed è molto forte.
Chloe: “Si, stasera?”
Davis: “Perfetto, passo alle 20”
Le dà un tenero bacio sulla guancia e va via.

Fattoria Kent.
Lois e Clark sono pronti per andare a lavorare. Alex si sta ancora vestendo. Clark va da Alex per vedere a che punto è. Bussa alla porta.
Clark: “Posso entrare?”
Alex: “Si..si entra. Avrò cambiato vestito tipo sei volte. Non so che mettermi. Non ho amici e così la gente mi giudica solo per quello che vede. Così se io adesso metto un qualcosa di colorato penseranno che io sia senza cuore, mi sono morti i genitori e vesto così allegro. Ma se solo io mettessi una felpa nera penseranno che è vero che mi sono morti i genitori ma è stupido vestirsi di nero”
Clark: “E tu in tutto questo che ruolo hai? Tu che pensi?”
Alex: “Penso che il nero è un bel colore, è adatto al mio umore attuale ed è perfetto per l’occasione”
Così Clark prende la felpa nera che era poggiata sul letto e la dà ad Alex.
Clark: “Allora mettila!”
Nel mentre arriva Lois che guardandoli si intenerisce. Pensa a Lucy che non vede da tanto, a quanto in un certo senso era bello farle da mamma, poi pensa a Clark che un fratello non lo ha mai avuto e vedendoli insieme pensa che finalmente Clark ha il suo fratello.
Lois: “Allora ragazzi andiamo?”
Alex: “Eh voi andate, per me è ancora presto...”
Lois: “Aspetta Alex come vorresti arrivare a Metropolis?”
Clark: “Già Alex, devi venire con noi!”
I tre scendono le scale, Lois come sempre si mette al volante, Clark accanto e dietro Alex.
In macchina Clark e Lois non fanno altro che litigare e Alex li guarda davvero divertito.
Alex: “Sembrate davvero una coppia?”
Nessuno dei due dice niente, incredibilmente entrambi si zittiscono. Sono quasi arrivati alla Metropolis High School.
Clark: “Alex dopo la scuola vai da Chloe, ok?
Alex: “Ok fantastico”
Alex saluta i due, scende dalla macchina e si avvia a scuola. Come una madre che per la prima volta lascia il suo bimbo all’asilo e continua però a guardarlo così Clark mentre la macchina si allontana continua a seguirlo con lo sguardo. Clark e Lois arrivano al Daily Planet e cominciano il loro lavoro.

Appartamento di Chloe.
Chloe è nel suo ufficio che sta guardando delle cose per la Justice League quando arriva una telefonata. È Oliver. Chloe risponde.
Chloe: “Ehi, Oliver! È da un po’ che non ci sentiamo, tutto apposto?”
Oliver: “Beh dimmelo tu! Un ragazzetto che è riuscito a colpire Doomsday, e si è scoperto essere un mutante da meteorite viene ad abitare da Clark e tu non mi dici niente?”
Chloe: “Non possiamo ancora chiedergli nulla riguardo quella storia, è ancora troppo scosso e oggi ci saranno i funerali dei suoi genitori. Non gli farò alcuna domanda, tu più di chiunque altro dovresti capirlo”
Oliver dopo qualche attimo di silenzio: “Ok lo capisco, ma al più presto dovremmo sapere qualcosa di più ok?”
Chloe: “Mi faccio sentire io!”
I due si salutano e staccano.
Sono le 13 e Alex è appena arrivato a casa di Chloe, quando ricorda di aver dimenticato a casa il vestito per il funerale.
Chloe: “Beh che problema c’è? Con le tua abilità da velocista, ci metti un attimo, no?”
Alex non sapeva che rispondere, è vero che era molto veloce ma è anche vero che aveva corso così solo una volta è l’arrivo al traguardo era stato pessimo.
Alex: “Ah...eh...giusto! Sai non sempre mi ricordo come sono fatto!”
Chloe: “Torna presto!”
Alex scende le scale, chiude la porta del Talon. E pensa fra se e se che potrebbe avviarsi camminando, ma arriverebbe tardissimo. Così decide di provarci, tanto in fattoria non c’era nessuno che potesse vederlo. Così si mette a correre velocemente, ma non troppo. Acquista velocità sempre di più. Manca ancora qualche metro alla fattoria ma decide di fermarsi prima. Aveva tagliato un bel traguardo seppur prematuro. Si accorge però che qualcuno era nel fienile. Così la scelta di fermarsi prima risulta azzeccata.
Alex: “Lois? Clark? Siete voi?”
Tess Mercer: “No non sono in casa”
Alex: “Lei chi è?”
Tess Mercer: “Mi stavo giusto presentando, mi chiamo Tess Mercer, cercavo il signor Kent ma come vedo non c’è. Tu sei?”
Alex: “Alex McCallister. Già Clark non è in casa, è al giornale dove lui lavora, ora se vuole scusarmi, ho delle cose da fare”
Tess Mercer: “Già, il giornale di cui io sono a capo. McCallister hai detto? Prego tu voglia accettare le mie condoglianze”
Alex: “Grazie, ora mi scusi devo andare”
Tess Mercer: “Ancora una domanda, come sei arrivato fin qui?”
Alex aveva ben capito che questa donna era una di quelle persone di cui decisamente non si poteva fidare, ma era la prima volta che si trovava di fronte ad accampare una scusa. Infatti esitò un po’ prima di rispondere.
Alex: “Mi hanno dato un passaggio degli amici, adesso devo prendere l’abito e tornare da una mia amica”
Tess Mercer: “Allora penso che hai bisogno di un passaggio, ti aspetto in macchina”
Alex non ebbe neanche la facoltà di rispondere, ma capì che quella non era un’offerta, era un’affermazione. Così salì sopra prese il vestito, scese e salì in macchina.
Tess Mercer: “Dove ti accompagno?”
Alex: “Eh io sono nuovo di qui, così non so ben spiegarle dove abita questa mia amica, si chiama Chloe Sullivan”
Tess Mercer: “Allora so dov’è!”
I due non parlarono per quasi tutto il tragitto.
Tess Mercer: “E così abiti da Clark Kent?”
Alex: “Eh si, non avevo dove stare e lui è stato molto gentile”
Tess Mercer: “Anche Lois Lane abita lì?”
Alex: “Si anche lei da poco”
Erano appena arrivati al Talon. Alex ringraziò Tess Mercer e salì velocemente le scale. Era ufficiale quella donna le faceva paura. La stessa paura che solo quando si trovò davanti Doomsday provò. Capì bene però che non era la donna a farle paura, ma il fatto che questa potesse scoprire il suo segreto, quello lo terrorizzava.
Chloe: “Ma dove sei stato? Mi hai fatto preoccupare, insomma quanto tempo ci vuole? È tutto apposto?”
Alex: “Si...si credo sia tutto apposto, sono stato diciamo intrattenuto da...Tess Mercer”
Chloe: “Speriamo tu non sia nel suo mirino”
Chloe si stava vestendo, Alex era invece già pronto. Più si guardava allo specchio più gli sembrava di aver già vissuto quell’istante. Fece un passo indietro e così facendo andò indietro anche con la memoria. Aveva sette anni, era morto il suo vicino di casa, che pur non essendo un suo parente, lo considerava come un nonno. La madre le aveva affittato un vestito, si sentiva tanto ridicolo, ma in quel giorno non ci fu proprio niente da ridere. Questo ricordo venne spezzato dall’entrata di Lois e Clark. Erano tutti pronti, salirono in macchina e si avviarono verso il cimitero.

Cimitero
Alex si avvicina al pastore, era molto agitato aveva deciso di fare un discorso per onorarli ma non aveva scritto niente voleva fosse una cosa improvvisata. Dietro di lui c’erano loro, gli amici più cari e più nuovi che avesse. Attorno alle salme, pochissime persone. Pochi amici di famiglia e qualche vicino di casa. Tutti si avvicinavano ad Alex per fargli le condoglianze.
Pastore: “Cari fratelli, siamo qui riuniti oggi...”
Era arrivato il momento, il discorso di Alex.
Alex fece un bel respiro e prese la parola: “Prima di iniziare voglio fare una breve premessa, ho solo sedici anni non so fare un discorso, e qualsiasi discorso fatto anche dalla più illustre persona di questa terra non gli renderebbe abbastanza onore alle persone fantastiche che erano. Alan e Betty McCallister erano due brave persone, erano oneste, pagavano sempre le bollette, sempre l’affitto, il tutto mai in ritardo certe volte pagavano anche prima della fine del mese. Non stavano bene economicamente ma pagavano, non avevano debiti, non mi fanno...non mi facevano mancare niente. Avevo una vita straordinaria con loro, non ero andato mai tanto lontano da casa mia, non viaggiavamo. Ma questo non mi mancava perché niente con loro era mai monotono e ripetitivo. Si amavano tantissimo e penso che chiunque li conosceva se ne sarà accorto, figuratevi se ne è accorto pure Dio facendoli morire insieme, facendoli viaggiare in paradiso insieme. In questo viaggio io non ci sono, sono rimasto sulla terra, e ieri notte pensavo che forse sarebbe stato meglio, farci questo primo e ultimo viaggio insieme! Come ho detto si amavano e dal loro intenso amore sono nato io: Alex McCallister, non so se sono degno di portare questo nome, non mi è dato saperlo ancora, ma un giorno spero di poter pronunciare il mio nome come faceva mio padre e spero di poter esser orgoglioso di dire che Alex non è il diminutivo di Alexander, come lo era orgogliosa mia madre. Alex è Alex, è basta. Come Alan e Betty sono solo Alan e Betty niente dottori, cantanti, attori, niente di particolare ma di fatto una coppia così speciale. Oggi siamo qui riuniti per onorarli, e possiamo contarci siamo una quindicina questo a confermare il fatto che pochi hanno avuto la fortuna di conoscerli, ma in queste quindici persone il loro ricordo credo che resterà nitido per sempre, mentre al funerale di un pezzo grosso potremmo ritrovare 150 persone ma chi lo ricorderà davvero? Forse mi sto dilungando molto e conoscendovi dovete tutti lavorare quindi voglio solo dire un’ultima cosa. Spesso si parla di destino. Non dovrei dirlo ma il destino è una gran cazzata, perché mio padre e mia madre non erano destinati a morire per mano di una bestia, non erano destinati a non vedere crescere il loro unico figlio. Mamma, papà siete sempre sempre nei miei pensieri, so che dall’alto adesso mi guarderete comunque crescere, ma la vostra guida non meritava di essere solo una voce fuori campo. Vi amo”
Alex stava quasi annegando nelle sue lacrime, tutti erano rimasti attoniti dal quel discorso, non c’erano parole, non c’erano fatti. Era solo la verità, la triste verità. Clark si avvicinò ad Alex e poggiò il suo braccio sulla spalla di Alex e lo strinse forte, perché in quel momento sapeva come ci si sentiva. Un po’ più in là Chloe e Lois avevano le lacrime agli occhi. A poco a poco la gente se ne andò e restarono solo loro.
Alex: “Ragazzi se non vi dispiace vorrei...restare un po’ da solo, più tardi torno a casa”
Gli altri annuirono e salirono in macchina. Anche lì nessuno riuscì a dire una parola, quel funerale aveva un terribile ricordo in ognuno di loro. In Clark vi era il ricordo di suo padre, quel triste funerale. In Lois vi era il ricordo della morte di sua madre, di una Lois così piccola, fragile e debole da non poter superare tutto questo. In Chloe vi era la terribile esperienza avuta con sua madre, della morte causata da Lex. Lasciarono Chloe a casa, e poi Clark e Lois arrivarono alla fattoria.

Cimitero
Alex era disteso nel prato tra la tomba del padre e quella della madre. Le lacrime scendevano una dopo l’altra, ed un solo pensiero frugava per la mente: ucciderò quella bestia. Lo pensava così tanto che finì involontariamente per dirlo. Sempre di più si avvicinava Oliver.
Oliver: “Vuoi vendetta vero? È brutto quando ti vedi strappare le persone che più ami, davanti ai tuoi occhi, tutti e due insieme. E quando sai chi è stato l’unica cosa che vorresti è fare lo stesso con lui”
Alex: “Cosa puoi saperne tu?”
Oliver: “Non sei l’unico ad aver perso i genitori così presto, così brutalmente”
Alex: “E tu? Ti sei vendicato?”
Oliver pensa a tutta la storia dei suoi genitori, pensa a Lionel, a quando ha ucciso Lex.
Oliver: “Più o meno”
Alex: “E dopo va meglio?”
Oliver: “Continuo a sognarli ogni notte, il giorno in cui sono morti ogni mese è un giorno pessimo, continuano a mancarmi terribilmente”
Alex: “Quindi alla fine è una stronzata, ti senti una merda per sempre”
Oliver: “Più o meno”
Alex: “Tu ti chiami?”
Oliver: “Oliver Queen”
Alex: “Queen? Ho già sentito questo nome. Dove? Aspetta conosci per caso Chloe Sullivan?”
Oliver: “Molto bene”
Alex: “Si eri scritto in un elenco tra le cose da fare, c’era scritto di chiamarti”
Oliver: “Tu invece chi sei?”
Alex: “Alex McCallister, ti va di andare a prendere qualcosa da bere?”
Oliver: “La macchina è di là”
Alex si accende una sigaretta ed entra in macchina i due vanno in un bar...

Edited by piccola otaku - 5/4/2009, 23:01
 
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aLe•SgLaNs
view post Posted on 5/4/2009, 21:59




bella mi piace...continua è ^^
 
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caillean90
view post Posted on 6/4/2009, 12:40




a quando la prossima puntata???non riesco a resistere..
 
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piccola otaku
view post Posted on 6/4/2009, 12:42




CITAZIONE (caillean90 @ 6/4/2009, 13:40)
a quando la prossima puntata???non riesco a resistere..

^_^ Bene mi fa piacere. Comunque la sto scrivendo dovrebbe essere pronta per oggi pomeriggio!
 
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caillean90
view post Posted on 6/4/2009, 12:49




CITAZIONE (piccola otaku @ 6/4/2009, 13:42)
CITAZIONE (caillean90 @ 6/4/2009, 13:40)
a quando la prossima puntata???non riesco a resistere..

^_^ Bene mi fa piacere. Comunque la sto scrivendo dovrebbe essere pronta per oggi pomeriggio!

:applausi: :applausi: :applausi: evviva!!!non vedo l'ora....voglio proprio vedere come fa a finire la cotta di alex per lois!!e vedere se clark si ingelosisce un pò..
 
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^NobodyKnows91^
view post Posted on 6/4/2009, 13:24




Complimente bella fan fic, mi sto appassionando molto.
Speriamo che almeno qui clark si dia una svegliata riguardo ai suoi sentimenti per lois,aspetto la parte successiva.
 
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view post Posted on 6/4/2009, 14:59
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piccola otaku
view post Posted on 6/4/2009, 15:15




Capitolo 3 New beginning - Un nuovo inizio



Appartamento di Chloe
Sono le 23 e Davis ha appena lasciato a casa Chloe dopo l’appuntamento. E ancora una volta Davis non aveva avuto il coraggio di dirgli chi fosse veramente, specie dopo aver sentito la storia di Alex. Chloe sale a casa, ma vi trova qualcuno già dentro. È Alex. Sta canticchiando ad alta voce. Non sembra lui, sembra ubriaco, lo è.
Chloe: “Alex ma che stai facendo?”
Alex urlando: “Chloe Chloe amica mia! Sto cantando, la mia vita è uno schifo e io me la godo”
Chloe: “Alex! Puzzi di alcol! Sei ubriaco!”
Alex: “Brava la mia piccola Sherlock Holmes!”
Chloe: “C’è poco da scherzare Alex, perché lo hai fatto?”
Alex: “Senti io...io non ho mai bevuto un sorso prima di oggi, io me ne stavo tutto triste sdraiato per terra al cimitero, quando è arrivato un ragazzo, un uomo potrei dire, abbiamo parlato, lui mi capiva, anche lui aveva perso i genitori e abbiamo bevuto un po’”
Chloe: “Ma che razza di uomo fa bere un sedicenne?”
Alex: “Un tuo amico!”
Chloe non sapeva cosa dire, aveva pochi amici degni di questo nome e nessuno di questi avrebbe mai potuto fare una cosa simile, Clark lo doveva escludere visto che con Alex si conoscono bene, Davis era lì con lei, Jimmy dubita seriamente che l’avrebbe chiamata amica e quindi restava...Oliver Queen!
Chloe: “Come...come si chiama?”
Alex: “Prima devo ricordarmelo! Oliver Queen, ecco come si chiama!”
Chloe: “Senti per oggi resti a dormire qui non voglio che ti Clark ti veda così, ha troppa fiducia in te, adesso lo chiamo e gli dico che resti qui, tu intanto cerca di eliminare tutto quell’alcol e poi vai dormire”
Alex urlando sempre più: “Cosa? Io non resto a dormire in una caffetteria! E poi sai? La fiducia di Clark io la merito davvero!”
Chloe: “Piantala di urlare. Comunque lo so che la meriti ma non è bevendo che uscirai da questa situazione, e comunque questo è un bell’appartamento!”
Alex va così in bagno per cercare di vomitare tutto quello che aveva bevuto nel mentre Chloe chiama Clark dicendo che si era fatto tardi e Alex restava a dormire da lei. Poi decise di chiamare Oliver, questa volta l’aveva proprio delusa.
Oliver: “Pronto? Ma chi parla? Ma a quest’ora la gente dorme!”
Chloe: “Già certa gente dorme, altri cercano di smaltire una sbornia!”
Oliver: “Chloe! Qualche problema?”
Chloe: “Sei tu il mio problema, ma come cavolo ti viene in mente di far ubriacare un ragazzino di sedici anni, come?”
Oliver: “Senti all’inizio bevevo solo io, poi quando io ero già fuso gli ho offerto un bicchiere e poi un altro e un altro ancora credo”
Chloe: “Il tutto perché volevi sapere qualcosa su Doomsday, ma a lui non pensi?”
Oliver: “Ok lo scopo era quello, ma parlandogli mi sono accorto che siamo così simili, volevo solo parlargli da amico, quando sarà pronto mi parlerà del resto”
Chloe era rimasta senza parole ma qualcosa doveva pur dire: “Beh ciò non cambia il fatto che un ragazzo di sedici anni non deve bere alcolici”
Oliver: “Lo so, nel senso adesso lo so. Non ho pratica con i bambini e gli adolescenti ok? Non ho avuto fratelli ne amici più piccoli di me, non sono un ragazzo responsabile e non conto di avere bambini per i prossimi due anni, quindi in questo arco di tempo potrei anche imparare no, e chissà magari Alex può aiutarmi, magari potresti aiutarmi anche tu!”
Chloe: “Potrei, ma prima dovrai farti perdonare per quello che hai fatto”
Oliver: “Ci proverò, notte Chloe”
Chloe: “Buona notte Ollie”
Chloe dopo quella telefonata pensava che in realtà non aveva mai visto come fosse in realtà Oliver, cosa provasse, quanto ancora gli mancassero i suoi genitori...

Fattoria Kent.
Clark aveva appena staccato dalla telefonata con Chloe che l’avvertiva che Alex restava a dormire da lei, in un certo senso non gli dispiaceva restare un po’ da solo con Lois.
Lois guardando la tv: “Ehi Clark chi era al telefono?”
Clark: “Una ragazza, ho un appuntamento”
Lois era rimasta un po’ così, insomma per lei non si era mostrato pronto ma stava per uscire con un’altra ragazza.
Lois: “E sai ancora come si fa?”
Clark : “Non lo so potresti darmi qualche lezione visto che tu ne hai uno ogni giorno!”
Lois: “Ehi Smallville vola basso! Con questo cosa vorresti dire?”
Clark notava che quella espressione ironica che un tempo non avrebbe per niente scalfito l’orgoglio di Lois questa volta l’aveva fatta stare male.
Clark: “Lois io non intendevo...”
Venne interrotto da Lois.
Lois: “Cosa Smallville? Non intendevi fare della facile ironia sulla mia vita sentimentale? Beh, invece è quello che hai fatto”
Così dicendo salì le scale e se ne andò. Clark non sapeva davvero cosa fare, da un lato rimpiangeva in tempi in cui parlare con Lois era semplice, adesso doveva calibrare ogni parola, era chiaro se ne era innamorato. Clark salì le scale e andò nella stanza di Lois.
Clark: “Posso entrare?”
Lois: “No quello che devi dirmi, puoi dirlo anche da lì”
Clark: “Ok, al telefono...”
Lois: “Non mi interessa chi era, non mi interessa la tua vita sentimentale”
Clark: “Al telefono era Chloe, mi avvertiva che Alex resta a dormire da lei”
Così dicendo se ne andò, non sapeva cosa dire, avrebbe voluto dirle tante di quelle cose. Ma la paura di innamorarsi nuovamente era tanta, solo una volta nella sua giovane vita si era innamorato, credendo che quell’amore sarebbe stato per sempre, e invece ne era uscito troppo scottato. E ancora mentire a Lois, su chi fosse veramente, non sapeva se avrebbe retto tutte queste cose. Poco più tardi Lois non riuscendo a dormire decise di farsi un the, quindi scese di sotto. Clark che ancora non dormiva con il suo superudito la sentì e decise di scendere anche lui, facendo sembrare l’incontro casuale.
Lois vedendolo: “Mi segui dappertutto?”
Clark: “Tregua per favore, è ora di una tregua, non dico per tanto, ma solo per questa notte, un po’ di tregua”
Lois rimase senza parole, con Clark non c’era mai stata una tregua, se non quando al matrimonio di Chloe stavano per baciarsi, e sapendo come è finita Lois non sapeva se dargliela questa tregua.
Lois: “Il the lo prendi con lo zucchero?”
Clark le sorrise e fece cenno di si. In quel momento i loro sguardi si incrociarono, ci furono scintille nell’aria ma Clark non sapeva come gestire la situazione, avrebbe dovuto baciarla, o forse no. Ma fu Lois a decidere per lui, distolse lo sguardo, bevve in fretta il suo the, si alzò e se ne andò.
Lois appena sulle scale: “Notte Clark, domani ci aspetta una lunga giornata”
Clark: “Notte Lois”
Clark ne era ormai convinto, era questione di giorni ma le avrebbe rivelato i suoi sentimenti.

Appartamento di Chloe.
È mattina Alex è sveglio e si è ormai ripreso dalla notte passata, sta facendo colazione quando non può non notare un cd degli ABBA buttato per terra, in un angolo quasi dimenticato. Nel mentre arriva Chloe che si è appena svegliata.
Alex: “Ecco un altro motivo perché dico che sei fantastica, ascolti gli ABBA che sono il mio gruppo preferito”
Chloe: “Alex di che stai parlando?”
Alex: “Di quello” - indicando il cd
Chloe resta per un attimo ferma a pensare, è di Jimmy.
Alex: “Chloe? Chloeee?”
Chloe: “Ah? Si. Il cd, beh non è mio. È di...insomma tu non lo conosci. È di un ragazzo”
Alex: “E chi sarebbe questo ragazzo? Quello con cui sei uscita ieri?”
Chloe: “No, proprio no”
Alex: “Mi spieghi, perché non sto capendo!”
Chloe: “È di mio marito, Jimmy Olsen. Ci siamo sposati solo qualche mese fa, ma già non stiamo più insieme. Lui ieri è venuto a prendere la sua roba e avrà dimenticato questo cd della suo gruppo preferito”
Alex: “Perché non state più insieme?”
Chloe: “Perché non credo che dovevamo sposarci”
Alex: “Però lo avete fatto, il matrimonio è qualcosa di importante e di serio, perché lo avete fatto se non ne eravate sicuri?”
Chloe: “Alex, è tardi devi andare a scuola”
Alex: “Si io vado, ma questa è la verità, con il matrimonio non si scherza”
Chloe: “Alex, per favore”
Alex capisce che la conversazione è meglio chiuderla così, ma lui è un credente e come tale crede nel matrimonio più di ogni altra cosa, e aveva sempre contestato queste giovani coppie che si sposavano e dopo pochi mesi si lasciavano. E adesso era Chloe la giovane in questione.
Chloe passa il cd ad Alex, sopra c’è un foglio di carta con scritto un indirizzo.
Chloe: “Potresti portaglielo, non lo so quando hai tempo?”
Alex: “Perché non puoi farlo tu?”
Chloe: “Perché mi ha chiesto di non farmi vedere più e rispetto la sua volontà, e tu il pomeriggio non hai mai niente da fare”
Alex mette il cd dentro lo zaino, fa un cenno di saluto con la mano a Chloe e va via.

Daily Planet
Tess Mercer aveva troppa carne al fuoco. La carne era troppa anche per lei: i fascicoli che James Olsen gli aveva lasciato sulla scrivania riguardanti Davis Bloome, un diario scritto da Lionel riguardante il viaggiatore, e adesso quello strano ragazzo che abitava da Clark Kent. Non sapeva effettivamente a cosa pensare prima decise quindi di lasciare che gli eventi si sbloccassero un po’ da soli, e dopo lei avrebbe fatto la sua parte. Nel mentre Clark e Lois stavano lavorando ad un caso. Clark non era concentrato non riusciva a pensare al lavoro, guardando Lois riusciva solamente a pensare a come e quando le avrebbe dichiarato i suoi sentimenti.
Lois: “Smallville, mi segui?”
Clark: “Si Lois”
Lois: “Ne dubito, comunque potresti anche scrivere da solo questo articolo è fin troppo banale per me, io mi vorrei piuttosto occupare della scia rossa blu”
Clark a quel nome si risvegliò: “Non posso scriverlo da solo, se lo hanno a tutti e due!”
Lois: “Ok stai calmo, è evidente che non ti senti ancora pronto a scrivere sempre da solo, lo scriveremo insieme, contento?”
Clark: “Va già meglio”

Studio fotografico
Finita la scuola Alex si ricordò che doveva passare in quello studio fotografico, così prese il foglio dallo zaino, lesse l’indirizzo e con la supervelocità andò. Ormai era bravissimo, come tagliava i traguardi lui, nessuno, o almeno non che lui sapesse. Lo studio si presentava bene vi era una grande insegna luminosa: “Pictures of you, pictures of me” così si chiamava. Alex suonò il campanello e una gentile ragazza lo fece accomodare.
Segretaria: “Sta cercando qualcuno in particolare? Ci sono molti fotografi in questo studio”
Alex: “Si sto cercando...aspetti. Sto cercando Jimmy Olsen”
Segretaria: “Forse voleva dire James Olsen?”
Alex un po’ titubante: “Si proprio quello!”
Segretaria: “Ok in questo momento non dovrebbe esserci nessuno dentro, prego seconda porta a destra”
Alex ringraziò la ragazza, le sorrise ed entrò nello studio di Jimmy.
Alex appena entrato: “Lei è Jimmy Olsen?”
Jimmy non sapeva cosa rispondere. Chloe, Clark, Lois, Oliver tutti i suoi vecchi amici lo chiamavano così. Ma adesso è James che si faceva chiamare, che in realtà era il suo vero nome. Quindi si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo mai visto prima lo chiamasse Jimmy.
Jimmy: “S...si sono io, tu sei?”
Alex: “Piacere sono Alex McCallister”
Jimmy: “Bene Alex, come posso esserti d’aiuto?”
Alex: “In realtà sono io che vengo in suo aiuto, mi manda Chloe Sullivan, ha dimenticato a casa sua un cd degli ABBA e se lei è un vero fan come lo sono io, credo che non potrà stare a casa senza quel cd”
Jimmy si chiedeva come un ragazzo che poteva avere sedici - diciassette anni potesse mai essere in contatto con Chloe.
Jimmy: “Grazie davvero, credevo di averlo perduto e invece eccolo qui, piacciono anche a te?”
Alex: “Ah io li adoro, li venero praticamente”
Jimmy: “Allora abbiamo qualcosa in comune, come conosci Chloe?”
Alex: “È una lunga storia, in sintesi mi sono morti i genitori, Clark mi ospita e siccome ieri ero sbronzo sono rimasto a dormire da Chloe, oggi ho visto quel cd è ho pensato fosse suo ma Chloe mi ha detto che era di suo mari...era di Jimmy Olsen”
Jimmy: “Ah capito, non ci si sbronza a sedici anni!”
Alex: “Lo so signore è stato un errore”
Jimmy: “Piantala di darmi del lei, mi fai sentire vecchio!”
I due ridono.
Alex: “È da tanto che lavori qui?”
Jimmy: “No veramente da pochissimo, e questo non mi piace per niente, prima lavoravo al Daily Planet come fotografo, quello si che era bello, fare foto alla scia rossa blu, quello ti dava soddisfazioni non fotografare matrimoni, dopo aver visto fallire il mio”
Alex: “La scia rosso blu?”
Jimmy: “È un uomo più veloce della luce, con una forza incredibile, è l’eroe di Metropolis”
Alex: “Ti brillano gli occhi quando ne parli, dovresti tornare al Daily Planet!”
Jimmy: “Già, dovrei”
Alex: “Adesso devo proprio andare, mi ha fatto piacere conoscerti!”
Jimmy e Alex si salutano. Jimmy inizia a pensare alle parole di quel giovane ragazzo, ok poteva anche essere giovane, e non saperne ancora niente della vita, poteva anche essersi ubriacato come uno sciocco, ma aveva ragione. Ok con Chloe non era andata, ma questo non vuol dire che il resto delle cose fatte in quel periodo non andavano, lui amava il suo vecchio lavoro, a dire il vero lo ama ancora. Così prende tutto ciò che è suo da quell’ufficio e si dirige verso la segretaria con tanta furia.
Jimmy: “Non mi piace questo lavoro, non mi piace questo posto”
Segretaria: “James va tutto bene?”
Jimmy: “Jimmy mi chiamo Jimmy. E comunque si sto bene. Oggi è il primo giorno da quando lavoro qui che sto bene e sa perché? Perché ho deciso di andarmene”
Segretaria: “Ok J...Jimmy va bene, ma non se la prenda con me!”
Jimmy: “Ha ragione lei non c’entra niente, anzi le dico anche che lei è troppo carina e gentile per stare qua dentro, io me ne vado!”
Alla segretaria scappa un innocente e silenziosa risata. Ma non poi così silenziosa, Jimmy la sente.
Jimmy quasi con le lacrime agli occhi: “Le sembra divertente? La mia vita va in frantumi, le sembra divertente? Ho sposato una donna che credevo di amare e mi sono reso conto di non conoscerla affatto, le sembra divertente? Ho lasciato il lavoro che amavo che mi permetteva di avere in mano fantastiche notizie per lavorare in uno studio fotografico dove il massimo scoop è un matrimonio, le sembra divertente? Io non credo lo sia”
Segretaria: “Mi scusi sono stata una sciocca, le auguro di mettere a posto tutti i fardelli della sua vita”
Jimmy va via quasi sbattendo la porta, non è che c’è l’avesse con la segretaria, c’è l’aveva con il mondo intero. Con Chloe che non aveva lottato per lui, con Clark che quando lui è sparito non si è preoccupato di chiamarlo e con se stesso perché aveva permesso che tutto questo accadesse, ma ora sapeva cosa fare. Si diresse verso il Daily Planet.

Daily Planet
Jimmy saliva le scale ancora una volta come ormai non faceva da un po’ come in passato faceva ogni mattina. Era una bella sensazione. Era arrivato, era di fronte l’ufficio di Tess Mercer. Aveva paura, era terrorizzato!
Jimmy bussa alla porta e Tess Mercer gli dice di entrare.
Jimmy: “Salve”
Tess Mercer: “James Olsen”
Jimmy: “Jimmy per la verità”
Tess Mercer: “Come preferisce, cosa ci fa qui?”
Jimmy: “Voglio indietro il mio posto di lavoro, so che non posso prendere e lasciare ma il mio è stato un grande errore, la prego”
Tess Mercer senza esitare neanche un po’: “Ok”
Jimmy era già pronto per replicare, si era preparato un bel discorso che quasi non riusciva a credere a quello che aveva sentito.
Jimmy: “Come? Sul serio?”
Tess Mercer: “Da domani come ogni giorno sarà qui alle 7.30, non porti ritardo”
Jimmy: “Certo, grazie!”
Jimmy le aveva già voltato le spalle e stava per aprire la porta.
Tess Mercer: “Olsen dimentichi quei fascicoli che mi ha dato prima di licenziarsi”
Jimmy non aveva chiaro il motivo, perché doveva importarle proteggere un serial killer. Ma lui se ne era lavato le mani, voleva indietro il suo lavoro e basta.
Jimmy: “Li ho già dimenticati”
Così dicendo uscì da quella stanza e decise di sistemare le cose che aveva tolto dallo studio fotografico e metterle nella sua scrivania al Daily Planet. Mentre si avvicinava alla scrivania Clark e Lois lo videro. I due si avvicinarono ma Jimmy non ne sembrava molto entusiasta.
Clark: “Ehi Jimmy! Sei tornato?”
Lois: “Si dai sentivo la mancanza delle tue foto”
Jimmy con un sorriso forzato: “Si sono tornato, più in forma che mai, scoverò la scia rossa blu ma non vi lascerò scrivere l’articolo”
Lois e Clark non riuscivano a capire in che chiave andava interpretata quell’affermazione. Chiave ironica? Lui non rideva. Quindi era proprio quello che voleva dire, erano confusi. Fu lo stesso Jimmy a chiarire le loro perplessità.
Jimmy: “Stavo scherzando!” - e continuò a sistemare la scrivania.
Lois e Clark si guardarono, ormai si capivano con un solo sguardo. Entrambi pensarono che Jimmy non stava affatto bene.
Lois: “Smallville dovremmo continuare il nostro articolo”
Jimmy: “Sei ancora nella sua ombra Kent?”
Clark lo guardò.
Jimmy: “Stavo scherzando di nuovo, nessuno capisce la mia ironia. Come ironico ero quando dicevo che Davis Bloome era un serial killer, sarà per questo che nessuno mi ha preso sul serio, neanche mia moglie!”
Così dicendo Lois e Clark non sapevano davvero cosa dire, anzi Lois tirò Clark e i due se ne andarono. Clark poi si girò e gli buttò uno sguardo compassionevole.
Jimmy: “E no Kent! Non guardarmi in quel modo, non mi serve la compassione. Avevo bisogno di amico, credevo di averlo. Mi sbagliavo”
Clark: “Mi dispiace Jimmy”
Jimmy: “Dispiace a tutti, ma nessuno fa niente”
La loro discussione si fermò così. Lois e Clark tornarono alle loro scrivanie.
Clark: “Jimmy ha ragione, è successo tutto questo e io l’ho lasciato da solo”
Lois: “Non è mai stato un tuo grande amico Clark! Era il fidanzato della tua migliore amica, ma questo non fa di lui il tuo migliore amico”
Clark: “È comunque un mio amico, cercherò di aiutarlo”
Lois: “Ecco che ritorna l’eroe Clark Kent di giorno imbranato reporter, di notte un fantastico eroe, salva proprio tutti!”
Lois fece una grande risata, e rise anche Clark perché Lois credeva di aver fatto una battuta e invece aveva detto la verità.
Clark: “Scusa da quando sarei imbranato?”
Lois: “Mmm diciamo da quando ti conosco?”
Clark: “Non è vero!”
Lois: “È vero. Ma va bene così!”
A Clark piacque molto l’ultima frase. Va bene così voleva forse intendere che Lois lo apprezzava anche se imbranato e con tutto ciò che comporta, ed era sempre più convinto che dovesse parlargli dei suoi sentimenti. Ma aspettava il momento giusto.

Appartamento di Chloe
Alex era appena tornato dallo studio fotografico, era rimasto davvero colpito da Jimmy, era davvero un bravo ragazzo e con Chloe saranno stati una bella coppia. Si chiedeva cosa avesse spezzato il loro amore, sempre se era mai nato. Una risposta la trovò. Il telefono inizia a squillare ma lui decide di non risponde, in fondo non è casa sua e lui neanche ci abita qui, quindi lasciò squillare. Poco dopo partì un messaggio di segreteria telefonica.
Davis: “Ehi Chloe, sono Davis. È da un po’ che voglio parlarti di una cosa e non trovo mai l’occasione. Sono stato molto bene ieri sera con te, e non vorrei che adesso qualcosa tra di noi cambiasse. Ci tengo davvero a te, e visto la fiducia che hai in me, e per come è finita con Jimmy so che anche tu tieni a me, quindi credo che mi sto dilungando più del dovuto. Chiamami quando puoi!”
Alex rimase quasi pietrificato. Quella voce, non gli era nuova. L’aveva già sentita, ma dove? Non ebbe il tempo di riflettere su questo perché bussarono alla porta. Era Oliver.
Alex: “Ehi amico, sono felice di vederti!”
Oliver: “Si lo sono anche io, ma sono qui principalmente per scusarmi, non dovevo farti bere sei ancora un ragazzo!”
Alex: “Beh non mi hai mica costretto, sono stato io a volerlo. Era una pessima giornata e pensavo di risolverla bevendo, mi sbagliavo”
Oliver: “Già. Chloe è in casa?”
Alex: “No, ma io si. E voglio dirti una cosa. I miei genitori furono attaccati da una bestia, e in realtà anche io lo fui, ma non mi sono fatto che qualche graffio e sono riuscito a spingerlo via, mandando in frantumi una vetrata. Sono un mutante da meteorite. Ho scoperto di essere molto veloce e molto forte, e una pallottola non mi fa neanche un graffio”
Oliver: “Wow, che strana sensazione di dejà-vu!”
Alex: “Perché?”
Oliver: “No niente, è fantastico. Bene allora già che siamo in confidenza io sono Green Arrow. Ristabilisco l’ordine in città con arco e freccia. E inoltre gestisco una...una lega dove ci sono ragazzi molto dotati, in giro per il mondo cerchiamo di proteggerlo. Si chiama lega della giustizia”
Alex: “Fico”
Oliver: “Ci servirebbe uno come te!”
Alex: “Sul serio? Sarebbe fantastico. Ma voglio prima pensarci. Non ho mai salvato nessuno. Sono nuovo in questo campo”
Oliver: “Ok quando ti sentirai pronto ne farai parte e mi dirai tutto quello che sai su quella bestiaccia”
Alex: “Contaci!”
Oliver: “Devo andare, a presto!”
Alex: “Ci si vede. Ah Oliver sapresti dirmi come si chiama il ragazzo con cui esce Chloe. Davis?”
Oliver: “Davis Bloome”
Alex: “Grazie”
Oliver va via ed Alex rimane da solo. Sarebbe stato bello far parte di quella lega, ma prima voleva indagare un po’ su quel ragazzo. Voleva capire dove lo aveva già sentito. Alex era molto abile con il computer, d’estate lui andava sempre a lavorare presso un negozio di informatica e un simpatico signore gli aveva imparato dei fantastici trucchi. Così accese il computer di Chloe e cercò qualcosa su Davis, scoprì che lavorava come paramedico all’ospedale, decise di andare.

Ospedale
Alex era appena arrivato, chiese a qualche infermeria dove poteva trovare un certo Davis Bloome, una di queste rispose indicandoglielo. Stava medicando una bimba così lui non riusciva a vederlo. La bimba e la madre poi se ne andarono. E Alex seppur da lontano lo guardò dritto negli occhi, Davis alzò lo sguardo l’aveva riconosciuto. Era quel ragazzo impaurito che aveva incontrato in quella casa. Una delle poche volte che aveva ucciso qualcuno di veramente innocente. Alex lo guardava senza rendersi conto di essere anch’esso guardato. Guardava i suoi occhi ma non gli dicevano niente, non potevano essergli familiari, non li aveva mai visti. Guardò il suo naso ma non gli ricordò niente, non poteva ricordarlo non l’aveva mai visto. Guardò la sua bocca, il cuore di Alex iniziò a battere molto forte, la riconosceva quella bocca il cappuccio gli copriva gli occhi e un po’ del naso ma la bocca l’aveva vista prima che quello si trasformasse in bestia. Ne era quasi convinto, era la bestia. Alex si accorse di essere guardato, si accorse che la bestia adesso umano si stava avvicinando a lui, così si mise a correre e andò nella fattoria. Li trovò Clark.

Fattoria Kent.
Alex era davvero terrorizzato, Clark lo notò.
Clark: “Ehi Alex, è tutto apposto? Sembri spaventato!”
Alex: “Spaventato io? No stai tranquillo volevo solo dirti che mi trasferisco da Chloe”
Clark: “Perché? Non ti trovi bene qui?”
Alex: “Si mi trovo bene, ma a me piace un po’ Lois e vedo che tra voi due c’è qualcosa quindi preferisco togliermi di mezzo”
Alex mentiva e anche piuttosto bene. Era vero che vedere Lois tutti i giorni era bello ma triste,ne era cotto. Ma il vero motivo per cui andava a vivere da Chloe era solo uno, riguardava la promessa che si era fatto la prima notte che aveva dormito da Clark, non avrebbe più pianto la morte dei suoi cari, se solo avesse incontrato la bestia l’avrebbe uccisa. E Chloe adesso era una delle persone più care, adesso era quasi sicuro di sapere chi fosse la bestia.
Clark invece non sapeva cosa dire, non voleva mentire ad Alex. Mente già per tante altre cose che almeno su questo voleva essere sincero.
Clark: “Dovresti restare”
Alex: “No, ho già deciso. Stai tranquillo resterai sempre il mio fratellone, resterai sempre il mio...angelo custode, tu mi hai salvato, mi hai accolto, questo non potrò mai scordarlo. Resterai sempre il ragazzo fortunato che si metterà con quello schianto di ragazza”
Clark: “Tu credi?”
Alex: “Fratello sei tu a deciderlo!”
Clark: “Ho sofferto troppo in passato, non ti ho detto la verità su alcune cose. E tu invece sei stato sincero da subito con me”
Alex: “Se intendi dire che sei un mutante da meteorite anche tu, lo avevo già capito”
Clark: “Beh in effetti anche io ho dei poteri, e sono molti simili ai tuoi, ma io non c’entro niente con i mutanti. Vedi io sono...vengo da un altro pianeta, si chiama Krypton. Il pianeta venne distrutto e mio padre qualche attimo prima mi mise in una navicella e mi spedì sulla terrà, camuffandomi con i meteoriti. Ecco il perché della pioggia”
Alex: “Wow, è troppo anche per me. E come ci si sente a essere...sembri così umano!”
Clark: “Si lo so, è la stessa cosa che ha detto Chloe quando lo ha saputo”
Alex: “Aspetta tu...quello che tutti chiamano la scia rossa blu?”
Clark: “Beh...si!”
Alex: “Wow, allora non sei solo il mio eroe personale, Lois lo sa?”
Clark: “No, è proprio questo il punto. Come potrei stare con lei sapendo di mentirle?”
Alex: “Non lo so è incasinato, non hai mai avuto altre relazioni?”
Clark: “Solo una, l’amore della mia adolescenza. Anni e anni passati a volerla, a desiderarla e quando era mia non sono riuscito e tenerla stretta”
Clark raccontò ad Alex tutto su di lui e Lana su come le cose finirono. Su come aveva lasciato Lois in sospeso con quel mezzo bacio. E adesso Clark aveva paura che anche con Lois non avrebbe funzionato.
Alex: “Io dico che funziona”
Clark: “Se lo dice mio fratello, ti va una corsa?”
Alex: “A chi arriva primo?”
I due iniziarono a correre per tutta Metropolis si divertivano come matti. Clark tagliò per primo il traguardo, mentre Alex si accontentò del secondo posto. Dopo Clark tornò alla fattoria e Alex nell’appartamento di Chloe.

Fattoria Kent.
Lois: “Dove sei stato Smallville?”
Clark: “Ho accompagnato Alex a casa di Chloe”
Lois: “Perché, è qui che abita no?”
Clark: “Non più, quindi saremo nuovamente soli, come in passato”
Lois: “Ah, già come in passato”
Clark: “Ne vedremo delle belle no?”
I due si guardarono e Clark le sorrise.

Appartamento di Chloe.
Alex: “Chloe devo dirti una cosa”
Chloe: “Che ci fa con quei borsoni?”
Alex: “Appunto, posso venire ad abitare qui?”
Chloe: “Sopra una caffetteria?”
I due risero e insieme sistemarono i vestiti di Alex nei vari cassetti.
Chloe: “Alex io scendo a buttare la spazzatura”
Alex: “Posso andarci io”
Chloe: “Riposati sarai stanco”
Mentre Chloe era giù a buttare la spazzatura, arriva una telefonata. Alex risponde ormai abitava lì, poteva rispondere.
Alex: “Pronto, chi parla?”
Voce al telefono: “Ciao sono Lana Lang, dovrei parlarti di una cosa...”
 
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